ATP Madrid: buon rientro di Nadal, domato Kecmanovic

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ATP Madrid: buon rientro di Nadal, domato Kecmanovic

MADRID – Prestazione buona ma non brillantissima del n.4 Rafa Nadal, che soffre solo nel secondo set contro Miomir Kecmanovic. Poi conferma: “La lesione non è più un problema”

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Da Madrid, il nostro inviato

[3] R. Nadal b. M. Kecmanovic 6-1 7-6(4)

Nonostante sia testa di serie n.3, Rafa Nadal è la star indiscussa del Mutua Madrid Open e il pubblico del Manolo Santana Stadium gli dedica il meritato tributo nel momento di scendere in campo, a un mese e mezzo dall’ultima volta (nonostante il microfono si inceppi proprio sul suo cognome). In un’ora e 55 minuti di tennis ordinato denso sia di giocate vincenti che di errori per lui insoliti, Nadal ha battuto 6-1 7-6(4) Miomir Kecmonovic per la seconda volta in carriera. Il serbo, praticamente assente nel primo set, ha dato il meglio di sé nel secondo dopo l’interruzione per pioggia (e dopo esser finito sotto di un break); tuttavia nel tiebreak il maiorchino ha giocato con attenzione i punti importanti. Non che fosse una novità. E il dritto pungente del n.32 del mondo è tornato ad essere innocuo.

Ci si aspettava qualcosa di più a livello di intraprendenza da parte del serbo, il quale nel primo set ha cercato solo di rado di prendere il controllo con il dritto, ma quasi sempre sbagliando gli angoli degli attacchi e finendo vittima delle grinfie di Rafa. Il maiorchino invece ha forse sorpreso positivamente per la sua condizione fisica, tutt’altro che arrugginita come si poteva legittimamente sospettare. I due mesi di stop a causa dell’infortunio al costato (come spiegato anche dalla stampa spagnola) sono stati sfruttati al meglio per tornare ad una forma più che accettabile. E parlando in conferenza stampa, lo stesso Rafa ha fugato ogni dubbio: “Il problema alle costole è completamente superato, non ho più dolore”.

Vincere le prime partite al rientro è fondamentale, hanno un valore enorme. I primi match al rientro in campo sono sempre i più difficili perché vincere serve per trovare fiducia. Se non ci riesci inizi a cadere in questa spirale di sconfitte in cui non riesci a trovare ritmo partita. Per questo sono contento di esser stato in campo 1 ora e 55 minuti in quella che reputo sia stata una buona prestazione”. Ora negli ottavi di finale lo attende David Goffin, vincente in due set su van de Zandschulp.

“Devo essere realista, non posso sperare in chissà grandi cose. Nelle ultime settimane mi sono allenato molto, molto poco. […] Io credo di avere la capacità di essere sufficientemente umile per gestire le cose anche quando non vanno alla perfezione.”


IL MATCH – Il primo set è stato giocato in maniera composta da Nadal, che ha osato quando era il momento di osare per chiudere il punto, e ha tenuto botta quelle rare volte in cui il serbo cercava di mettere la testa fuori dalla sabbia. Dinamiche che, siamo sicuri, il 21 volte campione Slam avrà vissuto centinaia di volte in carriera, così come avrà vissuto l’interruzione per pioggia ad inizio secondo set, dopo la quale è uscito gasatissimo. Nel primo parziale comunque ha strappato il servizio due volte al n.32 del mondo chiudendo 6-1 in 37 minuti. Dato statistico rilevante: l’80% di punti vinti con la prima, che ha contribuito alle 0 palle break concesse. 

Dopo qualche leggero scroscio a metà del primo set – che oltre al brusio causato dagli spettatori in procinto di coprirsi, non aveva causato nulla – ad inizio secondo parziale la pioggia si fa insistente e continua per svariati minuti. La natura di questa superficie tuttavia (a differenza di erba e cemento) non implica che il gioco si interrompa all’istante, e dunque il pubblico spagnolo ha dovuto farsi sentire con qualche fischio per richiamare l’attenzione dell’arbitro e dei giocatori. Il match si è interrotto dopo un game e un ’15’ per permettere la chiusura del tetto, e i tennisti sono rientrati in campo per ripetere il riscaldamento dopo una pausa di una mezz’oretta.

Al rientro in campo, il periodo di sbandamento di Nadal dura solo un momento, il tempo di mandare a palla break il serbo con una stecca di diritto. Rafa però si riprende subito e si salva di dritto. Il classico schema di partire da lontanissimo e avanzare grazie a traiettorie alte e cariche di top spin mette profondamente in crisi Kecmanovic e nel quinto game c’è il sorpasso. Tuttavia questa tattica sembra funzionare più in risposta che al servizio, tanto che Miomir, spingendo di dritto con maggior libertà, si rifà sotto pareggiando il punteggio dei game. A questo punto la battaglia si svolge a viso aperto, con entrambi i giocatori in modalità di spinta. Come detto, il dritto di Kecmanovic è un colpo da temere, e lo spagnolo lo impara sulla sua pelle subendo il contro-break, per la gioia di coach Nalbandian, vigile nel box del serbo.

Essere aggressivi implica prendersi maggiori rischi, e l’assenza di ritmo partita di Rafa viene fuori proprio in questo frangente. È lui che prende in mano gli scambi, anche quelli più lunghi, e con un paio di giocate spettacolari si guadagna la possibilità di chiudere il match servendo sopra 6-5. I vincenti però vengono sostituiti da errori gratuiti (soprattutto di rovescio) e dopo un’ora e 48 minuti di partita, è tiebreak time.

Anche qui non mancano i ribaltamenti, ma alla fine uno scomposto dritto a rete in uscita dal servizio di Kecmanovic conferisce a Nadal il minibreak del 5 a 4, che a questo punto non può che essere decisivo. Due punti giocati con la massima attenzione, il secondo dei quali un ace – il terzo della sua partita – che mette fine alla contesa in un’ora e 55 minuti. C’è da dire che la sensazione avuta dagli spalti che il servizio fosse fuori è stata confermata dall’occhio di falco, ma il serbo, troppo indeciso, non ha fatto in tempo a chiedere la verifica tecnologica. Anche Rafa in conferenza stampa ha confermato che secondo lui il suo servizio fosse fuori, ma ci ha tenuto a specificare che Kecmanovic non ha polemizzato affatto con nessuno.

Il tabellone maschile del torneo di Madrid

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