Sinner annuncia Vagnozzi: «Felice di lavorare con lui» (Crivelli). «Sinner ha fatto la scelta giusta Ora il suo tennis deve crescere» (Martucci). Djokovic agli Internazionali, monta la protesta (Caponetti). Fognini ruggisce ancora (Bertellino)

Rassegna stampa

Sinner annuncia Vagnozzi: «Felice di lavorare con lui» (Crivelli). «Sinner ha fatto la scelta giusta Ora il suo tennis deve crescere» (Martucci). Djokovic agli Internazionali, monta la protesta (Caponetti). Fognini ruggisce ancora (Bertellino)

La rassegna stampa di venerdì 18 febbraio 2022

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Sinner annuncia Vagnozzi: «Felice di lavorare con lui» Ma lascia in sospeso Norman (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

L’annuncio corre su Twitter e compone la prima parte del puzzle dopo l’addio definitivo a Riccardo Piatti: alla corte di Sinner, come coach, approda ufficialmente Simone Vagnozzi. Alle otto e mezza di sera, da Dubai, dove la settimana prossima tornerà in campo dopo il clamoroso divorzio dal mentore che l’ha seguito da quando aveva 13 anni, Jannik dà la conferma: «Felice di annunciare che lavorerò con Simone Vagnozzi come mio allenatore, sarà lui a guidare la mia squadra. Al momento non abbiamo in programma di aggiungere altri membri del team ma esamineremo la situazione man mano. Entusiasti di iniziare questo nuovo capitolo. Forza». Dunque Magnus Norman, il tanto atteso supercoach, resta per ora in sospeso, anche se ci sono già stati contatti diretti: e del resto il suo supporto sarebbe richiesto soprattutto per gli Slam, dunque c’è tempo per perfezionare tutti i dettagli. Dall’entourage di Sinner fanno sapere che, a parte il nuovo coach, non è stato ancora formalizzato alcun rapporto full time. E così, dopo aver portato Cecchinato dal numero 180 al numero 16 con una storica semifinale al Roland Garros nel 2018 e poi aver seguito Travaglia fino al best ranking (60 Atp), Simone Vagnozzi, si rimette in gioco, dando seguito alle considerazioni che aveva espresso nell’agosto scorso al sito della Federtennis: «Mi sono preso un po’ di tempo per me. Adesso mi sento pronto a ripartire, ho voglia di ricominciare a viaggiare, di tornare ad allenare nel circuito. Vorrei potermi dedicare ad un progetto che abbia alla base obiettivi importanti, un giocatore ambizioso, affamato di risultati, pronto ad entrare in campo con il coltello tra i denti, per vincere tornei importanti ed entrare tra i primi dieci del mondo». Ora lo ha trovato.

«Sinner ha fatto la scelta giusta Ora il suo tennis deve crescere» (Vincenzo Martucci, Il Messaggero)

Che cosa c’entra Massimo Sartori nel divorzio fra Jannik Sinner e Riccardo Piatti? Fu Max il buono a scoprire il più promettente talento tennistico su quegli stessi monti dell’Alto Adige sui quali aveva scoperto e valorizzato da tennista professionista Andreas Seppi, fu lui a proporlo al maestro di sempre, il coach di Como, Riccardo, e fu sempre lui ad abbandonare entrambi, per star vicino alla madre vedova e perché il rapporto professionale si era incrinato. «Avevamo idee diverse su come crescere un ragazzo, io avevo “fatto” già Seppi e sapevo che in quella fase così delicata dello sviluppo di una persona subentrano altre esigenze. Se è l’allenatore che ha bisogno del giocatore il rapporto non sta più in piedi».

Sartori, è sorpreso del repentino distacco Sinner-Piatti?

Pensavo sarebbe avvenuto più avanti, ma da un paio d’anni avevo visto un cambiamento importante in Jannik. Il ragazzo non ha paura dei cambiamenti radicali: lo fece nel 2014 quando si staccò da casa per dedicarsi al tennis, e lo fa adesso che ha cambiato tutto.

Il “figlio” ha abbandonato il “padre”?

Jannik è un ragazzo leale, lineare, onesto e sincero, che parla in faccia e non finge mai. Se il padre era il padre… Jannik non l’avrebbe lasciato.

Se Piatti avesse avuto accanto Sartori?

E’ stato fuorviato dai risultati. Non è arroganza da parte mia ma io, stando sul campo, avrei visto che Jannik era insofferente. La partita con Tsitsipas è stata importante.

Ma questo distacco non è un rischio?

La difficoltà sta che il passaggio è avvenuto in un momento particolare della stagione. In questo periodo avrebbe dovuto fare la preparazione fisica, dovrà lavorare durante i tornei.

Qual è l’evoluzione tecnica di Sinner?

Ultimamente l’ho visto tirare meno forte e muovere di più la palla; deve trovare qualcuno che lo accompagni in quel pezzo di strada a rete. Deve servire meglio, migliorare il dritto e deve diventare più forte fisicamente per sostenere le sette partite di cinque set degli Slam.

Djokovic agli Internazionali, monta la protesta (Massimo Caponetti, La Repubblica – Roma)

«Djokovic agli Internazionali? Vergognoso e inaccettabile». «Le regole non valgono per tutti». «In Italia funziona così: obbligo Green pass per lavorare, però se sei Djokovic non serve. Morale della favola: se sei ricco, fai il cavolo che ti pare». L’apertura della sottosegretaria Valentina Vezzali al tennista numero 1 al mondo – apertura per altro pleonastica visto che Djokovic è un guarito e dunque potrebbe avere il green pass – fa arrabbiare molti romani. Con la speranza che quando inizierà il torneo nella Capitale (2-15 maggio) il quadro pandemico permetterà di allentare alcune restrizioni, la notizia divide l’opinione pubblica. O meglio, separa i pochi favorevoli dalla stragrande maggioranza di persone contrarie, almeno a giudicare dai social. «L’Italia non si smentisce. Rigorosissima nel far rispettare l’obbligo di Green Pass allo sfigato da mille euro al mese, ma Djokovic può liberamente giocare agli internazionali d’Italia, perché lui è lui e voi e non siete in cazzo. Complimenti, educativo», è uno dei tanti commenti. «Capisco che gli organizzatori abbiano il proprio interesse ad avere Djokovic, ma mi aspetto che la politica intervenga, come successo in Australia. Lo dovete a chi ha seguito le regole. Gli Australian Open sono stati un successo anche senza Djokovic», dice un altro. […] Poi, la sentenza finale: «Nel nostro Paese se sei un povero Cristiano che non ha fatto la terza dose non puoi fare nulla, anche se due dosi le hai già. Se invece sei Djokovic, puoi anche non averne fatta nemmeno una che ti spalancano ovunque le porte. Paese forte coi deboli, deboli coi forti».

Fognini ruggisce ancora (Roberto Bertellino, Tuttosport)

Un Fabio Fognini così non lo si vedeva da tempo. Il 34enne di Arma di Taggia si è tolto un sassolino dalla scarpa superando dopo circa tre ore di gioco uno dei suoi avversari più ostici di sempre, Pablo Carreno Busta, con II quale aveva un parziale negativo di 1-7 nei precedenti. Ha inoltre dimostrato che c’è ancora ed è in grado di battere chiunque in quelle giornate sì che ne hanno caratterizzato la carriera. Soprattutto ha lottato fimo al termine senza lasciarsi prendere dallo sconforto quando si è visto sfuggire di mano il primo set, nel quale era avanti di un break ed è andato a servire sul 5-4, prima di vedersi ripreso e superato al 12′ gioco dal tenace spagnolo. Nella seconda e terza frazione ha fatto lui la differenza, con grandi soluzioni di tocco e potenza e ha concluso con due bei parziali fissando lo score sul 5-7 6-4 6-3. «Ho ottimi ricordi di Rio – ha dichiarato Fognini al termine dell’incontro -. Lo swing sudamericano è sempre stato il mio posto preferito, sono contento della mia vittoria e della prestazione, soprattutto perché ho lottato fino alla fine». Oggi troverà l’argentino Federico Coria che ha battuto al termine di una lunga maratona l’esperto spagnolo Fernando Verdasco. Jannik Sinner intanto ha fatto sapere che il suo head coach è Simone Vagnozzi: «Al momento – ha aggiunto il n. 10 del mondo – non ho in programma di aggiungere altri componenti alla squadra, ma valuteremo la situazione in corso d’opera». […] Tempi difficili per Alex De Minaur che sarebbe stato inserito, secondo TeleMadrid, con altri volti noti del mondo dello spettacolo e dello sport, nell’indagine “Operation Jenner” relativa a un’associazione per delinquere finalizzata alla produzione di falsi test Covid o passaporti Covid falsi per consentire a persone non vaccinate di viaggiare in altri paesi. Un’organizzazione con base in Francia, operante su Tèlegram, con oltre 2200 “clienti” trai quali, pare, anche l’australiano che si allena regolarmente in Spagna, ad Alicante. L’attuale n’ 32 del mondo ha risposto con un post su Twitter dicendo di essere completamente vaccinato come tutti i suoi familiari e affermando la completa estraneità a tali indiscrezioni.

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