ATP Finals, Djokovic: "Wimbledon è arrivato al momento giusto, è stato un sollievo e allo stesso tempo un'iniezione di fiducia "

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ATP Finals, Djokovic: “Wimbledon è arrivato al momento giusto, è stato un sollievo e allo stesso tempo un’iniezione di fiducia “

La grande determinazione nell’approccio alla gara, il cinismo nel concretizzare le occasioni, l’eccezionale rendimento del servizio. Queste le armi con cui Novak Djokovic ha battuto Tsitsipas: “Ero consapevole che avrei potuto avere un’opportunità agli albori della partita, ottenere punti diretti in momenti concitati aiuta sempre”

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Novak Djokovic – ATP Finals 2022 (foto via Twitter @atptour)
 

La ricorsa al sesto sigillo di Roger Federer è partita nel migliore dei modi per Novak Djokovic, che – intanto è ufficiale il suo reintegro sul suolo australiano – nel suo primo match alle Nitto ATP Finals 2022 in quel di Torino si è sbarazzato di Stefanos Tsistipas seguendo il solito modus operandi che lo ha reso celebre con l’appellativo di cannibale insaziabile. Cinismo, cattiveria agonistica e Carpediem nel saper cogliere il momento propizio per indirizzare sulla retta via per Belgrado, la partita in questione. Il tutto inserito all’interno di un complesso di assoluta solidità: mentale, tecnica e fisica; inscalfibile quando il Nole in campo è quello dei giorni migliori. Il solito perfezionista, tratto imprescindibile di una leggenda come l’uomo di gomma è di fatti la costante e ossessiva ricerca del progresso a tutto tondo, afferma di poter migliorare il quantitativo di punti ottenuti in risposta ma allo stesso tempo riconosce il grande rendimento della battuta altrui. Proprio il servizio, ancora una volta come in questa seconda parte della sua carriera, è l’arma principale del successo con il greco: serafico e inappuntabile per continuità di efficacia, ma anche perforante in maniera lucida e diabolica quando la palla scotta maggiormente. Tuttavia la vera svolta di questa travagliata annata del 21 volte campione Slam, è stato il settimo trionfo ai Champhionsips che gli ha donato sollievo e fiducia in se stesso, riportandolo allo splendore perduto. La conseguenza sono state altre tre finali, consecutive, con due trionfi ed una finale persa al terzo set. Nole è tornato a vestire il suo smoking migliore, per il gran galà finale e siamo certi ruggirà fino alla fine.

D: Quanto è difficile essere una sorta di superstar part-time? Hai potuto prendere parte ad alcune parti di stagione, mentre ne hai dovute saltare altre non potendo giocare.

Novak Djokovic: “Certamente, posso affermare che quest’anno è stato diverso da tutti gli altri anni che ho vissuto durante la mia carriera nel Tour. Una stagione ovviamente molto insolita per le circostanze che si sono verificate, in particolare nei primi due mesi dell’anno. È stato davvero difficile per me trovare l’equilibrio di cui avevo bisogno. Non è stato semplice, riuscire ad esprimere il mio miglior tennis con tutto ciò che è successo in Australia. Ma penso che verso la fine della stagione sulla terra battuta, ho iniziato a giocare nel modo in cui avrei voluto fin da inizio anno, mettendo sul campo il livello che desideravo. Wimbledon è sempre stato un torneo così importante e speciale nella mia carriera, che ancora una volta è arrivato esattamente nel momento in cui avevo bisogno arrivasse. Ovviamente un successo del genere, poter essere il vincitore di un titolo di tale prestigio; si è rivelato per me un enorme sollievo. Tuttavia, allo stesso tempo, anche un’enorme spinta in termini di fiducia in me stesso. Mi ha premesso così di entrare in campo e giocare, in tutti i successivi tornei, ad un livello molto alto. Ne ho vinti sue due tre, di quelli a cui ho partecipato, ed in quello in cui non ho alzato il trofeo ho disputato la finale, a Bercy, perdendo solamente al terzo set. Ed ora sto proseguendo su questa strada, avendo iniziato bene le Finals. Questo mio percorso positivo, è anche però conseguenza del fatto che mi piaccia giocare indoor. Infatti, storicamente, in tutta la mia carriera ho avuto ottimi risultati su questa superficie e in questo tipo di condizioni di gioco. Penso inoltre che anche l’esperienza di aver già giocato a Torino in altitudine, lo scorso anno, mi abbia aiutato quest’anno ad avere una migliore preparazione all’evento. Tutti i giocatori che si sono qualificati lo hanno detto: ogni partita qui è una finale, non c’è un chiaro favorito. Devi essere assolutamente perfetto fin dall’inizio, ed è proprio questo che mi ha dato la possibilità di ottenere la vittoria questa sera [ieri sera, ndr]”.

D: Un paio di settimane fa hai rilasciato un’intervista ad alcuni giornalisti in Serbia, dove hai dichiarato che i tuoi avvocati sono attualmente in contatto con gli organi competenti australiani per vedere se c’è effettivamente la possibilità per te di tornare sul suolo australiano e poter giocare l’Australian Open. Hai qualche aggiornamento per noi?

Novak Djokovic: “No, al momento non vi è ancora niente di ufficiale. Siamo attesa. I miei avvocati sono in contatto diretto con il governo australiano. Questo è tutto ciò che posso dirti per ora”.

Q. Se dovessi vincere il titolo, eguaglieresti il record di Federer di sei trionfi alle ATP Finals. Quanto questo record è importante per te? E’ un pensiero ricorrente nella tua mente?

Novak Djokovic: Beh, ovviamente, ne sono consapevole. Fare la storia di questo sport è sempre stata una grande motivazione, un grande fattore di spinta a migliorarmi nella mia carriera. Forse non necessariamente influisce sull’approccio specifico ad una singola partita, perché sono abbastanza esperto da conoscere bene me stesso e quello che ho a disposizione e di cui sono capace. Ma certamente sono conscio della possibilità che ho, di fare nuovamente la storia. È un grande piacere, oltre che un grande onore essere in questa posizione privilegiata. Quindi è una situazione che non fa che motivarmi ancora di più ed ispirarmi a giocare un tennis migliore rispetto a quello che sto esprimendo in questo momento. Per il resto, riguardo al record, l’unica cosa che posso fare per raggiungerlo è prepararmi al meglio per la mia prossima sfida studiando accuratamente il mio prossimo avversario”.

D: Per quanto riguarda la tua performance di oggi [ieri, ndr], non hai mai perso il tuo servizio vincendo tutti i tuoi turni di battuta. Inoltre hai mantenuto sempre la stessa intensità di gioco. Quali sono stati gli aspetti del tuo tennis della prestazione contro Tsitsipas, che ritieni maggiormente soddisfacenti? C’è stato anche qualcosa di negativo in questa tua performance oppure ritieni di non aver commesso errori?

Novak Djokovic: Credo di aver iniziato il match molto bene. Sapevo che c’era un’alta probabilità che molti turni di servizio, sarebbero stati vinti facilmente con assoluta autorevolezza ed in modo estremamente agevole; sia da parte mia che da parte sua. Questo perché le condizioni di gioco erano tali da rendere molto difficile contrastare un avversario che sta servendo decisamente bene; considerando l’altitudine che rende così veloce la superficie a tal punto che se stai colpendo in maniera incisiva e con grande precisione il tuo fondamentale d’inizio gioco, vincerai necessariamente molti punti gratuiti. E così è stato, ero consapevole fin dall’inizio che quando affronti i big server come Stefanos [Tsitsipas, ndr], forse puoi avere una possibilità nel primo o al massimo nel secondo gioco di servizio del tuo avversario, che a freddo agli albori della partita può concedere alcune opportunità. Perciò, presentatami l’occasione, ho risposto come avrei dovuto e ho sfruttato l’opportunità grazie al fatto di essere entrato in campo super determinato e concentrato. Ovviamente questo break ad inizio gara, influisce inevitabilmente sull’intera partita.  Anche se era soltanto il primo gioco del match, ero certo che sarebbe rimasto nella sua mente. A quel punto, dovevo unicamente essere continuo e perforante al servizio, cosa che ho continuato a fare molto bene. Poi, dopo, ho chiuso il match al tie-break con due grandi servizi, ed ottenere punti diretti in momenti concitati come i punti finali di un tie-break aiuta sempre. Sono stato infine anche molto abile, nel gioco decisivo, a leggere il suo servizio quando ne ho avuto bisogno giocando alcuni grandi passanti. E’ stata una partita, ancora una volta, decisa dai piccoli dettagli. Non c’è stata molta differenza, in termini di livello espresso, tra di noi. Approcciando la sfida, ero assolutamente consapevole che sarebbe stato così. Per quanto riguarda gli aspetti negativi, non ce ne sono molti in realtà, a parte forse cercare di ottenere più punti nei miei games di risposta provando a far giocare maggiormente il mio avversario. Ma come detto già in precedenza, non posso considerare come un aspetto negativo il fatto che non abbia vinto molti punti in ribattuta, se dall’altra parte della rete c’è un giocatore che serve così bene come ha fatto Tsitsipas; non solo come efficacia ma anche come scelta della tipologia di servizio da effettuare e dell’angolo da ricercare. È stato un match estremamente difficile e complesso. Lui è molto solido da fondocampo e serve benissimo. Ciononostante sono stato in grado di eseguire alcuni punti importanti quando è stato necessario. Dunque una grande prestazione nel complesso”.

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