ATP Rio de Janeiro, Carlos Alcaraz rimonta un Munar solidissimo

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ATP Rio de Janeiro, Carlos Alcaraz rimonta un Munar solidissimo

L’allievo di Ferrero inizia male, poi trova la chiave per vendicare la sconfitta di Marbella

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Carlos Alcaraz – ATP Rio (foto via Twitter @RioOpenOficial)
 

Prima giornata tranquilla al all’ATP 500 di Rio de Janeiro chiamato Rio Open (“che fantasia”, per citare il primo favorito del seeding Matteo Berrettini) con appena quattro incontri del tabellone principale. Non proprio tranquilla per Carlos Alcaraz, però, che sul campo intitolato a Guga Kuerten comincia perdendo il terzo set consecutivo contro Jaume Munar prima di rimontare e vendicare il loro primo confronto dello scorso aprile. Andiamo allora a vedere cosa è successo nel dettaglio.

Munar sa come battere Alcaraz, lo ha dimostrato poco meno di un anno fa a Marbella: due set a zero. Chissà se Jaume ci mette anche qualcosa più per quella che, in fin dei conti, è una sfida tra gli eredi – l’uno ormai perduto e l’altro ancora sulla retta via. Il lascito da raccogliere per gli eredi supposti, inventati, immaginati, narrati, è ovviamente quello di Re Rafa che, dal canto suo, rimane ancora aggrappato al trono, anzi, ci sta comodamente appollaiato in quel di Manacor per un regno che periodicamente sembra avviato al tramonto, ma poi erano solo nubi e il sole torna a risplendere. Nel frattempo, sull’altra riva dell’Atlantico, quando lì è già buio, i due spagnoli si affrontano senza esclusione di colpi (di sicuro Carlos non esclude l’uso generoso della smorzata, sempre una buona idea per non far stare tranquillo il rematore maiorchino – si parla di Jaume, prima che qualche tifoso del Big 3 si offenda).

Munar sa come battere Alcaraz, si diceva, e infatti imbocca subito la strada giusta con quei sei giochi consecutivi dopo aver ceduto i primi due del match. D’altronde il 1997 è al suo terzo torneo della gira, laddove l’altro l’ha salutata a Kitzbuhel poche ore dopo aver alzato a Umago il primo trofeo. Correndo molto e sbagliando poco, come lo abbiamo visto fare per avere quasi ragione di Karatsev in Australia, Munar argina gli slanci di gioventù murciana nell’umidità carioca e osa pure qualche bel rovescio lungolinea. Sguardi inermi verso il proprio angolo, nulla funziona di fronte al buon Jaume, stasera nella parte del cattivo per il semplice fatto di voler mettersi di traverso sull’ascesa del promettente connazionale. 6-2 in archivio, pronti, via.

Di nuovo, pare tuttavia pronto il solo Munar che invero non fa molto di più che guardare il diciottenne mancare il bersaglio con una seconda battuta e due dritti per uno 0-40 alquanto preoccupante. Il ragazzo in canottiera ne esce in qualche modo (“ero completamente fuori controllo; ho iniziato a pensare di giocare un punto alla volta ed è stata la chiave, rimanere calmo cercando di allungare la partita”), ma l’altro non si stanca di scavare trincee e al terzo gioco manca un punto quasi fatto rispondendo sul 15-30, per poi vedersi una nuova palla per l’allungo cancellata da una solida prima. Avute e non sfruttate le occasioni, Munar cede la battuta a uno sfidante che si è fatto viepiù preciso nella spinta e si esalta nello smash in sospensione. L’altopiano verso il cui bordo Jaume stava spingendo il macigno avversario si è fatto improvvisamente ripida montagna, con l’ovvia conseguenza di un’inversione della direzione di marcia; in pratica, il n. 89 ATP deve ora faticare per non essere travolto. E così, restituito al mittente il 6-2, tocca a Carlos mettere a referto giochi senza soluzione di continuità mentre l’altro continua senza più soluzioni in preda allo sconforto. Sul 5-0 arriva il gioco della bandiera, poi Alcaraz chiude con una bella drop volley. Carlos eguaglia quindi il risultato della sua precedente apparizione di due anni fa, quando ancora era oltre il 400° posto in classifica, ma ora gli obiettivi sono ben diversi. Prossimo turno con chi vince tra Daniel Elahi Galan e l’ultimo avversario di Delpo, Federico Delbonis.

Negli altri incontri, Pablo Andujar si è aggiudicato il derby dei protected ranking classe 1986 superando Pablo Cuevas in due set tirati. Felipe Meligeni Rodrigues Alves – quello che zio Fernando ha raggiunto le semifinali al Roland Garros del 1999 – ha raccolto tanti giochi quanti sono i suoi cognomi contro il qualificato Miomir Kecmanovic.

Pedro Martinez si è guadagnato la sfida con Schwartzman battendo il diciassettenne wild card cinese Juncheng Shang detto Jerry, allievo della IMG Academy di Bradenton.

Risultati:

[PR] P. Andujar b. [PR] P. Cuevas 7-6(2) 7-5
[7] C. Alcaraz b. J. Munar 2-6 6-2 6-1
[Q] M. Kecmanovic b. [WC] F. Meligeni Rodrigues Alves 6-3 6-0
P. Martinez b. [WC] J. Shang 6-3 6-4

Il tabellone del Rio Open

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