Wimbledon: Fritz quasi ingiocabile, Gasquet sciupone. Garin "ringrazia" Berrettini

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Wimbledon: Fritz quasi ingiocabile, Gasquet sciupone. Garin “ringrazia” Berrettini

Taylor Fritz raggiunge il quarto turno a Wimbledon per la prima volta in carriera, giocando un match praticamente perfetto. Avanti anche De Minaur

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Taylor Fritz- Wimbledon 2022 (foto: twitter @wimbledon)
Taylor Fritz- Wimbledon 2022 (foto: twitter @wimbledon)
 

La sesta giornata di Wimbledon si apre con la vittoria di Cristian Garin su Jenson Brooksby. Il cileno disputa un gran match per prevalere sulla testa di serie numero 29 e approdare agli ottavi di finale per il secondo anno consecutivo. Nel 2021 era stato fermato dal futuro campione Novak Djokovic, mentre dopodomani lo attende Alex De Minaur. Garin parte meglio, annullando tre palle break e salendo subito sul 3-0. Nell’ultimo game del set arriva un nuovo break che gli vale il primo parziale, archiviato sul 6-2. Il numero 43 del mondo continua a mantenere il controllo delle operazioni e, dopo uno scambio di break in avvio, trova quello decisivo nel quarto gioco, che conserverà fino al 6-3 del secondo set. Emblematici i dati dei primi due set, con 28 vincenti a 8 in favore del cileno (che ha anche più gratuiti, ma alla fine non peseranno eccessivamente nell’economia del match). Brooksby prova una reazione nel terzo, strappando il servizio a Garin nel secondo e nel sesto game e accorciando con un netto 6-1, e nel quarto ha più di una chance per portarsi avanti. Dopo aver rintuzzato il tentativo di allungo del cileno in avvio, il numero 29 del seeding ha tre opportunità di break nel quinto game, ma Garin le cancella tutte e rimane avanti. Al servizio per rimanere in partita (sotto 4-5), Brooksby concede un match point e il numero 43 ATP lo sfrutta subito, chiudendo 6-2 6-3 1-6 6-4 con un dritto vincente e regalandosi inaspettatamente la seconda settimana. Chissà come sarebbe cambiato il suo torneo se, al primo turno, anziché Elias Ymer avesse affrontato Matteo Berrettini

Agli ottavi per Garin ci sarà come detto Alex De Minaur, che sul Campo 1 elimina anche il penultimo britannico rimasto in gara, lasciando il contingente di casa orfano del solo Cameron Norrie. Liam Broady infatti, nonostante le chance nel terzo set, cede 6-3 6-4 7-5. La testa di serie numero 19 è sostanzialmente perfetto nel primo parziale, in cui cede appena tre punti al servizio – 14/14 con la prima – e fa registrare 12 vincenti (contro l’unico del suo avversario). Il secondo è leggermente più equilibrato, ma nel quinto game Broady perde nuovamente la battuta e De Minaur conserva il break fino alla fine del set. Molto più combattuto invece il terzo, in cui il britannico cede il servizio in apertura, ma rimane sempre attaccato al suo avversario. Al momento di chiudere, l’australiano concede al suo avversario due possibilità di rientrare nel match, venendo agganciato sul 5-5. Broady, però, subisce un nuovo break nell’undicesimo game e, in quello dopo, non sfrutta quattro break point che lo avrebbero mandato al tiebreak. Il terzo match point è quello buono per il Demon, che raggiunge Garin agli ottavi. Meravigliosa, a fine partita, la standing ovation che il Campo 1 dedica alla wild card di casa.

Tornerà a casa con ben più rammarico Richard Gasquet, eliminato in quattro set da Botic Van De Zandschulp. Il francese ha infatti almeno un set point nei primi tre set, ma di questi vincerà solo il secondo. Nel primo, in vantaggio 5-2, perde cinque game consecutivi, non sfruttando sul 5-3 e servizio ben cinque opportunità di chiudere. Nel secondo parziale, invece, l’olandese non sfrutta due break point consecutivi nel terzo gioco e cala vertiginosamente, perdendo gli ultimi quattro game del set. Al 7-5 della prima frazione Gasquet risponde con il 6-2 del secondo set, ma la partita si decide al tiebreak del terzo. Dopo uno scambio iniziale di break, infatti, i due giocatori difendono senza eccessive difficoltà i rispettivi turni di battuta. Il primo ad avere un set point è Van De Zandschulp, sul 6-5, ma sul proprio servizio l’ex numero 7 del mondo vince i successivi due punti, andando a sua volta ad un solo punto dal conquistare il set. Con un grave errore di dritto, però, il transalpino mancherà l’occasione, perdendo il set e cedendo poi definitivamente nel quarto, con due break subiti a zero – consecutivamente. Finisce 7-5 2-6 7-6 (7) 6-1 in favore di Van De Zandschulp, che magari darà uno sguardo all’ultimo match sul Center Court: il suo prossimo avversario, infatti, sarà uno fra Lorenzo Sonego e Rafael Nadal.

 

Merita una menzione speciale il match quasi perfetto di Taylor Fritz, che specialmente nei primi due set fa registrare numeri clamorosi contro il povero Alex Molcan. Il “quasi” è stato inserito soltanto per via del piccolo calo nel terzo set, che ha comunque soltanto rimandato di una manciata di minuti l’esito di una partita mai in discussione. Il primo parziale dura appena 26′, perché nei suoi turni di battuta lo statunitense è impeccabile. Zero (!) punti concessi in cinque game (e solo due seconde in tutto il set) sono lo specchio perfetto di un Fritz travestito da Isner, che grazie al break ottenuto nel quinto gioco chiude 6-4 e si avvia con decisione verso il secondo, dove sale immediatamente 4-0. Molcan non gioca nemmeno male, ma in risposta non ha mai una reale opportunità e anche nei game di servizio fatica a tenere il ritmo imposto dal suo avversario, che è semplicemente ingiocabile. 22 vincenti a 7 e uno spaventoso 27/28 con la prima sono solo alcuni dati impressionanti del 6-4 6-1 iniziale con cui Fritz investe Molcan.

Il monologo dello statunitense potrebbe avere il suo gran finale nel nono game del terzo set, quando la testa di serie numero 11 va a servire per il match. Qui, però, lo slovacco trova inaspettatamente il suo primo break dell’incontro, mandando il set al tiebreak. Il numero 14 del ranking, tuttavia, è bravo a cancellare immediatamente quanto accaduto in precedenza, archiviando poi il match sul 6-4 6-1 7-6 (3) e raggiungendo il primo ottavo di finale a Wimbledon. Ad attenderlo ci sarà Jason Kubler, che ha vinto la battaglia tra qualificati contro il redivivo Jack Sock. L’australiano, la cui carriera è stata più volte a rischio per via di un infortunio al ginocchio, si è imposto 6-3 al quinto e dopodomani cercherà l’impresa.

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Roland Garros day 10 LIVE: i quarti si aprono con Muchova-Pavlyuchenkova

La diretta scritta di martedì 6 giugno: si aprono i quarti di finale

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Court Suzanne Lenglen con la struttura del tetto - Roland Garros 2023 (foto Roberto Dell'Olivo)


11.42 – Pavlyuchenkova recupera il break, siamo 3-3 nel primo set

11.19 – Muchova è avanti di un break: 2-1 e servizio

11.00 – Sul Court Philippe Chatrier stanno scendendo in campo Muchova e Pavlyuchenkova per il primo quarto di finale femminile.

Cari appassionati e appassionate di tennis, benvenuti alla diretta scritta di questo martedì 6 giugno dal Roland Garros 2023. Con oggi si aprono i quarti di finale dei tabelloni di singolare maschile e femminile. Il programma si apre alle 11 sullo Chatrier con il duello tra Muchova e Pavlyuchenkova.

 

QUI IL PROGRAMMA DI MARTEDI’ 6 GIUGNO

QUI L’EDITORIALE DI UBALDO SCANAGATTA: Roland Garros – Il dubbio è: Djokovic è sempre lui o no? Se lo è la probabile semifinale Djokovic-Alcaraz sembrerà una finale anticipata

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Roland Garros: Miyu Kato, squalificata nel doppio femminile, gioca e vince nel misto. Ma piange in conferenza stampa. E Sorribes Tormo…

La giapponese abbandona in lacrime la conferenza stampa. Sorribes Tormo: “io e Bouzkova non abbiamo fatto nulla di male”

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Quanto occorso domenica 4 giugno alla coppia Kato-Sutjiadi, che è stata come è noto squalificata dal torneo di doppio femminile del Roland Garros a causa di una pallina che, colpita dalla giapponese, ha accidentalmente centrato una raccattapalle alla testa, tiene banco anche nelle ultime ore attraverso le dichiarazioni (o i silenzi) di alcune delle protagoniste.

Il caso è stato senza dubbio controverso soprattutto perché è parso subito chiaro che nell’atteggiamento dell’atleta asiatica non sussistessero violenza o nervosismo, né il punteggio ne suggeriva i presupposti. Si è trattato in sostanza di un momento sfortunato, così come a volte per fortuna da un gesto dettato da nervosismo non succede nulla di grave (ricordiamo anche la pallata di Tsitsipas, esasperato dai trick di Kyrgios durante lo scorso Wimbledon).

Accade così che alla mortificata Miyu Kato venga concesso lunedì di giocare nel doppio misto, torneo dove è in corsa in coppia con il tedesco Tim Puetz. I due, opposti nei quarti di finale al duo brasiliano Stefani-Matos, hanno per la cronaca guadagnato l’accesso alle semifinali con un successo in due set per 7-6 6-2.

 

Durante la conferenza stampa di prassi, mentre il tedesco stava parlando del match vinto, Kato, sicuramente non abituata a tante attenzioni e su un caso così negativo per lei, ha cominciato a piangere e ha abbandonato la sala senza profferire verbo.

Passando alla coppia femminile che ha beneficiato del default, Sara Sorribes Tormo è stata sollecitata sull’argomento dopo il suo match di singolare perso con Haddad Maia e ha risposto laconicamente: “è sicuramente stata una situazione spiacevole. Anche per me e per Marie Bouzkova e stata dura sentire tutto quello che è stato detto. L’unica cosa che noi abbiamo fatto è stato andare dal giudice arbitro e spiegargli cosa era successo.

Poi abbiamo detto che la ragazza stava piangendo e che noi eravamo spaventate. La ragazza non aveva visto la pallina arrivare. Per il resto ha deciso tutto il supervisor, noi non abbiamo fatto nulla di male, è l’unica cosa che posso dire su quanto accaduto”. Sorribes Tormo e Bouzkova avevano avuto l’atteggiamento di chi sollecitava arbitro e supervisor a prendere la decisione di assegnare loro il match a tavolino e questo ha fatto sì che sui social abbiano ricevuto offese e attacchi di ogni tipo.

In ogni caso, la presenza di Kato nel torneo di doppio misto ci fa pensare a una soluzione intermedia che riconosce delle attenuanti alla tennista giapponese e forse implicitamente individua qualche responsabilità in carico al giudice di sedia, che non si è accorto dell’accaduto e non si è sincerato delle condizioni del raccattapalle.

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Editoriali del Direttore

Roland Garros – Il dubbio è: Djokovic è sempre lui o no? Se lo è la probabile semifinale Djokovic-Alcaraz sembrerà una finale anticipata

Djokovic ha perso una sola volta con Khachanov, Alcaraz mai con Tsitsipas. Ancora rimpianti per la sconfitta di Sonego. E Rune si conferma un gran maleducato

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Un brutto e triste risveglio, come ho detto anche nel video, ritrovarsi al Roland Garros senza un tennista italiano da seguire nei tabelloni principali.

Ci siamo fermati agli ottavi, e a domenica, con i due Lorenzo, Musetti e Sonego. E i rimpianti soprattutto per la partita di Sonego ci sono e tanti. Poteva vincere sia secondo sia terzo set, con un pizzico di fortuna in più e oggi sarei qui a presentare il match Sonego-Djokovic invece che ad aspettare di constatare se Djokovic è ancora lui.

Se Nole fosse ancora il vero Nole probabilmente anche il miglioratissimo Khachanov, non avrebbe via di uscita. Il russo  è stato battuto dal serbo 8 volte su 9 è l’unica volta che vinse fu a Bercy, il torneo dove non sai mai se chi lo gioca va lì perché ci deve andare, ma se è ormai qualificato per le finali ATP che cominciano di lì a pochi giorni si impegna il giusto.

 

Se Nole non fosse il vero Nole beh, allora anche Sonego avrebbe potuto giocare le sue carte.

Ma dei se e dei ma sono piene le fosse e ci tocca soltanto sperare che le cose vadano meglio sull’erba di quanto sono andate sulla terra battuta, una volta nostro terreno di maggior raccolta.

Da qualche anno a questa parte però, Berrettini bi-campione al Queen’s e finalista a Wimbledon, Sinner nei quarti in Church Road, forse otteniamo migliori risultati oltre Manica.

Intanto contro lo scorrettissimo Rune Francisco Cerundolo ha dimostrato che Sinner non aveva perso a Roma da un pisquano qualsiasi.

Magra consolazione, direte, ma pur sempre consolazione. Mi è sembrato davvero poco competitivo, anche se è stato un break avanti nel secondo set, Grigor Dimitrov con Zverev. Il bulgaro che aveva lasciato soltanto 8 game a Altmaier, sarebbe stato più competitivo e determinato contro Sinner? Non lo sapremo mai.

Piuttosto quanti avevano dato per molto probabile l’approdo di Jannik ai quarti di finale, non avevano fatto i conti con il recupero di Sasha Zverev, il quale ora non giocherà più da n.3 del mondo, ma nemmeno da n.27 come è adesso.

Insomma questo Zverev sarebbe stato un osso duro anche per un buon Sinner. Era la zona ancora più bassa, quella dove si è infilato Etcheverry,quella che avrebbe potuto essere un buon terreno da conquistare, grazie anche al k.o. di primo turno di Daniil Medvedev.

Ma Sinner era piazzato più, fra Dimitrov e Zverev, quindi è inutile piangere sul latte versato altrove. L’argentino ha dominato Nishioka quindi non sarà un avversario comodissimo neppure per il risorto Zverev.

Ma non c’è dubbio che il quarto più interessante della metà bassa lo giocheranno nella giornata di mercoledì Ruud e Rune, con il danesino che vorrebbe ripetere il risultato della semifinale di Roma, dopo che dal norvegese aveva perso 4 volte su 4. Intanto non si è fatto né in qua né in là quando si è trattato di “rubare” un punto importante ai danni di Cerundolo. Aveva fatto rimbalzare la palla due volte e lo sapeva benissimo. Si è preso il punto con la complicità dell’arbitro dalla voce baritonale ma distratto.

Io penso però che il vincitore del torneo uscirà dalla metà alta del tabellone. Oggi si affrontano Djokovic e Khachanov e in serale Alcaraz e Tsitsipas, con i primi che hanno dominato i confronti diretti: 8-1 come già detto il serbo sul russo, 4-0 lo spagnolo sul greco,.

Se Djokovic batte Khachanov vuol dire che sta bene e che allora la probabile semifinale  Alcaraz-Djokovic potrebbe essere presentata con un po’ di spregiudicatezza come una finale anticipata. A Roma Djokovic perse da Rune, ma non era il vero Djokovic.

Per quanto riguarda il torneo femminile dall’alto in basso abbiamo questi accoppiamenti nei quarti: Swiatek-Gauff (che fu la finale lo scorso anno), Haddad Maia-Jabeur – e qui c’è almeno un po’ di fantasia geopolitica, una polacca contro un’americana, una brasiliana contro una tunisina –mentre nella metà bassa e in campo oggi ci sono tutte tenniste dell’Europa dell’Est, Muchova e Pavlyuchenkova – con la prima che ha fatto stragi di azzurre (Trevisan e Giorgi) e la seconda che 2 anni fa fece finale qua ma oggi è n.333 WTA perché è stata a lungo infortunata – Svitolina e Sabalenka per un altro duello che si concluderà senza una stretta di mano.

La Svitolina, un po’ perché sposata con Gael Monfils e mamma di un erede nato ad ottobre, un po’ perché ucraina, è stata adottata dal pubblico francese come se fosse nata e cresciuta sugli Champs Elysées. Se dovesse vincere la porterebbero sotto l’Arco di Trionfo. Intanto ieri ha riservato alla Kasatkina lo stesso trattamento rivolto alla Blinkova. Nessuna stretta di mano. La Kasatkina non si faceva illusioni ma c’è rimasta male, sia per il comportamento orribile del pubblico francese, sia per il mancato gesto della Svitolina perché lei in fondo è stata una delle poche russe che ha provato a esporsi un po’. Cosa che non ha fatto, ad esempio, la bielorussa Aryna Sabalenka che anzi –sulla scia di Naomi Osaka – è riuscita convincere i deboli organizzatori a riunire un gruppo qualificato di giornalisti scelti dalla stessa organizzazione. Non avrebbe dovuto essere tollerato. Ma i giornalisti oramai sono tutti talmente appiattiti che nessuno osa più opporsi a niente. Del resto basta leggere le domande le trascrizioni delle domande fatte ai tennisti per rendersi conto di quanto l’autonomia, la indipendenza dei giornalisti, la loro personalità sia scaduta.

E’ responsabilità dei vari organismi che gestiscono il tennis questa assenza di un minimo di verve nelle conferenze stampa. I giocatori vengono istruiti per non dire nulla di interessante e ci riescono benissimo. Negli altri sport non è così. Poi ci si lamenta se nel tennis, in parallelo con il progressivo e inevitabile prepensionamento dei FabFour,  mancano le personalità. Quelle che ci sarebbero vengono soffocate. E va a finire che le sole interviste che vengono lette ovunque sono quelle “inarrestabili” di Kyrgios che gioca pochi mesi l’anno, cioè quando gli va.. 

E’ un errore, anche culturale, di chi si occupa della comunicazione del nostro amato sport. Si sentono dire solo le cose più scontate, ammantate di dichiarazioni politically correct. Sandra Mondaini, pace all’anima sua, direbbe al suo Raimondo Vianello: “Che noia che barba, uffa che noia che barba!”.

Vabbè, oggi ero di cattivo umore e vi ho spiegato perché. Agli azzurri impegnati nelle fasi finali dei grandi tornei, ormai mi ci ero abituato. Non vorrei tornare a …digiunare come mi è toccato fare per 40 anni. 

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