ATP Umago: Sinner non tradisce, tre italiani in semifinale!

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ATP Umago: Sinner non tradisce, tre italiani in semifinale!

Sinner deve lottare per più di due ore contro un coriaceo Carballes Baena, ma alla fine raggiunge la prima semifinale dell’anno. Tre italiani al penultimo atto di un ATP: non accadeva dal 1987

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Jannik Sinner - Umago 2022 (Foto: RDOSPORT)
 

Dal nostro inviato ad Umago

[2] J. Sinner b. R. Carballes Baena 6-4 7-6(5)

Poco dopo che anche l’altro tennista italiano esordiente in un quarto di finale ATP, Zeppieri (prima era stata la volta di Agamenone), aveva conquistato la sua prima semifinale in carriera, si aggregava alle due “matricole” anche Jannik Sinner. L’altoatesino ha avuto bisogno di oltre due ore di gioco per venire a capo del solito coriaceo Roberto Carballes Baena, sempre bravo in difesa e nel contrattacco da oltre la riga di fondo sul mattone tritato. Lo spagnolo lo ha impegnato fino alla fine, sfruttando qualche pausa del n. 10 del mondo, che era andato a serivre per il match, ma ha avuto bisogno del tie-break per chiudere la contesa in due set. Sinner di semifinali ATP ne ha già giocate diverse, ma anche per lui questa riveste una importanza particolare, dato che è la prima della stagione. Ma il dato statistico più importante della giornata odierna per il tennis azzurro è un altro: è la prima volta dopo praticamente 35 anni (era l’agosto del 1987, all’ATP di Saint-Vincent) che un torneo ATP vede in semifinale tre tennisti italiani. In quel caso si trattava di Francesco Cancellotti, Paolo Canè e Claudio Pistolesi, ma alla fine il torneo fu vinto dall’unico straniero, il cileno Pedro Rebolledo.

Potremmo dire che i due si conoscono abbastanza bene, dato che sebbene abbiano giocato contro solo una volta, è accaduto di recente e la partita è durata quasi quattro ore: il secondo turno del Roland Garros, con l’altoatesino che aveva battuto in rimonta in quattro set il 29enne di Tenerife. Rispetto alla sfida di Parigi, in cui nella prima ora di gioco si era visto un Sinner estremamente falloso, il n. 10 ATP partiva bene e già nel terzo gioco strappava la battuta ad un Carballes Baena che invece qualche errore più del solito lo faceva, nel tentativo di non subire l’asfissiante pressione da fondo dell’italiano. Con il passare dei minuti però il n. 86 ATP tornava il solito mastino da fondocampo e gli scambi cominciavano a farsi pian piano più lunghi. Sinner però restava in controllo del match, portava a casa i suoi turni di battuta senza particolari patemi (doveva ricorrere ai vantaggi solo nell’ottavo gioco) e chiudeva 6-4 dopo 52 minuti di gioco.

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Il secondo parziale iniziava sulla falsariga della fine del precedente, con Carballes Baena che ora difendeva benissimo e sfruttava qualche sbavatura (come ammetterà lo stesso Sinner nella conferenza stampa post match) del tennista di Sesto nei colpi di chiusura. Ma il merito era anche dello spagnolo che veramente recuperava tutto il recuperabile, tenendo comunque alto il ritmo dello scambio. Infatti non appena Carballes rifiatava, Sinner saliva in cattedra. Come nel terzo gioco, quando si procurava tre palle break consecutive. Qui era bravo il 29enne di Tenerife, che tornava muro di gomma e impattava. Sinner si procurava altre due palle break e stavolta il suo avversario si salvava un po’ per meriti propri un po’ per demeriti dell’altoatesino, che cercava un paio di soluzioni di tocco che non portavano gli esiti sperati e consentivano allo spagnolo di portarsi sul 2 pari. La partita adesso era molto gradevole, con Sinner che spingeva in progressione e Carballes Baena che si esaltava in difesa. La sensazione comunque era che prima o dopo il tennista italiano sarebbe riuscito a far breccia nel muro dello spagnolo. Il pubblico – anche se non come per il suo primo match serale, ma anche oggi le tribune erano abbastanza piene e il cielo coperto aiutava a rimanere tranquillamente seduti in tribuna, a differenza di un paio d’ore prima durante il match di Agamenone e Cecchinato, quando faceva veramente tanto caldo – era per la maggior parte composto da tifosi italiani che incoraggiavano Jannik. Ma c’è da dire che al Plava Laguna Croatia Open molti erano proprio tifosi di Jannik, non solo – come spesso capita – appassionati italiani che tifano per il loro connazionale. Lo si deduceva dal fatto che in tanti ad ogni punto di Jannik facevano addirittura il pugnetto. E non c’erano solo italiani a supportare il 20enne allievo di Simone Vagnozzi: chi vi scrive negli ultimi due game del match si è trovato vicino dei bambini sloveni – con la palla da tennis formato gigante pronta da far firmare – che ad ogni punto urlavano “Forza Jannik” in perfetto italiano. Il famoso muro spagnolo sembra finalmente cedere definitivamente nell’undicesimo gioco, quando Carballes Baena scendeva un attimo di intensità a livello difensivo e Sinner era pronto ad approfittarne e si procurava altre due palle break. Ma di nuovo il tennista iberico risaliva la corrente e impattava sul 40 pari. Non poteva nulla però poco dopo, alla terza palla break del game (l’ottava del set), e consentiva a Sinner di andare a servire per il match. Sembrava una formalità, considerato che l’azzurro non aveva mai rischiato nulla sino a quel momento alla battuta. E invece sul 30-15, prima un serve & volley un po’ pretenzioso (con volée in rete) e poi un brutto errore con il rovescio incrociato di Sinner (dopo il quale si è toccato la gamba per un leggero fastidio, che però nel post match ci ha confermato non essere stato assolutamente niente di serio) portavano Carballes Baena alla prima palla break. E lo spagnolo se la giocava alla grande, impattando sul sei pari dopo uno scambio prolungato vinto meritatamente. Si andava così al tie-break, tutto sommato la conclusione più giusta. Sinner lo iniziava nel migliore dei modi, portandosi avanti di un mini-break sul 3-1 e poco dopo, con un’ottima risposta che costringeva all’errore Carballes, si procurava 4 match point consecutivi. Ma lo spagnolo non mollava e annullava i primi tre, l’ultimo dei quali grazie ad un incredibile recupero con il dritto tagliato che filava via talmente veloce e basso da costringere all’errore un Sinner sorpreso dal colpo dell’avversario. Carballes andava a servire per impattare sul 6 pari, il pubblico capiva il momento e veniva in aiuto dell’italiano: dalle tribune era tutto un “Jannik Jannik”. L’altoatesino non si faceva pregare e chiudeva il tie-break per sette punti a cinque, e il match dopo esattamente due ore e un quarto di gioco. Ora sulla strada verso la sua settima finale ATP Jannik trova Franco Agamenone: prima sfida per lui contro l’italo-argentino originario di Rio Cuarto.

Il tabellone completo dell’ATP di Umago

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