Davis, per 5 anni sarà a Bologna (Crivelli). La Davis a Bologna per 5 anni (Burreddu). L'inattaccabile Rafa: «Non guardo indietro» (Azzolini)

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Davis, per 5 anni sarà a Bologna (Crivelli). La Davis a Bologna per 5 anni (Burreddu). L’inattaccabile Rafa: «Non guardo indietro» (Azzolini)

La rassegna stampa di venerdì 18 marzo 2022

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Davis, per 5 anni sarà a Bologna. Binaghi: «Adesso bisogna vincerla» (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

In Italia e per l’Italia. Non è lo slogan di un nuovo partito politico, ma il sogno neppur troppo nascosto del nostro tennis: tornare a vincere la Coppa Davis e sotto la spinta del pubblico di casa. Dopo la faticaccia di Bratislava, con la qualificazione alle Finals strappata all’ultimo match dal debuttante d’oro Musetti, si attendeva soltanto l’ufficializzazione dl Bologna come città ospitante di un girone della fase finale, dal 14 al 18 settembre. L’annuncio è arrivato ieri, impreziosito dal corollario che la città ospiterà l’evento per cinque stagioni alla Unipol Arena di Casalecchio di Reno, sempre che ovviamente l’Italia si qualifichi. La trasferta in Slovacchia di Inizio marzo ha confermato le insidie della manifestazione anche con la nuova veste, ma le ambizioni azzurre non sono certamente limitate a meritarsi il girone tutti gli anni. Il presidente federale Binaghi, infatti, le sintetizza così: «In questo quinquennio, l’obiettivo è chiaramente quello di vincere la Davis. Abbiamo due top ten, per di più giovani, e un gruppo compatto che il capitano Volandri ha saputo costruire passo dopo passo. E se il tennis è uno sport individuale per eccellenza, la Coppa esalta lo spirito di squadra e dunque si nutre del calore dei tifosi. Bologna è la sede ideale, perché è facilmente raggiungibile con il treno e l’aereo, e soprattutto si trova nel cuore di quel Nord Italia che vale più di meta dei nostri tesserati. Ora si tratta solo di trovare un doppio competitivo. Il mio doppio ideale? Quello che vince…». […] L’Italia potrà affidarsi pure alla cabala: a Bologna, in cinque sfide, l’Italia non ha mai perso e l’ultima volta che ci ha giocato, contro la Jugoslavia, era il 1976, cioè l’anno dell’unico nostro successo. Insieme al girone italiano, sono state ufficializzate anche le altre tre sedi per settembre: Amburgo, Malaga e Glasgow. Formula con quattro gruppi da quattro squadre, le prime due di ogni gruppo alle Finals a eliminazione diretta, in sede da definire (probabile Abu Dhabi), dal 23 al 27 novembre. Sorteggio dei gironi previsto il 31 marzo, con il Canada inserito al posto della Russia campione in carica ed estromessa dopo l’invasione dell’Ucraina.

La Davis a Bologna per 5 anni (Giorgio Burreddu, Corriere dello Sport)

Hanno parlato di «centralità», di spazio e di storie, di sogni e di ambizioni: c’è dentro tutto in questa Bologna che sarà una delle sedi della Coppa Davis per i prossimi cinque anni. A dirlo sono stati Angelo Binaghi della Federtennis, ma anche il sottosegretario con delega allo sport, Valentina Vezzali, e il governatore dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini. Così, dopo il successo di Torino dello scorso novembre, questa volta sarà la città delle Due Torri ad ospitare le fasi a gironi della competizione a squadre, in scena dal 14 al 18 settembre presso l’Unipol Arena di Casalecchio di Reno. «Questa – ha detto Binaghi – è una manifestazione che vogliamo vincere, abbiamo tutti i mezzi per poterlo fare. Ci sono anche i tempi per trovare una coppia affiatata di doppio. Rincorriamo questo trofeo da 45 anni». Sorteggio dei gironi in programma giovedì 31 marzo alle 14. Oltre agli azzurri, si sono qualificate alla fase a gironi anche Spagna, Francia, Belgio, Stati Uniti, Olanda, Germania, Australia, Svezia, Kazakistan, Argentina e Corea del Sud. Il Canada, con una wild card, va invece a prendere il posto della Russia, campione in carica, ma sospesa dall’ITF da tutte le competizioni a squadre a seguito dell’invasione dell’Ucraina. I canadesi si aggiungono così alla Croazia, finalista lo scorso anno, e alle wild card Gran Bretagna e Serbia, la nazione con la miglior classifica dell’ultima edizione. C’è qualcosa di grande in questa scelta italiana, che premia ancora una volta l’Emilia-Romagna, con i suoi motori (il GP di Imola), le due ruote (il Mondiale di ciclismo, sempre a Imola, nel 2020), e adesso anche lo spettacolo del tennis a Bologna. Gli incontri della fase a gironi della Coppa Davis si disputeranno in quattro differenti città, rispetto alle tre di un anno fa.

L’inattaccabile Rafa: «Non guardo indietro» (Daniele Azzolini, Tuttosport)

Chissà se qualcuno riuscirà a battere Nadal, prima o poi. Probabile. Lui per primo dice di sì. L’ha sempre detto e si è sempre comportato di conseguenza, umile tra i troppi che non lo sono. Ma il problema è chi. Al momento non è facile dargli un volto, attribuirgli una dotazione tecnica in grado di scalfirne la corazza difensiva. Forse proprio Kyrgios, che l’ha affrontato nella notte italiana. Un antico rivale, uno che si fece conoscere a Wimbledon, non ancora ventenne, proprio a spese di Rafa. Chissà, nel caso i lettori avranno già una risposta alla domanda che fa da guida a questo articolo, ma potranno ugualmente apprezzare la storia di questi tre mesi incredibili vissuti da Rafa, i titoli e i record battuti in una stagione nata con le stampelle. O aggiornarli, nel caso Rafa superi anche questo scoglio. Siamo a 18 match, e tutti sul cemento. E la stagione sulla terra rossa è ormai prossima. Rafa ha preso le mosse a gennaio con un torneo a inviti ad Abu Dhabi, ed è rientrato lesto a casa, causa Covid. Fino a due settimane prima del debutto era ancora alle prese con la riabilitazione, dopo l’intervento al piede per porre fine ai dolori che negli ultimi tempi erano diventati ingestibili. Ci si chiedeva se si sarebbe presentalo agli Open d’Australia. L’ha fatto in anticipo, scegliendo il 250 Summer Set per allenarsi. E l’ha vinto senza perdere un set. Poi gli Open d’Australia. Poi Acapulco. Ora è nei quarti di lW. Ha intascato tre trofei, il 21° Slam, è risalito di un posto in classifica (ora è quarto), e sembra inattaccabile. Fino a ieri Rafa ha perso giusto una mandata di set. Sei a Melbourne, nessuno ad Acapulco, uno in California. Gli hanno chiesto che cosa faccia per nutrire l’animo vincente. Rafa ha risposto così: «Non sono quel tipo di persona che si lascia andare a troppi pensieri sul passato. Vado avanti. Il tennis non ti lascia il tempo per essere triste e nemmeno per gioire. Certo, quando vinci molto ti abitui alle buone sensazioni. Ma anche lì, occorre essere cauti». Gli hanno chiesto come abbia fatto a rimettersi in piedi «Non lo so. Tre mesi fa ero con le stampelle, e mi sono ritrovato con una coppa in mano. Credo semplicemente di dover ringraziare tutti quelli che mi sono stati vicini. Mi sto godendo ogni singolo momento, ma so che prima o poi sarà necessario prendersi una pausa».

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