Federer, Nadal, Djokovic, Murray… e Cilic. Tra i giocatori in attività solo questi cinque sono riusciti ad arrivare in semifinale in tutte le prove del Grande Slam. I primi quattro, ça va sans dire, hanno disputato anche le finali in tutti i Major, mentre il quinto proverà ad entrare anche in questo sottogruppo d’élite domani, quando giocherà contro Ruud per guadagnarsi l’atto conclusivo di domenica. Il valore del risultato e della carriera di Marin Cilic, che ieri ha sconfitto Rublev in cinque set conquistando la prima semifinale della carriera a Parigi, sta proprio nella possibilità di accostare il suo nome a quelli di chi ha accumulato successi su successi negli ultimi due decenni. Nonostante la vittoria allo US Open nel 2014, le finali a Wimbledon e in Australia (2017 e ‘18) e il successo in Coppa Davis quattro anni fa, il croato spesso è stato meno considerato rispetto non solo ai magnifici quattro sopra nominati, ma anche ad altri che hanno ottenuto più o meno (più meno che più) i suoi stessi risultati.
Per questo motivo, nella conferenza stampa seguita alla vittoria su Rublev, il nostro direttore Scanagatta (qui il suo editoriale in cui parla anche di Cilic) ha chiesto a Marin se nel corso della sua carriera si sia sentito trascurato o addirittura snobbato dai media per via del dominio dei Fab 4 prima e dei Big 3 poi, nonostante sia a tutti gli effetti “uno dei migliori giocatori degli ultimi 10 anni”.
Questa la risposta dell’ex numero 3 del mondo: “Sono contento di fare meno conferenze stampa. Sono felice con meno giornalisti. Devo dire che è stato fantastico in questi ultimi due mesi: in ogni torneo nessun media… sto scherzando! Non sono dispiaciuto per come sono andate le cose, erano sempre quei ragazzi sotto i riflettori, in cima al gioco per così tanti anni. Guardando la mia carriera ho avuto ovviamente grandi successi e vinto tanto. Ma se mi confronto con i top, non sono stato così continuo. Ho avuto tre o quattro stagioni incredibilmente buone, incredibilmente costanti, ma sono stato un po’ dentro e un po’ fuori. Non mi interessa troppo essere al centro dell’attenzione o no. Cerco di sfruttare le opportunità che mi si presentano quando posso, di dare il massimo, così che quando smetterò sarò assolutamente orgoglioso di quel che ho fatto. Se dovrò fare qualche conferenza stampa in più, va bene, le farò! (sorridendo, ndr)”
Parlando del match vinto poco prima, Cilic ha detto che “è stato un incontro molto difficile da un punto di vista fisico e mentale, e anche di grande qualità da parte di entrambi: Andrey ha giocato su livelli molto alti. Fortunatamente il mio servizio è stato fantastico (33 ace, ndr). È stata una grande battaglia, emotivamente estenuante”. Gli è stato poi chiesto del suo prossimo avversario, Ruud, che in quel momento era ancora in campo contro Rune: “Ho giocato contro Casper due volte (perdendo in entrambe le occasioni, a Roma nel 2020 e l’anno scorso a Toronto, ndr). Direi che è uno dei migliori giocatori del circuito, specie sulla terra dove ha vinto tanti titoli negli ultimi 12 mesi. Sarà molto difficile, ma dovrò concentrarmi sul mio gioco”.
Non sono mancate le domande sul suo passato e su quello che potrebbe essere un grande ritorno alla vittoria in uno Slam dopo quella del 2014 a New York. Marin ha però evitato discorsi ipotetici: “In questo momento non sto pensando a niente che sia troppo in là, ma solo a giocare partita dopo partita. Per giocarmela con questi avversari devo semplicemente rimanere con la testa bassa”. Godersi la vittoria è però assolutamente ammesso, a maggior ragione se ci si può vantare di essere al pari dei Fab 4: già in conferenza il croato sapeva di essere diventato il quinto giocatore in attività capace di fare semifinale in tutti gli Slam.