Nadal, altro stop: Roma a rischio (Crivelli). Nadal stop, almeno un mese (Bertellino). Forma, salute, amore. Tutti i dubbi di Berrettini (Giammò). Alcaraz: "Scacchi, dieta e lavoro. Diventerò il n. 1" (Rossi)

Rassegna stampa

Nadal, altro stop: Roma a rischio (Crivelli). Nadal stop, almeno un mese (Bertellino). Forma, salute, amore. Tutti i dubbi di Berrettini (Giammò). Alcaraz: “Scacchi, dieta e lavoro. Diventerò il n. 1” (Rossi)

La rassegna stampa di mercoledì 23 marzo 2022

Pubblicato

il

Nadal, altro stop: Roma a rischio (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Al trattato di medicina che è diventato il corpo di Nadal durante vent’anni di carriera, mancava soltanto un altro infortunio. Eccolo lì, allora: e ne avrebbe fatto volentieri a meno, dopo un inizio di stagione fiammeggiante. Il dolore al petto accusato nella finale persa di Indian Wells contro Fritz («Mi sembrava di avere un ago piantato nel cuore, faticavo a respirare») ora ha una diagnosi: «Frattura da stress nel terzo arco costale sinistro, rimediata nella partita di semifinale contro Carlos Alcaraz». Il verdetto è del dottor Angel Ruiz Cotorro, storico medico personale del maiorchino, cui si è rivolto non appena è atterrato a Barcellona dalla California, e si porta dietro conseguenze decisamente pesanti: il fresco numero 3 del mondo dovrà fermarsi dalle quattro alle sei settimane, rinunciando sicuramente alla prima parte dell’amata stagione sulla terra europea: dunque al Masters 1000 di Montecarlo, vinto dieci volte, e il 500 di Barcellona, da campione in carica e 12 volte trionfatore. Se i tempi di recupero verranno rispettati, tenendo conto che per almeno una ventina di giorni non potrà neppure toccare la racchetta, dovrebbe rientrare a Madrid il 1′ maggio, anche se per caratteristiche (altura e velocità della palla) non sarebbe il test ideale per valutare le condizioni sul rosso: e dunque rimarrebbe solo Roma (8 maggio) per preparare a dovere l’assalto al 14′ Roland Garros (dal 22 maggio). Stiamo però parlando di un atleta, seppur formidabile, di quasi 36 anni, con alle spalle una litania infinita di acciacchi, e dunque al momento solo la presenza a Parigi sarebbe sicura. Certo, questo ennesimo stop rappresenta un’enorme disdetta nell’avvicinamento ai mesi tradizionalmente più favorevoli a Nadal, protagonista di un avvio di 2022 straordinario e sinceramente inatteso dopo la pausa forzata da agosto a dicembre per la sindrome di Müller-Weiss al piede sinistro e il Covid. La sconfitta di Indian Wells ha rappresentato il primo passo falso dopo 20 vittorie consecutive e tre tornei conquistati, tra cui gli Australian Open. Si è trattato della sua miglior partenza di sempre, che addirittura avrebbe potuto spingerlo di nuovo al numero uno grazie agli appuntamenti sulla terra. E invece si ritrova costretto, una volta di più, a rassicurare i tifosi via social: «Ciao a tutti, volevo annunciare che sono tornato in Spagna e ho subito consultato la mia equipe medica dopo i fastidi di Indian Wells. A quanto pare, ho una lesione da stress in una delle mie costole e starò fuori per 4-6 settimane. Non è una buona notizia e non me lo aspettavo. Sono a terra e triste perché in questo inizio di stagione mi sono divertito così tanto, con ottime sensazioni e buoni risultati. Ma ho sempre mantenuto uno spirito battagliero, e quello che farò è essere paziente e lavorare sodo dopo la mia guarigione».

Nadal stop, almeno un mese (Roberto Bertellino, Tuttosport)

Rafael Nadal sarà costretto a fermarsi per 4 o 6 settimane e quindi ritardare la preparazione per la stagione sulla terra rossa perché il responso degli esami medici cui si è sottoposto al rientro dalla California è stato di una frattura da stress nel terzo arco costale sinistro, rimediata nella semifinale di Indian Wells contro il connazionale Carlos Alcaraz. Questo ha annunciato il dottor Angel Ruiz-Cotorro, capo della squadra medica che segue il maiorchino, le cui paure esternate nella conferenza stampa post finale contro Fritz erano dunque più che giustificate. Delusione e immediata voglia di reagire nelle parole del 21 volte campione Slam: «Non è ciò che speravo di sentire. Sono triste perché dopo il grande inizio d’anno sta per prendere il via una parte per me molto importante della stagione, alla quale mi stavo approcciando con fiducia e ottime sensazioni. Nulla da fare, ormai è successo. Ho sempre avuto uno spirito combattivo e cercherò di essere paziente e lavorare sodo per riprendermi. Ancora una volta. Ringrazio tutti per il supporto». Rafa non sarà dunque al via del Masters 1000 di Montecarlo e dell’ATP 500 di Barcellona e potrebbe rientrare per gli appuntamenti di Madrid e Roma. Il fisico lo ha frenato in un momento che pareva di pura magia, in quanto a tennis espresso e risultati. […]

Forma, salute, amore. Tutti i dubbi di Berrettini (Ronald Giammò, Corriere dello Sport)

E’ un bicchiere ancora mezzo vuoto quello che Matteo Berrettini ha portato con sé alla volta del Masters 1000 di Miami, quarta tappa di uno swing americano che fin qui non ha ancora offerto quelle risposte di cui il n. 6 del mondo era andato in cerca. La trasferta oltreoceano, dopo la semifinale conquistata agli Australian Open, aveva le premesse giuste per esser interpretata come un momento di consolidamento nel suo percorso di crescita: pochi o nessuno i punti da difendere, condizioni climatiche e di gioco diverse ed estreme in cui testarsi. Il bilancio con cui Berrettini si presenta però al via di Miami parla di sole cinque partite giocate. La sesta, quella del suo esordio ad Acapulco contro Tommy Paul, durò meno di due set e vide l’azzurro costretto al ritiro per il riacutizzarsi di dolori agli addominali. A Rio invece era stala la pioggia la protagonista, rinviando al venerdì il suo esordio nel torneo e interrompendo a più riprese il match poi perso con Alcaraz. Troppo scostanti le condizioni in cui si son giocate quelle tre partite, troppo volatili i giudizi su forma, rendimento, progressi o altro. Era quindi una valigia piena di dubbi quella con cui un ammaccato Berrettini si è imbarcato per la California. E in quei dubbi anche gli strascichi di una storia chiusa da poco con la compagna Ajla Tomljanovic. Il deserto stavolta qualche risposta in più l’ha data. La prima: una forma che ha risentito dello stop. Nei tre match giocati a Indian Wells l’impressione generale è stata quella di assistere a un motore cui serviva tempo per scaldarsi, facile ad andar fuori giri. Ora Berrettini è ni Florida per ritrovare tutto: consistenza, misura, percentuali, fiducia, solidità, ottimismo. […]

Alcaraz: “Scacchi, dieta e lavoro. Diventerò il n. 1” (Paolo Rossi, La Repubblica)

In Spagna sono sollevati. Sono certi, adesso, che non si ripeterà un altro caso come quello di Carlos Boluda, giovane talento mai sbocciato, schiacciato dalla eccessiva pressione di diventare l’erede di Rafa Nadal. No, Carlos Alcaraz Garfia da Murcia, nato il 5 maggio del 2003, è un fenomeno vero e reale. Lo ha dimostrato ancora una volta di più a Indian Wells, nel Masters 1000 appena concluso, dove ha impegnato Nadal in una splendida semifinale e ci ha raccontato qualcosa di più su di sé. Tutto nasce a Murcia, dunque. «Nel distretto di El Palmar, per la precisione. Il mio papà è stato un buon tennista e poi ha iniziato a insegnare. Quindi è stato quasi automatico che la racchetta fosse nel mio destino».

Si racconta che sui campi del circolo lei fosse il reuccio, tanto che la chiamavano Tarzan.

Nooo, non ricordiamolo! Lo diceva Carlos Santos Bosque, uno dei miei primi maestri. Secondo lui mi muovevo in campo come fossi in una giungla.

Magari non aveva tutti i torti… Poi sono arrivati Kiko Navarro, che è ancora nel suo team, e quindi Juan Carlos Ferrero.

Vinsi un Atp Challenger a Villena, dove ci sono i campi della Equelite, l’Accademia di Ferrero, forse è stata lì che è scattata la scintilla.

Ha bruciato le tappe perché, come ha detto una volta la sua ex psicologa Josefina Cutillas, lei ha autocontrollo, automotivazione e l’ambizione di conquistare il mondo: il perfetto cocktail.

Vivo per il tennis, mi guardo tutte le partite possibili e immaginabili. Anche quelle del passato, per imparare meglio. Così spero di farmi trovare pronto.

Una racchetta 24 ore non stop. E questo inverno…

Si riferisce al mio fisico, lo so. Beh, non avevo un corpo molto muscoloso. Poi ero anche un disastro nel mangiare, e così il mio staff ha — come dire — preso di petto la situazione. Devo ammetterlo: pian piano mi hanno fatto capire cosa devo mangiare, e qual e il modo migliore per allenarmi a seconda di ogni momento. Che si tratti di tornei, preparazione o settimane di puro allenamento. L’unico segreto del mio fisico deriva dal lavoro duro e dalla cura di ogni dettaglio, ogni giorno. Ora non voglio più crescere di fisico, non fa bene al tennis essere troppo muscolosi. Voglio concentrarmi sul migliorare altri fattori come velocità, agilità e potenza. Roba cruciale per il tennis.

Comunque dicono che ci sia stata un’altra mossa segreta, nel suo stile di vita. Essendo pur sempre un teenager, è attratto dai social. Così il suo staff se n’è accorto e qualcuno è stato costretto a dormire con lei per evitare che trascorresse le notti collegato al web…

Confesso, ma è durata solo poche notti: però sì, mi hanno reso consapevole che stare sveglio fino a tardi non mi avrebbe giovato nei tornei dove si gioca tutti i giorni. La buona giornata di un tennista comincia con una buona notte di sonno. È vero che è importante essere al meglio fisicamente e psicologicamente.

Ora è pronto per la sfida finale a Medvedev a scacchi?

Ah ah ah. Vero. Lui è il chess master ma anche io sto migliorando negli scacchi: mi mettono in funzione ogni neurone del cervello, mi costringono a trovare strategie e questo ha ricadute positive anche nel tennis: mi rende più veloce nel trovare soluzioni contro gli avversari. Negli scacchi, come nel tennis, se ti perdi per un momento gioco è finito e non lo ribalti più. Grazie ad alfieri e cavalli osservo meglio anche i movimenti della palla in campo.

Ma qual e il sogno di Alcaraz?

Mica è un segreto: lo sanno tutti che voglio diventare il numero uno del mondo! E voglio vincere gli Slam. Perché se non li vinci mica poi diventi numero uno. 

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement