Anche Musetti saluta Milano (Crivelli, Ponciroli, Strocchi). Torino, vera grandezza (Guerrini). A tu per tu con il Maestro (Femia). Italia a casa: «Pensiamo positivo» (Giammò)

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Anche Musetti saluta Milano (Crivelli, Ponciroli, Strocchi). Torino, vera grandezza (Guerrini). A tu per tu con il Maestro (Femia). Italia a casa: «Pensiamo positivo» (Giammò)

La rassegna stampa di venerdì 11 novembre 2022

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Tenebre azzurre. Con Musetti eliminati anche Passaro e Arnaldi (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Addio Italia. Sparisce l’azzurro dalle semifinali delle Next Gen, e se le eliminazioni premature di Passaro e Arnaldi erano nei voti, il crollo di Musetti contro Draper in una sfida da dentro o fuori è una ferita aperta nel cuore di Milano e della gente dell’Allianz Cloud, che sul talento di Carrara ha riversato la sua passione fin dall’inizio. Purtroppo, Lorenzo è arrivato al torneo totalmente prosciugato di energie dopo cinque settimane di fila con la lingua di fuori, e nel match contro il mancino britannico ha pure accusato qualche fastidio al solito braccio destro. Nessun allarme, ma solo tanta delusione: «Non è un infortunio, tranquilli, ma fin dal mattino ho capito che non era giornata, non ne avevo più e non ho recuperato dalle fatiche con Stricker. Ero addirittura indeciso se scendere in campo, ma ho voluto rispettare il pubblico». […] «Mi spiace sia finita così, ma è comunque un’annata straordinaria per la quale avrei messo la firma a gennaio. Ora mi riposo e sarò pronto per la Davis». Anche gli altri italiani, Passaro e Arnaldi, meritano solo applausi. Intanto, nel loro derby di mercoledì hanno scritto una pagina di storia del torneo, con la partita più lunga mai giocata alle Next Gen e probabilmente la più spettacolare di sempre. Entrambi, malgrado le sconfitte senza appello di ieri, sono consapevoli che l’esperienza milanese li ha proiettati in un’altra dimensione: «Una grandissima esperienza – conferma Passaro – che mi ha fatto capire di poter stare a questi livelli contro giocatori molto più navigati di me. Devo migliorare tutto, ovviamente, essere più aggressivo, cercare di limitare gli errori, ma è stata un’avventura esaltante». […] Arnaldi: «Adesso che ho la classifica per giocare le qualificazioni in Australia, mi piacerebbe entrare in tabellone, anche perché la mia fidanzata è australiana, l’ho conosciuta durante il suo Erasmus e sarebbe bellissimo condividere l’esperienza con lei. Mi prendo qualche giorno di riposo, mi godrò un poi gli amici ma voglio cominciare al più presto la preparazione invernale, devo tenere in caldo tutto quello che ho imparato in questa settimana comunque fantastica». Benvenuti nel nuovo mondo.

Anche Musetti crolla: italiani fuori tutti (Fabrizio Ponciroli, Corriere dello Sport)

Niente più azzurri in gioco alle Next Gen ATP Finals 2022. Nella giornata finale della fase a gruppi, tutti e tre i nostri portacolori – Lorenzo Musetti, Matteo Arnaldi e Francesco Passaro – vedono sfumare il sogno di approdare in semifinale. Grande delusione soprattutto per Lorenzo Musetti che nel match decisivo contro Jack Draper perde malamente (4-1, 4-0, 4-3) in soli 56′ di gioco. Il carrarese appare in grande difficoltà fisica, svuotato dalla battaglia del giorno precedente con Dominic Stricker. Tantissimi gli errori gratuiti in una partita dominata dal britannico che vola in semifinale e se la vedrà con Brandon Nakashima. L’azzurro esce a testa bassa, consapevole di aver deluso i tanti tifosi accorsi all’Allianz Cloud per sostenerlo. Notevole la prova di Jack Draper, perfetto sia al servizio (12 ace) sia negli scambi da fondo campo: «Speriamo di giocare così bene anche in semifinale». Se per Lorenzo Musetti si può parlare di occasione mancata, diverso il discorso per gli altri due azzurri. Dopo aver perso (a testa alta) le prime due partite del gruppo verde (sempre al quinto set), Matteo Arnaldi sperava di chiudere la sua esperienza milanese con una vittoria contro Jiri Lehecka. Il sanremese ha mostrato colpi di pura classe ma anche errori piuttosto banali che hanno consegnato la vittoria nelle mani di Jiri Lehecka (4-3, 4-1, 4-3): «Mi dispiace che Matteo abbia perso tutte le partite perché ha giocato un grande tennis. Personalmente credo di aver giocato a buoni livelli. Ho servito bene, mi sono concentrato solo sulla partita. rimportante è che sia arrivato alle semifinali, proverò a giocare ancora meglio di quanto ho fatto sino ad ora». Dovrà farlo sicuramente se vorrà avere la meglio su Dominic Stricker, vera sorpresa, fino ad ora, delle NextGen. […]

Musetti saluta Milano (Gianluca Strocchi, Tuttosport)

Era uno spareggio, da dentro o fuori, e Jadk Draper ha saputo interpretarlo in modo esemplare. E questo significa che Lorenzo Musetti deve salutare le Next Gen Atp Finals nella fase a gironi, come già dodici mesi fa, quando però era un rookie e non il giocatore di classifica più alta fra gli otto presenti con la sua 23° posizione nel ranking. Dopo lo stop di mercoledì sera, in cinque tie-break, con l’elvetico Dominic Stricker, il 20enne di Carrara ha dovuto incassare il secondo ko, ancora per mano di un mancino. E le speranze del pubblico di vedere un italiano protagonista sino alle fasi finali sono volate via. Dopo aver salvato tre palle-break già nel secondo game, nel successivo turno di servizio due errori di diritto sono costati all’azzurro il break, con il mancino di Sutton (n.41 Atp) pronto ad approfittarne per incamerare la prima frazione. Il britannico ha continuato imperterrito a macinare punti su punti: praticamente ingiocabile alla battuta (12 ace complessivi, con il 72% di prime in campo e appena 3 punti persi), diritto esplosivo, ma solido anche in risposta. Sotto di due set, Musetti ha annullato due chance di break che sapevano di sentenza, però non è mai riuscito a togliere certezze al rivale (22 vincenti nel match a fronte di soli 2 gratuiti). Che anche al tie-break è stato più lucido, così da meritarsi la seconda piazza nel Gruppo Rosso. Sarà dunque Draper a sfidare per un posto in finale lo statunitense Brandon Nakashima (n.49), che ha chiuso a punteggio pieno il Gruppo Verde. […]

Torino, vera grandezza (Piero Guerrini, Tuttosport)

Il mormorio di delusione è un segnale positivo. Lo avverti quando il vice presidente di Nitto, sponsor principale delle Atp Finals, Nobuhiro Todokoro consegna al supervisor Gerry Armstrong il biglietto con il nome di Taylor Fritz da inserire nel gruppo Verde. Già, perché tutti nell’Auditorium del Grattacielo Intesa San Paolo aspettavano, volevano ardentemente un duello immediato tra titani, Rafa Nadal alla prima apparizione torinese, contro Novak Djokovic. Forse perché le condizioni dell’ultimo Nadal non incoraggiano l’idea di vederli avversari in semifinale o finale. Ma il nome di Djokovic viene estratto per ultimo alla cerimonia del sorteggio della seconda edizione torinese delle Finals. Il serbo nel girone di ferro che già annoverava Stefanos Tsitsipas, Daniil Medvedev e Andrey Rublev. Mancano gli italiani, stavolta, non la passione per il tennis e il torneo che potrebbe veder strappato il più corposo assegno della storia, 4.740.300 dollari al vincitore, se finisse imbattuto. La vendita dei biglietti ha raggiunto numeri considerevoli nonostante la mancata qualificazione degli azzurri infortunati (a lungo nell’anno) Berrettini e Sinner. In clamoroso aumento gli arrivi dall’estero. La pandemia da Covid 19, che aveva fortemente ostacolato l’organizzazione di una prima edizione comunque di successo, ha allentato la morsa. È solo l’inizio. E lo slogan migliore per il futuro lo conia il presidente federale Angeo Binaghi, una sorta di “da zero a tre”: «Alle Atp Next Gen Finals di Milano il primo anno abbiamo usato wild card per fare giocare gli italiani. Poi abbiamo avuto un vincitore, quest’anno abbiamo tre giocatori ammessi di diritto. Per quale motivo non dovremmo riuscire ad avere lo stesso successo a Torino da qui al 2025?». Binaghi snocciola numeri importanti: «Se nel 2021 c’era emozione per il debutto e un po’ d’ansia per le difficoltà e le incertezze legate alla pandemia, ora c’è la consapevolezza di essere arrivati a questo appuntamento nella maniera migliore. L’anno scorso avevamo venduto 129.000 biglietti che poi si sono dovuti ridurre a 110 mila. A oggi abbiamo venduto oltre 140 mila biglietti e prevediamo di arrivare fino a 150mila. La notizia più eclatante è che un terzo di questi biglietti sono stati venduti all’estero e per fare un esempio 2,543 in Brasile, non ce lo saremmo mai aspettato. Insieme a Sport e Salute quest’anno penseremo di più al pubblico, come non abbiamo potuto fare nel 2021. Abbiamo creato una nuova casa grande più di 5 campi da tennis messi insieme: il Fan Village è pronto ad accogliere tutti. Abbiamo pure migliorato la visibilità di alcune tribune. Sarà come a Roma, una grande festa di sport». […]

A tu per tu con il Maestro (Filippo Femia, La Stampa)

Scende dall’auto già in tenuta da tennis, con i pantaloncini corti, le scarpe nere venate di giallo fosforescente e la sacca delle racchette sulla spalla. Come un giocatore qualsiasi. Ma quello che fa il suo ingresso al circolo della Stampa Sporting, per la prima volta, è una leggenda vivente. Il tennista con il record di Slam vinti in carriera (22): Rafael Nadal, anni 36, da Manacor, Spagna. Dal training center di corso Agnelli parte la sua rincorsa per provare ad alzare l’unico trofeo importante che manca nella sua bacheca, quello delle Atp Finals. Appena entrato allo Sporting, sorridente, viene accolto dal presidente Pietro Garibaldi che lo scorta fino agli spogliatoi. Nel tragitto lo spagnolo rimane colpito dalla piscina all’aperto, che l’Atp ha chiesto di mantenere piena d’acqua per ragioni scenografiche, e commenta stupito: «Piccolina, eh?». Ad accoglierlo, sulle tribune, una quarantina di tifosi che applaudono. Pochini, per uno del suo calibro. L’ufficialità del suo allenamento è arrivata nella tarda serata di mercoledì, quando i biglietti sulla piattaforma Ticketone non erano più in vendita. Ma la notizia della presenza di Rafa rimbalza presto sui gruppi WhatsApp, specie tra i soci dello Sporting che possono assistere gratis alle sessioni di allenamento, e nel giro di mezz’ora i posti vuoti in tribuna iniziano a sparire. Il fuoriclasse spagnolo intanto esegue esercizi di riscaldamento. Francisco Roig, uno dei coach di Nadal, intravede Gipo Arbino — di casa da queste parti, allena Lorenzo Sonego — che gonfia il petto: «Questo è il mio club». Il collega iberico alza il pollice: «Complimenti, è un campo bellissimo», esclama. Rafa Nadal ha già iniziato a palleggiare, i fan si stropicciano gli occhi: la pallina corre a una velocità impressionante, gli errori sono rarissimi. Lo spagnolo è sbarcato a Torino martedì sera con il suo staff, la moglie Xisca e l’erede di poco più di due mesi, Rafa junior. Mercoledì sera è stato avvistato al ristorante Rebel, in corso Re Umberto. «Era con tutto il suo team e la moglie — racconta il proprietario Gianluca Bernardi —. Hanno ordinato gamberi rossi e lo spaghetto aglio, olio, peperoncino e astice del nostro chef Nicola Di Tarsia». Nadal ha fatto il bis di pasta, ma non ha bevuto un goccio di alcol. Poi, insieme a Xisca, ha lasciato il resto della compagnia. Com’è il fuoriclasse visto da vicino? «Un signore. Ha chiesto il conto e pagato per tutti: una cosa non scontata — racconta il titolare del ristorante —. Siamo abituati ai calciatori che spesso si alzano senza salutare e delegano altri a saldare il conto». […]

Italia a casa: «Pensiamo positivo» (Ronald Giammò, Corriere dello Sport)

Si chiude ai quarti di finale il cammino dellltalia in BJKC. Le azzurre, dopo aver perso all’esordio contro la Svizzera, sono state battute ieri dal Canada per 3-0. Serviva un miracolo, difficile compierne quando si è ancora digiune di esperienza. In tal senso l’esperienza scozzese tornerà utile a un gruppo che in due anni è riuscito a cancellare la delusione di una retrocessione guadagnandosi per la prima volta l’accesso alla fase finale del torneo. «Devo cercare di pensare positivo – ha dichiarato Elisabetta Cocciaretto al termine del match perso contro Bianca Andreescu 7-6, 6-3 – anche se sono un po’ delusa per non essere riuscita a portare punti alla squadra e non aver sfruttato occasioni nel primo set». Una delusione concretizzatasi sul punteggio di 5-2 in favore dell’italiana, con un set point sciupato che avrebbe potuto indirizzare diversamente il match. Sfumate le speranze di qualificazione, Leylah Fernandez ha poi impiegato soli 46′ minuti per infliggere un doppio 6-0 a Martina Trevisan. Numeri, coincidenze, emozioni: in una parola, esperienza. Requisito cui le nostre avversarie son riuscire ad aggrapparsi nei momenti cruciali delle due sfide e che le nostre dovranno invece continuare a costruirsi. Provando a restare in partita anche quando il risultato sembra ormai compromesso, testando i loro progressi contro rivali dai ranking più quotati, e familiarizzando con una tensione nuova che – ci si augura – possa loro tornare a far visita anche nella prossima stagione.

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