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[8] C. Ruud b. [WC] J.W. Tsonga 6-7 (6) 7-6 (4) 6-2 7-6 (0)
No, non doveva finire così. Era un giorno triste già ancor prima che iniziasse la partita, dato che tutti sapevano che questo sarebbe stato l’ultimo torneo – e probabilmente l’ultimo match – della straordinaria carriera di Jo-Wilfried Tsonga. Un giocatore da 260 settimane in top10 (con un best ranking di numero 5, raggiunto a febbraio 2012), capace di raggiungere i quarti di finale in tutti i tornei dello Slam. Il francese, inoltre, è stato uno degli unici tre tennisti a riuscire nell’impresa di battere Nadal, Djokovic, Murray e Federer in questo genere di tornei, oltre che vincitore della Coppa Davis nel 2017 con la sua Nazionale. Tsonga avrebbe certamente meritato un finale diverso. Dato per spacciato fin da inizio partita, era riuscito a vincere il primo parziale e a portarsi vicino da un vantaggio di due set a zero. Subita la rimonta del suo avversario, più giovane, fresco e brillante, il transalpino è andato ad un passo dal quinto set sulle note della Marsigliese, cantata dagli spalti nei momenti importanti dell’incontro. Poi, improvvisamente, ha sentito un forte dolore alla spalla destra, che non gli ha più permesso di giocare come avrebbe voluto e come aveva fatto fino a quel momento. Lasciandogli soltanto lacrime e tanti, tantissimi (e meritatissimi) applausi.
IL MATCH – Fin dalle prime battute Ruud insiste sul rovescio di Tsonga, colpo storicamente debole del francese che, però, non ha la minima intenzione di recitare la figura della comparsa. Tutto il pubblico è ovviamente dalla sua parte ed è proprio lui a costruirsi le prime palle break della partita. Sono due, entrambe in un terzo game da dieci minuti e 14 punti, ma entrambe svaniscono per via di due suoi errori di dritto. La testa di serie numero otto si salva e sale 2-1, portandosi 0-30 nel gioco successivo. Qui però Tsonga è bravo ad affidarsi al servizio per tirarsi fuori da una situazione complicata, evitando scambi prolungati. La volontà del norvegese è invece proprio quella di lavorare ogni palla e di rendere l’incontro quanto più duro possibile sotto l’aspetto atletico. Praticamente Ruud vince tutti i punti sopra i 7-8 colpi, costruendosi la prima opportunità di break in suo favore, ma l’ex numero cinque del mondo chiama ancora in causa servizio e dritto, sventando la minaccia e impattando sul 3-3. Tsonga prova a regalare qualche perla con smorzate improvvise, come una sfornata direttamente in risposta nel nono gioco, ma quando va a servire per rimanere nel set deve sempre rimontare da 0-30. Sia sul 4-5 che sul 5-6, infatti, il transalpino è quasi con le spalle al muro, ma trova nel suo drittone un alleato miracoloso per giungere a fatica al tiebreak. Ad ogni punto conquistato, dalle tribune dello Chatrier parte il coro Tsonga, Tsonga, Tsonga!, che mette per primo la testa avanti si mantiene sempre in vantaggio. Già dal primo punto, infatti, Tsonga trova un gran passante di rovescio sulla riga, e fa sempre più la differenza con il dritto, con cui si procura due set point sul 6-4. L’attuale numero 297 ATP rischia di pagare a caro prezzo un errore di valutazione, lasciando un passante di Ruud che atterra sulla riga e su cui avrebbe potuto intervenire con una comoda volée. Nonostante ciò, sul 6-6 approfitta di un insolito errore del norvegese, chiamando ancora a raccolta il pubblico e chiudendo un eroico primo set (7-6) con l’ennesimo dritto vincente: a fine partita saranno 40.
Anche nel secondo parziale Tsonga continua a credere nell’impresa, giocando in maniera propositiva e procurandosi due break point consecutivi nel quarto gioco, anche grazie ad un brutto errore a rete di un Ruud che sembra fuori dal match. Il norvegese rischia grosso, si salva ed è lui ad arrampicarsi fino al 15-40 nel game successivo, ma il transalpino riesce ancora a salvarsi. Come? Ovviamente con servizio e dritto, le vere chiavi di un match praticamente perfetto per il francese fino a quel momento. È altresì evidente come la testa di serie numero otto non attraversi certamente la sua miglior giornata, sbagliando qualcosa di troppo e non riuscendo, quantomeno in risposta, ad essere incisivo nei punti importanti. Nel settimo game, dopo oltre un’ora e mezza, la resistenza di Tsonga crolla: nuovamente trovatosi sotto 15-40, chiude un game costellato da errori andando fuori giri con il dritto, spedito lungo di metri. È proprio il suo colpo migliore a tradirlo, regalando a Ruud una grande chance per allungare, incredibilmente sciupata dal norvegese. Un grave errore sul 30 pari regala al 37enne di Le Mans la palla del controbreak immediato, poi Ruud lascia tutto il campo scoperto per giocare un dritto non definitivo da posizione defilata e il francese ne approfitta, andando a segno e operando prima l’aggancio, quindi il sorpasso sul 5-4. Senza più grandi scossoni si giunge ancora al tiebreak e, esattamente come nel primo set, è Tsonga ad andare per primo avanti di un minibreak, al termine di uno dei pochi scambi lunghi che riesce a portare a casa. Avanti 2-0, però, il finalista dell’Australian Open 2008 si perde incredibilmente, vincendo solo due degli ultimi nove punti. Decisivi un errore con un comodo dritto in avanzamento e una smorzata larga sul 3-4, che spianano la strada a Ruud per il 7-6 con cui pareggia i conti.
Il terzo set si apre con una volée a campo vuoto mandata lunga da Tsonga, in quello che a tutti gli effetti pare un segnale di resa. Nel secondo game il numero 297 del mondo è chiamato subito ad annullare una palla break, ma si inventa un cross stretto con il rovescio a una mano che ribalta l’inerzia dello scambio e gli permette di non partire subito in svantaggio. Tutti i game sono estremamente combattuti, ma a trovare per primo l’allungo è ancora il numero otto del ranking, che dall’uno pari vince tre giochi consecutivi, tutti ai vantaggi. Prima strappa il servizio al suo avversario nel quarto game, quindi è costretto ad annullare a sua volta una chance che avrebbe permesso al francese di rientrare immediatamente in corsa, riuscendo a portarsi sul 4-1. La fiamma di Tsonga inizia ad affievolirsi, il suo dritto si fa via via meno penetrante (oltre che più falloso) e anche dal servizio il transalpino non ottiene più il prezioso aiuto dei primi due set. L’ex numero cinque del mondo fa più fatica negli spostamenti laterali e regala ancora qualcosa nell’ottavo gioco, concedendo due set point consecutivi a Ruud, che alla prima occasione chiude 6-2 con un vincente di dritto.
Anche nel quarto set la musica non cambia, con la testa di serie numero otto sempre al comando e Tsonga costretto ad inseguire, dovendo subito annullare una pericolosa palla break nel secondo gioco. La wild card transalpina dà la sensazione di avere sempre meno benzina nel proprio serbatoio, eppure sul 2-2 avrebbe una chance molto ghiotta che, però, sciupa. Sul 15-30 infatti, dopo uno splendido rovescio lungolinea, Tsonga sbaglia un comodo dritto sopra la rete, che gli avrebbe consegnato due palle break vitali. Ruud, come sempre fatto fino a quel momento nei momenti importanti, si rifugia nella diagonale sinistra, mandando fuori giri il suo rivale e siglando, nel punto successivo, l’ace che vale il 3-2. Il pubblico, nonostante lo svantaggio, continua a spingerlo quasi ad ogni punto, mentre il francese sorride spesso per il campo, dimostrando di godersi appieno l’ultimo match della sua carriera. Sul 4-3 in suo favore, Ruud viene leggermente beccato da alcuni fischi che piovono dagli spalti, solo per aver voluto controllare il segno di due suoi dritti terminati larghi di un soffio. Entrambi i giocatori lasciano le briciole o quasi in battuta, con Tsonga che, costretto a servire per rimanere nel match, va facilmente avanti 40-0. Qui però qualcosa si blocca nel francese, che sbaglia tutto nei tre punti successivi e si ritrova a due punti dalla sconfitta. Non è tuttavia ancora il momento della resa: non per uno come lui, non per un pubblico che lo ha incitato dal primo punto. Con due prime corpose si porta sul 5-5 e, in maniera del tutto inaspettata, rinasce improvvisamente, procurandosi tre palle break consecutive, grazie anche a due gratuiti di Ruud con il dritto. È il rovescio lungolinea a fare la differenza in questo game, con cui ottiene il primo punto e si costruisce l’ultimo. Tsonga trova un clamoroso break a zero che manda in visibilio le tribune dello Chatrier e da cui sembra ottenere nuova linfa. Sembra, sì, perché quello che pare il preludio di un attesissimo quinto set si tramuta lentamente in uno straziante addio. Al cambio campo, infatti, il 37enne transalpino non si sente bene, mima il gesto di uno strappo muscolare e, quando va a servire per il set, non riesce clamorosamente più a battere. Tsonga prova semplicemente a mandare la palla nell’altra metà campo, servendo anche da sotto pur di giocare i punti, ma la situazione si fa insostenibile. Da quel momento, fino alla fine del match otterrà soltanto più un punto (un gratuito di Ruud in risposta). A farla da padrone sono le lacrime, un mix di frustrazione e tristezza per aver dimostrato di giocare alla pari di un top10 e per la consapevolezza di non poter più proseguire. L’ultimo disperato tentativo è un medical time out sul 6-6, che però non può risolvere i problemi. Durante il tiebreak Tsonga tenta addirittura uno smash con la mano sinistra e, sotto 6-0 e in preda alle lacrime, si dimentica di dover cambiare campo. Non appena vede Ruud avvicinarsi alla sua metà, il francese se ne accorge e il pubblico gli concede l’ultima passerella, applaudendolo incessantemente quasi per voler ritardare il suo ritiro. Il 6-7 (6) 7-6 (4) 6-2 7-6 (0) finale, con cui il norvegese approda al secondo turno (troverà Ruusuvuori) è la cosa certamente meno importante della giornata.
Il meraviglioso abbraccio tra i due giocatori a fine partita dà inizio al commosso saluto dello Chatrier al suo beniamino. A fine partita Tsonga si inginocchia, sporcandosi la fronte di terra rossa quasi come fosse un battesimo, l’inizio per lui di una nuova vita. Intervistato a fine match, un emozionato Ruud capisce perfettamente quanto questo, nonostante la vittoria, non sia il suo momento: “È stato un grande match ma non ne voglio parlare, voglio parlare di Jo. È dura per me dire qualcosa ora, non voglio rovinare questo momento triste per tutti. Lui è stato un’ispirazione per me e tantissimi altri giovani, lo ringrazio di cuore per tutti i ricordi che ci ha lasciato.
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Quando Tsonga raggiungeva la finale in Australia tu avevi nove anni – gli chiede Mats Wilander – che cosa conservi di lui? “Ho tantissimi bei ricordi. Il mio idolo è sempre stato Rafa (Nadal, ndr) e lui l’ha battuto proprio in Australia, in semifinale. Quel giorno ero un ragazzo infelice, ma poi ho capito quanto Jo sia un grandissimo ragazzo, dentro e fuori dal campo. L’esempio perfetto di quello che dovrebbe essere un tennista. Ha sempre regalato grande spettacolo, oltre ad essere una grande persona fuori”.
Prima di dirigersi verso gli spogliatoi, Ruud viene raggiunto proprio da Tsonga, che lo saluta affettuosamente prima che gli venga consegnato un premio di fine carriera (una statuetta con i vari strati del campo dello Chatrier). Poco dopo, il francese viene raggiunto da Amelie Mauresmo, direttrice del torneo ed ex numero uno del mondo WTA nel 2004, oltre alla famiglia e a tutti gli allenatori che lo hanno accompagnato nel corso della carriera. A tenere compagnia a Jo si uniscono anche Gilles Simon, Benoit Paire, Richard Gasquet, Gael Monfils e Pierre-Hugues Herbert, mentre sugli spalti ci sono anche Sébastien Grosjean e Mansour Bahrami.
Giungono poi anche altri calorosi saluti, da quelli di Benjamin Bonzi – nel frattempo impegnato contro Tiafoe – a Andy Murray (“Mancherai tanto al tennis”), Novak Djokovic (“Quanto carisma e personalità, la tua è una grande perdita!), Rafael Nadal (“Hai portato tante belle cose al nostro sport”) e Roger Federer (“Carriera enorme la tua, giocare e perdere contro di te è stato un onore!”). Prima di lasciare la parola al protagonista, sui maxischermi del Philippe Chatrier viene mandato in onda un toccante video che ripercorre tutta la strepitosa carriera di Tsonga.
Dopo tutti i saluti e le celebrazioni, non poteva mancare un lungo messaggio del diretto interessato: “Ho preparato un biglietto perché non ero sicuro di ricordare tutto quello che avrei voluto dire. Durerà tre quarti d’ora! (ride e singhiozza, ndr). Oggi è una grande giornata per me, saluto i miei colleghi e la gente che conosco da quando sono piccolo. Vorrei ricordare tutti quelli che mi hanno accompagnato durante questa splendida avventura, tutte le persone che mi hanno permesso di arrivare dove sono arrivato. Ero soltanto un bambino che sognava di diventare un tennista. Ho avuto l’opportunità e la fortuna di fare quello che volevo e vorrei tanto che tutti i bambini avessero le mie stesse possibilità. Sono stato sostenuto da persone straordinarie, i miei genitori, mia sorella e mio fratello, anche se è impossibile nominare tutti quelli che lo meriterebbero. Devo ringraziare la federazione e tutto il tennis francese, che mi ha accompagnato in questi anni. Grazie a tutti i coach che mi hanno seguito, anche se non è stato facile. Grazie agli sponsor che si sono fidati di me, affiancandomi fino a qui. È stato fantastico affrontare i migliori giocatori di tutti i tempi e una generazione di tennisti francesi strepitosa. Cercherò di rimanere attivo, continuando a fare del mio meglio. Ci sono stati giorni buoni e altri meno buoni, anche nel rapporto con i media. In certi momenti sono stato un giocatore svizzero, in altri francese e in altri ancora un giocatore con papà congolese. Un giocatore bianco e uno nero, uno giovane e uno vecchio, persino un padre. Sono stato tante cose, però voglio comunque ringraziare i media per quello che mi hanno dato. Ho imparato tanto nel mio viaggio nel tennis, è stata un’avventura formidabile. Sono di fronte a voi senza la racchetta, la mia migliore amica per 20 anni. La mia famiglia è ora divenuta la mia più grande priorità, spero che tutti mi apprezzino come io apprezzo loro. Grazie tennis, ti amo!”.
Grazie a te, Jo. Di cuore.