Diesel Fognini. La prima è ok (Marianantoni). Fognini mostra i muscoli e vince (Giammò). Fognini a due volti (Azzolini)

Rassegna stampa

Diesel Fognini. La prima è ok (Marianantoni). Fognini mostra i muscoli e vince (Giammò). Fognini a due volti (Azzolini)

La rassegna stampa di venerdì 11 marzo 2022

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Diesel Fognini. La prima è ok (Luca Marianantoni, La Gazzetta dello Sport)

Il grande tennis riparte da Indian Wells e l’ltalia muove la prima pedina con Fabio Fognini che in rimonta (3-6 6-3 6-3) spegne lo spagnolo Andujar. La loro è una lunga rivalità, iniziata 17 anni fa nel torneo Itf di Murcia. Il cliché è sempre lo stesso: il ligure dà l’impressione di poter fare quello che vuole, ma poi si complica la vita. Con il rovescio lungolinea, con una buona tenuta del campo, con un servizio sufficientemente solido, Fognini arriva per quattro volte alla palla del 4-1, poi si smarrisce. Perde le misure, rimane passivo senza trovare le contromisure. Lo spagnolo piazza cinque game consecutivi e mette in cascina la prima frazione. Nei primi game dei secondo set Fognini torna pimpante. Fa il break che conferma per il 3-0. Sul 3-1 recupera da 0-30, vince un punto interminabile con una sbracciata di dritto e sale 4-1 con un servizio vincente al centro, tenendo il break di vantaggio fino alla conquista del secondo set. Sul 2 pari del terzo set il ligure agguanta la palla break grazie a due errori di Andujar che poi commette anche il terzo cedendo la battuta. Fognini è impassibile, sul 5-3 arriva al match point che Andujar gli cancella con un ace al centro. Poi con il rovescio Fabio si procura il secondo match point che trasforma. Dopo Fognini, che al 2` turno attende il georgiano Basilashvili, domani tocca a Berrettini, Sinner e Sonego.

Fognini mostra i muscoli e vince (Ronald Giammò, Corriere dello Sport)

Scrive Erri De Luca che il deserto è “il posto più capace di ricoprire un corpo con il vento”. Non è dato sapere se lo scrittore sia mai stato a Indian Wells, ma è stato proprio il vento a caratterizzare il match di primo turno tra Fabio Fognini e Pablo Andujar, ritrovatisi l’un contro l’altro per la sesta volta in carriera. Non è bastato il break subito in avvio di primo set a scoraggiare Andujar, bravo a restare nel match e a trovare tra il sesto e l’ottavo game i due break consecutivi che gli hanno permesso di chiudere sul 6-3 il primo parziale. Tutt’altro che fuori giri, Fognini ha ripreso in mano le operazioni del secondo set schizzando subito sul 3-0 grazie a una sequenza di vincenti con cui è riuscito a chiudere anzitempo gli scambi. Da li in poi il tennis del ligure è andato via via sciogliendosi nel braccio e nella facilità d’esecuzione. Giunti al terzo il match ha cambiato tono facendosi più accorto. Il break colto dall’azzurro nel quinto game ne ha incrinato l’equilibrio ed è lui bastato per chiudere col risultato di 3-6 6-3 6-3 e prolungare la sua permanenza nel torneo.

Fognini a due volti (Daniele Azzolini, Tuttosport)

Sedate le comprensibili smanie di rientro del Djoker, di nuovo sedotto e poi abbandonato da un secco “no” del CDC (il supremo giudice in fatto di controllo delle malattie sul suolo americano) alla richiesta di fare un’eccezione solo per Djokovic, che invece dovrà prolungare il solitario lockdown tennistico; ascoltato con partecipazione il racconto dell’amico risanato Stefanos Tsitsipas, che alle Finals torinesi dello scorso novembre si era chiesto se fosse giunto il momento di farla finita con il tennis; e preso atto delle accorate parole di Medvedev sui fratelli ucraini bombardati dalla sua Russia, e di Zverev sul suo recente raptus messicano a base di racchettate contro la sedia dell’arbitro Alessandro Germani, del quale non riesce a darsi una spiegazione (male) ma avverte una vergogna senza pari (bene), il torneo di Indian Wells, primo “1000” stagionale, ha aperto i battenti, con un primo approccio senza particolari squilli di interesse, rischiarato per noi italiani da una prova che molto induce a riflettere di Fabio Fogni contro lo spagnolo Andujar, quasi sempre battuto. Anche ieri per buona fortuna, 3-6 6-3 6-3. Non ci permetteremmo mai di criticare Fabio, ma anzi cerchiamo di esortarlo, pungolarlo e stimolarlo. Oggi siamo qui, per l’ennesima volta, a chiederci quali fantasmi agitino oggi i pensieri di un giocatore giunto a una solida maturità, con una famiglia meravigliosa ad attenderlo e l’unica prospettiva – da qui alla pensione – di divertirsi come e quanto gli sia possibile. Abbiamo conosciuto gli spettri maligni di una volta, che a lungo l’hanno reso fragile nei confronti dei più forti, quasi gli impedissero di esprimere quanto di buono portava con sé, e ci sembra che quelli di oggi siano ben diversi. Ieri abbiamo visto un incontro che l’ha visto bloccarsi in un primo set dopo aver dimostrato di poterlo comandare e gestire. Avanti 3-1 nel primo, ha avuto 4 occasioni per il 4-1 poi si è ritrovato 3-3, e qualcosa gli è franato dentro. Poi il match se l’è ripreso, esattamente con i colpi, le traiettorie e le geometrie che gli avevano consentito di staccarsi nel primo. Bastava essere Fognini, per vincere, cioè prendere in mano l’iniziativa e comandare il gioco. Fabio l’ha fatto e ne siamo felici ma sempre mostrando un atteggiamento quasi distaccato, anche dopo i colpi più belli. Resta la domanda… Contro chi stava giocando, Fabio? […]

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