ATP Ginevra: ancora Ruud, il fantasmino riappare sul più bello. Sousa da applausi

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ATP Ginevra: ancora Ruud, il fantasmino riappare sul più bello. Sousa da applausi

Una partita durissima, con Ruud che subisce la rimonta e rientra a un passo dal baratro, contro uno splendido Joao Sousa

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Casper Ruud - Roma 2022 (foto Roberto Dell'Olivo)
 

[2] C.Ruud b. J.Sousa 7-6(3) 4-6 7-6(1)

Ancora una volta Casper Ruud, per il secondo anno consecutivo è lui il campione del Geneva Open, ultimo ATP 250(insieme a quello di Lione dove ha trionfato Cameron Norrie) prima del Roland Garros. Una partita intensa, mai scontata, con tanti momenti di bel tennis, quella che ha visto il numero 8 del mondo prevalere su Joao Sousa. Svariati meriti vanno certamente al portoghese, che non ha mai mollato e ha espresso un tennis duro e sempre aggressivo, recitando per gran parte dell’incontro la parte della testa di serie e non dello sfavorito. Alla fine la caratura dell’avversario, e la miglior gestione di certi momenti del fantasmino, hanno fatto crollare l’ex n.28 al mondo al momento di servire per il match, negandogli la seconda vittoria in carriera sul rosso dopo quella all’Estoril nel 2018. Per il norvegese si tratta invece dell’ottavo titolo in carriera(tutti 250), e del settimo sulla terra, presentandosi dunque a Parigi come un ostacolo per tutti, visto l’ottimo periodo di forma, specie mentale, dimostrato in queste tre ore di maratona sui campi svizzeri.

Il tabellone completo dell’ATP 250 di Ginevra

Il match – in partenza Ruud è super efficace alla battuta (addirittura due ace nel primo game) e si fa valere anche con il dritto. Sousa vorrebbe accorciare gli scambi ma è il norvegese il primo a riuscirci : con due ottimi vincenti di diritto mette pressione all’avversario e va a break nel terzo game, finalizzato con un errore di Sousa, che comunque riesce a rimanere in scia, ma deve sperare anche in qualche regalo(sempre raro) dell’avversario. Il portoghese gioca bene, molto preciso e pesante da fondo, ma dall’altra parte il norvegese sta scavando la differenza servendo in modo straripante, e rendendo quel piccolissimo passaggio a vuoto di Sousa fatale. Arriva poi però effettivamente una mano dal n.8 al mondo, che con tre errori di fila va sotto 0-40: ancora una volta ecco il servizio in aiuto con tre prime vincenti consecutive, e che sfrutta anche per aprire il campo successivamente e portare a casa il game. Battuta che diventa poi preziosa alleata di Sousa nel nono game, che sfrutta per annullare ben tre set point con grande calma e freddezza, pizzicando più che può il rovescio dell’avversario. Proprio sul più bello c’è un calo di tensione inaspettato di Ruud nel decimo gioco, causato anche da un improvviso aumento della spinta e della precisione del portoghese, che riesce a strappare il break sfruttando un leggero ritardo negli spostamenti del fantasmino, per poi assicurarsi in scioltezza il tie-break. Alla fine, seppur impiegando un po’ più del previsto, il semifinalista di Roma porta casa il primo set al tie-break per 7 punti a 3, ritrovando un po’ di spinta e approfittando anche di un Sousa che dopo l’accelerata dei game finali del parziale torna alla normalità e non riesce neanche a trovare più stessa pesantezza con il servizio o con il dritto.

I primi tre game del secondo parziale ne vedono due ai vantaggi, ma senza palle break, con qualche spunto: Sousa cerca ancora di di più il rovescio di Ruud, che continua a servire bene, ma sembra soffrire un po’ di più l’iniziativa dell’avversario. Era fin troppo evidente il calo del norvegese, specie in spinta, e si concretizza con il break nel quinto game, dove accorcia tanto e non trova incisività, concedendo a Sousa di aggredire e procurarsi la chance di break, concretizzata con l’ennesimo errore di un Ruud nervoso e falloso da fondo, bene solo al servizio, che però da solo non basta. Arriva nell’ottavo gioco il primo squillo del set per il norvegese, che finalmente alza un po’ il ritmo e mette pressione, conquistandosi(causando un paio di errori a Sousa) una palla break, annullata in avanzamento e con stop volley dal portoghese, che tiene un gran game molto aggressivo e propositivo. E alla fine il break nel quinto game si rivela decisivo, dato che Joao Sousa va a chiudere il set con il punteggio di 6-4, meritatamente, giocando non solo in difesa ma anche molto in pressing per tutto l’arco del parziale, mettendo in difficoltà un gran difensore come Ruud, che nonostante abbia cercato di variare nei colpi e anche con qualche buon servizio è colpevole di troppi banali errori.

Tre game a ritmo un po’ più blando per iniziare il set decisivo, con scambi più corti e Sousa che perde spesso controllo dei colpi, concedendo a Ruud una certa tranquillità da fondo, dove sembra aver ritrovato il suo dritto. Ancora una volta nel quinto game si rompe l’equilibrio, sempre a favore di Sousa: Ruud continua ad essere troppo leggero, quasi contratto e il portoghese lo aggredisce su entrambi i lati, sottolineando il calo anche del dritto, che infatti sarà il colpo che andando lungo regalerà il break. Nel nono game c’è qualche sprazzo del Ruud che ci aspettavamo, che alterna buon servizio e costruzione da fondo, per quanto appaia quasi timido quando deve anche solo attaccare, come se non ci creda più lui per primo. Ma sul più bello trema il braccio a Sousa, che aveva perso 3 punti al servizio nell’intero set decisivo, e alla fine subisce il break al momento di servire per il match, accorciando troppo e permettendo al norvegese di accelerare con il dritto e farlo andare a destra e sinistra, approfittando anche di un non forzato sulla palla break.

Annulla due match point nel dodicesimo game Sousa, con grande coraggio e qualità, servendo un ace e giocando uno scambio ai limiti del respiro, subendo un rientro spaventoso di Ruud sul lato del dritto, tornato ad essere atomico. E infatti si conferma il livello ritrovato del fantasmino nel tie-break, il primo a decidere una finale ATP in questo 2022: 7 punti a 1 per il norvegese sarà il punteggio finale, con il portoghese che subisce una serie di dritti vincenti e di gran servizi, il vero leit-motiv di questo pomeriggio per Casper. Comunque esce a testa altissima Joao Sousa, nonostante un tie-break finale che lascia l’amaro in bocca, insieme ai rimpianti per aver tremato sul più bello, ma non è il primo a bruciarsi le ali proprio sotto al sole. Ruud si conferma un osso durissimo, troppo spesso sottovalutato. Un rappresentante puro di un detto che andrebbe affisso in ogni scuola tennis: “La partita è persa solo quando smettiamo di provare“. E oggi, più che mai, è stato così.

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