Cleveland, il ritorno di Yoshihito Nishioka: "Mi ispiro a Rios per arrivare tra i primi 20" [ESCLUSIVO]

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Cleveland, il ritorno di Yoshihito Nishioka: “Mi ispiro a Rios per arrivare tra i primi 20” [ESCLUSIVO]

Nonostante le tante difficoltà e la nostalgia verso casa Il talento giapponese sta tornando.
Più forte e determinato di prima: ecco le sue parole

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Yoshihito Nishioka - Australian Open 2018 (@RDO foto)
 

Il secondo giorno del Challenger di Cleveland della scorsa settimana ha portato con sè anche l’esordio per la testa di serie numero uno del torneo, Tennys Sandgren, opposto a Thomas Fabbiano. C’è il pubblico delle grandi occasioni sul centrale, l`americano ha saltato l’Australian Open a causa del vaccino e viene da una stagione molto difficile. Anche per Thomas gli ultimi due anni sono stati complicati ma in questo inizio di 2022 ha dato segnali di risveglio.

Fin dai primi game si vede come Tennys sia ben lontano dal livello che nel 2020 lo aveva portato a un punto dal raggiungere le semifinali in Australia. Ciononostante la potenza dei suoi colpi si addice bene ai rapidi campi di Cleveland e, pur senza brillare vince il primo set 6-3. Nonostante il parziale vinto Sandgren non è sereno. All’inizio del secondo set se la prende con uno dei due anziani raccattapalle colpevole di essere troppo lento: “Signore, cosa sta facendo? – gli chiede infastidito –sto cercando di essere gentile” si difende Tennys. Fabbiano dal canto suo è molto bravo a rispondere e a contrattaccare ma non è sempre troppo efficace quando cerca di chiudere con il dritto.

Verso la metà del secondo set però Thomas cambia tattica. Inizia a giocare lo slice e a chiamare a rete l`americano con deliziosi dropshot. Proprio rincorrendo una smorzata Sandgren si fa male alla caviglia e di fatto la partita finisce lì. L`italiano vince il secondo set e dilaga nel terzo. Due ragazzini continuano a incitare Fabbiano venendo fulminati con lo sguardo da un Sandgren sempre più nervoso : “Ti pare divertente?” chiede loro.

Dopo la vittoria vicino alla player lounge salutiamo calorosamente Alex Bogomolov, allenatore di Sock, che avevamo intervistato due mesi prima a Charlotte. “Come vedi la partita di Jack contro Schnur?” gli chiediamo. “Schnur è bravo ad attaccare, risponde benissimo di rovescio ma se si trova a difendere fa fatica”. risponde ottimista l’ex numero 33 del mondo. Qualche minuto più tardi il direttore del torneo ci informa che Yoshihito Nishioka, fresco vincitore del challenger di Columbus, è pronto per fare l’intervista che avevamo richiesto il giorno precedente (a questo link potete leggere quella realizzata nello stesso torneo con Andreas Seppi). Il talento giapponese si dimostra molto estroverso e determinato a mettersi alle spalle un deludente 2021.

Ciao Yoshihito, hai appena vinto a Columbus e all’esordio a Cleveland hai dominato un avversario pericoloso come Denis Istomin. Parlaci del tuo ottimo momento di forma.

“Il 2021 per me è stato il peggior anno della mia carriera. Ho vinto solamente 10 partite in un main draw ATP, ero vicino alla top 50 mentre ora sono fuori dai primi 100. Qualche settimana fa all`Australian Open ho perso nuovamente al primo turno e la mia fiducia è calata ancora di più. Ero preoccupato dal dover giocare nuovamente i Challenger dal momento che non ci giocavo da molto tempo. Qui affronto tennisti che sono fuori dai top 100 e quindi sento davvero tanta pressione perché so che devo vincere il torneo. Ho vinto un paio di partite la scorsa settimana a Columbus, sono entrato in fiducia e battere Denis in quel modo mi ha aiutato tanto”.

Hai raggiunto il tuo best ranking al numero 48 del mondo nel 2020, proprio qualche settimana prima che arrivasse la pandemia. In che modo la pausa e la situazione in generale ha influito sul tuo livello?

“Prima che la pandemia iniziasse stavo giocando davvero bene. In quel periodo pensavo di poter raggiungere anche la top 20 e poi purtroppo ci siamo dovuti fermare per sei mesi. Per noi che veniamo dall’Asia la situazione è ancora difficile dal momento che vicino a casa non abbiamo alcun torneo. Penso a Go Soeda che ha addirittura moglie e figli in Giappone e so quanto è difficile per lui. I primi mesi con le restrizioni mi andavano bene ma poi la situazione è diventata davvero troppo pesante. Non volevo più giocare in quelle condizioni. Non potevamo mai lasciare l’hotel e dovevamo testarci praticamente ogni giorno. Mi piace davvero molto in generale andare in giro per il mondo, incontrare nuove persone, fare amicizie. Dopo Miami lo scorso anno mi sono preso una pausa perché non mi divertivo più. Per un mese sono tornato a casa e ho cercato di non pensare al tennis. Adesso la situazione per fortuna è migliore ma in Giappone dobbiamo ancora fare la quarantena e quindi non potrò andare a casa fino ad Aprile. Qualche volta sono geloso di giocatori che si trovano ad un`ora di distanza da dove si gioca il torneo (ride)”.

Per quattro anni ti sei allenato da Nick Bollettieri a Bradenton in Florida. Le persone che ti hanno conosciuto hanno sempre parlato di un ragazzo molto curioso e estroverso. Quando sei a un torneo cerchi sempre di ritagliarti un po’ di tempo per andare a vedere la città?

“Mi piace davvero molto vedere nuovi posti. A questo proposito ho una storia da raccontare. Quando vivevo negli Stati Uniti sono andato in Italia a giocare un Challenger a Vicenza. Il mio allenatore mi ha consigliato di andare a visitare la città e all’inizio ero restio. Avevo 18 anni e l’unica cosa nella mia testa era il tennis. Alla fine mi sono lasciato convincere e Vicenza mi è piaciuta davvero molto. La cosa bella per noi tennisti in generale è che possiamo decidere dove andare”.

Per quanto riguarda il tuo livello di gioco, c`è un colpo particolare in cui senti di dover migliorare per entrare tra i primi trenta giocatori del mondo?

“Penso che per me la chiave sia quella di migliorare al servizio. La risposta è il mio colpo migliore, purtroppo non sono molto alto quindi devo imparare da giocatori come Schwartzman a usare bene il mio servizio. Ad esempio se non sono in grado di servire a 200 km orari allora devo essere bravo a variare in base alla situazione di gioco in cui mi trovo”.

Nel 2017 hai avuto un brutto infortunio al crociato anteriore. Avevi 21 anni, eri in rampa di lancio e vicino ai primi 40 giocatori del mondo. Pensi che senza quell`infortunio avresti già raggiunto la top 20?

Onestamente penso che avevo una possibilità. Tutti mi hanno sempre detto che quell`infortunio è arrivato nel momento peggiore ma ho avuto la possibilità per la prima volta in dieci anni di spendere un anno intero in Giappone. Ho iniziato il mio canale Youtube, mi sono appassionato a cose diverse e quell’anno è stato davvero importante per me. Nel tennis moderno sembra che talvolta si cerchi di colpire il più forte possibile affidandosi più alla potenza che alla tattica”.

Cosa pensi riguardo al tennis contemporaneo?

“Per me è molto più divertente costruire il punto che chiudere in due colpi. Uno dei miei giocatori preferiti è sempre stato Marcelo Rios. Ha raggiunto la prima posizione del ranking senza essere particolarmente alto e facendo affidamento su un’intelligenza tattica fuori dal comune. Per giocatori come Isner è chiaro che è più facile fare il punto, per me è davvero affascinante la creazione del punto”.

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