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Come già detto, la seconda parte delle conferenze stampa di Novak Djokovic al Roland Garros è dedicata ai giornalisti di lingua serba ed il clima è generalmente più rilassato. Arrivano perciò anche domande un po’ diverse dal solito, al quale Nole risponde in genere molto volentieri. È successo anche dopo la vittoria su Schwartzman, nella quale gli è stato chiesto a quali strumenti paragonerebbe Roger Federer, Rafa Nadal e se stesso. “Beh, per Roger sceglierei il violino, per Rafa un tamburo elettrico” risponde praticamente subito, mentre ci mette un po’ a scegliere quello che lo rappresenterebbe meglio. “Per me… un insieme di strumenti, una combinazione” risponde ridendo, ma poi accoglie il suggerimento di un altro giornalista serbo “In effetti, sì, il sax. Il sax si adatta ad ogni tipo di musica” aggiunge con un sorriso.
Si finisce con una domanda sui suoi ricordi più lontani del Roland Garros. “Mi è un po’ difficile rispondere, come ho detto spesso i ricordi più vividi di quando ho iniziato a giocare sono legati a Wimbledon. Ma mi ricordo che mi divertivo a veder giocare qui Guga Kuerten. Non ero così piccolo, avevo già dieci anni quando ha vinto la prima volta, ed ero quasi un adolescente quando vinse di nuovo. Mi era piaciuto molto quando aveva disegnato il cuore con la racchetta. Ed è perciò a lui che mi sono ispirato quando ho vinto qui nel 2016, ho fatto la stessa cosa perché mi sembrò il modo più giusto per festeggiare una vittoria che per me valeva tantissimo. E prima mi ricordo anche di Berasategui, che tutti noi ragazzini ci chiedevamo come potesse colpire il dritto con quella impugnatura estrema, e che qui è arrivato in finale (nel 1994, battuto da Bruguera, ndr)”.