Wimbledon, Gauff e la sentenza sull'aborto: "Sto male per le donne di oggi e per quelle del futuro"

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Wimbledon, Gauff e la sentenza sull’aborto: “Sto male per le donne di oggi e per quelle del futuro”

“Questa decisione ci riporta indietro nel tempo”, così la 18enne di Atlanta, dopo aver parlato del problemi armi durante il Roland Garros, si esprime sul tema aborto e sul ban russe e bielorusse. “Quelle con cui ho parlato, di certo non supportano ciò che accade in Ucraina in questo momento”

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Coco Gauff - Mutua Madrid Open 2022 (PHOTO- ANGEL MARTINEZ : MMO)
 

Nella settimana che precede Wimbledon, gli Stati Uniti hanno riscritto la loro storia in negativo con la decisione della Corte Suprema che ha abolito la sentenza Roe vs. Wade con cui nel 1973 aveva legalizzato l’aborto negli Stati Uniti d’America. Una decisione che riporta l’orologio indietro nel tempo e che ha suscito veementi reazioni a livello globale, in primis dal presidente Biden che ha dichiarato tale decisione devastante e dolorosa.

Una notizia di tale portata non poteva che fare il giro del mondo in pochi minuti e diventare argomento anche del media day, considerando che gli Stati Uniti sono una delle principali nazioni del tennis femminile con 8 atlete tra le prime 50 e la presenza a Wimbledon di Serena Williams.

Proprio la 23 volte campionessa Slam è stata una delle prime a finire davanti ai microfoni dei giornalisti e una domanda su questo tema non poteva mancare; tuttavia la 40enne Williams, alla richiesta di esprimere una sua opinione sulla sentenza Roe vs. Wade, ha optato per il maggior distacco politico possibile: “Penso che sia una domanda molto interessante. Non ho un’opinione che sono pronta a condividere in questo momento su quella decisione”.

Chi non hai mai avuto paura di esprimere i propri pensieri nonostante la giovane età è la finalista del Roland Garros 2022, Cori Gauff. La diciottenne di Atlanta già durante lo slam parigino aveva parlato dei problemi che attanagliano gli Stati Uniti, in particolare quello delle armi. Questa volta  la giovane tennista a stelle e strisce ha detto la sua sulla triste sentenza, senza tuttavia dimenticare il tennis giocato.

D. Pensi che la finale sia alla tua portata come a Parigi? Ha qualche idea sulla decisione della Corte Suprema di ieri negli Stati Uniti?

COCO GAUFF: La prima domanda, sì, ogni torneo a cui partecipo credo di poterlo vincere. Penso che ovviamente avere i buoni risultati in queste ultime settimane, specialmente agli Open di Francia, incrementi ancora di più la mia fiducia.

Per rispondere alla seconda domanda, ho pubblicato un tweet. Sono ovviamente delusa dalla decisione presa. Ovviamente mi sento male per le donne di oggi e per quelle del futuro, ma sto anche male per chi ha protestato per questo [diritto], non so nemmeno quanti anni fa, ma hanno protestato per questo e ora devono vedere che quella decisione è stata ribaltata.

Penso solo che la storia si ripeta. Almeno da quanto ho letto e ricercato, sento come l’aver annullato questa decisione, ci stai riportando indietro nel tempo.

Non solo questa decisione è un segno per quanto riguarda i diritti riproduttivi, ma sento anche che in qualche modo apra la strada a invertire forse [le decisioni] su altre cose su cui abbiamo lavorato – non personalmente, ma le persone in passato hanno lavorato così duramente per cambiare le cose.

Voglio comunque incoraggiare le persone a usare la loro voce e a non sentirsi troppo scoraggiate per questo perché possiamo sicuramente apportare un cambiamento e, si spera, il cambiamento accadrà.

D: Come riesci a bilanciare le emozioni, la frustrazione e la rabbia, la delusione che provi attraverso il tuo tweet su questa notizia mentre cerchi ancora di rimanere concentrata, essendo l’inizio del torneo così vicino?

COCO GAUFF: Per tutta la mia vita ho sempre bilanciato questo aspetto. Ovviamente ora ho una platea molto più grande di quando ero più giovane, ma già parlavo di questi problemi. La mia famiglia mi ha cresciuto così.

Per quanto riguarda il bilanciamento. Ho sempre fatto un ottimo lavoro nel separare il mondo dal tennis quando sono in campo, perché sul campo è come la mia via di fuga da tutto quanto. Durante il torneo, probabilmente spegnerò il telefono e forse non vedrò molto [di quello che accade fuori]. La stessa cosa è successa agli Open di Francia quando ho parlato di violenza armata. Quindi sicuramente non penso influirà sulle mie prestazioni. Sento che mi alimenta di più perché so che più vinco, più avanti vado nel torneo, più persone guardano, più persone possono ascoltare il mio messaggio. È quasi come carburante che mi spinge a fare meglio.

D: Cosa pensi del fatto che Serena è tornata qui a Wimbledon ad un anno di distanza?

COCO GAUFF: Sono contento che sia tornata. Ovviamente è una persona che ammiro. È davvero incredibile che giochi ancora ai massimi livelli. Ricordo di aver visto quella partita un anno fa. Guardando da esterna, ho pensato che forse quella sarebbe stata l’ultima volta che l’avremmo vista giocare a Wimbledon. Come giocatrice, sappiamo tutti che è alla fine della sua carriera e non sai quante altre volte la vedrai in campo. Penso che ogni volta che partecipa a un torneo, è sempre una contendente per la vittoria, anche se non gioca da un anno. Sono entusiasta di vederla giocare.

D: Cosa pensi della decisione del torneo sui giocatori russi e bielorussi e della risposta del circuito in merito ai punti in classifica?

COCO GAUFF: Mi sembra di comprendere entrambe le parti della situazione. Per me è una decisione difficile solo perché in campo femminile conosco molte atlete bielorusse e russe. Almeno quelle con cui ho parlato, di certo non supportano quello che sta succedendo in Ucraina in questo momento. Ma comprendo anche il tentativo di esercitare pressioni globali sul governo russo affinché si ritiri dall’Ucraina, lo sport può in qualche modo avere un impatto su questo.

Per quanto riguarda i punti in classifica, in realtà, non ho abbastanza informazioni in merito perché stavano prendendo la decisione durante gli Open di Francia e non volevo davvero essere coinvolta durante il torneo. Quindi ho detto ai rappresentanti del consiglio dei giocatori, almeno quando hanno chiesto la mia opinione, di fare quello che si sentivano. Semplicemente non era qualcosa che volevo affrontare durante il torneo perché mi sento come se fossi ancora una nuova nel tour e di non sapere completamente come funziona. Mi sentivo come se non avessi abbastanza informazioni per dire questo è quello che dovreste fare a giocatori che sono stati nel tour per più di 10 anni. Ho detto, ragazzi fate quello che pensate sia meglio per quanto riguarda i punti in classifica.

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