Flash
Roland Garros: Cilic non fa sconti, ultimo tango a Parigi per Simon. Hurkacz impressiona, Tsitsipas va di fretta. Rune bello di notte
Finisce contro il croato la storia di Gilou al Roland Garros. Tsitsipas strapazza Ymer, il polacco Hurkacz prosegue il suo cammino perfetto contro Goffin

[20] M.Cilic b. 6-0 6-3 6-2 [WC] G.Simon
I destini e le carriere di Gilles Simon e Marin Cilic, per uno strano scherzo della vita, resteranno per sempre legati, dal momento in cui entrambi hanno fatto parte di un torneo importantissimo della carriera dell’altro. Nelle due settimane più belle della sua vita, allo US Open del 2014, il croato batté Gilou al quarto turno nella strada verso il titolo; oggi, nell’ultimo Slam giocato in casa dal francese, è Cilic a concedergli un ultimo tango, senza esultare o festeggiare, ma abbracciando a rete un amico, un collega da tutti sempre amato per il grande umo prima che tennista, che si merita una lunga standing ovation. Il risultato finale è 6-0 6-3 6-2 per il n.23 al mondo, in una di quelle partite che con il tennis giocato hanno davvero poco a che fare.
Il match- parte benissimo Cilic, con break già nel secondo gioco, scandendo il ritmo da fondo e facendo molta leva sul suo dritto; Simon appare un po’ teso in questo inizio. Prosegue l’assoluto soliloquio del croato, che sta iniziando a far molto male anche dal lato del rovescio, complice un Simon molto spesso corto e troppo piatto nei colpi, che consentono alla tds n.20 di salire bene sulla palla. Il doppio break arriva anche con qualche piccola mano del francese, che però più di questo non sembra poter fare oggi. Alla fine, Cilic serve il bagel a Gilou, che da fondo non è mai riuscito a reggere lo scambio né trovato soluzioni alternative per intrappolare le diagonali del croato, che non vuole regalare facilmente emozioni al pubblico oggi. Ma nel secondo, d’improvviso, come ha spesso fatto nella sua carriera, Gilles Simon rinasce: sotto subito 2-0, recupera il break mostrando un po’ di iniziativa, aiutato anche da un passaggio a vuoto di Cilic certamente, che trova un paio di errori inspiegabili. Si rivela essere però una gioia effimera: un po’ lento negli spostamenti e quasi di nuovo contratto, Simon si fa ristrappare il servizio, impotente contro le martellate del croato, che però ancora accusa poi un passaggio a vuoto: break e contro-break consecutivi, con Simon che almeno ci tiene alla figura e prova a mettere un po’ più di resistenza nello scambio, e per strappare il servizio porta a casa il punto più bello del match finora, facendosi tutto il campo. Resiste finché può il francese, alzando il tasso tecnico ed emotivo del match, ma Cilic salvo qualche sbavatura è troppo in controllo e alla fine, sempre facendo buchi per il campo con il dritto, porta il parziale a casa 6-3.
Nel terzo game del terzo set arriva l’allungo decisivo: Simon ribatte e respinge, riuscendo anche a intrappolare Cilic alle volte e impedirgli di verticalizzare, ma alla lunga il dritto del croato sfonda tutto e gli regala il break. Cilic che vuole ingranare definitivamente la marcia, e si porta avanti di due break anche nel terzo parziale, certamente anche a causa del medical time out di Simon, causato da un appoggio sbagliato, che sembra averlo reso ancora più macchinoso in alcuni movimenti e colpi, mentre il croato vuole risparmiare più tempo possibile. E vi riesce, chiudendo 6-2 un altro set senza storia, in un match in cui una statistica in particolare fa impressione: 40 vincenti a 7 in favore di Cilic, che ha veramente fatto del campo il suo giardino. Ma l’attenzione, oggi, è tutta per lo sconfitto: Gilles Simon fatica a non emozionarsi tra un punto e l’altro dell’ultimo game, non del match, ma della sua vita qui al Roland Garros. Non sarà stato lo stesso tributo avuto da Tsonga, ma comunque il pubblico ha applaudito a lungo, e malinconicamente, un grande campione, operaio, e per questo sempre amato più degli altri. Per Cilic invece, che ritrova il quarto turno dopo 4 anni(raggiunse i quarti di finale nel 2018), lunedì ci sarà il n.2 al mondo Daniil Medvedev, che sta giocando in maniera divina anche su terra quest’anno, e parte favorito se saprà far valere la sua estemporaneità sulla forza.
[12] H.Hurkacz b. 7-5 6-2 6-1 D.Goffin
Doveva essere una partita intensa, equilibrata, e almeno per un set è stato così, con Hubert Hurkacz che accelerava e David Goffin che rinculava e teneva da fondo. Ma come si evince dal risultato la resistenza è stata breve, la miglior forma del polacco e un belga che ormai è l’ombra di sé stesso e si accende solo a sprazzi sono più che valide spiegazioni di questo risultato, l’ennesimo deludente di una prima settimana davvero fin troppo spento. Dopo un inizio relativamente tranquillo, il sesto è un game fiume, dove arriva la prima palla break per Hurkacz(da parte sua ne aveva già annullata una nel primissimo game), fronteggiata benissimo da Goffin, superiore da fondo, che paga però nel gioco al volo e sul servizio al polacco. Alla fine, dopo un primo set con ben poche occasioni, come visto, è Hubi ad aggiudicarselo per 7-5: break al belga nel dodicesimo game con un dritto vincente che suggella un parziale di altissima qualità e tanti punti da ricordare, e premia semplicemente il primo a gettarsi sulla chance. Nel secondo set arriva invece prima il break per il n.12 del seeding, nel quarto gioco: alza un po’ il ritmo variando e accelerando, portando Goffin a qualche errore di troppo che chiaramente paga più a caro prezzo dato che tra i due quello a cui è difficile strappare il servizio è Hubi. Il ritmo si è certamente velocizzato nel secondo set, anche il belga cerca soluzioni più rapide per chiudere, ma ormai si prescinde dal servizio(quasi perfetto oggi) del polacco. L’ottavo game è il più lungo del set, oltre ad essere quello conclusivo, in cui c’è un netto calo di Goffin dopo che stava tenendo botta, ed Hurkacz deve solo sfruttare la velleità dell’avversario e calcare un po’ la mano quando serve.
Molto intenso l’inizio di terzo, con Hurkacz che riesce a strappare subito il servizio a Goffin, per poi subirne però un prepotente tentativo di rientro: sale bene con il solito rovescio il belga, ma Hubi un po’ sfruttando il servizio, un po’ le lunghe leve annulla le chance di contro-break e allunga nel parziale. Alla fine chiude in scioltezza un terzo set dove ha dovuto solo un po’ domare lo spavento iniziale per poi veleggiare tranquillo fino a un netto 6-1, con il belga che gli ha fatto quasi da “sparring partner”, ben raramente capace di imporre il suo gioco e preda delle lune di rovescio e delle saette al servizio di Hurkacz. Chiude, il n.13 del mondo, con uno strabiliante 81% di punti vinti con la prima, e più in generale 60 su 80 nei suoi turni di battuta, confermandosi una sentenza da questo punto di vista. Attende, al quarto turno, il vincente della sfida tra Lorenzo Sonego e Casper Ruud, quindi entrambi giocatori di costruzione e più da fondo campo, ma certamente se esprime ancora il livello visto in questa prima settimana il polacco può permettersi di non avere paura.
[4] S. Tsitsipas b. M. Ymer 6-2 6-2 6-1 (Paolo Di Lorito)
Dopo aver giocato i suoi primi due match di sera o nel tardo pomeriggio, questa volta Stefanos Tsitsipas viene programmato presto, e la presenza del sole non fa altro che galvanizzare il tennista greco. Lui stesso ammette successivamente di preferire scendere in campo prima e, soprattutto, con queste condizioni meteorologiche favorevoli; il suo gioco ne risente positivamente e lo svedese Mikael Ymer viene letteralmente spazzato via. Il n.95 del mondo ce la mette tutta – variando ritmo con la smorzata di rovescio e attaccando spesso col dritto lungolinea – ma non va oltre un 6-2 6-2 6-1 maturato in un’ora e 36 minuti. Tsitsipas brekka sette volte il suo avversario, mentre alla battuta non concede praticamente nulla: una sola palla break concessa e salvata (nel terzo set, nell’unica volta giunti ai vantaggi), e ha tenuto ben nove turni di servizio senza far andare Ymer oltre il ’15’. Il finalista della passata edizione raggiunge per la quarta volta consecutiva gli ottavi di finale del Roland Garros (dove perse solamente la prima volta, nel 2019, 8-6 al quinto con Wawrinka), e ora se la vedrà con il danese Rune
H. Rune b. H. Gaston 6-3 6-3 6-3 (Cipriano Colonna)
Holger Rune, alla sua prima partecipazione al Roland Garros, si qualifica per la prima volta nella sua giovanissima carriera agli ottavi di finale di uno Slam. Il 19enne di Copenaghen dopo aver rifilato una stesa memorabile a Denis Shapovalov, ha superato agevolmente ancora in tre set lo svizzero Laaksonen. Se continua a risparmiare energie – anche oggi normale amministrazione sotto le due ore di gioco – con la fiducia acquisita grazie al best ranking e al primo titolo ATP vinto a Monaco di Baviera e con l’aggiunta della consapevolezza nei propri mezzi ancor più rafforzata dall’ottimo torneo disputato fin qui senza perdere neanche un set; può diventare una mina vagante da evitare a tutti i costi. In questa serata parigina di sabato 28 maggio, quando la maggior parte dell’attenzione era rivolta allo Stade De France per la finale di Champions League, il danese ha rifilato un periodico 6-3 al solito spettacolare Hugo Gaston. Il maghetto di Tolosa, classe 2000, è approdato a questo terzo turno dopo la sua ennesima trasformazione sui campi della propria terra natia.
E infatti come se il n. 74 del mondo, appena sentisse il profumo di casa, trovasse finalmente quella motivazione per far fruttare al meglio il suo talento stabilizzandolo, per quando ovviamente sia possibile. Dopo l’exploit all’Open di Francia del 2020, in cui eliminò Stan The Man e trascinò il vero The Dominator Thiem al quinto set, e dopo la magistrale cavalcata a Parigi Bercy dello scorso anno in cui riuscì a superare giocatori come Carreno Busta e Alcaraz; è riuscito nuovamente a resettare il rendimento stagionale fino a questo punto – 5 vittorie a fronte di 19 ko nel Tour maggiore – e fare fuori De Minaur nell’esordio al set decisivo. L’ostacolo Holger si è rivelato però troppo, anche per un Gaston sospinto dal pubblico. Incredibile la personalità e la maturità del ragazzo nordico, nel gestire i momenti decisivi e le avversità del match: vento e spalti che inneggiavano solo il suo avversario. Da questo punto di vista non ha molto da invidiare al coetaneo Carlos, le ambizioni non mancano – forse anche estremamente eccesive, ma non importa; ci piacciono i tennisti con grandi obiettivi – e il futuro è lì che lo aspetta, al varco dei predestinati.
IL MATCH – Pronti via e il mago di Tolosa è già caldissimo, come sempre quando arriva il momento principe della stagione sul rosso: lo Slam di casa. Infila immediatamente tre vincenti consecutivi, il primo direttamente in risposta. Poi si esalta con uno straordinario bimane lungolinea e successivamente attraverso uno straripante passante, sempre dal lato sinistro dopo aver chiamato a rete il danese con la prima palla corta del match, si garantisce lo strappo in apertura, sigillato in realtà dal primo doppio fallo di Rune. Un break che infuoca subito gli spalti dello Chatrier, una miccia che fa scoppiare all’ennesima potenza l’atmosfera, dando la netta impressione di essere nella classica bolgia da clima Davis. La fiamma però si affievolisce alla prima occasione, Gaston inizia ad abusare del drop-shot che è sicuramente l’emblema del suo stile di gioco molto aeroso e che normalmente è un’arma letale. Ma oggi invece può rivelarsi contro producente considerando le strabilianti qualità fisiche ed atletiche nella copertura del campo sia a livello orizzontale che verticale dello stacanovista scandinavo. Holger rischia ancora nel terzo game, a dimostrazione del fatto che i servizi non siano stati lucidati alla perfezione prima della partita, sbaglia qualcosa di troppo con il diritto ed è costretto a fronteggiare un 15-40. Dopo aver subito il break in apertura a 0, cancella la quarta e la quinta chance in ribattuta in favore del giocatore transalpino, rispolverando la prima di servizio e il suo fondamentale dalla parte destra – che qualche grattacapo glielo aveva creato in questo inizio. Il mancino, n. 74 del mondo, dopo la partenza razzo si spegne gradualmente ed inesorabilmente. Sul 2-1 si fa strappare ancora la battuta, con una serie di perniciosi gratuiti di rovescio.
Inoltre un’altra chiave tattica molto evidente in questo primo parziale è la sostanziale differenza del peso di palla, appena il tennista bleau accorcia un attimo il classe 2003 entra con i piedi dentro il campo e inizia a picchiare come un ossesso con il suo portentoso dritto. Rune comincia a sciogliersi sempre di più e mostra di avere anche un certo grado di sensibilità, con delle smorzate chirurgiche con le quali punisce il genietto di Tolosa con il suo stesso fiore all’occhiello. Mentre contemporaneamente, Hugo prova a tessere la sua tela di variazioni specialmente affidandosi allo slice di dritto. Quest’ultimo un colpo inconsueto per il tennis moderno, che si utilizza quasi sempre soltanto in situazioni difensive estreme. Ma conosciamo bene il buon Gaston, lui è un artista che si rifà al passato. Uno che a tennis comprende solo il tocco e non la potenza, con lui la racchetta manifesta esclusivamente il talento dettato dalla manualità pura e mai in nessun caso la forza bruta. Ciò nonostante le soluzioni alternative dell’ex n. 66 non fanno male al 19enne di Copenaghen che breakka per la terza volta su tre il padrone di casa. Nel settimo game, però Vitus Nodskov ci ricorda la sua giovane età, esagera eccessivamente con la ricerca degli angoli e permette al suo avversario di recuperare uno dei due break di svantaggio, non riuscendo a porre fine al parziale. C’è da dire, comunque, che il n. 7 di Francia innalza parecchio il suo livello: diventa più solido e ciò gli permette di portarsi a casa finalmente i primi scambi lunghi. Inoltre in questo frangente fa vedere a tutto tondo l’efficacia del suo gancio mancino, con cui cerca di alzare le traiettorie e non fornire sempre una palla comoda da spingere piatta al n. 40 del ranking. Ma alla fine il break point, lo concretizza con il suo pazzo talento, eccezionale passante in controbalzo con il rovescio incrociato. Si arriva così al secondo momento della verità del parziale, dopo che il francese si è ulteriormente riportato sotto nel punteggio tenendo il suo primo turno di battuta, e questa volta Rune non trema e in 38 minuti va avanti di un set. Da evidenziare un ottimo 8 su 11 per quanto riguarda le discese a rete del tennista nordico.
L’incantatore transalpino, se vuole fare partita pari, deve sicuramente limitare i non forzati banali e acquisire più solidità come ha fatto nel finale del set d’apertura e ovviamente di tanto in tanto estrarre dal cilindro qualche coniglio dei suoi. Chiaramente il suo tennis dovrà per forza di cose rimanere su un’asticella di rischio molto alta, perché a pallate da fondo a livello di consistenza non può esserci partita. Il primo scossone della seconda frazione, arriva nel terzo game con il break per il danese alla terza chance utile del gioco. Peccato per Hugo aver commesso il doppio fallo sulla parità dopo essere stato in grado di cancellare le prime due opportunità. Un altro interessante spunto che sta fornendo l’incontro, è la diversità di utilizzo dei due fondamentali di fondocampo da parte dello spavaldo 19enne, ovvero il rovescio è molto più solido in palleggio; mentre il dritto è il colpo con il quale fa veramente la differenza prendendo le redini dello scambio e il comando delle operazioni. Si va avanti a suon di magie estemporanee e a sprazzi del talentuoso francese, che in verità riesce a trovare una crepa nel tennis del 188 centimetri con lo schema palla corta – pallonetto. Però è troppo poco per mettere in perenne agonia il diabolico Holger, che continua a martellare meravigliosamente. Sul 3-2, Gaston si arrampica sul 30-30 e invoca a più non posso il sostegno del pubblico, che aumenta il ritmo del suo appoggio fino al quel momento già incessante.
Nel frattempo aumentano considerevolmente le folate di vento, ma Rune si dimostra molto maturo e con una testa già da giocatore di livello assoluto. Nonostante la pochissima esperienza a questi livelli – è il suo primo Roland Garros – il n. 40 doma alla grande il tifo contro e le nefaste ondate di vento del dispettoso Eolo. Altro 6-3 in 42 minuti. Rune è imperterrito nel mostrare la sua personalità in tutte le sue sfaccettature, dimostrando che almeno a livello di mentalità il suo livello è già pari con il suo illustre coetaneo Carlitos. Cancella tre palle break nel primo gioco del terzo set, che si era complicato a causa di due doppi falli. Ma sulle possibilità di allungo per l’imprevedibile bleau, sempre la prima in campo per lo scandinavo a dissipare ogni dubbio. L’incontro si mette definitivamente in discesa per il nativo di Copenaghen, con la classica regola del calcio: gol sbagliato, gol subito. Si prosegue con il mancino d’oltralpe che regala sempre soluzioni deliziose, ma che ormai sono solo il frutto dell’instino ed hanno abbandonato qualsiasi forma di ordine mentale e tecnico; e con Holger in totale fiducia e padrone del campo sotto ogni profilo. Il risultato? Un 6-3 che fotografa alla perfezione la dinamite danese, la quale ha fatto un sol boccone dell’istrionico, spettacolare – vale sempre il prezzo del biglietto – ma evanescente francese. Anche se come era accaduto nel primo set, sul 5-1 il classe 2003 si irrigidisce e il n. 74 si trasforma in un gatto randagio che comincia raccattare di tutto. Rinviene sul 5-3, ma poi non può nulla. Rune, invece si prende i suoi primi ottavi di finale Slam con un triplo 6-3.
Il tabellone maschile del Roland Garros 2022
Flash
WTA Miami: Giorgi salva se stessa e la giornata delle italiane. Paolini esce tra i rimpianti
Camila ha bisogno di tre ore e mezza (match più lungo della stagione WTA) per superare Kanepi. Jasmine va vicina al 4-1 nel parziale decisivo contro Bjorklund e poi si fa rimontare

Si è conclusa con una nota positiva una giornata complicata per le tenniste azzurre nel day 1 del Miami Open by Itaù. Dopo la sconfitta di Cocciaretto e quella di Paolini, che ha sprecato un set di vantaggio e diverse altre occasioni (su tutte la doppia opportunità di salire sul 4-1 nel parziale decisivo) nel match contro la qualificata Mirjam Bjorklund, è arrivata quantomeno la soffertissima vittoria di Giorgi che ha avuto la meglio di Kanepi dopo tre set (tutti finiti al tie-break) e 3 ore e 37 minuti di gioco: si tratta del record di durata della stagione WTA. Il match tra la marchigiana e l’estone ha assunto i tratti dello psicodramma quando Camila si è fatta rimontare dal 5-0 nel parziale decisivo per colpa soprattutto dei doppi falli (5 nei due game in cui ha servito per chiudere l’incontro e 14 totali). L’azzurra ha comunque ritrovato la lucidità nell’ultimo tie-break e ha così ottenuto la seconda vittoria in carriera a Miami (la prima risale al 2015) dove aveva perso al match d’esordio in sei occasioni su sette. Al prossimo turno per lei ci sarà Vika Azarenka, battuta già due volte (nel 2014 e nel ’18).
Bjorklund, invece, superando Paolini, ha ottenuto la prima affermazionein un 1000 al primo tentativo, confermandosi bestia nera per le nostre portacolori: ora sono 13 le sue vittorie contro giocatrici italiane a fronte di sole tre sconfitte. Questo è inoltre il suo settimo successo contro una top 100. Per Jasmine si tratta invece della terza eliminazione consecutiva al primo turno dopo quelle di Dubai e di Indian Wells.
C. Giorgi b. K. Kanepi 7-6 (4) 6-7 (4) 7-6 (4)
Primo set – Giorgi si complica la vita ma il tie-break è suo
L’inizio del match di Giorgi è fulminante: l’azzurra serve benissimo concedendo un solo punto nei primi due turni di battuta e brekka Kanepi alla prima occasione utile approfittando di due doppi falli dell’avversaria. Camila ha l’occasione per ipotecare il set già nel quarto game, ma l’estone si salva dopo aver annullato tre palle break. L’azzurra viaggia spedita al servizio, almeno fino al 4-2 quando la sua percentuale di prime in campo si abbassa repentinamente (scendendo ben al di sotto del 50%). Fortunatamente, però, la seconda non le crea troppi problemi e il numero di doppi falli rimane contenuto. Le difficoltà con la prima di servizio continuano anche sul 5-3, ma Camila arriva comunque a un punto dal primo parziale: qui, però, commette un grave errore colpendo un dritto senza appoggiare bene i piedi sul campo. Kanepi, allora, non si fa pregare e picchiando con il rovescio da fondocampo rientra nel set. Sul 6-5 Giorgi ha un’altra occasione per chiudere: l’esito è però uguale a quello del primo set point. Nel tie-break la giocatrice estone si porta in un amen sul 3-0, ma la marchigiana rimane lucida e poi sono due doppi falli dell’avversaria e un nastro fortunoso a portarla avanti: il terzo set point, dopo un’ora un quarto di gioco, è quello buono.
Secondo set – Ancora tie-break ma questa volta Kanepi è perfetta
La prima a servire, dopo un lungo toilet break di Giorgi, è Kanepi: sembra un game interlocutore con Kaia avanti 30-0, ma a Camila basta poco per rimettersi in corsa e arrivare alla palla break. Sulla prima la numero 57 del mondo si salva con l’ace, ma sulla seconda l’azzurra entra nello scambio e sfonda con il dritto. I game tranquilli si succedono fino al 3-2 quando l’estone torna a fare paura in risposta: Giorgi, però, è brava (ace sporco sulla prima palla break) e fortunata (rovescio che sembrava destinato a rete ma che supera il nastro dopo avergli dato un bacino) e resta in vantaggio. Sul 4-3, invece, Camila è incosciente perché in due momenti delicati tira la seconda come fosse una prima: sul 30-30 trova l’ace, mentre sulla parità il doppio fallo. Purtroppo non è nemmeno il solo del game: ne arriva infatti un altro più doloroso (e più sfortunato per via del tocco beffardo del nastro) sulla seconda palla break per Kanepi. Come nel primo parziale c’è quindi da soffrire fino in fondo. Anche perché sul 6-5 per Kaia, la marchigiana deve annullare un set point dopo aver sprecato un vantaggio di 40-15 per guadagnarsi il tie-break. Il livello si alza rispetto a quello del primo, e in particolare è l’estone a giocare bene: la numero 57 del mondo è impeccabile al servizio e, dopo aver ricevuto in dono da Camila il mini-break, si prende il set con una risposta di rovescio che lascia ferma l’azzurra.
Terzo set – Camila scappa via subito ma soffre fino all’ultimo
L’inizio del parziale conclusivo è un film già visto: anche in questo caso, infatti, Kanepi si fa brekkare immediatamente. E lo fa sbagliando tutto il possibile anche di più: due dritti e un rovescio sparacchiati oltre la linea di fondocampo e un doppio fallo danno il vantaggio all’azzurra, senza che quest’ultima metta a segno colpi vincenti. La grande differenza tra i primi due set e questo sta però tutta nel quarto game: finalmente Giorgi riesce infatti ad allungare in modo deciso conquistando il secondo break. In realtà è più Kaia a consegnarsi all’avversaria: l’estone è palesemente a corto di energie e non riesce più a trovare il campo con il dritto, giocato praticamente da ferma. Camila sale così sul 4-0 e poi si porta a un passo dalla chiusura dopo aver tenuto agevolmente il servizio.
Senza il brivido finale, però, non sarebbe un match in linea con la storia della 31enne di origini argentine: il game del 5-1 e poi quello del 5-3 sono da vietare ai giovani di qualsiasi scuola tennis. Giorgi cade infatti nell’incubo dei doppi falli (5 in questi due turni) e fa così rientrare in partita l’avversaria che ha il merito di non regalare nulla in questi due giochi. A rimonta quasi completata, però, l’estone torna a commettere gratuiti figli della stanchezza e concede così un match point ma nemmeno questa è la volta buona: si va avanti. Sul 5-5 Camila interrompe quantomeno la striscia negativa e si assicura il tie-break che comunque non riesce a evitare. Il primo mini-break è dell’azzurra che vince un bel braccio di ferro sulla diagonale di dritto. Quasi incredibilmente, Giorgi amministra il vantaggio senza sbavature e riesce finalmente a porre fine a un match estenuante.
[Q] M. Bjorklund b. J. Paolini 4-6 6-4 6-4
Primo set – Paolini in controllo ma chiude con il brivido
Prima palla break per Paolini che prende subito il vantaggio su Bjorklund: 2 giochi a 0. Tutto molto semplice fino ad ora per l’azzurra che tiene il turno di servizio successivo a 0 ed in soli 9 minuti va a sedersi avanti 3 a 0. Si sblocca ai vantaggi la svedese riuscendo a portare a casa finalmente il primo game: 3-1 Paolini. Entrambe tengono i turni di servizio successivi e Paolini sopra 5-2 va a rispondere per provare a portare a casa il primo set. Ma la numero 149 del mondo non è ancora pronta ad arrendersi e tiene il servizio per accorciare le distanze: 5-3 Paolini che ora può servire per il primo set. Arrivano però le prime due palle del contro break a favore della svedese.
Paolini annulla la prima con un dritto al volo da manuale, e la seconda con un altro dritto vincente. Il nastro protagonista di questo game non aiuta l’azzurra che deve annullare una terza palla del contro-break. Questa volta però la tensione non da scampo a Paolini che commette un fatale doppio fallo e va sedersi sopra 5-4. Ma poco dopo Bjorklund restituisce il favore all’italiana e le regala due palle break, ovvero due set point. Paolini sbaglia la prima ma con grande coraggio porta a casa la seconda: 6-4.
Secondo set – Fuga Bjorklund: Jasmine si ferma a un passo dalla rimonta
Le difficoltà palesate da Jasmine in battuta nella parte finale del primo set si ripresentano anche in avvio di secondo: la svedese trova il giusto timing in risposta e riesce così a entrare bene nello scambio. Dall’altro lato, l’azzurra è meno solida rispetto alla prima mezz’ora di gioco e Bjorklund, che invece ora sbaglia molto poco, ne approfitta per iniziare il parziale con il break. Il momento complicato di Paolini non si esaurisce qui perché anche nel turno di battuta successivo, sul 2-0 per la numero 149 del mondo, abbondano le palle break. La giocatrice di Stoccolma si porta infatti sullo 0-40 ancora grazie a una serie di risposte incisive. Jasmine reagisce annullandole tutte ma poi sulla parità Mirjam effettua un paio di recuperi quasi impensabili e, sulla quinta palla break, la toscana non ha la calma di scambiare e spedisce in rete una palla corta di rovescio. Sulle ali dell’entusiasmo, la svedese domina i suoi turni di servizio contando su un grande feeling con il dritto.
Bjorklund arriva così a servire per il set sul 5-2. La tensione, per lei che è all’esordio in un main draw di un torneo 1000, si fa sentire e Jasmine se ne accorge: l’azzurra spinge sul rovescio dell’avversaria e raccoglie i frutti di questa strategia penetrando poi dall’altro lato. Uno dei due break di svantaggio è così recuperato, ma la svedese ha una seconda opportunità per portare la partita al terzo sul 5-4. Il braccio di Mirjam trema ancora, mentre Jasmin combatte punto su punto e si guadagna l’opportunità per riportare in equilibrio il set. Qui Bjorklund trova il soccorso del servizio e nei due punti successivi mette da parte la tensione pescando due vincenti imprendibili prima con il rovescio e poi con il dritto che le valgono e le fanno meritare il parziale.
Terzo set – Paolini spreca un break di vantaggio. Bjorklund ne ha di più nello sprint finale
Paolini inizia il set conclusivo con il piede giusto tenendo un turno di servizio tanto cruciale quanto complicato: l’azzurra, infatti, tiene alto il ritmo ma la svedese sembra ormai reggerlo nella maggior parte delle occasioni. Questa impressione si conferma anche sull’1-1 con Jasmine che spesso fatica a leggere la direzione del dritto dell’avversaria. Con caparbietà, però, la toscana resta lì e annulla una palla break con un servizio vincente. Da qui Jasmine trova le energie per riprendere in mano il controllo degli scambi e, con grande intensità combinata alla regolarità, si va a prendere di forza il break. Sembra la svolta decisiva del match anche perché la nostra portacolori ha due occasioni per salire sul 4-1: proprio nel momento di consolidare il vantaggio, però, Paolini perde completamente le misure del campo con il dritto in uscita dal servizio. Bjorklund, costantemente incitata dal fidanzato e a tratti anche coach Shapovalov, viene così rivitalizzata dagli errori di Jasmine e ritrova il coraggio per essere aggressiva in risposta: il set torna quindi in equilibrio.
L’italiana sembra comunque avere il controllo della partita e infatti costruisce bene i punti. A mancarle è però la mazzata definitiva. Oltretutto, quando la svedese si trova con le spalle al muro, dal suo cilindro esce sempre fuori un colpo imprendibile, come quando pesca l’ace sulla palla break nell’ottavo game. Dopo l’ennesima occasione non colta, allora, tocca a Mirjam avere l’opportunità per brekkare e un dritto in corsa spedito a rete da Jasmine manda la giocatrice di Stoccolma a servire per il match. La toscana è a corto di energie e infatti è piuttosto passiva in risposta, ma il discorso vale anche per Bjorklund. Paolini ha così due chance per rimandare la fine dell’incontro ma è nuovamente troppo attendista in entrambe le occasioni. Con coraggio, invece, la svedese arriva a match point: il primo è annullato da Jasmine con un dritto vincente dopo un scambio estenuante, mentre sul secondo l’azzurra deve cedere al pressing continuo dell’avversaria. Termina così il torneo di Paolini dopo un primo turno da oltre due ore e venti di gioco che non può non lasciare l’amaro in bocca. Prossima avversaria di Bjorklund sarà Ostapenko.
(con la collaborazione di Margherita Sciaulino)
Flash
WTA Miami: vincono Begu e Mertens, Marino elimina Putintseva
Prima giornata molto tranquilla in Florida, pochi scossoni al tabellone

Prima giornata di incontri del Miami Open e primi verdetti. La giapponese Nao Hibino, proveniente dalle qualificazioni, ha sconfitto in due set (6-3 6-3) la montenegrina Danka Kovinic in 1 h e 12′ di gioco. Una partita in controllo quella giocata dalla Hibino che ha mantenuto costantemente alta la percentuale con la prima palla di servizio (83%). Nel primo set ci sono stati diversi break, sei in tutto, ma quello decisivo lo piazza la giapponese nel nono game che chiude il primo set. Nella ripresa la musica non cambia: Hibino breakka due volte, nel secondo e nell’ottavo gioco, per assicurarsi l’approdo al secondo turno.
Vittoria anche per la romena Irina-Camelia Begu, 6-2 7-5, contro la diciassettenne filippina Alexandra Eala, presente in tabellone grazie ad una wild-card. Dopo un primo set a senso unico, dove nonostante il break iniziale Eala racimola solamente due game, la filippina si riprende nel secondo set. La diciassettenne infatti riesce a strappare il servizio per ben tre volte a Begu che però risponde sempre. La maggior esperienza alla fine premia la romena – in modo particolare nel nono game, molto tirato- che infila il break decisivo sul 5-6 per poi chiudere nel gioco successivo al primo match point utile.
Vittorie nette per Elise Mertens (6-1 6-4 all’americana Parks) e la canadese Rebecca Marino, quest’ultima ha eliminato Yulia Putintseva (7-6 6-2)
Il tabellone aggiornato con tutti i risultati
Flash
Ufficiale: da quest’anno lo US Open in chiaro
SuperTennis trasmetterà l’ultimo Slam stagionale in chiaro gratuitamente, dopo oltre trent’anni

Come già preannunciato la settimana scorsa, lo US Open torna in chiaro sulla televisione italiana dopo 34 anni. Il canale televisivo SuperTennis gestito dalla Federazione Italiana Tennis e Padel annuncia di aver trovato l’accordo con la United States Tennis Association (la federtennis statunitense) per acquistare in esclusiva tutti i diritti media dello US Open, in un accordo pluriennale. Nel comunicato si legge che: “SuperTennis trasmetterà i match più importanti sia in diretta che in differita nell’arco delle 24 ore, mentre, in aggiunta, la piattaforma digitale SuperTenniX darà ai tesserati FITP e ai propri abbonati la possibilità di vedere tutte le partite del torneo in streaming”.
SuperTennis è visibile sul canale 64 del digitale terrestre e sul canale 212 di Sky Sport. SuperTenniX è scaricabile da Google Play, Apple Store e Prime Video ed è visibile gratuitamente da tutti i tesserati FITP o a pagamento dai non tesserati. L’abbonamento costa 3,99 euro al mese o 34,99 all’anno.
“La Federazione Italiana Tennis e Padel prosegue nella sua politica di sviluppo attraverso la promozione del Grande Tennis nel nostro Paese – ha commentato il Presidente Angelo Binaghi – Dopo aver fondato, 15 anni fa, il canale SuperTennis, riportando così il nostro sport nelle case di tutti gli italiani, e dopo aver riaperto una finestra in chiaro su Wimbledon, siamo ora orgogliosi di mettere a disposizione di tutta la vasta platea degli appassionati tricolori un altro dei quattro tornei più importanti del mondo. Gli US Open sono una delle competizioni che di recente ci hanno regalato le migliori soddisfazioni, inclusa la storica finale del 2015 vinta da Flavia Pennetta su Roberta Vinci, e, qualora questa fresca tradizione venga riaffermata nei prossimi anni sotto gli occhi del grande pubblico televisivo nazionale, ritengo che SuperTennis possa così contribuire non solo a promuovere vieppiù il tennis ma anche a incentivare i nostri giocatori a migliorarsi e a guadagnare in popolarità”.
Kirsten Corio, Chief Commercial Officer, USTA: “SuperTennis ha dimostrato di essere una fidata casa dello sport in Italia. Con così tanti giocatori italiani in questa nuova generazione di astri nascenti, è il momento ideale per dare il via a questa nuova collaborazione. Non vediamo l’ora di iniziare il lavoro a fianco di SuperTennis, con il comune obiettivo di accrescere sempre più la visibilità dello US Open”.