Ronnie Leitgeb si è spento improvvisamente nella giornata di oggi, all’età di 62 anni, a Kitzbuhel. Nato a Modling, in Bassa Austria, è stato l’artefice principale dei successi ottenuti dal suo pupillo, Thomas Muster, conosciuto nel lontano ’84 ed accompagnato ai vertici del tennis mondiale con la vittoria al Roland Garros del 1995. Negli anni ‘90 ha inoltre seguito l’attuale Presidente dell’ATP, Andrea Gaudenzi, trasferitosi in Austria appositamente, che raggiunse la semifinale del torneo di Montecarlo nel 1993. Leitgeb iniziò dapprima a lavorare come giornalista, poi diventò uno dei manager più stimati del circuito

LA CARRIERA – A seguito del ritiro di Muster nel ‘99, Ronnie si è reinventato mental coach ed ha cominciato a girare l’Europa, tenendo seminari e trasmettendo la sua esperienza agli aspiranti manager, non disdegnando collaborazioni saltuarie con altri tennisti, tra i quali spiccano i nomi di Jurgen Melzer (entrato in Top 10 sotto la sua guida) e il nostro Gianluigi Quinzi. Tra il 2012 ed il 2015 è stato inoltre Presidente della Federtennis austriaca, legittimando la sua importanza per il movimento nel Paese, mentre negli ultimissimi anni si è dedicato all’organizzazione di tornei ATP, per la precisione del 250 di Marbella, vinto nell’occasione da Pablo Carreno Busta.

LE PAROLE DI MUSTER – Thomas Muster ha diramato, a seguito della morte di Leitgeb, la seguente nota: “Oggi il mio amico e mentore ha chiuso i suoi occhi per sempre. Le mie condoglianze alla famiglia e a coloro che lo amavano. Lo shock è troppo grande per essere espresso a parole. Caro Ronnie, è con rispetto e umiltà che ti ringrazio per avermi reso una parte della tua vita condividendo con me tanti momenti. Ci mancherai molto, riposa in pace”.

LE PAROLE DI GAUDENZI – Anche Gaudenzi, presidente ATP, ha voluto dedicare un pensiero a Leitgeb: “Ronnie è stato una figura sempre presente nel tour per tanti decenni e ora è uno shock terribile ricevere la notizia della sua morte. Mandiamo le nostre più sentite condoglianze a tutti coloro che lo amavano”.

Antonio Flagiello