Anche Musetti saluta Milano (Crivelli, Ponciroli, Strocchi). Torino, vera grandezza (Guerrini). A tu per tu con il Maestro (Femia). Italia a casa: «Pensiamo positivo» (Giammò)

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Anche Musetti saluta Milano (Crivelli, Ponciroli, Strocchi). Torino, vera grandezza (Guerrini). A tu per tu con il Maestro (Femia). Italia a casa: «Pensiamo positivo» (Giammò)

La rassegna stampa di venerdì 11 novembre 2022

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Tenebre azzurre. Con Musetti eliminati anche Passaro e Arnaldi (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Addio Italia. Sparisce l’azzurro dalle semifinali delle Next Gen, e se le eliminazioni premature di Passaro e Arnaldi erano nei voti, il crollo di Musetti contro Draper in una sfida da dentro o fuori è una ferita aperta nel cuore di Milano e della gente dell’Allianz Cloud, che sul talento di Carrara ha riversato la sua passione fin dall’inizio. Purtroppo, Lorenzo è arrivato al torneo totalmente prosciugato di energie dopo cinque settimane di fila con la lingua di fuori, e nel match contro il mancino britannico ha pure accusato qualche fastidio al solito braccio destro. Nessun allarme, ma solo tanta delusione: «Non è un infortunio, tranquilli, ma fin dal mattino ho capito che non era giornata, non ne avevo più e non ho recuperato dalle fatiche con Stricker. Ero addirittura indeciso se scendere in campo, ma ho voluto rispettare il pubblico». […] «Mi spiace sia finita così, ma è comunque un’annata straordinaria per la quale avrei messo la firma a gennaio. Ora mi riposo e sarò pronto per la Davis». Anche gli altri italiani, Passaro e Arnaldi, meritano solo applausi. Intanto, nel loro derby di mercoledì hanno scritto una pagina di storia del torneo, con la partita più lunga mai giocata alle Next Gen e probabilmente la più spettacolare di sempre. Entrambi, malgrado le sconfitte senza appello di ieri, sono consapevoli che l’esperienza milanese li ha proiettati in un’altra dimensione: «Una grandissima esperienza – conferma Passaro – che mi ha fatto capire di poter stare a questi livelli contro giocatori molto più navigati di me. Devo migliorare tutto, ovviamente, essere più aggressivo, cercare di limitare gli errori, ma è stata un’avventura esaltante». […] Arnaldi: «Adesso che ho la classifica per giocare le qualificazioni in Australia, mi piacerebbe entrare in tabellone, anche perché la mia fidanzata è australiana, l’ho conosciuta durante il suo Erasmus e sarebbe bellissimo condividere l’esperienza con lei. Mi prendo qualche giorno di riposo, mi godrò un poi gli amici ma voglio cominciare al più presto la preparazione invernale, devo tenere in caldo tutto quello che ho imparato in questa settimana comunque fantastica». Benvenuti nel nuovo mondo.

Anche Musetti crolla: italiani fuori tutti (Fabrizio Ponciroli, Corriere dello Sport)

 

Niente più azzurri in gioco alle Next Gen ATP Finals 2022. Nella giornata finale della fase a gruppi, tutti e tre i nostri portacolori – Lorenzo Musetti, Matteo Arnaldi e Francesco Passaro – vedono sfumare il sogno di approdare in semifinale. Grande delusione soprattutto per Lorenzo Musetti che nel match decisivo contro Jack Draper perde malamente (4-1, 4-0, 4-3) in soli 56′ di gioco. Il carrarese appare in grande difficoltà fisica, svuotato dalla battaglia del giorno precedente con Dominic Stricker. Tantissimi gli errori gratuiti in una partita dominata dal britannico che vola in semifinale e se la vedrà con Brandon Nakashima. L’azzurro esce a testa bassa, consapevole di aver deluso i tanti tifosi accorsi all’Allianz Cloud per sostenerlo. Notevole la prova di Jack Draper, perfetto sia al servizio (12 ace) sia negli scambi da fondo campo: «Speriamo di giocare così bene anche in semifinale». Se per Lorenzo Musetti si può parlare di occasione mancata, diverso il discorso per gli altri due azzurri. Dopo aver perso (a testa alta) le prime due partite del gruppo verde (sempre al quinto set), Matteo Arnaldi sperava di chiudere la sua esperienza milanese con una vittoria contro Jiri Lehecka. Il sanremese ha mostrato colpi di pura classe ma anche errori piuttosto banali che hanno consegnato la vittoria nelle mani di Jiri Lehecka (4-3, 4-1, 4-3): «Mi dispiace che Matteo abbia perso tutte le partite perché ha giocato un grande tennis. Personalmente credo di aver giocato a buoni livelli. Ho servito bene, mi sono concentrato solo sulla partita. rimportante è che sia arrivato alle semifinali, proverò a giocare ancora meglio di quanto ho fatto sino ad ora». Dovrà farlo sicuramente se vorrà avere la meglio su Dominic Stricker, vera sorpresa, fino ad ora, delle NextGen. […]

Musetti saluta Milano (Gianluca Strocchi, Tuttosport)

Era uno spareggio, da dentro o fuori, e Jadk Draper ha saputo interpretarlo in modo esemplare. E questo significa che Lorenzo Musetti deve salutare le Next Gen Atp Finals nella fase a gironi, come già dodici mesi fa, quando però era un rookie e non il giocatore di classifica più alta fra gli otto presenti con la sua 23° posizione nel ranking. Dopo lo stop di mercoledì sera, in cinque tie-break, con l’elvetico Dominic Stricker, il 20enne di Carrara ha dovuto incassare il secondo ko, ancora per mano di un mancino. E le speranze del pubblico di vedere un italiano protagonista sino alle fasi finali sono volate via. Dopo aver salvato tre palle-break già nel secondo game, nel successivo turno di servizio due errori di diritto sono costati all’azzurro il break, con il mancino di Sutton (n.41 Atp) pronto ad approfittarne per incamerare la prima frazione. Il britannico ha continuato imperterrito a macinare punti su punti: praticamente ingiocabile alla battuta (12 ace complessivi, con il 72% di prime in campo e appena 3 punti persi), diritto esplosivo, ma solido anche in risposta. Sotto di due set, Musetti ha annullato due chance di break che sapevano di sentenza, però non è mai riuscito a togliere certezze al rivale (22 vincenti nel match a fronte di soli 2 gratuiti). Che anche al tie-break è stato più lucido, così da meritarsi la seconda piazza nel Gruppo Rosso. Sarà dunque Draper a sfidare per un posto in finale lo statunitense Brandon Nakashima (n.49), che ha chiuso a punteggio pieno il Gruppo Verde. […]

Torino, vera grandezza (Piero Guerrini, Tuttosport)

Il mormorio di delusione è un segnale positivo. Lo avverti quando il vice presidente di Nitto, sponsor principale delle Atp Finals, Nobuhiro Todokoro consegna al supervisor Gerry Armstrong il biglietto con il nome di Taylor Fritz da inserire nel gruppo Verde. Già, perché tutti nell’Auditorium del Grattacielo Intesa San Paolo aspettavano, volevano ardentemente un duello immediato tra titani, Rafa Nadal alla prima apparizione torinese, contro Novak Djokovic. Forse perché le condizioni dell’ultimo Nadal non incoraggiano l’idea di vederli avversari in semifinale o finale. Ma il nome di Djokovic viene estratto per ultimo alla cerimonia del sorteggio della seconda edizione torinese delle Finals. Il serbo nel girone di ferro che già annoverava Stefanos Tsitsipas, Daniil Medvedev e Andrey Rublev. Mancano gli italiani, stavolta, non la passione per il tennis e il torneo che potrebbe veder strappato il più corposo assegno della storia, 4.740.300 dollari al vincitore, se finisse imbattuto. La vendita dei biglietti ha raggiunto numeri considerevoli nonostante la mancata qualificazione degli azzurri infortunati (a lungo nell’anno) Berrettini e Sinner. In clamoroso aumento gli arrivi dall’estero. La pandemia da Covid 19, che aveva fortemente ostacolato l’organizzazione di una prima edizione comunque di successo, ha allentato la morsa. È solo l’inizio. E lo slogan migliore per il futuro lo conia il presidente federale Angeo Binaghi, una sorta di “da zero a tre”: «Alle Atp Next Gen Finals di Milano il primo anno abbiamo usato wild card per fare giocare gli italiani. Poi abbiamo avuto un vincitore, quest’anno abbiamo tre giocatori ammessi di diritto. Per quale motivo non dovremmo riuscire ad avere lo stesso successo a Torino da qui al 2025?». Binaghi snocciola numeri importanti: «Se nel 2021 c’era emozione per il debutto e un po’ d’ansia per le difficoltà e le incertezze legate alla pandemia, ora c’è la consapevolezza di essere arrivati a questo appuntamento nella maniera migliore. L’anno scorso avevamo venduto 129.000 biglietti che poi si sono dovuti ridurre a 110 mila. A oggi abbiamo venduto oltre 140 mila biglietti e prevediamo di arrivare fino a 150mila. La notizia più eclatante è che un terzo di questi biglietti sono stati venduti all’estero e per fare un esempio 2,543 in Brasile, non ce lo saremmo mai aspettato. Insieme a Sport e Salute quest’anno penseremo di più al pubblico, come non abbiamo potuto fare nel 2021. Abbiamo creato una nuova casa grande più di 5 campi da tennis messi insieme: il Fan Village è pronto ad accogliere tutti. Abbiamo pure migliorato la visibilità di alcune tribune. Sarà come a Roma, una grande festa di sport». […]

A tu per tu con il Maestro (Filippo Femia, La Stampa)

Scende dall’auto già in tenuta da tennis, con i pantaloncini corti, le scarpe nere venate di giallo fosforescente e la sacca delle racchette sulla spalla. Come un giocatore qualsiasi. Ma quello che fa il suo ingresso al circolo della Stampa Sporting, per la prima volta, è una leggenda vivente. Il tennista con il record di Slam vinti in carriera (22): Rafael Nadal, anni 36, da Manacor, Spagna. Dal training center di corso Agnelli parte la sua rincorsa per provare ad alzare l’unico trofeo importante che manca nella sua bacheca, quello delle Atp Finals. Appena entrato allo Sporting, sorridente, viene accolto dal presidente Pietro Garibaldi che lo scorta fino agli spogliatoi. Nel tragitto lo spagnolo rimane colpito dalla piscina all’aperto, che l’Atp ha chiesto di mantenere piena d’acqua per ragioni scenografiche, e commenta stupito: «Piccolina, eh?». Ad accoglierlo, sulle tribune, una quarantina di tifosi che applaudono. Pochini, per uno del suo calibro. L’ufficialità del suo allenamento è arrivata nella tarda serata di mercoledì, quando i biglietti sulla piattaforma Ticketone non erano più in vendita. Ma la notizia della presenza di Rafa rimbalza presto sui gruppi WhatsApp, specie tra i soci dello Sporting che possono assistere gratis alle sessioni di allenamento, e nel giro di mezz’ora i posti vuoti in tribuna iniziano a sparire. Il fuoriclasse spagnolo intanto esegue esercizi di riscaldamento. Francisco Roig, uno dei coach di Nadal, intravede Gipo Arbino — di casa da queste parti, allena Lorenzo Sonego — che gonfia il petto: «Questo è il mio club». Il collega iberico alza il pollice: «Complimenti, è un campo bellissimo», esclama. Rafa Nadal ha già iniziato a palleggiare, i fan si stropicciano gli occhi: la pallina corre a una velocità impressionante, gli errori sono rarissimi. Lo spagnolo è sbarcato a Torino martedì sera con il suo staff, la moglie Xisca e l’erede di poco più di due mesi, Rafa junior. Mercoledì sera è stato avvistato al ristorante Rebel, in corso Re Umberto. «Era con tutto il suo team e la moglie — racconta il proprietario Gianluca Bernardi —. Hanno ordinato gamberi rossi e lo spaghetto aglio, olio, peperoncino e astice del nostro chef Nicola Di Tarsia». Nadal ha fatto il bis di pasta, ma non ha bevuto un goccio di alcol. Poi, insieme a Xisca, ha lasciato il resto della compagnia. Com’è il fuoriclasse visto da vicino? «Un signore. Ha chiesto il conto e pagato per tutti: una cosa non scontata — racconta il titolare del ristorante —. Siamo abituati ai calciatori che spesso si alzano senza salutare e delegano altri a saldare il conto». […]

Italia a casa: «Pensiamo positivo» (Ronald Giammò, Corriere dello Sport)

Si chiude ai quarti di finale il cammino dellltalia in BJKC. Le azzurre, dopo aver perso all’esordio contro la Svizzera, sono state battute ieri dal Canada per 3-0. Serviva un miracolo, difficile compierne quando si è ancora digiune di esperienza. In tal senso l’esperienza scozzese tornerà utile a un gruppo che in due anni è riuscito a cancellare la delusione di una retrocessione guadagnandosi per la prima volta l’accesso alla fase finale del torneo. «Devo cercare di pensare positivo – ha dichiarato Elisabetta Cocciaretto al termine del match perso contro Bianca Andreescu 7-6, 6-3 – anche se sono un po’ delusa per non essere riuscita a portare punti alla squadra e non aver sfruttato occasioni nel primo set». Una delusione concretizzatasi sul punteggio di 5-2 in favore dell’italiana, con un set point sciupato che avrebbe potuto indirizzare diversamente il match. Sfumate le speranze di qualificazione, Leylah Fernandez ha poi impiegato soli 46′ minuti per infliggere un doppio 6-0 a Martina Trevisan. Numeri, coincidenze, emozioni: in una parola, esperienza. Requisito cui le nostre avversarie son riuscire ad aggrapparsi nei momenti cruciali delle due sfide e che le nostre dovranno invece continuare a costruirsi. Provando a restare in partita anche quando il risultato sembra ormai compromesso, testando i loro progressi contro rivali dai ranking più quotati, e familiarizzando con una tensione nuova che – ci si augura – possa loro tornare a far visita anche nella prossima stagione.

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Roland Garros: Kokkinakis vince la maratona con Wawrinka, Tsitsipas avanza sul velluto [VIDEO]

Una splendida partita tra l’australiano e l’elvetico vede Thanasi vittorioso dopo oltre 4 ore e mezza. Serve molto meno a Stefanos Tsitsipas per travolgere Carballes Baena

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Stefanos Tsitsipas - Roland Garros 2023 (foto Roberto dell'Olivo)

T. Kokkinakis b. S. Wawrinka 3-6 7-5 6-3 6-7(4) 6-3

Il cuore non basta. Stan Wawrinka perde un’emozionante maratona con Thanasi Kokkinakis (4 ore e 38 minuti), in una partita che avrebbe potuto significare per lui terzo turno, ma uno start disastroso di quinto set, dopo aver dato prova di una condizione fisica per certi versi inaspettata nei parziali precedenti, gli è costata la pelle. Per l’australiano, invece, finalmente un duello vinto alla distanza, pur con un gran “braccino” nel finale, dopo la beffa nello Slam di casa contro Andy Murray, e l’opportunità di giocarsi un ulteriore step in avanti con Khachanov o Albot.

 

L’equilibrio è il tratto distintivo dei primi giochi dell’incontro. Entrambi apprezzano scambiare da fondo e il match attraversa dunque una fase iniziale di studio. L’elvetico pare molto centrato e sembra aver recuperato dalle fatiche del debutto contro Ramos, limitando al minimo gli errori gratuiti e spostandosi agilmente sul rosso del Simonne-Mathieu. La partita scivola così sul sottile filo dell’equilibrio fino al 3-3, con i due tennisti attenti a non concedere nulla in battuta, ma è proprio negli ultimi tre giochi che Stan opera lo strappo decisivo. Tre games di fila e un break ottenuto grazie a un sanguinoso doppio fallo finale di Kokkinakis.

Ringalluzzito e forte del vantaggio di un set, Wawrinka comincia con il piede giusto anche nel secondo. Avrebbe infatti una palla break per mettere subito il naso avanti e, pur non sfruttandola, ha un’altra chance nel quinto game, quella buona per trovarsi avanti di un parziale e di un break, complice un altro doppio fallo decisivo del rivale. Sotto 4-2, Kokkinakis però reagisce, anche approfittando di un piccolo passaggio a vuoto dello svizzero e recupera il break di margine. Rimonta completata nel dodicesimo gioco quando, con un altro break, Thanasi evita addirittura il tie-break, non sbagliando più una palla e pareggiando i conti. 7-5 per lui e un set pari.

L’inerzia pare essersi spostata dalla parte di campo del n° 108 al mondo, che nel terzo sale subito sul 3-0 pesante – nonostante il singolo break – e non lascia più nulla al caso. Quello stesso break verrà infatti condotto fino in fondo dall’originario di Adelaide (6-3), per un vantaggio meritato di due set a uno a mettere spalle al muro il campione del Roland Garros 2015. Quest’ultimo, tuttavia, sembra avere ancora qualcosa da offrire – anche fisicamente – e combatte punto a punto nei primi games del quarto. Il problema vero per lui è la mancanza di concretezza nei punti chiave, come quando non capitalizza ben 5 palle break nel secondo game e altre quattro nel sesto. Si procede dunque senza scossoni fino al tie-break, e qui Kokkinakis inciampa a più riprese, commettendo tre errori gratuiti nei primi tre punti e non riprendendosi più (7-4 finale). Per la resa dei conti, serve dunque il quinto set.

I decibel del tifo pendono, e lo si percepisce dalle esultanze, decisamente dalla parte di Wawrinka, ma quest’ultimo, a differenza per esempio di quanto accaduto ieri sera a Monfils, non approfitta al massimo dell’ulteriore spinta del pubblico, incappando in un primo game di servizio disastroso, ceduto ai vantaggi e condito da due doppi falli. Un macigno nella testa di Stan, incapace per qualche minuto di riprendersi dal 3-0 iniziale e falloso come mai prima nel match. Un altro break, addirittura a -0, metterà una pesante pietra sulle sue speranze di approdare al terzo turno, per la gioia di Kokkinakis che, senza strafare e, anzi, lasciando per strada uno dei due break, conquista sfinito il terzo turno al quinto match point, con annessa esultanza gettandosi a terra.

S. Ofner b. [24] S. Korda 6-3 7-6(1) 6-4

Fabio Fognini conosce il suo avversario di terzo turno. Sarà l’austriaco Sebastian Ofner, uscito vittorioso da un match dominato contro la testa di serie n° 24, ovvero Sebastian Korda. Sembrava che quest’ultimo avesse ritrovato delle buone sensazioni essendosi sbarazzato all’esordio di McDonald, e invece si era trattato di un fuoco di paglia. Lo statunitense, dopo aver perso il primo set per 6-3, ha tenuto testa al rivale solo nel secondo, ma nel tie-break che ne è scaturito è stato dominato dall’avversario, racimolando solo un punto (7-1). Korda non aveva comunque concretizzato, suo malgrado, la chance di servire per il parziale sul 5-4. Nel terzo, invece, un solo break, nel nono game, ha definitivamente indirizzato l’incontro verso il più in basso in classifica dei due Sebastian, che eguaglia così il suo migliore risultato in uno Slam, ovvero il terzo turno di Wimbledon 2017, quando fu estromesso da Zverev.

D. Schwartzman b. N. Borges 7-6(3) 6-4 6-3

El Peque approda al terzo turno del Roland Garros, e non era così scontato visti i suoi recenti (non) risultati. Ma la rimonta al primo turno ai danni di Zapata Miralles potrebbe avergli ridato l’ispirazione, anche se serviranno altri match per constatarlo. Intanto, però, l’argentino si è aggiudicato piuttosto agevolmente il match con Nuno Borges, e per avanzare ancora dovrà però battere la testa di serie n° 5 Stefanos Tsitsipas.

[5] S. Tsitsipas b. R. Carballes Baena 6-3 7-6(4) 6-2 (Emmanuel Marian)

È bastata una prestazione perlopiù altalenante a Stefanos Tsitsipas per staccare il pass utile a garantirgli il viaggio al terzo turno del Roland Garros. In fase di analisi pre-match la questione era subito apparsa piuttosto chiara: Roberto Carballes Baena, il trentenne terraiolo canario avversario odierno del quinto favorito in gara, non sembrava avere armi nella propria faretra per metterlo in difficoltà. Troppo evidente la differenza di cilindrata; troppo più pesanti i colpi del greco; troppo leggero il servizio dello spagnolo, che in effetti mai è riuscito a prendere in mano il gioco perlomeno con i colpi d’inizio scambio. E in effetti è finita tre a zero in due ore e venti minuti, ma il tempo utile a portare a casa l’obbligatorio successo sarebbe potuto, ma anche dovuto, essere inferiore alle due ore, se Tsitsipas non fosse incappato in una di quelle orette horror che tante energie preziose gli hanno sottratto negli anni, specialmente negli esigenti Major.

Vinto con relativo agio il primo set grazie a due break al terzo e al nono game, entrambi sigillati da altrettanti erroracci con il dritto dello spagnolo, e salvata l’unica situazione di pericolo al servizio nel quarto gioco per merito di un passantone di rovescio, Tsitsipas si è ingarbugliato in una seconda frazione colma di sbavature, che pure si era più volte messa bene. Il finalista dell’edizione 2021 ha preso a litigare con il dritto (cinque non forzati con il fondamentale nei soli primi tre giochi del set) ridando speranze a un avversario sin lì sballottato alquanto. Per due volte avanti con i break ottenuti nel quarto e nel sesto game, Stefanos si è fatto riprendere altrettante volte. Simbolico per delineare lo stato di concentrazione del greco il gioco numero cinque, dal 15-30 con Tsitsi in battuta: lob difensivo di Carballes Baena in atterraggio nei pressi della riga; Tsitsipas passeggia all’indietro con l’atteggiamento di chi ritiene che la palla uscirà di cinque metri; palla che invece pizzica la riga. Il favoritissimo la chiama fuori, ostentando la sicurezza tipica di chi non è affatto convinto delle proprie ragioni, ma Louise Hengzell, giudice di sedia convenuta sul posto, conferma la chiamata. 15-40, quota per il doppio fallo successivo stracciata in lavagna: contro break. Nel nono gioco, per scialacquare il successivo vantaggio subito guadagnato, il greco ha preso a sparacchiare dalla parte destra, rimettendo dentro la partita Carballes, attore non protagonista sostanzialmente inerte.

Nel tie break, per sua fortuna, Tsitsipas ha cambiato passo e ritrovato il senno, comandando con piglio finalmente adeguato alla situazione e prolungando l’inerzia sino in fondo al set successivo, il terzo, dominato senza angosce. Pur gravato da una mole evitabile di errori marchiani, il greco ha finito per non rischiare granché, ma dovrà lustrare l’arsenale, se vorrà far strada al Bois-de-Boulogne. Carballes era sprovvisto di antidoto, ma già Vesely al primo turno aveva scoperchiato il vaso. Il prossimo round, contro Diego Schwartzman o Nuno Borges, potrebbe rivelarsi un’altra tappa di passaggio, ma nel corso della seconda settimana qualcuno, e molto presto, andrà a vedere le carte.

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ATP

Roland Garros, Fognini si gode la vittoria: “Il mio tennis gira bene. Obiettivo seconda settimana” [VIDEO]

Dopo il successo su Kubler il tabellone offre una grande opportunità a Fabio che però non vuole sottovalutare Ofner: “A questo punto chiunque affronti, gioca bene”

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Fabio Fognini - Roland Garros 2023 (foto Roberto Dell'Olivo)

Sono passati meno di due mesi dall’infortunio accusato da Fabio Fognini nel match contro Cecchinato nel 250 dell’Estoril. Tutto sembrava andare male al ligure che si apprestava a lasciare la top 100 per la prima volta in quattordici anni. La stagione sul rosso, quella che lo ha portato a vincere un Masters 1000 e a raggiungere i quarti in uno Slam, era appesa a un filo pronto a spezzarsi definitivamente quando Fabio ha iniziato ad allenarsi al Foro italico: il suo fisico non dava risposte positive e l’azzurro era sul punto di rinunciare alla wild card riservatagli. Quando, però, nello sport si combinano talento e forza di volontà, le cose possono cambiare molto rapidamente e così oggi Fabio è al terzo turno del Roland Garros senza aver perso nemmeno un set (cosa che gli era successa solo altre quattro volte) e il tabellone lo ha ripagato con un abbinamento tutt’altro che sfavorevole. Sarà infatti il qualificato Ofner (n. 118) il suo prossimo avversario.

 “Lo conosco poco, arriva dai Challenger – ha detto Fabio ai microfoni di Eurosport – so che è stato nei primi 100 ma poi si è fatto male. A questo punto chiunque affronti, gioca bene. Ora voglio semplicemente godermi la vittoria oggi e recuperare l’energia. Da domani penseremo all’austriaco”. Vietato sottovalutare un giocatore che ha già vinto cinque match (l’ultimo con la 24esima testa di serie Korda) tra qualificazioni e tabellone principale, ma è chiaro che l’occasione è ghiotta. L’ultimo ottavo di finale di Fabio al Roland Garros è infatti datato 2019: “Sto bene, il tennis gira bene. Sono di nuovo al terzo turno a Parigi. L’obiettivo è andare nella seconda settimana del mio Slam preferito”. Quando lo ha fatto, il ligure ha sempre regalato spettacolo: nel 2011 l’indimenticabile ed epico match contro Montanes vinto 11-9 al quinto set, nel 2018 un’altra maratona – questa persa – con Cilic e poi nel 2019 un’ottima prestazione contro Zverev. Quest’anno potrebbe essere sfida con Tstitsipas, ma meglio non correre troppo.

Nel frattempo, scenderà sui campi dello Slam parigino anche Flavia Pennetta che insieme a Francesca Schiavone cercherà di difendere il titolo nel doppio delle leggende: “Lei soffre molto a vedermi giocare da casa – ha scherzato Fabio –  La prima cosa è sperare che non si faccia male, visto che non gioca da tempo. Poi l’obiettivo suo e di Francesca è semplicemente quello di divertirsi”.

 

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Roland Garros, Giorgi: “Peccato per il ginocchio, in futuro mi piacerebbe insegnare ai bambini”

Nonostante il ritiro per dolori al ginocchio destro Camila Giorgi sorridente e loquace in conferenza stampa

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da Parigi, il nostro inviato

Il problema al ginocchio destro ha costretto Camila Giorgi al ritiro dopo aver perso il primo set per 6-2 contro la numero 3 del mondo Jessica Pegula nel secondo turno del Roland Garros. “È un periodo in cui stavo giocando bene, è un peccato. È un problema al menisco che mi sto portando dietro da un po’ di tempo, già al primo turno mi ha dato fastidio e ho avuto dolore. Ho giocato tanto, forse avrei dovuto fermarmi un po’.  Dovrò  stare un po’ a riposo ora, non c’è bisogno di operarlo. Giocherò a Nottingham in prossimo torneo, per fortuna c’è un po’ di tempo per provare a recuperare“.

L’imminente stagione sull’erba che culminerà con i Championship’s in Church Road è notoriamente la preferita di Camila e l’auspicio è che ci sia tempo a sufficienza per rimettersi a posto fisicamente. Si curerà a Firenze perché ” I medici sono come i parrucchieri, vanno tenuti vicino casa” dice sorridendo. “Mi auguro giocare tante partite sull’erba, mi trovo molto bene, è diversa dalla terra dove ci vuole tanta pazienza e io con il mio gioco non ne ho tanta”.

 

Nonostante la sconfitta ed il ritiro, Camila è insolitamente loquace e si apre anche sul futuro dopo il ritiro dai campi da gioco.

” Ho ancora voglia di giocare per qualche anno. Ma ho tante passioni fuori dal campo e ho dei progetti per quando smetterò di giocare.  Mi piacerebbe insegnare ai bambini e anche averne di miei! Adoro i bambini e anche gli animali”

Nell’immediato invece Camila ha bisogno di riposo e serenità. “Adesso vado a fare un giro a Parigi, poi starò un po’ a casa. Ho bisogno di stare a casa per qualche giorno in più del solito perché ogni volta non ho nemmeno il tempo di disfare la valigia che subito devo farne un’altra. In futuro mi piacerebbe anche vivere a Roma.” 

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