Nadal già verso il 2023 (Azzolini, Crivelli). A Tsitsipas manca personalità (Panatta). Volandri: «Berrettini ti aspettiamo»(Giammò)

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Nadal già verso il 2023 (Azzolini, Crivelli). A Tsitsipas manca personalità (Panatta). Volandri: «Berrettini ti aspettiamo»(Giammò)

La rassegna stampa di venerdì 18 novembre

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Nadal chiede tempo per tornare sé stesso (Daniele Azzolini, Tuttosport)

Le voci di un possibile forfait erano girate nella serata di mercoledì. Settore fotografi. Avevano ricevuto richieste urgenti per una serie di immagini su Holger Rune. Il dritto, in particolare. La cosa aveva incuriosito e rapidamente la voce di un possibile forfait di Nadal, nell’ultimo match del girone, contro Ruud già qualificato per la semifinale, aveva preso corpo. Niente di ufficiale, ovviamente. Ma in realtà, tutto assai poco nello spirito di Rafa. Abbandonare? Girarsi dall’altra parte? Via, siamo seri…Lo abbiamo visto più di una volta in grande difficoltà nel corso di questa stagione, Nadal, mai però disposto al forfait. A Parigi, Roland Garros, questa volta per bocca della stampa scritta francese, girò voce che alla conferenza stampa per la quattordicesima vittoria nel torneo, Rafa avrebbe unito una dichiarazione di addio al tennis. Si disse addirittura che sarebbe intervenuto Federer […] Il problema al piede che aveva fatto scattare l’allarme, era quanto mai serio, l’unica notizia certa era questa. Due nervi che venivano a contatta, scontrandosi e provocando dolori inaccettabili anche per il più resistente dei campioni. Malgrado ciò, l’ipotesi della conferenza stampa si rivelò quasi una burla. Nadal confidò in un’intervista televisiva, al microfono di Justine Herein, che se i medici non fossero intervenuti subito dopo il primo match del tabellone, vinto contro Moutet tra dolori crescenti, non avrebbe saputo che cosa fare per arrivare fino in fondo al torneo. «Hanno deciso per un’anestesia di una parte del piede», raccontò Rafa, «ma ora devo risolvere definitivamente il problema, perché certo non posso ricorrere a continue anestesie per ogni match che sono chiamato agiocare». Così fu. Venne operato subito dopo il Roland Garros, giusto in tempo per presentarsi a Wimbledon […] Da quei giorni dei Championships, Rafa ha giocato solo nove match […] «Alla fine ho chiuso con una vittoria», racconta, rilassato, dopo un match combattuto e a suo modo piacevole. «Mi mancava da un po’ e mi ha reso felice essere riuscito a conquistarla contro un giocatore importante com’è diventato il norvegese. Mi sono sentito di nuovo competitivo, era da un po’ che non mi accadeva, e torno a casa con la sensazione di aver fatto anche questa volta tutto ciò che era nelle mie possibilità […] Ora parto per una tournée di esibizioni in America Latina. Al rientro preparerò l’Australia e la stagione 2023». Rafa riduce tutto ad avere il tempo di allenarsi per bene. Sembra semplicistico…ma lui ne è convinto. «Solo preparandomi come dico io posso ritrovare confidenza con il mio tennis. Questo è il punto. Andrò presto in Australia. Giocherò la United Cup. La cosa mi pesa, ora che ho un figlio, ma è l’unica soluzione». Lì troverà anche Djokovic […] «Fanno bene, ne sono contento. Alla fine, quanto accaduto l’anno scorso non è stata una bella pagina per il nostro sport. Il virus ora sembra maggiormente sotto controllo. È una buona notizia. Djokovic ritorna? Un’altra buona notizia». Meno buone le notizie per la Davis. Rafa non ci sarà a Malaga, Alcaraz nemmeno. Ma la conclusione che la Spagna sarà poco competitiva Rafa non l’accetta. «Giocatori come Bautista Agut e Carreno Busta ce li invidia tutto il mondo del tennis. Ovvio, la presenza di Alcaraz avrebbe dato ancora più forza alla squadra, ma penso che la Spagna sarà ugualmente competitiva, grazie a giocatori che conoscono benissimo il clima della Coppa. Per quanto mi riguarda spero un giorno di tornarla a giocare, la Davis. Almeno un’ultima volta».

Nadal saluta e guarda già avanti: «Bene che a Melbourne ci sia Nole» (Riccardo Crivelli, Gazzetta dello Sport)

La speranza è nella story di Instagram con cui Rafa commenta l’ultimo match delle sue Finals: «Grazie Torino, arrivederci al 2023». Contro il compagno di allenamenti Ruud, già sicuro del primo posto nel girone e comunque ancora una volta respinto nella caccia alla prima vittoria contro un top 3, Nadal evita la quinta sconfitta di fila, evento accadutogli una sola volta, nel 2004, e dà appuntamento in Australia, dove tornerà ad incrociare le lame in uno Slam contro Djokovic, nell’eterna lotta per il primato nei Major, dove al momento è davanti di uno (22 a 21): «Come già detto più volte il tennis è migliore quando ci sono tutti i migliori giocatori in campo. Non è che dobbiamo prenderci in giro. Quello che e successo l’anno scorso in Australia non è stato bello per il nostro sport. Ma quello ormai è il passato. Roger non gioca più. Io ho mancato un sacco di Slam per gli infortuni. L’anno scorso Novak non ha potuto giocare. Ma questo appunto ormai è il passato. ll presente dice che Novak potrà tornare a giocare e questa è la miglior notizia possibile, specialmente adesso che sappiamo che il virus è più sotto controllo. Sono contento per lui. Sono contento per íl torneo. Sono contento per i tifosi». II satanasso maiorchino, dopo le ricche esibizioni sudamericane delle prossime settimane, tornerà in campo nella nuova United Cup di inizio anno: «Quello è il programma, ma adesso non sono più da solo a decidere […] la priorità è di allenarsi bene per farmi trovare pronto quando ricomincerà la stagione» […] Le ultime due sessioni serali con il tutto esaurito sono state accolte con soddisfazione da Andrea Gaudenzi, presidente dell’Atp e dunque «padrone di casa» delle Finals: «Il ritorno alla normalità dopo la prima edizione limitata dal Covid dimostra che Torino risponde alla grande e al momento abbiamo solo feedback positivi […]». Gaudenzi ha confermato che si sta studiando un’integrazione tra Next Gen e Wta Finals, ma logisticamente sarà assai complicato sviluppare l’idea circolata in questi giorni di accorpare tutte e tre le Finals di fine anno […]

A Tsitsipas manca ancora la personalità (Adriano Panatta, Tuttosport)

Mi piace, quasi sempre. Ma qualche volta meno. E sto cercando di capire il perché. È un fatto, Stefanos Tsitsipas mi piaceva di più nei primi anni della sua ancor giovane carriera, quando affrontava il tennis assaltandolo. Ha appena 24 anni, dunque tutto ciò che potrei dire oggi su di lui, rischia di essere cancellato dal fluire dei prossimi risultati, a cominciare proprio da queste Finals. Che l’hanno visto, nei primi match, in due differenti versioni tennistiche. La prima non così aggressiva come avrebbe dovuto e potuto, contro un Djokovic cui basta un’occhiata per capire in che giornata sia chi ha di fronte, e che cosa fare per disporlo nelle condizioni peggiori per evitare che si scuota, e si riprenda […] La seconda invece zeppa di momenti da autentico trascinatore, proprio quelli che me lo avevano fatto apprezzare quando lo vidi irrompere nel circuito […] Mi chiedo perché Stefanos, che ha così tante qualità tennistiche, non abbia ancora trovato il suo modo di affrontare avversari e partite difficili. Sembra quasi chiedere l’approvazione […] Sono sensazioni, niente di più, ma rafforzate da una stagione in cui ha giocato moltissimo (siamo a 84 match, 61 vinti, 23 perduti) ma non ha vinto quanto avrebbe potuto. Devastante a Montecarlo, poi appena un torneo sull’erba, a Mallorca, in preparazione a Wimbledon. Battuto invece nelle finali di Rotterdam da Auger-Aliassime, di Roma da Djokovic (con un sei-zero nel primo set che davvero non gli fa onore), di Cincinnati da Coric, di Astana ancora da Djokovic, e di Stoccolma da Rune. Mentre negli Slam è scivolato dalla semifinale in Australia, agli ottavi di Parigi, al terzo turno di Wimbledon, e infine al primo degli US Open, superato da Galan. Un quadro che, date le sue qualità, spinge dritto a una frase che non avrei mai pensato di srivere per un tennista così…Che spreco! Ma che può ancora essere ribaltata, se Tsitsipas troverà oggi la strada per la semifinale di queste Finals. Ha di fronte Rublev […] Se lo lascia fare, iI russo diventa una macchina. Se lo obbliga a rincorrere il proprio gioco, è probabile che a perdere la bussola, per primo, sarà proprio Rublev. Una qualificazione da ottenere con personalità. A Tsitsipas dimostrare di averla.

Volandri: «Berrettini ti aspettiamo tutti» (Ronald Giammò, Corriere dello Sport)

A sei giorni dal via delle fasi finali di Coppa Davis in programma a Malaga (23-27), l’Italia che si accinge ad affrontare gli Stati Uniti è – sulla carta e dal punto di vista della condizione – una squadra diversa da quella a lungo idealizzata durante la stagione. Ieri capitan Filippo Volandri ha diramato la lista dei convocati in cui figura il nome di Lorenzo Sonego, subentrato al posto di Jannik Sinner, infortunatosi alla mano durante il Masters 1000 di Bercy e costretto meno di una settimana fa ad alzare bandiera bianca. «Sappiamo di aver perso un pezzo importante come Jannik che era il nostro numero 1– ha sottolineato ieri Filippo Volandri […] – ed è ovvio che cambieranno gli equilibri. Ho la fortuna però di avere dei giocatori che stanno crescendo come Musetti che negli ultimi mesi ha compiuto un importante step in avanti e oggi non è più una riserva bensì un’alternativa». Nonostante l’assenza del n.15 del mondo, le sensazioni con cui la spedizione azzurra si sta imbarcando alla volta della Spagna sono quelle di una «squadra che vuole completarsi – racconta ancora Volandri – ho tre singolaristi, ne devo scegliere due […] ma è una squadra che sta facendo di tutto per essere competitiva e farsi trovare pronta per giovedì prossimo». Se l’assenza di Sinner era ormai da tempo una certezza, è corsa contro il tempo invece per sciogliere le riserve che ancora avvolgono la presenza in campo del nostro n. 2 Matteo Berrettini, anch’egli alle prese con i postumi di un infortunio al piede accusato durante la Tennis Napoli Cup di fine ottobre scorso: «Percentuali su Berrettini sono impossibili da dare. Matteo sta provando di tutto per poterci essere e la squadra, come ci siamo detti oggi nella nostra chat, lo aspetterà fino all’ultimo momento – confida il capitano azzurro – […] Di certo sta decisamente meglio rispetto agli ultimi giorni». A mitigare l’ottimismo con cui si guarda al recupero del ventiseienne, c’è però la grande condizione con cui gli Stati Uniti sembrano invece approcciarsi al grande appuntamento. Capitan Mardy Fish al momento può contare su una squadra che scoppia di salute […] : «Sock l’ho visto nelle scorse settimane, Fritz qui a Torino ha dimostrato di essere in forma a prescindere dalla classifica […] Sto vedendo Ram che è un grande doppista che al momento non fa parte della squadra selezionata per Malaga ma che potrebbe essere aggiunto all’ultimo momento. Sono una squadra forte – conclude la sua analisi Volandri – forse una delle più forti di quelle presenti ai quarti di finale, sappiamo che la sfida è tosta ma sappiamo anche che più si alza l’asticella più noi tendiamo a far bene».

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