Montecarlo, Apostolos Tsitsipas: "Mio figlio Stefanos e il coaching, vi dico come la penso"

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Montecarlo, Apostolos Tsitsipas: “Mio figlio Stefanos e il coaching, vi dico come la penso”

Così il padre di Stefanos dopo la vittoria nel Principato: “Il tennis è l’unico sport dove l’allenatore non può dare consigli al giocatore in campo, è ora di evolversi”

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Apostolos Tsitsipas - Montecarlo 2022 (foto Roberto dell'Olivo)
Apostolos Tsitsipas - Montecarlo 2022 (foto Roberto dell'Olivo)
 

dal nostro inviato a Montecarlo

Padre, mentore, coach: Apostolos Tsitsipas è l’uomo che sta dietro ai successi di Stefanos e non potrebbe essere più orgoglioso il giorno in cui il figlioletto ha centrato una storica doppietta al Masters 1000 di Montecarlo.  Si è presentato anche lui in conferenza stampa al Country Club immediatamente dopo il figlio: ecco le sue dichiarazioni.

Scanagatta, Ubitennis: Quando ha iniziato a pensare che suo figlio fosse speciale? Quanti sacrifici hai dovuto affrontare per farlo emergere, anche economicamente?

Tsitsipas A.: “Buona domanda. È un problema trovare dei genitori che siano disposti o che abbiano la possibilità di fare questo tipo di vita per far diventare qualcuno il proprio figlio. Infatti, nel tennis i bambini devono scegliere questa strada molto presto se vogliono competere ai massimi livelli. Per quanto riguarda la nostra famiglia, sia io che mia moglie siamo giocatori; quindi, per noi è stato tutto più facile, anche il fatto di capire che Stefanos avesse talento. Ricordo che eravamo soliti unire le vacanze e il tennis facendo giocare a Stefanos tanti tornei nel Sud della Francia. È stata una buona scelta che suggerirei anche ad altri. Ma la volta che ci siamo resi conto davvero che era forte fu quando vinse un Masters junior in Normandia dopo essere risultato tra i migliori otto giocatori di un mini-circuito. Quella notte lui non riusciva a dormire, era super emozionato e venne da me a chiedermi se potesse dedicare la sua vita al tennis, perché in campo si sentiva alla grande. Io, essendo un professore di liceo, sono dedito ad ascoltare e rispettare le idee dei ragazzi giovani e penso che, quando parlano in quel modo, è perché tirano fuori quello che hanno dentro. Da quel momento il mio compito è stato quello di tirare fuori tutto il meglio da lui affinchè potesse realizzare il suo sogno. Di certo il ruolo di un genitore è molto importante per un giovane tennista, deve essere sempre molto presente perché si viaggia molto e si deve aiutare il figlio a non perdere l’orientamento. Noi lo abbiamo fatto e il fatto di averci vicini dà a Stefanos tanta forza specie quando gioca vicino a casa, visto che noi viviamo nel Sud della Francia. Da genitore ritengo importante essere sempre vicino a mio figlio, anche se si allena in una grande Academy.

D: Ultimamente c’è molta attenzione verso le famiglie del tennis, come si è potuto vedere anche con il film King Richard. Se dovesse sintetizzare in uno slogan la filosofia della vostra, cosa direbbe?

Tsitsipas A: “Userei la parola libertà. Questa è la cosa più importante. Quando in famiglia senti la libertà di dire quello che vuoi e di esprimerti come più ti piace, hai più possibilità che si sviluppi in te qualcosa di speciale”.

Sartori, Ubitennis: Un passo indietro alla fine del 2021, che non è stato un periodo facile per Stefanos vista l’operazione al gomito. Come ha vissuto lei questo periodo?

Tsitsipas A: “Gli infortuni sono la cosa che più spaventa un tennista, perché questo sport è molto esigente. Il calendario è fitto ma se ti infortuni devi stare fuori un po’ di tempo. Si è trattato di un infortunio che non pensavo fosse così serio. Però dopo le Atp Finals di Torino mi ha detto che per lui era molto doloroso. Abbiamo deciso di fare l’operazione, che è andata molto bene. Ora ha superato il problema, sta bene e siamo tutti contenti”.

Terminata la conferenza stampa, Apostolos Tsitsipas ha poi risposto ad alcune domande di Ubitennis sul tema del coaching, con lui e il figlio protagonisti di diverse polemiche a riguardo sul circuito negli ultimi mesi. “Il coaching dovrebbe essere permesso. Il tennis è l’unico sport in cui l’allenatore non può parlare con il giocatore – ha detto Apostolos -. C’è chi pensa che il tennis sia uno sport individuale, ma non lo è, perchè c’è tutto un team che lavora dietro al giocatore. Ecco perchè dovrebbe essere permesso dare qualche consiglio al proprio giocatore, anche durante la partita. Penso che dovremmo evolverci da questo punto di vista. Guardo con interesse a quello che succede nelle Next Gen ATP Finals, dove una forma di coaching è utilizzata. Penso che si debba trovare la modalità giusta per portare questa innovazione anche sul circuito maggiore”.

Il tabellone completo di Montecarlo

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