Che il tennis sia uno sport che mette a dura prova il fisico degli atleti è ormai cosa nota. Non sempre un grande talento è supportato da un fisico in grado di reggere lunghezza e difficoltà di una stagione agonistica sempre più ricca di appuntamenti clou.
Per i continui problemi fisici lascia l’attività agonistica a soli 28 anni la britannica di origine australiana Laura Robson, ex-numero 27 del ranking WTA e argento olimpico a fianco di Andy Murray nell’edizione londinese dei Giochi Olimpici.
Robson si fece notare sin da giovanissima quando, nel luglio 2008, a soli 14 anni si aggiudicò il torneo Junior di Wimbledon. La scia di ottimi risultati la portarono nel marzo 2009 a raggiungere la cima del ranking Junior. Il 2012 fu l’anno più ricco di soddisfazioni per la britannica. A livello WTA Robson si aggiudicò il premio WTA Newcomer of the Year, dopo aver raggiunto il quarto turno agli US Open eliminando niente di meno che Kim Clijsters e Li Na e la finale al torneo di Guanghzou, diventando la prima britannica a giocare una finale 22 anni dopo Jo Durie nel 1990.
Il 2012 è stato anche l’anno della medaglia d’argento olimpica. Robson al fianco di Andy Murray si spinse fino all’ultimo atto del torneo di doppio misto sui campi di Wimbledon. Solo la coppia bielorussa Azarenka/Mirnyi impedì al duo rappresentante del Regno Unito di festeggiare il titolo olimpico davanti al proprio pubblico.
Alle gioie però sono seguiti i problemi. Robson ha sofferto vari infortuni dal 2014 in poi. Ad aprile 2014 si è sottoposta ad un intervento al polso sinistro (la britannica è mancina) e negli ultimi anni ha subito tre operazioni all’anca, l’ultima nel gennaio 2021.
Intervistata da BBC Sport la britannica ha dichiarato di aver valutato qualsiasi possibilitĂ sia per quanto concerne la riabilitazione sia in termini chirurgici. Il fisico aveva giĂ detto a Robson di dire basta ma la britannica non si è arresa e ha provato fino all’ultimo con una difficoltĂ anche a livello psicologico di ammettere che era giunta l’ora di mettere la parola fine alla carriera da giocatrice: “Sapevo da un po’ di tempo [che avrei dovuto smettere] a causa di quello che mi è stato detto dai medici l’anno scorso, ma penso che mi ci sia voluto così tanto tempo per dirlo a me stessa, questo è il vero motivo per cui mi ci è voluto così tanto tempo per dirlo ufficialmente.”
“Penso che avrò sempre la sensazione che avrei potuto fare di piĂą, sfortunatamente – ha dichiarato Robson mentre ripercorreva quanto fatto nella la sua carriera – se avessi appena avuto un altro anno o due in cui stavo bene fisicamente, non so cosa avrei potuto ottenere.”
L’ultima apparizione in campo per Robson è stata nel 2019 in quel di Sunderland quando si dovette ritirare per un problema fisico durante il match contro la connazionale Dart. Adesso per Robson si prospetta una nuova carriera da commentatrice radio e TV con l’amaro in bocca di cosa sarebbe potuto accadere se il fisico l’avesse sorretta.