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Si dice che ci si rende conto del valore di una cosa solo quando la si perde. Può venir in mente, parlando di Wimbledon, l’unicità di non giocare la domenica di mezzo, un qualcosa che si è sempre dato per scontato, che da quest’anno cambierà: infatti, come in tutti gli altri Slam, anche i Championships faranno giocare una metà di tabellone nella prima domenica, rimuovendo una storica specificità inglese. E rimanendo in ambito storico, c’è un’altra notizia, riguardante l’aspetto di sponsorizzazioni ed economia, su cui posare lo sguardo: la fine della partnership con la celebre bevanda Robinsons, uno dei soft drink più amati, che accompagnava ogni edizione di Wimbledon ormai dal 1935, certamente sfruttando anche la visibilità di comparire in primo piano sulla seggiola dell’arbitro e sui posti dei giocatori in mondovisione.
Come riportato dal sito SportBusiness, il marchio (dal 1995 appartenente alla più grande industria Britvic) e il torneo dopo 86 anni (quindi sin dalla nascita di Robinson), si sono separati, portando dunque a un cambiamento nel soft drink ufficiale di Wimbledon. Segno dei tempi che cambiano, diranno in molti, l’interruzione di uno dei sodalizi sponsor-torneo più lunghi della storia dello sport. Addirittura ogni anno l’azienda preparava delle “limited edition” di bevande appositamente per il torneo di Church Road, che innalzava le vendite sensibilmente. Basti pensare che nel 2009, anno di una delle finali più epiche di sempre tra Federer e Roddick, il marchio Robinsons guadagnò 307 milioni di sterline. Coincidenze? I succhi di frutta saranno sicuramente buoni, ma anche vederne il nome per quasi 5 ore di tennis in un torrido pomeriggio di luglio, dopo 2 settimane con la stessa esposizione, può aiutare le vendite. Un addio forse non tanto celebrato, ma che certamente pone un altro tassello verso il futuro lasciandosi gradualmente alle spalle parte del passato.