Viaggio nella testa di Alexander Bublik: dalla "roulette russa" al servizio alla sua filosofia

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Viaggio nella testa di Alexander Bublik: dalla “roulette russa” al servizio alla sua filosofia

Il talentuoso tennista kazako è un personaggio incredibile. Riscopriamolo dopo la sua vittoria all’ATP di Montpellier in finale su Zverev. Il suo legame con l’azienda italiana Yoxoi

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Alexander-Bublik-Australian-Open-Yoxoi (1)
 

Il sapore della prima volta è il migliore per Alexander Bublik, che nella finale dell’ATP250 di Montpellier contro Alexander Zverev ha sconfitto tanti fantasmi della sua carriera tennistica finora. Il tennista kazako aveva un bilancio di tre vittorie e dieci sconfitte contro i tennisti in top10, con l’ultima vittoria che risaliva proprio a Zverev, sconfitto nel 2021 a Rotterdam in due set. Il traguardo più importante però è sicuramente il primo titolo in carriera, che fa uscire definitivamente Bublik da una delle categorie meno gradite per un tennista: quella dei giocatori in attività con più finali perse senza mai vincere un titolo. Bublik – che non molto tempo fa si era concesso in esclusiva per un’intervista a Ubitennis che potete leggere qui – era il secondo in attività in questa particolare statistica con quattro finali perse, comunque molto lontano dal leader Felix Auger-Aliassime con otto. Il canadese, a cui ancora manca il primo titolo, è molto vicino al leader di tutti i tempi della categoria, il francese Julien Benneteau, fermo all’incredibile cifra di dieci finali con zero titoli ATP.

Foto Yoxoi

IL RISCHIO – La finale di Montpellier può essere un crocevia mentale quindi per il talentuoso Bublik, che aveva perso due delle sue quattro finali da un set di vantaggio e in generale si è guadagnato l’etichetta del tennista bello ma perdente. Contro il numero tre del mondo il kazako ha mostrato tutti i colpi del suo repertorio, dal servizio potentissimo fino a tocchi pregiati di volée e palla corta, che hanno fatto impazzire Zverev e hanno esposto la sua quasi totale mancanza nel gioco di volo. Proprio il servizio è stato spesso durante la carriera di Bublik un’arma a doppio taglio: tanto veloce quanto incostante. E dopo la finale è stato proprio il campione di Montpellier a parlare del suo approccio. “Sul servizio: sarò onesto con te, a volte lancio la palla e non so cosa fare, e decido di colpirlo forte. Ho una grande fiducia nel mio servizio. Mi ha portato molte vittorie e, a volte, quando vedo che il ribattitore sta facendo bene contro un servizio normale, o se non sono così sicuro sul mio gioco da fondo o se voglio mischiare un po’ le cose, come è successo oggi, è sempre una scommessa, 50-50, forse nemmeno, questo è il rischio che dovresti correre per trarne vantaggio“.

Foto Yoxoi

BELLEZZA ED EFFICACIA – Un approccio che in tutto il torneo ha pagato, per un tennista spesso esposto ai doppi falli, con solo cinque doppi falli tra semifinale e finale, merito anche della grande imprevedibilità della direzione del servizio, abbinata alla sua potenza. “Fondamentalmente scelgo la direzione durante il lancio. Perché a volte ho bisogno di andare sul sicuro e poi lancio la palla e non vedo nessuna sicurezza, nessuna possibilità. È come se stessi giocando alla roulette e ne metti cento qui e poi la pallina scorre e ne metti altri mille. Questo è quello che faccio. Diciamo che all’ultimo momento lo spingi e hai perso o hai vinto. Ecco come mi sento“. L’approccio al tennis di Bublik sembra essere migliorato in generale. Il tennista kazako sta migliorando costantemente da un paio di stagioni, e a Montpellier ha mostrato una diversa sicurezza tattica durante tutto il torneo e soprattutto in finale, in cui ha utilizzato la sua varietà e creatività sempre nei momenti giusti e in maniera efficace, non perdendosi nella bellezza del suo gioco.

Bublik: “Posso battere chiunque e perdere contro chiunque”

Un grosso passo avanti per un tennista che in passato aveva detto esplicitamente di odiare il tennis e giocare soltanto per soldi. Un approccio degno di rispetto per uno sport che in fin dei conti è un lavoro e che non ha certo pregiudicato a Bublik di mostrare un’etica del lavoro professionale, aiutato anche dal costante supporto dello sponsor tecnico Yoxoi, azienda italiana i cui vertici si erano concessi la scorsa primavera in una intervista a Ubitennis (qui la prima partequi la seconda parte dell’intervista). Proprio questa visione molto rilassata del tennis fa ben sperare per il futuro del kazako, che dopo il torneo ha dimostrato come questa vittoria per lui non è un punto d’arrivo o la base per discorsi triti e ritriti carichi di adrenalina e testosterone come “adesso posso battere chiunque“, un approccio ben lontano dalla leggerezza (positiva) con cui Alexander Bublik vive il tennis. “No, non è la mia mentalità. Non credo di essere super sicuro. Posso battere chiunque o perdere contro chiunque. Non mi interessa davvero, ad essere onesto con te. Sono qui per divertirmi, giocare, vivere la mia vita, sai? È così che vivo ed è quello che mi piace fare, per ora. Per me, se vinco, va bene. Se perdo va bene lo stesso. Probabilmente non mi vedrai mai così sconvolto dopo le partite. Sono sempre felice perché voglio dire, fa parte della vita. Sai, se scegli questa strada e giochi a tennis, di solito i ragazzi che sono tra i primi cinque hanno forse 20 titoli in carriera e hanno giocato forse 500 tornei. Quindi perdono quasi ogni settimana. E prendere la vita così seriamente penso sia la strada sbagliata per me. È così che gestisco le cose”. Non cambiare mai, Sasha.

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