Chi l'ha visto? Jo-Wilfried Tsonga, il talento scontratosi con una montagna insuperabile

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Chi l’ha visto? Jo-Wilfried Tsonga, il talento scontratosi con una montagna insuperabile

Un tuffo nel passato per ripercorrere la carriera di uno tennisti più spettacolari dell’ultimo decennio: Jo Wilfried Tsonga

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Jo-Wilfried Tsonga - Bercy 2019 (foto via Twitter, @RolexPMasters)
 

Articolo a cura di Marco Lorenzoni

Nella quarta puntata di “chi l’ha visto” parliamo di uno dei tennisti più spettacolari degli ultimi anni, Jo Wilfried Tsonga. Il tennista di Les Mans in questi giorni ha provato a chiedere una wild card per l`Australian Open, chiaro segnale di un forte desiderio di tornare a competere con continuità. Nonostante Jo compirà il prossimo marzo ben 37 anni e` comprensibile che non voglia chiudere la carriera al numero 257 del ranking Atp. Lui che nel febbraio del 2012 riuscì a issarsi fino alla quinta posizione del ranking. Era un’altra epoca; Djokovic, Nadal, Federer e Murray occupavano le prime quattro posizioni. A tallonare Jo non c’erano Berrettini, Hurcazk o Ruud ma Ferrer e Berdych. Ciò nonostante Tsonga fu in grado di terminare quell’anno tra i migliori otto e a strappare il pass per le Atp Finals di  Londra per la seconda stagione consecutiva. Tornando a oggi il francese ha terminato il suo 2021 a Wimbledon contro Mikael Ymer perdendo in cinque set. Sconfitta dettata da una serie di problemi fisici che dal 2017 a oggi hanno messo a rischio la sua carriera.

Un infortunio tira l’altro

 Il problema più recente è una condizione cronica derivante da legamenti calcificati nella sua schiena che provoca infiammazione e altri problemi che lo hanno tenuto fuori dal circuito per ben quattordici mesi. Tra gennaio del 2020 e lo scorso marzo Jo provava dolore anche mentre giocava con suo figlio. Per questo, quando quest’anno  ha vinto 7-5 al terzo contro Feliciano Lopez al primo turno del torneo di Marsiglia, ha affermato che era una delle vittorie più importanti della sua carriera. “È stata veramente dura “ ha detto dopo quella vittoria “ non ho svolto alcuna attività fisica per otto mesi e ho perso ogni tipo di forma” ha aggiunto “ è triste vedere come per quindici anni ti impegni a costruire qualcosa che in soli otto mesi viene distrutto”. Il suo 2021 però non è proseguito come sperava dal momento che a Dubai contro Malek Jaziri si è dovuto ritirare nel primo set per un altro infortunio al braccio destro. Ha provato a tornare in campo per la stagione sulla terra battuta ma tra Barcellona, Lione e Parigi non ha racimolato nemmeno una vittoria perdendo contro Nishioka, Paul e Gerasimov. Non proprio specialisti del rosso. Sulla sua amata erba, a  Eastbourne ha perso nuovamente da Gerasimov e a Wimbledon Ymer ha di fatto chiuso il suo 2021. Jo era in tabellone allo US Open ma ha dovuto rinunciare all’ultimo minuto per un infortunio al polpaccio destro. Peccato perché se si fosse presentato in una buona condizione avrebbe potuto creare molti grattacapi al suo avversario di primo turno, la testa di serie numero otto Casper Ruud.

I problemi fisici di Jo sono però iniziati  prima del 2020. Nell’aprile del 2018 si è dovuto operare al ginocchio sinistro dopo che già da alcuni mesi le sue prestazioni erano peggiorate. Dopo l’operazione Tsonga ha saltato tutta la stagione sulla terra battuta e così è uscito per la prima volta dall’ottobre del 2007 dai top 50. Insomma possiamo dire che l’ultima stagione in cui Tsonga è stato in grado di giocare un buon numero di tornei è stato il 2017. Ha chiuso quell’anno al numero quindici del mondo e seppur il suo livello era lontano dai tempi migliori il ranking era completamente diverso da quello di oggi.

Più forte delle avversità

I problemi alla schiena per Tsonga non sono una novità dal momento che nel 2005, quando aveva appena vent’anni, un serio problema a un disco sporgente aveva messo a serio rischio la sua carriera. “Quando sono stato curato per un’ernia del disco è stato terribile “ ha detto Tsonga in una passata intervista all’Equipe “sentivo dolore a ogni movimento e quando ho chiesto al dottore se avrei potuto continuare a giocare a tennis mi ha detto che sarebbe stato molto difficile” ha raccontato Jo. Un peccato per un giocatore che da junior era sembrato molto promettente con la vittoria dello US Open nel 2003 e la seconda posizione nel ranking. Il suo fisco lentamente si riprende e così, grazie a un accordo tra la federazione australiana e quella francese Jo, classificato al numero 212 del ranking, riceve nel 2007 una wild card per l`Australian Open. “Non mi sentivo a mio agio negli spogliatoi” racconterà l’anno seguente. Nonostante sia solamente la sua seconda partita in uno slam Tsonga vince il primo set contro la testa di serie numero 6 Andy Roddick in quello che è il più lungo tie break nella storia del tennis maschile all’Australian Open. l’americano alla fine prevale in quattro set ma Jo si presenta al grande tennis. Dopo quest’ottimo torneo il francese vince ben quattro Challenger (Tallahassee, Mexico City, Lanzarote e Surbiton) e riceve un’altra wild card, stavolta per Wimbledon. Qui riesce ad arrivare per la prima volta in carriera al quarto turno in uno slam battendo giocatori molto pericolosi sui prati come Benneteau e Feliciano Lopez. Allo US Open si spinge fino al terzo turno dove è Nadal a sbarrargli la strada in tre set. Alla fine di quella stagione Jo entra per la prima volta tra i primi 50 giocatori del mondo chiudendo precisamente al numero 43 del ranking. Un salto enorme considerando che aveva iniziato l’anno al numero 212.

Animale da palcoscenico

Fin dai primi anni della sua carriera Tsonga dimostra di sentirsi particolarmente a proprio agio nei grandi palcoscenici. Così, quando la dea bendata accoppia al primo turno dell’Australian Open 2008 Jo contro Andy Murray, a quel tempo numero 9 del mondo, in tanti pensano che il match sarà ben più equilibrato di quanto faccia presagire il ranking. Tsonga, nonostante subisca un bagel nel terzo set, riesce a portare a casa la vittoria in quattro set tirati. È un trionfo particolarmente significativo per il francese dal momento che Andy  vincerà  13 delle successive 14 partite giocate tra i due. “ Murray è sempre stato la mia bestia nera” ha recentemente ammesso Tsonga. Il motivo non è difficile da capire dal momento che Lo scozzese con la sua innata capacità di anticipare la risposta ha sempre neutralizzato il servizio di Tsonga, obbligandolo a giocare in difesa. In più Andy con il suo  slice chiamava  a rete Jo per poi scavalcarlo con un pallonetto, altro marchio di fabbrica del talento di Dunblane.

Dopo il match contro Murray Tsonga approfitta di un tabellone alla portata per arrivare alla semifinale contro il numero due al mondo Rafael Nadal. Qui Jo gioca uno dei migliori match della sua vita mettendo in mostra tutto il suo repertorio. Servizi a 200 km orari, dritti vincenti da ogni zona del campo, solidità impressionante con il rovescio e deliziose stop volley. Il tutto condito da una condizione fisica straripante. Lo score è perfino generoso con lo spagnolo, 6-2 6-3 6-2 Tsonga. “ Non ha sbagliato niente con il rovescio e ogni volta che gli giocavo sul dritto mi tornava indietro un vincente”  dirà Nadal dopo la partita  “Quando ogni palla va sulla riga non c’è molto che possa fare. Non penso sia reale questo livello. Certamente può giocare così ma può farlo ogni settimana?” aggiungerà sconsolato. La prestazione di Tsonga è ancora più incredibile considerando che Rafa pareva essere a posto fisicamente. All’inizio della carriera Nadal faceva fatica a ottenere risultati importanti negli slam sul cemento perché spesso infortunato. Basti pensare allo US Open del 2009 dove Del Potro, per quanto autore di un grande torneo, si trovò davanti in semifinale un Nadal alle prese con un infortunio a gli addominali

È ancora presto per la rivoluzione

L’Australian Open del 2008 è un torneo interessante dal momento che rappresenta ‘una piccola novità’. Per la prima volta dall’Australian Open del 2005 un giocatore diverso da Federer e Nadal vince uno slam. Questo qualcuno è Novak Djokovic che s’aggiudica il trofeo battendo proprio Tsonga in finale. Nonostante per entrambi i giocatori questo sia ‘il torneo della consacrazione è interessante notare come per tutti e due il 2009 e il 2010 saranno  stagioni di “assestamento”. Sara` il 2011 l`anno della loro svolta. Djokovic come dominatore del tennis, Jo come maestro di continuità nella top 10. Infatti nel 2008 il francese chiude l’anno al numero sei del mondo ma la classifica è influenzata da due grandi exploit. La finale in Australia e la vittoria a Parigi Bercy che, essendo l’ultimo Masters 1000 della stagione, è spesso terra di conquiste. Infatti in quell`edizione Jo batte in finale un altro illustre outsider, David Nalbandian dopo aver sconfitto Djokovic al terzo turno. Nadal e Federer si ritirano durante il torneo per problemi alla schiena. Nella parte centrale della stagione Tsonga deve convivere con un fastidioso infortunio al ginocchio destro che lo obbliga anche a una piccola operazione. È in grado di rientrare in tempo per lo US Open dove perse al terzo turno contro Tommy Robredo.

Tsonga ha sempre dimostrato nel corso della carriera di essere un giocatore molto continuo. Così nonostante il 2009 sia un’annata meno soddisfacente di quella precedente, il francese ottiene ottimi risultati. A Melbourne viene fermato da Verdasco ai quarti. Impossibile dimenticare il livello di tennis espresso da Nando in quell’edizione dell’Australian Open. A Miami Jo si arrende contro Nole ai quarti di finale e per la prima volta in carriera arriva a gli ottavi a Parigi. Viene battuto da Del Potro in quattro set ma è un’altra sconfitta che ci sta dal momento che Delpo è 5 del mondo e Tsonga pare non amare particolarmente la terra battuta. In Canada è Murray a sconfiggerlo in semifinale mentre è un pochino sorprendente la sconfitta contro Fernando Gonzalez a gli ottavi dello US Open. Finisce comunque la stagione al numero 10 del mondo, un ottimo risultato se si pensa che doveva difendere punti pesantissimi come la finale a Melbourne e la vittoria a Bercy.

Il 2010 è un’altra ottima stagione per Tsonga. In Australia si prende la rivincita su un Djokovic non al meglio nei quarti di finale prima di venire sconfitto nettamente da Federer in semifinale. Gli infortuni però non lo lasciano in pace e così a Parigi si deve ritirare durante il suo match d’ottavi a causa di un problema alla schiena. Sull’erba londinese raggiunge per la prima volta i quarti di finale dove a sbarrargli la strada trova Murray. Stavolta però è il ginocchio a dargli fastidio, deve rinunciare a tutta la stagione estiva sul cemento americano, US Open compreso. Raggiunge i quarti di finale a Shanghai ma non è abbastanza per rimanere in top 10. Jo finisce l`anno al numero 13 del ranking. Il 2010 assieme al 2014 sarà l’unico anno tra il 2008 e il 2015 che il francese chiuderà fuori dai primi dieci.

È abbastanza incredibile notare come nel 2021 Ruud e Sinner abbiano chiuso in top 10 senza nemmeno un quarto di finale negli slam mentre Tsonga finì il 2010 ben fuori dai primi 10 nonostante una semifinale in Australia, un quarto a Wimbledon e risultati di tutto rispetto nei 1000.

Flying

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