Wimbledon, Jabeur: "Mi chiamano Ministro della felicità, è bello poter essere una fonte di ispirazione"

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Wimbledon, Jabeur: “Mi chiamano Ministro della felicità, è bello poter essere una fonte di ispirazione”

La prima finalista araba della storia commenta in conferenza stampa le sue sensazioni non soltanto sulla vittoria, ma sul come si senta a rappresentare un’intera popolazione

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Ons Jabeur - Wimbledon 2022 (Twitter - @WTA)
Ons Jabeur - Wimbledon 2022 (Twitter - @WTA)
 

Wow, è incredibile! Ora manca solo l’ultimo step, spero tanto di poter vincere il titolo”. Comincia così la conferenza stampa di una Ons Jabeur raggiante, prima giocatrice araba di sempre a raggiungere una finale Slam. Per arrivare a questo punto, la tunisina ha sconfitto in tre set l’amica e madre di due figli Tatjana Maria, vera rivelazione di questo torneo. Jabeur ha risposto così alle domande dei giornalisti, partendo proprio dal concetto di rappresentare non soltanto la Tunisia, ma tutto il mondo arabo.

D: Un po’ di tempo fa, dopo aver vinto una partita, hai detto: “Per me non è più soltanto una questione inerente alla Tunisia, ma si allarga a tutto il mondo arabo e al continente africano”. Che effetto può fare questo tuo torneo, secondo te, a ragazzi e ragazze che ti guardano?

Ons Jabeur: “Ovviamente, la Tunisia ha sempre un posto di rilievo, ma io voglio spingermi oltre, ispirando molte più generazioni. La Tunisia è legata sia al mondo arabo che a quello africano. Vorremmo vedere più tennisti provenire da quelle zone, ovviamente non è come l’Europa. Credo che ad un certo punto nessuno ci abbia creduto troppo: io cerco soltanto di dimostrare che tutto è possibile e di essere una fonte di ispirazione per le persone”.

D: In Tunisia ti sei guadagnata l’appellativo di “Ministro della felicità”, in questo momento sei letteralmente ovunque nel tuo paese!

Ons Jabeur: “La trovo una cosa molto carina. Chissà, magari pensano di istituire un Ministero della felicità. La cosa più divertente è che il vero Ministro mi chiama ‘Ministro’. Non è un momento facile in Tunisia: si dice sempre che lo sport unisca le persone, sono contento che la gente mi segua. Mi spinge a dare ancora di più”.

D: Quali sono i ricordi più datati che tu hai di Wimbledon? Quando è nato in te il sogno di vincere il torneo?

Ons Jabeur: “Devo essere sincera, il mio sogno di vincere qui è nato soltanto l’anno scorso. Non ho giocato molte volte a Wimbledon, soltanto qualche round gli anni passati. Poi giocare sull’erba è particolare, anche se il mio gioco si adatta bene a questa superficie. L’anno scorso però, che ho perso ai quarti, ho detto alla mia mental coach che quest’anno sarei tornata per vincere il titolo. Amo essere qui, è così speciale”.

D: Che cosa ti ha risposto la tua mental coach?

Ons Jabeur: “Mi ha detto che sì, sarebbe accaduto. Ha sempre creduto in me, sa che se mi metto qualcosa in testa, lo farò. Spero che possa succedere, manca solo l’ultimo passo“.

D: Come ti sei sentita a vincere contro la tua migliore amica? Com’è stato, umanamente, abbracciarla a fine partita?

Ons Jabeur: “Tatjana (Maria, ndr) merita molto rispetto, per il modo in cui gioca e per la sua prima semifinale Slam in carriera. È fantastico il modo in cui si muove in campo, è una fonte di ispirazione per molte giocatrici. In ogni caso, è soltanto una partita di tennis. Se oggi avesse vinto vuol dire che l’avrebbe meritato al 100%“.

D: Come un buon Ministro, credi di star mostrando un nuovo modo di giocare a tennis, forse per intrattenere di più il pubblico? Non ci sono molte tenniste che giocano come te o Maria, credi sia il modo migliore?

Ons Jabeur: “Chissà, magari si tornerà indietro. In passato si giocavano molti slice e serve&volley, a me piace proporre diversi stili di gioco.

D: Un pensiero su Rybakina, la tua avversaria in finale?

Ons Jabeur: “È una giocatrice aggressiva, abbiamo già giocato un po’ di volte contro. Può giocare molto bene sull’erba perché sa variare il ritmo. Sarà un match interessante: proverò a fare in modo che debba sudarsi ogni punto. Serve molto bene, quindi il mio obiettivo è ovviamente quello di rispondere meglio possibile“.

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