In campo era un pirata all’arrembaggio, ora Goran Ivanisevic sarebbe più paragonabile a uno dei Quattro Imperatori del manga giapponese One Piece. Diventato un allenatore di successo, che dal 2019 siede sulla panchina del cannibale del circuito Novak Djokovic, in un’unione serbo-croata che sta dando decisamente dei frutti succosi. Ma, soprattutto, è anche un vero e proprio eroe dalle parti di Umago, dove si gioca l’ATP 250 ieri concluso con la vittoria di Sinner, il cui campo centrale è a lui intitolato. E proprio lì, nella cornice della sua Croazia, Antonello Guerrera lo ha intervistato in un bel servizio per Repubblica.
Si parte, chiaramente, parlando del campione del torneo, nonché n.1 d’Italia: “Sono davvero un grande fan di Sinner, da quando era un ragazzino. É umile, ha un talento immenso e sta crescendo a meraviglia, è il futuro del tennis e potrà vincere qualsiasi Slam. Anche contro Nole a Wimbledon poteva farcela, ha giocato i primi due set in maniera straordinaria; poi ha sbagliato a cedere e indietreggiare nel terzo set. A Nole non puoi lasciarlo respirare, devi finirlo subito“.
Parlando di tennis, di Italia e di Jannik Sinner, non si può non arrivare al solito paragone con Matteo Berrettini (con anche un rapido spunto sulla battuta, l’arma prediletta di Ivanisevic: “Jannik sta migliorando nel servizio, anche se ancora non posiziona le gambe nel modo giusto, Berrettini serve meglio. Io ero diverso, palla bassa e più veloce“): “Da appassionato di tennis preferisco Jannik, perché il suo tennis mi piace di più. Matteo è un grande, ha un ottimo servizio, i suoi slice sono efficaci, è bello da vedere. Ma secondo me Sinner sarà ancora più forte: ha risposta, dritto e rovescio eccezionali da fondo campo. Se va di più a rete e migliora le voleé, è al top. Gli è mancato questo contro Djokovic“.
Ma, dopo gli interessanti spunti sul tennis azzurro, è giusto parlare anche un po’ dell’assistito di Goran, cioè Djokovic, e di tutti i problemi che l’essere no-vax potrebbe causargli a breve e lungo termine: “Nole farà di tutto per essere allo US Open, magari con un visto speciale. Ci sono però solo due settimane di tempo. E, personalmente, ho zero speranze sul fatto che Biden cambierà le regole prima che inizi il torneo. Per me non ha senso: se sei vaccinato ma positivo puoi entrare negli Stati Uniti, se non lo sei ma sei negativo, no. C’è troppa politica nello sport“. Ma anche qualche parola su cosa significhi allenare un giocatore come il serbo chiaramente non manca: “Ho capito allenandolo che Nole è un perfezionista incredibile, vuole migliorare ogni giorno anche a 35 anni. Sarei un bugiardo se negassi che è molto stressante per me, ma anche questo è il lavoro dell’allenatore. In allenamento, se manca una palla, può impazzire totalmente, e cambiare umore da un momento all’altro, e a volte è meglio calmarsi e non dirgli niente. E avere la stessa lingua e la stessa cultura slava ci ha aiutato nel nostro rapporto“.
La chiusura, infine, è appannaggio di Goran Ivanisevic, e di cosa è stato e cosa sarebbe potuto essere: “Sono molto fiero di me stesso, della vittoria a Wimbledon e del bronzo a Barcellona ’92. Ma ho perso delle partite importanti perché non avevo il giusto equilibrio mentale: combattevo contro me stesso invece che contro l’avversario. Ma sono orgoglioso di aver giocato contro tante generazioni: da Borg, Connors, McEnroe e Lendl fino a Federer e Nadal. Li ho visti tutti“.