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Cincinnati, bandiere ucraine davanti all’entrata del torneo. Dolgopolov polemizza: “Spero che giocatori russi e organizzatori non chiamino l’FBI”
L’ex tennista ucraino dice la sua sui fatti del Western & Southern Open, dalla bandiera “non regolamentare” al piccolo raduno davanti all’ingresso
Tiene banco la questione russo-ucraina, uno dei temi principali di questa stagione di tennis. La WTA e l’ATP hanno supportato sin da subito la causa ucraina e c’è stata anche la controversa decisione di bandire i tennisti russi da Wimbledon, culminata nel caso di Rybakina, nata a Mosca ma che ha vinto Wimbledon sotto bandiera kazaka.
La questione è tornata all’ordine del giorno durante Cincinnati, con una spettatrice allontanata durante il derby russo tra Potapova e Kalinskaya per le proteste di una delle due tenniste, infastidita dalla bandiera ucraina e dalla corona di fiori portata dalla spettatrice. Com’è emerso successivamente dalle indagini di Ben Rothenberg la spettatrice di nome Lola è stata scortata alla sua auto, dove ha riposto la bandiera prima di poter rientrare nell’impianto. La motivazione ufficiale è stata che la bandiera ucraina era superiore alle dimensioni consentite dal torneo.
A rincarare la dose ci ha pensato Alexandr Dolgopolov, l’ex tennista attualmente impegnato nella difesa della sua Ucraina. “Lola, che è stata espulsa da @WTA e @CincyTennis perché i russi si sono sentiti insultati, è andata davanti all’ingresso del torneo con i sostenitori dell’Ucraina e le bandiere. Si spera che i giocatori russi o i funzionari del torneo non si sentano insultati di nuovo e non chiamino l’FBI o il Presidente degli Stati Uniti. Le persone sembrano solidali“.