Challenger di San Benedetto, la carica degli azzurri: in sei approdano ai quarti

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Challenger di San Benedetto, la carica degli azzurri: in sei approdano ai quarti

A Zug anche Lorenzo Giustino approda ai quarti dopo aver battuto Jan-Lennard Struff

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Andrea Pellegrino - ATP Challenger Roma 2021 (via Twitter, @ATPChallenger)
 

E’ giunto ai quarti di finale il Challenger 80 che si sta disputando a San Benedetto del Tronto sui bellissimi campi del CT Maggioni. Devo chiarire, per onestà intellettuale, che per me i campi del ‘Maggioni’ sono bellissimi a prescindere. A quel luogo mi lega la forza dei ricordi, di quando adolescente vi passavo interi pomeriggi durante le interminabili vacanze estive. Andare in spiaggia dopo pranzo era considerato tremendamente out e allora, se al cinema non c’era una proposta all’altezza, la soluzione migliore era andare al circolo, che in breve divenne luogo assolutamente famigliare.

Tornando al tennis giocato, dopo questa divagazione che spero mi perdonerete, abbiamo ben sei italiani che sono approdati ai quarti di finale. Un vero dominio cui hanno dato inizio Matteo Arnaldi e Raul Brancaccio che venerdì si sfideranno in un derby al calor bianco. Brancaccio è apparso molto in palla e ha eliminato prima un Francesco Maestrelli esausto per la sua estate di fuoco e poi ha avuto la meglio su Matheus Pucinelli De Almeida (n.213 ATP), che non sarà il tennista più forte del mondo, ma provate a trovare un nome più bello del suo. Molto tonico anche il 21enne sanremese che ha piegato prima Nicolas Kicker, costretto al ritiro quando era sotto 6-3 3-0, e poi un combattivo Gianmarco Ferrari che ha ceduto 7-6(5) 6-1.

Faranno loro compagnia Andrea Vavassori che ha battuto a sorpresa Francesco Passaro (6-0 6-3) per cui vale lo stesso discorso che abbiamo fatto per Maestrelli: un’estate troppo lunga con tante partite, molte vittorie e poco riposo. Alla fine il fisico e soprattutto la testa hanno preteso una pausa. Lo dimostra il punteggio secchissimo con cui entrambi hanno salutato San Benedetto. Poco male comunque, la stagione è ancora lunga e siamo certi che i due riprenderanno la loro marcia verso la vetta, che in questo momento appare molto più vicina di quanto non sembrasse qualche mese fa. Ma il fatto che il tennista umbro sia sembrato stanco non vuole assolutamente sminuire i meriti di Vavassori che ormai è tornato pienamente competitivo anche in singolo e nei quarti cercherà la rivincita sul brasiliano Pedro Boscardin Dias (n.326 ATP) che l’ha appena eliminato in doppio. Una vittoria dovrebbe significare per lui anche il nuovo best ranking. Completano il quadro Andrea Pellegrino che onora la sua prima testa di serie e supera, pur con qualche patema, Jelle Sels (n.241 ATP) e Alex Marti Pujolras (n.393 ATP) e Luciano Darderi che elimina Andrey Chepelev (n.371 ATP) e Fabian Marozsan (n.255 ATP). Nella sessione serale poi ha pensato di unirsi alla compagnia anche Giovanni Fonio che, indifferente alla differenza di ranking, ha confezionato una bella sorpresa eliminando il portoghese Frederico Ferreira Silva (n.249 ATP) con un secco 6-4 6-1.

Al ricco torneo di Zug (Challenger 125, terra battuta) erano quattro gli italiani in tabellone e uno di loro ha raggiunto i quarti di finale, parliamo di Lorenzo Giustino che sta dando qualche segnale di risveglio dopo un periodo molto negativo. Nel magnifico paese di 30.000 abitanti, situato sull’omonimo lago, il tennista napoletano ha superato il qualificato Maximilian Neuchrist e poi Jan-Lennard Struff col punteggio di 6-4 7-6(5). Vittoria significativa perché il 32enne tedesco (n.121 ATP e terza testa di serie) vanta una carriera importante che l’ha visto solo un paio d’anni fa raggiungere la posizione n.29. E a inizio luglio aveva vinto il Challenger di Braunschweig, a dimostrazione che è sì in fase calante ma tutt’altro che bollito. Eliminato al secondo turno Andrea Arnaboldi cui è stato fatale l’incrocio al secondo turno col francese Geoffrey Blancanueaux (n.165 ATP). Ancor peggio è andata a Gianluca Mager e Thomas Fabbiano che sono stati eliminati all’esordio rispettivamente da Ernests Gulbis e Ugo Blanchet.

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