ATP Firenze: Alexander Bublik, quel professionista che non ti aspetti: “Dissi che giocavo per i soldi… non era vero. Amo il tennis” [ESCLUSIVA]

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ATP Firenze: Alexander Bublik, quel professionista che non ti aspetti: “Dissi che giocavo per i soldi… non era vero. Amo il tennis” [ESCLUSIVA]

“Mi immaginavo di essere Federer davanti allo specchio” “Al Kazakistan sono grato, mi ha aiutato. Ma mi sento russo, tutta la mia famiglia lo è”. L’amore per l’Italia e quel difetto di Pete Sampras che Bublik non ha

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Alexander Bublik - Metz 2022 (Twitter @MoselleOpen)
Alexander Bublik - Metz 2022 (Twitter @MoselleOpen)
 

Questa intervista a Alexander Bublik, uno dei tennisti più estrosi ed imprevedibili del circuito tennistico, è stata realizzata poco prima delle due di notte, dopo che lui aveva battuto il mancino francese Corentin Moutet a mezzanotte e mezzo e aveva comunicato di dover andare subito in palestra a fare una mezzoretta di stretching ed esercizi vari. E’ venuto, ahimè, dopo un’ora abbondante, direi poco prima delle due! Mentre il vecchio cronista, che poi sarei io, stava in maniche di camicia – e faceva freddino – ad osservarlo impaziente da una porta finestra che guarda la palestra. E a domandarsi: “Ma chi me lo fa fare? Alla mia età…” Prima tappeto con il fisio che, sotto gli occhi del coach lo “tirava” da tutte le parti, gambe, braccia, schiena, collo, poi una macchina che non vi so descrivere, poi la panca. Per il sottoscritto una tortura ad ogni esercizio che si aggiungeva. Chissà se lo era anche per lui.

Però in quel mentre mi dicevo: “Meno male che circola voce in giro che Bublik non sia un buon professionista!” Probabilmente è una diceria che nasce dal fatto che lui ogni tanto in campo fa qualche follia, batte di sotto, e anche servizi tweener, oppure smeccia con il manico della racchetta come ha fatto con Sonego a Sofia…e la gente lo prende per un clown. Chissà forse quello è un modo che lui per togliersi addosso un po’ di pressione. Vero anche che gli è capitato di mostrarsi così pazzerello soprattutto quando un match si è messo male e lui decide di …mollarlo.

Non mancano aneddoti delle sue follie e di curiose interviste un po’ paradossali. Qui magari la redazione ne scoverà qualcuna.

Io vi dico che lui ha cominciato l’intervista con la consapevolezza, e quasi un piccolo senso di colpa, di aver fatto fare le ore piccole a un anziano cronista e allora, constatata la sua buona disponibilità che peraltro mi ha sempre dimostrato fin da quando lo intervistai la prima volta tanti anni fa, grazie a un suggerimento del suo manager Corrado Tschabuschnig, mi ero preparato – con un’ora di tempo! – un approccio soft per piano arrivare alle questioni che mi interessavano di più.

Allora chi vuole ascoltare l’audio troverà tutto quello che scrivo qui, ma tenga presente che le domande inizialmente sono banali e … “dolci” per creare in lui quella tranquilla serenità che poi ti consente di arrivare a chiedergli quel che più ti interessa. Faccio spesso un esempio: una delle tenniste più complicate da intervistare era Steffi Graf. Era sempre tesa, quando doveva fare un’intervista. Ma se cominciavi con un complimento, su un suo vestito, una sua diversa pettinatura, o qualcosa di simile, si tranquillizzava e l’intervista si snodava bella serena. Non vi dico qui di giocatori e giocatrici attuali, ma con alcuni/e occorre proprio usare la metodologia Graf… 

Ciao Sasha complimenti per la vittoria contro Moutet. È la seconda partita di fila in due set. Vinci senza nemmeno soffrire un po’…Ti piace questo campo e cosa pensi della tua prestazione?

Bublik: “Questo palazzetto è fantastico ed è vicino all’hotel. Mi piace molto giocare in Italia. Roma è uno dei miei tornei preferiti, ma poter giocare un torneo sul veloce indoor in Italia è ancora meglio per me. Sto cercando di rimanere concentrato e di godermi questa settimana. Mi piace stare qui, mi piace il cibo e il pubblico è fantastico. Spero di andare il più avanti possibile nel torneo”.

Sei nella stessa metà del draw in cui si trovava Berrettini che è stato eliminato: questo potrebbe aiutarti a fare più strada nel tuo torneo.

Bublik: “So che Matteo ha perso ed è un peccato per gli italiani perché qui lo sostengono molto, ma questo è il tennis: se Roberto Carballes ha battuto Matteo, vuol dire che può battere chiunque, quindi non ha molta importanza se Matteo non è sulla mia strada”.

Sei stato numero 30 del mondo e ora sei 42. Fa qualche differenza e quali sono le tue aspettative per il resto della carriera, perché hai solo 25 anni e molti giocatori hanno ottenuto i loro migliori risultati a 27 o 28 anni e altri giocatori come Nadal o anche Federer sono diventati sempre più bravi con l’avanzare dell’età.

Bublik: “Credo che in questo periodo non ci sia una grande differenza in termini di livello tra i primi 10 e quelli fino alla 50esima posizione del mondo o anche oltre: la vittoria di Carballes su Matteo lo conferma. Ovviamente essere nei primi trenta è meglio perché sei spesso testa di serie, anche negli Slam e questo ti aiuta con i sorteggi, ma in termini di livello e capacità è più o meno lo stesso. Fino alla top ten si vede un gioco un po’ diverso ma non è più il 1999 quando c’erano praticamente tre top player e nessun altro. Ogni partita adesso è difficile, che si affronti un top 10 o un top 50”.

Sembri avere un buon rapporto con l’Italia: hai un manager italiano e avevi uno sponsor italiano (Yoxoi). Ci spieghi il perché di questo legame con l’Italia? Hai avuto il tempo di visitare Firenze?

Bublik: “No, purtroppo non ho avuto tempo. Ma sì, l’Italia mi piace molto. La cucina italiana è la mia preferita ed è anche l’unica di cui riesco a preparare qualche piatto, tipo gli spaghetti alle vongole o la caprese che in effetti è molto semplice” (ride, ndr).  – Quando a Michael Chang chiesero se Pete Sampras, che lo batteva spesso e volentieri,  avesse qualche difetto…rispose: “Sì, non sa cucinare!” di Bublik non avrebbe potuto dirlo – “Sento di avere una connessione emotiva con l’Italia e mi godo ogni momento qui. A Roma ci siamo sempre trovati bene con la mia famiglia, anche se non è qui con me. Avere un torneo in Italia sulla mia superficie preferita è un grande piacere per me”.

Sei nato a Gatchina, in Russia anche se abbastanza lontano da Mosca, vicino a San Pietroburgo e non troppo lontano dal confine con la Finlandia, ma da sei anni rappresenti il Kazakistan. Pensi che tutto quello che sta succedendo in seguito all’invasione dell’Ucraina (alludevo anche al fatto che i russi non hanno potuto giocare a Wimbledon…ma non solo) sia stata una cosa positiva per te?

Bublik: “Sono contento e orgoglioso di rappresentare il Kazakistan. Ho vissuto in Russia per gran parte della mia vita, ma sono molto legato al Kazakistan e alla gente che mi ha aiutato in modo incredibile quando ne avevo bisogno. Però è normale che io mi senta russo. Tutta la mia famiglia è russa”.

Qualche anno fa hai detto ‘Gioco non perché mi piace il tennis, ma perché voglio guadagnare dei soldi’. Era una battuta o le tue dichiarazioni sono state riportate in modo errato oppure è la verità? Spesso si dice che tu non sia un professionista ma ad esempio oggi hai dimostrato di esserlo perché sei stato in palestra fino dopo le 1.30 di notte dopo aver finito la partita con Moutet

Bublik: “I media spesso prendono le mie parole e le usano in modo inappropriato. In quel caso non era una battuta perché era ciò che sentivo in quel momento specifico: non riuscivo a godermi quello che facevo. Ma il tempo vola: sono passati già tre anni da quell’intervista credo e le cose sono cambiate molto. Ora mi diverto quando gioco perché ho capito che è quello che volevo fare quando ero un bambino. Da piccolo mi mettevo davanti allo specchio, immaginavo di essere Nadal o Federer e di trovarmi in un’arena con migliaia di persone. Ripensando a questo ho capito che non era vero che giocavo solo per soldi. Amo il tennis, assolutamente. E magari con il tempo diventerò ancora più professionale” e dicendolo si lascia andare a un gran sorriso. Dopo di che in italiano mi dice: “Grazie, grazie!” e mi stringe la mano nel modo più amichevole che si possa.

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IL TABELLONE COMPLETO E AGGIORNATO DELL’ATP 250 DI FIRENZE

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