Il tema della salute mentale sta (fortunatamente) diventando sempre più centrale nel mondo dello sport, con molti giocatori che parlano sempre più apertamente di un tema troppo spesso considerato tabù. L’ultimo, in ordine di tempo, è stato Diego Schwartzman, che intervistato dalla radio argentina Urbana Play (qui l’intervista completa in spagnolo) ha dichiarato di aver avuto attacchi d’ansia, anche per via di una stagione tennistica in cui al momento non ha raccolto i risultati sperati.
“Quest’anno ho avuto parecchi attacchi di ansia – spiega il numero 1 d’Argentina – il tennis, in fondo, è un po’ così. La miglior cosa che puoi fare è guardare al breve periodo. Se quando avevo 17 anni mi avessero detto che avrei ottenuto tutto quello che sono riuscito a conquistare avrei firmato subito, però quando entri nella voragine è un ritmo difficile da mantenere”.
Una delle cause principali dei problemi dell’ex numero 8 del mondo è la mancanza di risultati in un 2022 decisamente complicato. Il 30enne nativo di Buenos Aires ha raccolto 31 vittorie e 23 sconfitte in stagione, raggiungendo due finali a febbraio (all’Argentina Open e al Rio Open, entrambe a febbraio).
“Fai semifinale al Roland Garros, però poi perdi ai quarti in un ATP 500 e non riesci a capire se sei forte o no. Ho cominciato la stagione da n°14 del ranking e ora sono n°18. Mi dico: ‘Che anno di m***a!‘, però poi pensandoci bene non è così. Si tende ad andare dietro al pensiero degli altri, tanto positivo quanto negativo esso possa essere”.
Quanto raccontato da Schwartzman non è certo una novità nel mondo del tennis. Solo per citarne alcuni, già Naomi Osaka, Paula Badosa, Thanasi Kokkinakis e Nick Kyrgios hanno già parlato in passato della loro salute mentale.
“Quando i risultati non arrivano si rischia di non riuscire più ad analizzare con lucidità quello che sta succedendo. Quest’anno ho cominciato una terapia per affrontare ciò che mi succede tanto dentro quanto fuori dal campo. Intendo anche durante la vita di tutti i giorni, in cui è assolutamente normale che ci siano ansie e paure. Ho iniziato questo processo per la prima volta perché sentivo di aver bisogno di un aiuto esterno” – ha concluso El Peque, attualmente in corsa nel torneo di Anversa, sia in singolare che in doppio con Xavier Malisse.