Federer a L'Équipe: "Un punto da rigiocare? Il match point a Wimbledon 2019. Gli Slam? Il Roland Garros più importante del primato"

evidenza

Federer a L’Équipe: “Un punto da rigiocare? Il match point a Wimbledon 2019. Gli Slam? Il Roland Garros più importante del primato”

“Le 23 semifinali slam consecutive sono il record più folle della mia carriera”. Così Roger Federer risponde ad una simpatica ed incalzante intervista de L’Équipe

Pubblicato

il

 

Oggi è il grande giorno. Alle 22 italiane circa Roger Federer scenderà in campo per l’ultima volta nella sua carriera tennistica, al fianco del suo storico rivale e prima ancora amico Rafael Nadal. Alla vigilia di questa storica partita, il fenomeno svizzero è stato intervistato da Lucile Alard et Romain Lefebvre di L’Équipe (qui l’intervista originale). Un colloquio divertente, fatto di rapide battute e risposte incalzanti, anche qualche lieve provocazione, di cui riportiamo un estratto.

Se non avessi incontrato Mirka, non avresti vinto 20 titoli del Grande Slam.

Roger Federer: “Pouuuuuu… sì, penso sia così. Mi ha sostenuto tanto, mi ha spinto verso il tennis invece di dirmi tutto il tempo: ‘Quando smetti?’. Ha avuto un grande impatto sulla mia vita, anche sul campo”.

Se Nadal fosse stato destrorso, avresti 25 titoli del Grande Slam.

Roger Federer: “Qui dico di no. Perché non sono sicuro che l’avrei battuto più spesso. E rimango convinto che se non fosse stato lui, ci sarebbe stato qualcun altro”.

Battere Pete Sampras nel 2001 è stato un peso da portare?

Roger Federer: “No. È stata una grande esperienza che mi ha lanciato e mi ha fatto capire meglio che non puoi premere un pulsante e dire: ora gioco come contro Sampras. Ho pensato per alcuni mesi a quella vittoria e mi sono reso conto che non molti giocatori giocano come Sampras, e non ti senti sempre e ovunque come a Wimbledon quel giorno. Non era pesante da sopportare la vittoria, ma sentirsi dire costantemente: Tu sei il prossimo Sampras. All’inizio della carriera, sentivo di non meritare il confronto con Pete. E anche dopo quella vittoria, non era giustificato”.

82 errori non forzati in una singola partita: non devono essere capitati spesso!

Roger Federer: “Devi provare tutto nella vita! (sorride, ndr). Non sapevo dove fosse il campo quel giorno!”

Ti togliamo la vittoria al Roland Garros nel 2009 e ti diamo 23 titoli del Grande Slam: è una carriera incompleta?

Roger Federer: “Ci sono molti giocatori che non hanno vinto il Roland Garros e che hanno avuto lo stesso una carriera completa. Oggi sembra che tu debba per forza aver vinto tutto e stabilito tutti i record, altrimenti sei un incompiuto. No, io scelgo di tenerne 20 con il successo a Parigi”.

Se Robin Söderling non avesse battuto Rafael Nadal quell’anno, non avresti mai vinto il Roland Garros.

Roger Federer: “Dico di no. Inevitabilmente non c’è nulla di certo, ma penso che sarei riuscito a vincere il Roland Garros in un modo o nell’altro”.

Durante questo periodo di dominio e fino al 2010 hai giocato 23 semifinali del Grande Slam di fila. Questa è la tua statistica più folle?

Roger Federer: “Probabilmente sì. 23 semifinali di fila è una cosa enorme. Sono cifre un po’ anormali per me. Quasi come se fosse diventata una routine, e non lo dico con arroganza. Questo tipo di longevità, stento a credere di averla raggiunta durante la mia carriera. Quando lo sento, mi colpisce sempre”.

Alcuni dicevano che a 32 anni era il momento di smettere.

Roger Federer: “È sempre stato così, è stato lo stesso a Wimbledon l’anno scorso. Solo che non c’è stata una sola domanda alla conferenza stampa sul mio ginocchio, che per me era incredibile! Perché invece era tutto ciò a cui pensavo io! Ogni giorno, ogni ora, ogni minuto. E alla fine non se ne parlava. Ero felice, per carità, ma allo stesso tempo non capivo quello che la gente aveva visto. O nascondo così bene i miei problemi, o le persone non capiscono o non vogliono parlarne perché sono gentili. Il 2013 è stato lo stesso. Vieni giudicato senza sapere. Tu stesso non puoi parlarne e dire tutto fino in fondo, ma dentro di te lo pensi: ‘Se sapessi cosa sto passando in questo momento’. È difficile perché vorresti quasi dire: ‘Ehi, ragazzi, non ce la facevo, ho mal di schiena’. Ecco, sono momenti che sono felice di non dover più vivere. Ogni volta che dici che stai soffrendo o qualcosa del genere, allora pensano di te che sei un cattivo perdente. Ho cercato di gestire al meglio questi momenti ma, inevitabilmente, ho commesso degli errori”.

La tua partita perfetta è la finale degli US Open 2004 contro Hewitt (vinta 6-0, 7-6, 6-0).

Roger Federer: “In diverse occasioni ho detto che se avessi voluto rivivere una partita, sarebbe stata questa. Una finale del Grande Slam che inizia e finisce con un 6-0, lo trovo favoloso. Sarà interessante vedere quante volte si ripeterà in futuro. Di solito, nella finale di un Grande Slam, hai qualcuno davanti a te che ti causa dei problemi. Inoltre Hewitt, per me, era un problema. È stato in questa partita in cui mi sentivo come se tutto ciò che stavo facendo – nelle diverse varianti – fosse incredibile. In quel momento mi sono sentito il numero 1 del mondo, quindi è stata una partita molto speciale, sì”.

Se dovessi rigiocare un solo punto della tua carriera, sarebbe il secondo match point a Wimbledon nel 2019.

Roger Federer: “Ci devo pensare, perché ci sono diversi di punti come questo… però dico di sì. È vero, era importante e non ne trovo altri in questo momento, anche se so che ce ne sono stati tanti, tanti altri. Penso a Wimbledon 2008 contro Rafa. Agli US Open 2009 contro Del Potro: resta una sconfitta che ancora oggi mi fa male, perché penso che avrei potuto vincere. Ma chissà se non c’è qualcosa contro Rafa, a un certo punto anche al Roland, qualche punto che avrebbe potuto ribaltare un match nella mia direzione“.

Senza Nadal o Djokovic, non avresti inventato il SABR (Sneak Attack By Roger) nel 2015.

Roger Federer: “Sai perché ho immaginato il SABR? Per me non aveva niente a che fare con gli altri due. L’ho fatto mentre ridevo e scherzavo con BenoîtPaire, una volta a Cincinnati, nel 2015, durante un primo allenamento per smaltire il jet lag (fa un bel respiro). Severin Lüthi voleva che entrassi di più in campo. E allora gli faccio: “Vuoi dire così?” (Imita il gesto). E tutto è iniziato da lì. C’era già stato un tentativo in Svizzera in allenamento, se non ricordo male, ma è con Benoît che ha preso forma. Facevamo cose pazze, vincenti, tac, cose da ping-pong, ridevamo insieme, dovreste chiederlo a Benoît un giorno. È stato un allenamento completamente rilassato. Arrivi verso le 15, la tua partita è alle 20, dopo il tramonto eravamo da soli sul campo, è stato magnifico”.

Senza Djokovic e Nadal avresti concluso la tua carriera prima.

Roger Federer: “No, non credo. Avrei trovato altre fonti di motivazione per continuare”.

Ti rammarichi di non aver mai giocato contro Carlos Alcaraz?

Roger Federer: “Certo, è deludente non aver mai potuto giocare contro di lui. Ho seguito quello che ha fatto Alcaraz agli US Open e durante tutto l’anno. È fantastico, il suo gioco è brillante e ho sempre detto che ci sarebbero sempre state nuove superstar nel tennis. Ne abbiamo una. A volte le persone tendono a non crederci, come quando Pete e Andre si sono ritirati. Tutti a dire: cosa faremo adesso. Beh, c’è stato Novak, Rafa, io stesso, Murray, Wawrinka… Mi sono allenato con lui a Wimbledon quando era giovane. Pensavo che già fosse bravo. Era una specie di riscaldamento”.

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement