ATP Barcellona, Schwartzman: “Contento di come sto giocando, ma stare 12 ore ad aspettare non è facile”
“Top ten obiettivo realistico se continuo così” dice el Peque dopo la sconfitta in semifinale contro Carreño Busta
“Top ten obiettivo realistico se continuo così” dice el Peque dopo la sconfitta in semifinale contro Carreño Busta
Al termine della partita persa con Carreno, Diego Schwartzman gentilmente si è presentato per un rapido commento sul torneo e sul resto della stagione, prima di congedarsi dal Barcelona Open Banc Sabadell:
D: Ci puoi raccontare la tua versione della partita di oggi?
R: Nel primo set Pablo è sceso in campo aggressivo e si è meritato di portare a casa il parziale. Nel secondo set invece penso che avrei meritato di portarla a casa, ho vinto più punti di lui (33 a 32, ndr), però alla fine sui break point è stata un mix di bei punti suoi ed errori miei; è un peccato perché penso di aver giocato bene nel secondo set in generale.
D: In generale credi nei prossimi giorni di riposare un po?
R: Al momento non credo, sono iscritto a Estoril e quindi adesso vediamo come fare. La settimana qua è stata particolarmente faticosa, ci sono stati giorni in cui sono dovuto rimanere 13-14 ore nel club senza sapere cosa sarebbe successo. È un bell’esempio questo per analizzare magari come gestire il tema della pioggia nei tornei. Magari la gente non lo sa e pensa che noi torniamo in hotel a riposare, ma in realtà dobbiamo rimanere qua e teoricamente essere sempre pronti per scendere in campo; è complicato gestire la situazione, perché non sai quando riscaldarti, non sai quando mangiare, quando fare lo doccia, quando tornare negli spogliatoi per cambiarti. Insomma è veramente complicato. Per uno sportivo di elite è veramente difficile rimanere tutto questo tempo preparato a tutto senza sapere cosa succederà. La settimana scorsa ho giocato bene a Montecarlo, è stato un peccato non aver raggiunto la semifinale. Qua ci sono riuscito ma poi sono uscito per poco.
D: Rispetto al tema delle statistiche come ti regoli? Avete un esperto nel team che si occupa solo di questo?
R: No, non abbiamo un esperto dedicato. Credo che le statistiche siano utili, ma solo quando giochi bene, per fare la differenza; se però sei in una giornata in cui giochi male i numeri servono a poco. A me piacciono e però va detto che bisogna anche saperle usare.
D: è un periodo in cui stai giocando bene?
R: In un solo torneo su terra quest’anno non sono riuscito ad arrivare a semifinale e i risultati danno fiducia. In quanto a punti nella race vado bene, però c’è molta differenza fra semifinale, finale e vincere un torneo; per migliorare in classifica questo step è fondamentale. Rispetto alla classifica intanto mi interessa avere una buona testa di serie per il Roland Garros. Tra 8 e 16 non c’è differenza, per cui l’importante è rimanere in questa fascia. Rispetto alla top ten invece io penso a sommare punti e a giocare bene; continuando così è un obiettivo che potrebbe essere realistico, adesso nella race sono alla nove ad esempio. È stata comunque una settimana buona anche se complicato mantenere la concentrazione. Soprattutto perché magari pensi che dopo devi giocare un altro match o perché nel campo vicino c’è il pubblico che esulta e toglie un po’ di concentrazione.
D: Come vai con il pubblico? Oggi siamo in Spagna e giocavi contro uno spagnolo, ma c’era gente che ti sosteneva?
R: Si è vero oggi non sembrava che il pubblico fosse al 100% per Pablo, c’era molta gente che mi supportava e giocare in un’atmosfera del genere in cui il pubblico è diviso o comunque c’è una parte di pubblico che mi supporta è sempre bello.