Tsonga e il ritiro: "La testa ti dice che puoi giocare tutta la vita, il corpo ti ricorda che non puoi superare te stesso"

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Tsonga e il ritiro: “La testa ti dice che puoi giocare tutta la vita, il corpo ti ricorda che non puoi superare te stesso”

Jo-Wilfried Tsonga chiude la carriera al Roland Garros: “È la fine di Jo come tennista, ma anche la nascita di Jo come persona”

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Jo-Wilfried Tsonga - Bercy 2019 (foto via Twitter, @RolexPMasters)
 

Jo-Wilfried Tsonga ha detto basta: il campione francese ha deciso di appendere la racchetta al chiodo. In un 2022 che continua a raccogliere incessantemente addii e ritiri dal tennis giocato di grandissimi campioni e campionesse di questo sport; da Juan Martin Del Potro al freschissimo annuncio di Ash Barty passando per Tommy Robredo, si aggiunge purtroppo a questa lista anche il meraviglioso giocatore francese. Uno dei quattro moschettieri dell’era moderna del tennis blue, i quali non hanno raccolto in termini di trofei come i loro capostipiti; ma che comunque si sono tolti tante soddisfazioni in un’epoca dominata dai tre mostri sacri. Jo, di questi è probabilmente quello che ha raccolto più di tutti; ma soprattutto ci ha donato per tutti i suoi anni di carriera un gioco spumeggiante e abbagliante per gli occhi, in grado nei giorni migliori di mettere in grandissima difficoltà anche i Fab Four. Di seguito l’intervista, insieme alla moglie Noura El Shwekh, (sposata nel 2018) in cui ha raccontato parecchi aneddoti su come ha vissuto questi ultimi anni e di come sia giunto alla sofferta decisione di ritirarsi. Aprendo totalmente il proprio cuore, Tsonga ha annunciato che smetterà dopo il prossimo Roland Garros, al via il 22 maggio.

COM’È MATURATA LA DECISONE DI RITIRARSI, IL CORPO NON NE POTEVA PIU – L’intervistatore incalza subito Jo, chiedendogli quanto tempo ci è voluto per prendere questa decisione. Il 36enne francese (ne compirà 37 il 17 aprile) si è così espresso: “Diversi anni. Sono passati diversi anni in cui ogni giorno c’era almeno un momento in cui ho pensato: “Cosa sto facendo? Perché mi sto facendo del male in questo modo? C’è ancora un motivo per me per fare tutto questo sforzo? Il mio corpo mi dice…” A questo punto sull’esitazione di Tsonga, interviene in suo soccorso il giornalista che gli domanda se alla fine è il corpo che ti dice di fermarti più di te stesso e contro la tua stessa forza di volontà. Il campione transalpino annuisce inesorabilmente, consapevole che la realtà dei fatti non collima più con la sua profonda passione per il gioco.

Ecco poi giungere alle fatidiche parole che non avremmo mai voluto ascoltare, ma che purtroppo lo scorrere del tempo ha portato con sé in maniera ineluttabile: “Sì, è davvero difficile. La mia testa mi dice: “Ma puoi giocare tutta la vita” e allo stesso tempo il tuo corpo ti ricorda che le tue capacità di superare te stesso non ci sono più. Il mio corpo mi sta dicendo: “Non puoi andare oltre quello che ti posso dare” e lo facevo invece ogni giorno prima! In effetti, il motivo ultimo è quello di dirmi che questa è l’ultima emozione… Nel 2024 non giocherò più e da qualche settimana ho deciso che smetterò di giocare a tennis al Roland Garros.

L’IMPORTANZA DI SUA MOGLIE NOURA NELLA SCELTA, E LA VOLONTA’ DI DIRE ADDIO ALLE SUE CONDIZIONI –  L’annuncio è arrivato, ma l’intervistatore sembra quasi sia stato ghiacciato dalla notizia schioccante e di conseguenza chiede lumi sulle tempistiche, volendo capire se si tratta effettivamente dell’ormai imminente Open di Francia di quest’anno. L’ex n. 5 del mondo replica positivamente, affermando che il traguardo che si è prefissato e di far vedere almeno per un’ultima volta, a tutti gli appassionati, il vero Jo-Wilfried Tsonga: “Sì, il Roland Garros 2022. Questo sarà il mio quindicesimo Open di Francia. Spero di rimanere in forma prima e di poter essere quello che sono sempre stato in questo torneo. Qual è l’obbiettivo per divertirsi un’ultima volta? L’obbiettivo è essere me stesso, essere Jo-Wilfried Tsonga; il tennista che mi piace vedere, quello che ha sempre voluto giocare bene. Mi sono sempre posto obbiettivi alti per cercare di ottenere ciò che posso. Per me, questa sarà l’occasione per farlo un’ultima volta.

La domanda che segue, invece, sposta l’orizzonte su come sia stata presa la decisione, e se ne abbia discusso con la moglie. La quale è lì affianco a lui, come sempre nella sua carriera, durante il dialogo: “Sì, ne abbiamo discusso spesso. Non sul momento, ma sulla decisione sì. Per prendere la decisione, per ammettere che era finita”. – Qui prende la parola la moglie Noura, spiegando i dubbi che hanno accompagnato tale scelta – “Anche quando prendere la decisione. Perché dovrebbe essere il Roland Garros, perché non Parigi Bercy, perché non il Roland Garros del prossimo anno, perché non a Parigi Bercy un anno e mezzo fa”. Riprende in mano le redini dell’intervista il nativo di Les Mans: “Inoltre mi sono anche chiesto perché non ho preso questa decisione prima, perché stavo giocando ancora bene? Quindi quando ho deciso veramente di porre fine a tutto, scegliendo il momento… è stata dura.

IL ROLAND GARROS IL TEATRO IDEALE PER SALUTARE – Il giornalista prosegue sulla falsa riga delle ultime parole di Noura, stimolando Jo sulle perplessità che avuto nel decidere che il Roland Garros sarebbe stato il teatro giusto per dire addio al tennis: “Per me il Roland Garros è il torneo che meglio rappresenta tutto quello che ho fatto nella mia carriera. Questo è tutto, la decisione è presa! Ho deciso che dovevo fermarmi in un momento in cui sarei stato in grado di andare in campo. Volevo finire in campo, finire come Jo-Wilfried Tsonga!” La moglie conclude il pensiero del marito, ribadendo e allargando il concetto espresso dal tennista blue, a quello che verrà dopo la carriera da professionista: “È la fine di Jo come tennista, ma anche la nascita di Jo come personaSu questa frase, Jo non resiste ed in preda ad una forte commozione si lascia andare ad un abbraccio molto intenso e pieno di significato; che sta a raffigurare come la madre di suo figlio (Sugar, 5 anni) rappresenti per lui il tronco di una grande quercia a cui aggrapparsi e da cui farsi sostenere nel momento più difficile dei suoi 18 anni di professionismo.

QUANDO ARRIVA L’INEVITABILE, NON SI PUO FAR NULLA – Gli ultimi scampoli dell’intervista, a cuore aperto, dell’ex n. 1 dei quattro moschettieri del ventunesimo secolo (Monfils, Gasquet e Simon gli altri tre) sono la perfetta descrizione di quell’attimo in cui un grande campione dello Sport capisce che è arrivato il momento di dire basta ed iniziare un nuovo capitolo della propria vita: “È un bene, è una decisione saggia, a tutti sarebbe piaciuto vedermi continuare a giocare in campo. Ma sono l’unico che poteva sapere quando quel momento sarebbe arrivato, ed è arrivato. Ci vediamo al Roland Garros 2022. Sarà strano. Sarà fantastico”.

E noi caro Jo non vediamo l’ora di vederti un’ultima volta danzare magnificamente, come hai sempre fatto, sul campo da tennis.

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