Il vero Musetti si vede sul rosso (Bertellino). Ritorno sulla terra (Semeraro). Bronzetti: «Più del talento può il lavoro. Non mollo» (Giammò)

Rassegna stampa

Il vero Musetti si vede sul rosso (Bertellino). Ritorno sulla terra (Semeraro). Bronzetti: «Più del talento può il lavoro. Non mollo» (Giammò)

La rassegna stampa di mercoledì 6 aprile 2022

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Il vero Musetti si vede sul rosso (Roberto Bertellino, Tuttosport)

E’ iniziata bene la stagione sul rosso di Lorenzo Musetti. Il carrarino ha sconfitto nel 1° turno del 250 ATP di Marrakech il n. 33 del mondo e 4 del tabellone, lo spagnolo Albert Ramos Viñolas. Primo set combattuto e deciso al tie-break dopo 1 ora e 10 minuti per 7-5, dopo che l’azzurro era stato avanti di un break nel set (4-1), prima di essere ripreso dal rivale (5-5). Ancora bravo Lorenzo a recuperare il ritardo nel tie-break e chiuderlo in proprio favore. Sulle ali dell’entusiasmo Musetti ha dominato il secondo set e con 3 break ha chiuso i giochi sul 6-1. Oggi, attorno alle 15, troverà un altro spagnolo, Carlos Taberner (n. 96) che ieri ha approfittato del ritiro del tedesco Hanfmann all’inizio della seconda frazione. Poca gloria invece per Stefano Travaglia, stoppato in due set (6-0 6-4) dallo slovacco Alex Molcan. Ha lottato ma perso anche Marco Cecchinato contro Roberto Carballes Baena (7-5 7-6). Un po’ di rammarico per Andrea Vavassori che nel turno decisivo delle qualificazioni ha fallito un match point sul 5-4 del 2° set per poi cedere in tre frazioni al bosniaco Dzumhur. Eliminato al turno decisivo anche Gian Marco Moroni. Nessun problema per la prima testa di serie, Felix Auger Aliassime, che ha eliminato in scioltezza il locale Benchretrit. Intanto l’Atp è preoccupato da ciò che accade in campo e intorno, dai gesti sempre più scomposti di alcuni protagonisti, come nell’ultimo periodo quelli di Sascha Zverev, Kyrgios, Brooksby, cattivi esempi per i più giovani: tanto che in un torneo ITF in Ghana il 15enne francese Mikael Kouame, sconfitto dal locale Nii Ankra, al momento della stretta di mano ha rifilato uno schiaffone al rivale, generando una rissa a bordo campo. Allora il presidente ATP Tour Andrea Gaudenzi ha scelto di intervenire con un’apposita circolare: «Per la stagione sulla terra, il team dell’ATP ha deciso di imporre regole più severe per le violazioni del Codice di Condotta e di effettuare una revisione del regolamento per assicurare penalità appropriate alle violazioni più gravi e alle ripetute offese. Abbiamo tutti un ruolo da svolgere per la difesa e l’integrità del nostro sport. I primi tre mesi della stagione hanno visto un’insolita frequenza di incidenti di alto profilo con comportamenti antisportivi. Tale condotta fa male a tutti e veicola un messaggio sbagliato ai fan, soprattutto ai giovani».

Ritorno sulla terra (Stefano Semeraro, La Stampa)

Qui è la terra (rossa) qui devi saltare, campione. Il motto degli antichi si applica al tennis 2022 edition che debutta – spettinato nelle gerarchie – sulla più fisica, rognosa, complicata delle superfici. Quella dove come diceva il vecchio Laver «devi portarti il pranzo da casa» e consumare anima e suola delle scarpe per uscirne vivo e vincente. Rafa Nadal, il padrone di casa, vincitore di undici titoli, domenica prossima a Montecarlo, non ci sarà. Tornato da una pausa rigenerante di sei mesi ha fatto cemento bruciato del circuito dagli Australian Open fino a Indian Wells, dove però si è dovuto piegare – letteralmente – ad una frattura da stress alle costole e alla buona vena dell’intruso americano Taylor Fritz. Lo rivedremo a Parigi, forse a Roma. Lo yankee miliardario e il prodigio spagnolo Carlos Alcaraz si sono divisi i due Masters 1000 americani, ribaltando (quasi) tutti i pronostici. Il trionfo a Miami ha spedito il 18enne di El Palmar a un passo dalla top 10, scavalcando Sinner, e al secondo posto, dietro Nadal, nella Race. La coppia spagnola attraversa le generazioni – Rafa fra due mesi di anni ne compirà 36 – e per ora ha sbaragliato la concorrenza di mezza età (tennistica) che sembrava pronta al sorpasso. Il n.2 Medvedev, con Wimbledon che progetta di escludere i russi che non si schiereranno pubblicamente «contro» Putin, e bloccato da un’ernia, marcherà visita per due mesi, Zverev sembra smarrito nelle sue ricorrenti inquietudini post adolescenziali, Thiem, alle prese con un faticoso rientro dopo 9 mesi di latitanza, è stato colpito dal Covid. E Tsitsipas, il campione uscente, anche lui dolorante (al gomito) deve ancora decidere che cosa farà da grande. L’Italia, invece, dopo un 2021 da favola sta scontando tutta insieme la jella arretrata. Matteo Berrettini, infortunato seriale, dopo l’operazione alla mano salterà Montecarlo e probabilmente si farà rivedere solo a Roma. Sinner, reduce da due amarissimi ritiri nella trasferta americana, ieri ha postato due sue foto in allenamento a Montecarlo: «Non sono al top, ma spero di farcela». E poi, ovviamente, c’è l’incognita Djokovic. Bandito dall’Australia per i giusti motivi ma con i modi sbagliati, il n. 1 del mondo senza vaccino ha dovuto marcare visita anche a Indian Wells e Miami. A Monaco si presenterà con i canini scoperti. Voglioso, certo, di riprendersi punti e applausi che gli sono stati negati. Ma quanto pronto? I mesi di stop gli hanno tolto ritmo, e a quasi 35 anni ripartire in quarta non sarà facile neanche per un supereroe come lui.

Bronzetti: «Più del talento può il lavoro. Non mollo» (Ronald Giammò, Corriere dello Sport)

Ripeteva Carmelo Bene: «Il talento fa quello che vuole, il genio fa quello che può». Lucia Bronzetti fa quello che deve. Sa chi è e dove vuole arrivare. Soprattutto: conosce la strada per arrivarci. Che per questa ventitreenne di Rimini è sempre stata quella del lavoro, cosi da farsi trovare pronta qualora la fortuna avesse mai bussato alla sua porta. A Miami è andata proprio così. Ripescata come lucky loser e inserita nel tabellone principale, l’italiana si è spinta fino agli ottavi salutando il torneo con nuove certezze e un nuovo ranking. II primo Masters1000 fino agli ottavi: non male come esordio. «E’ stata una settimana indimenticabile e anche un po’ fortunata. Avevo perso all’ultimo turno delle qualificazioni ma sono stata ripescata. Poi sono stata brava a vincere il primo turno contro Tomljanovic, moto brava ed esperta. Ho espresso un bellissimo livello di tennis e ho dimostrato di poter competere contro giocatrici molto forti».

Tanti i match vinti in rimonta in questo 2022, segno che sai restare in partita fino alla fine.

La grinta ce l’ho fin da bambina. I miei genitori facevano sacrifici per farmi giocare e mollare per me non era un’opzione, anche per rispetto loro. Non mi arrendo mai, fino all’ultimo punto, perché non puoi mai sapere quello che succederà.

I primi 5 games del match contro Voegele sono la foto di questo atteggiamento.

Ero tanto tesa all’inizio. All’inizio è stata durissima ma appena sono andata in vantaggio sono riuscita a cambiare marcia mentre lei è un po’ calata.

Archiviato l’exploit e l’ingresso in top100, adesso bisogna confermarsi a questi livelli.

E’ questo il problema (ride, ndr). Confermarsi è più difficile. L’obiettivo è quello però: restare in top100, consolidare questo livello e puntare sempre più in alto. Se invece speri di restare lì o hai paura di perdere posizioni, è quello il momento in cui è più facile che questo accada. Ora con il coach Piccari abbiamo iniziato a lavorare sulla terra, poi in Fed Cup torneremo sul cemento. Devo migliorare tanto la manualità, l’andare a prendermi il punto a rete, inserire qualche palla corta e qualche variazione in più e imparare a gestire qualche palla scomoda. Contro Gavrilova è accaduto nei punti importanti e se avessi saputo gestirli meglio sarei riuscita a vincere anche quella partita.

Sente di poter ispirare le prossime generazioni?

Lo spero. E’ bello pensate di poter ispirate le ragazze più piccole. Soprattutto spero di far capire che con il lavoro, l’impegno e il sacrificio si può arrivare dove si desidera. Io non ho un gran talento, ho cominciato a giocare tardi e in questo senso mi definisco un po’ “costruita”. Ma ho sempre lavorato tanto, anche quando perdevo, il giorno dopo rientravo in campo al massimo e secondo me solo questo atteggiamento ha fatto sì che oggi io mi trovi qui. Vorrei ispirare altre ragazze ed essere un esempio sotto questo punto di vista: anche se non si ha un gran talento, con il lavoro si può arrivare lo stesso.

Lei è l’ultima italiana ad aver affrontato Ashleigh Barty. Come ha accolto la notizia del suo ritiro?

Non me l’aspettavo, così giovane e così nel pieno della sua carriera. E’ in assoluto la più forte e secondo me avrebbe vinto ancora molto. Ma se lei sentiva che era arrivato il momento di smettere è giusto così, che prenda la sua strada. Ognuno è artefice della sua vita. Magari poter arrivare dove è arrivata lei.

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