Sinner torna sulla svolta: "Ho scelto Vagnozzi perché mi serviva uno scatto, ho avuto coraggio"

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Sinner torna sulla svolta: “Ho scelto Vagnozzi perché mi serviva uno scatto, ho avuto coraggio”

Intervistato dalla Gazzetta dello Sport alla vigilia del match contro Ruusuvuori, Jannik Sinner ha commentato anche l’evoluzione tecnica: “Un giorno mi verrà naturare lo slice di rovescio e scendere a rete, ma rimango un giocatore aggressivo da fondo”

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Jannik Sinner - Montecarlo 2022 (foto Roberto Dell'Olivo)
 

Quello del secondo turno del Rolex Monte-Carlo Masters è il quinto incrocio tra Jannik Sinner ed Emil Ruusuvuori. il primo sulla terra, con l’azzurro avanti 3-1 nei precedenti tra cui l’ultimo freschissimo: a Miami, Jannik ha battuto al terzo set (6-4 3-6 7-6) il numero 81 del mondo dopo aver annullato tre match point. Nel Masters 1000 del Principato, il finlandese si è qualificato al tabellone principale superando prima Mager e poi Cobolli. Il terzo ostacolo italiano sulla sua strada, ovviamente, è ben più alto come confermano anche le quote dei bookmaker che pronosticano a senso unico. Dando un peso relativo, evidentemente, agli acciacchi che hanno accompagnato il numero 12 ATP nel successo al primo turno su Borna Coric (ma è stato lo stesso Sinner a rassicurare nel post partita, “sto bene, non dovete preoccuparvi“). Ruusuvuori arriva invece dai due set vinti senza troppi affanni sul tedesco Oscar Otte, primo passo nel main draw dopo il percorso delle qualificazioni.

CORAGGIO – Intervistato da Riccardo Crivelli su La Gazzetta dello Sport, Sinner è tornato a parlare della svolta tecnica con il cambio di allenatore: dallo storico coach Riccardo Piatti, che l’ha portato ai più alti livelli, a Simone Vagnozzi con cui ha scelto di intraprendere un nuovo percorso. “C’era l’esigenza di un passo avanti – racconta -, tenendo conto di tutti gli aspetti, tecnico, fisico e mentale. Io non dimentico i sette anni con Riccardo e dove mi hanno portato, ma avevo bisogno di uno scatto. E sono convinto che non tutti avrebbero avuto il coraggio di prendere una decisione come la mia“.

Lo sguardo si sposta poi sulle sfumature del nuovo binomio: “Simone mi capisce al volo, ci confrontiamo su ogni cosa e quando gli dico cosa mi servirebbe, lui sembra già conoscere la risposta. Dobbiamo conoscerci più a fondo, ma il nostro rapporto già mi tranquillizza”. L’evoluzione riguarda anche gli aspetti tecnici, con l’obiettivo di un arricchimento rispetto ai già esistenti punti di forza: “Su alcune cose stavo già lavorando prima – ha spiegato -, in questo momento, ovviamente, non sento ancora il feeling con le scelte in campo, ma un giorno verrà naturale giocare uno slice di rovescio oppure scendere a rete. Sarà domani, tra due mesi o un anno, ma arriverà il momento. Fermo restando che io rimango un giocatore aggressivo da fondo campo“.

VITA MONEGASCA – Per Sinner, in qualche maniera, quello di Montecarlo è il torneo di “casa” visto che ha stabilito lì la sua residenza come altri tennisti azzurri. “Mi capita di incrociare ogni tanto Musetti e Boletti sul pianerottolo – racconta -, perché abitiamo nello stesso condominio. Io quando torno a casa sono morto, non ho tutta questa vita sociale. Finalmente ho acquistato una tv a schermo gigante, domenica mi sono visto il Gran Premio come si deve e sto scegliendo le serie da guardare. In ogni caso, c’è sempre almeno il tablet sintonizzato sul tennis. Mi piace guardare le partite e studiare come gli altri giocatori trovano soluzioni per uscire dalle difficoltà“. Spicca un ultimo pensiero, quello sulla guerra: “Sono preoccupato, come tutti. Ma vedo che nel circuito russi e ucraini si rispettano e sono amici – ha concluso – forse bisognerebbe partire da qui“.

Il tabellone completo di Montecarlo

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