Rublev sulla decisione di Wimbledon: "Escluderci non cambierà niente, potremmo donare i nostri prize- money"

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Rublev sulla decisione di Wimbledon: “Escluderci non cambierà niente, potremmo donare i nostri prize- money”

Visibilmente commosso, il russo ha commentato la decisione dell’All England Club di escludere tennisti e tenniste di nazionalità russa e bielorussa

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Andrey Rublev - Montecarlo 2022 (foto Roberto dell'Olivo)
Andrey Rublev - Montecarlo 2022 (foto Roberto dell'Olivo)
 

Era inevitabile che, a margine della sua vittoria in tre set su Jiri Lehecka, ad Andrey Rublev venisse chiesto un parere sulla decisione di Wimbledon di escludere dal torneo tutti i giocatori e le giocatrici russe e bielorusse. Il numero otto al mondo ha risposto con un lungo e accorato discorso, affermando di sentirsi molto sotto pressione e scusandosi per non essere in grado di esprimersi bene come vorrebbe in lingua inglese.

Ho fatto una dichiarazione sulla situazione e poi non ho più voluto rispondere ad altre domande, quindi ora farò un’altra dichiarazione e spero che possa rendere tutto più chiaro. Prima di tutto, non mi intendo di politica. Non so niente, non leggo le notizie e non seguo in generale, perché lavoro duro per essere un tennista e questo è il mio lavoro. Non sono istruito. Proverò a spiegare come mi sento. Mi scuso per il mio inglese e per il fatto che non conosco le parole più intelligenti e colte per descrivere questa situazione così seria. Tenterò di parlare con parole semplici.

Ieri alcuni giocatori e io abbiamo avuto una call con Wimbledon, solo per parlare della situazione e cercare di trovare una soluzione. Ad essere onesti, le ragioni che hanno addotto per l’esclusione non hanno senso e non c’è una logica in quello che hanno proposto. Avrei potuto capire se escludere i giocatori russi e bielorussi avesse un qualche impatto, ma non servirà a niente e non cambierà niente. Quello che stanno facendo è una discriminazione nei nostri confronti.

Quello che abbiamo proposto a Wimbledon – spero che sia una proposta sensata e spero che ci riflettano su – è di lasciarci almeno la possibilità di scegliere se giocare o meno. Se ci fosse una dichiarazione da firmare che ci costringesse a donare tutto il montepremi agli aiuti umanitari, alle famiglie e ai bambi che soffrono, la firmeremmo. Penso che una mossa del genere almeno servirebbe davvero a qualcosa e mostrerebbe che il governo britannico è davvero dalla parte della pace e vuole dare una mano. A seconda dei risultati dei giocatori e delle giocatrici potrebbe anche venir fuori una cifra intorno al milione di sterline e penso sia una cifra enorme, che in due mesi nessun altro sport ha donato. Il tennis sarebbe il primo e unico sport a fare una donazione del genere e lo farebbe attraverso Wimbledon. In questo modo loro si prenderebbero tutta la gloria e il rispetto di tutti.

Alla fine ciò che vogliamo è poter competere; non siamo qui per parlare di politica, anche perché non ne so niente. Sono russo, sono nato in Russia, vivo tutta la mia vita in Russia e proprio per questo vorrei far vedere che siamo brave persone. Spero che questo abbia chiarito tutto.”

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