Tennis Napoli Cup: la città del golfo tra poesia e tennis

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Tennis Napoli Cup: la città del golfo tra poesia e tennis

Uno sguardo al passato del tennis a Napoli tra i campioni del passato e l’atmosfera unica che avvolgerà la Tennis Napoli Cup

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Arena Tennis Napoli Cup - Napoli 2022 (foto Instagram @tennisnapoli)
 

La città costiere hanno sempre almeno un punto cardinale bagnato dal mare. Il resto romanticherie. Il mare non sempre bagna la città di mare, la vita spesso scorre volgendogli le spalle. Non basta ignorarlo non basta evitarlo, non basta proibirlo, il mare abbraccerà sempre la città da almeno un suo punto cardinale. La città di mare non potrà mai essere altro.

“Chi tene ‘o mare
Cammina ca vocca salata
Chi tene ‘o mare
‘O sape ca è fesso e cuntento
Chi tene ‘o mare ‘o ssaje
Nun tene niente”

(Pino Daniele)

Napoli è città che canta il mare, lo dipinge, lo narra. Una storia, la sua, nata dal mare. La sirena Parthenope si lasciò morire consegnandosi alle correnti. Leggenda omerica vuole per il dolore di non esser riuscita ad ammaliare Ulisse col suo canto. Il corpo fu ritrovato prima nei pressi di Cuma dove sarebbe sorto il primo approdo della città  e poi sull’isolotto di Megaride  dove sorge adesso Castel dell’Ovo. Il primo  insediamento a guardia del golfo lascia presto spazio al nuovo, più centrale e vivace. Parthenope diviene Neapolis, la città nuova, presto una delle più importanti città della Magna Grecia e fonte principale della trasmissione della grecità alla nascente cultura romana.

Isola di Capri. Qualcuno in lontananza ama vederla come un corpo di donna. Domina la parte del golfo compresa tra il Vesuvio e la collina di Posillipo. Aprire una finestra e ritrovarsela sul davanzale. Panorama dal sapore classico, evocativo. Fluido interrotto. Il moderno che chiede spazio. Costruzione umana,  grigio mostro in metallo, seriale astronave manga delle saghe dei robot. Un orizzonte riempito. Dall’interno voci umane. “Oh” di stupore, cori, canti. La pancia del mostro una arena. Due moderni  samurai combattono lanciandosi una palla, una racchetta per  arma. Andy Murray da un lato, Fabio Fognini dall’altro. Coppa Davis. Non era la prima volta che Napoli vedeva costruita una grande arena del tennis sul suo lungomare. Prima di Italia – Inghilterra  vi era stata  Italia – Cile. Esperimento talmente riuscito da doverlo ripetere. Una  arena del mare, affacciata sul golfo, talmente alta da oscurare l’orizzonte, così alta da far pensare di poterla usare per scavalcare Posillipo e ruzzolare più giù del giù fino a Marechiaro o passeggiare su uno strato di nuvole fino a Castel Sant’Elmo.

Napoli ha sempre avuto un suo torneo di tennis. La prima edizione risale al 1905. Si interruppe  negli anni della guerra per riprendere nel 1959 edizione vinta da Nicola Pietrangeli, vincitore in seguito  di altre tre, una in finale su Tony Roche. Altre ottime annate con ottimi partecipanti gli anni  che videro Murtin Mulligan come mattatore, la  vittoria di Ilie Nastase nel 1970 a chiudere un’epoca. Poi anni di fortune alterne fino al 1995, quando si disputa la prima edizione della Tennis Napoli Cup , torneo internazionale inserito nel circuito Challenger. Collocato  in calendario nella stagione primaverile su terra, viene usato da buoni  tennisti e giovani promesse per prender confidenza con la superficie e racimolare punti. Molti poi divenuti  Campioni sono passati da questo torneo:  Thomas Johansonn, Felix Mantilla, Juan Carlos Ferrero, David Ferrer , Richard Gasquet, Pablo Cuevas, Marat Safin, sconfitto in finale da Sanguinetti, Gilles Muller e diversi altri. Filippo Volandri vi perse una finale con l’olandese Thomas Shorel.

Ogni torneo ha i suoi eroi, ne diventano icona, copertina, ambasciatori. La Tennis Napoli Cup  l’eroe se lo è fatto in casa: Potito Starace, vincitore di 4 edizioni, dal 2006 al 2008 e nel 2013. Nato a Cervinara, piccolo Comune della provincia di Avellino a solo mezz’ora di auto dal Capoluogo, è  divenuto più napoletano di molti . A volte qualcuno è profeta in patria. Gran tifoso del Napoli e di Maradona, ne conserva gelosamente la maglia, da lui donatagli personalmente come scuse per  l’episodio  avvenuto nel match Argentina-  Italia di Davis a Buenos Aires nel 2008. Non tutti gli insulti vengono per nuocere, anche se al momento lasciano perplessi , fanno rabbia e dispiacere. Un insulto di Maradona “squaglia ‘o sanghe dint’e vene” e val bene una maglia. Dove c’era Starace c’era vita. La sua allegra clacque di tifosi, capitanata da padre, zio, fratelli e cugini resta una delle note più caratteristiche del torneo e del circuito di quegli anni in generale.

Napoli  terra di pittori, musicisti, cantanti e poeti. Terra di cucina, pallanuotisti e canottieri, di filosofi, scrittori, attori, registi e commedianti. Napoli luogo comune che comune non è, città multicolore di un colore solo dalle mille sfaccettature e tonalità. Città che ha bisogno di Re e Dei a cui affidare le abitudini di un rito. Napoli vende se stessa per le strade, i turisti la comprano , la mangiano e vanno via. Napoli che si lascia consumare, le carte restano a terra.

Napoli ha un clima ideale per gli sport all’aperto. Nel tennis ha fornito ottimi giocatori, non il Top Player. La carriera di Rita Grande, campionessa di stile e bel gioco, vincitrice di Wimbledon Juniores è però carriera di tutto rispetto. Diego Nargiso probabilmente resta il napoletano con racchetta più famoso. Carattere bizzarro, nato aspirante McEnroe, poi emulo di Boris Becker, lasciò presagire trionfi vincendo Wimbledon Juniores ed esordendo nel circuito con ottimi risultati. Si sarebbe più modestamente stabilizzato su un livello di buon singolarista, con momenti di notevole estrosità. Famoso per il suo carattere e per il suo estremo tifo per il calcio Napoli , è stato uno dei migliori doppisti della formazione italiana di Davis , ottimo tecnico ed attualmente uno dei migliori commentatori di tennis disponibili in TV. Il pluricampione italiano Massimo Cierro e Lorenzo Giustino vanno a chiudere la formazione di tennisti napoletani presenti nella parte che conta delle classifiche ATP , numero 116 come best ranking il primo e 129 il secondo.

Ottobre 2022. La Tennis Napoli Cup torna in una nuova versione. Non più torneo del circuito Challenger, ma dell’ATP 250, non più su terra, ma su campi in cemento, non più solo all’interno del TC Napoli, ma con l’aggiunta di una Arena esterna, quell’arena, sempre la stessa, a dominare il golfo, a far capire che Napoli e il mare non le puoi slegare.

La città di mare ha sempre un punto cardinale bagnato dal mare. Il resto, romanticherie.

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