ATP Finals, Fritz non le manda a dire: "Uno spettatore mi ha disturbato, è stato scioccante. Ho subito un torto"

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ATP Finals, Fritz non le manda a dire: “Uno spettatore mi ha disturbato, è stato scioccante. Ho subito un torto”

L’americano dopo il ko con Djokovic: “Quando gioca è sempre lui il migliore. Se lo togli dalla circolazione, allora possono vincere in tanti”

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Taylor Fritz - ATP Finals, Torino 2022 (Credits Photo Giampiero Sposito:FIT)
 

Si era qualificato a questa seconda edizione delle Nitto ATP Finals di Torino dalla porta di servizio, con un colpo di coda attribuibile all’addome di Alcaraz, ceduto di schianto dopo una lunga e corrosiva stagione. Si presentava nel capoluogo sabaudo, dopo un rivedibile torneo di Bercy in cui aveva lasciato strada spianata al canto del cigno di Gilles Simon. Ma con i fari dei riflettori puntati su altri protagonisti tra i magnifici otto, all’ombra della Mole Antonelliana, Taylor Fritz ha disputato una grandioso torneo staccando il pass per la semifinale alla prima partecipazione assoluta all’evento – così come era accaduto lo scorso anno a Ruud -. Dopo i successi su Nadal e nello spareggio per la seconda piazza del Gruppo Verde con Auger-Aliassime, l’americano si è arreso solamente all’ostacolo più arduo: Novak Djokovic.

Il match è stato però giocato molto bene anche dal californiano, autore di un’ottima prestazione a tal punto da costringere il campione di Belgrado ad un doppio tie-break. Qui però la differenza, anche se minima si è vista. In conferenza stampa, nel post gara, il vincitore del Masters 1000 di Indian Wells ha manifestato un misto di emozioni e sensazioni, da quelle comunque positive visto il passaggio del girone – in un torneo al quale non avrebbe nemmeno dovuto partecipare – a quelle negative per la sconfitta ancora cocente. Un’amarezza, acuita da un episodio piuttosto increscioso avvenuto quando Taylor stava servendo per il secondo set, in cui è stato palesemente disturbato da uno spettatore in un momento cruciale della partita – anche se l’errore rimane marchiano -, e che l’americano non ha minimamente digerito; anzi si dimostra particolarmente risentito dell’accaduto. L’incontro con la stampa, visto che oramai la stagione è agli sgoccioli, si rivela anche un’opportunità per fare dei bilanci, per evidenziare i punti di svolta e di rinascita ma anche per proiettarsi al 2023 dove Fritz dovrà difendere lo status di Top Ten. Ma l’anno non è ancora terminato, la prossima settimana c’è la Davis con l’Italia da affrontare nei quarti di Malaga. Infine arriva anche la sentenza del giocatore a stelle e strisce, su chi sia stato indiscutibilmente il tennista più forte di questo 2022: quando c’è Djokovic non ce n’è per nessuno, è il concetto espresso da Taylor.

D: Come giudichi la settimana nel suo complesso? Secondo la mia opinione, hai sfruttato alla grande l’occasione che ti si è presentata davanti dopo il ritiro di Alcaraz

Taylor Fritz: “Probabilmente, ora non è il momento migliore, per me, per dare una risposta in merito al rendimento che ho avuto nell’intera settimana. Adesso sono estremamente arrabbiato per la partita appena persa, non riesco ad essere lucido come invece dovrei per poter riflettere sulle mie prestazioni nel torneo. In questo momento sono unicamente concentrato su quegli aspetti del match che non ho potuto controllare, un pensiero che ti riamane spesso dentro quando la sconfitta è ancora troppo calda e bruciante. Ma sono sicuro che tra due settimane, quando mi guarderò indietro, ripenserò a questi giorni come ad una settimana davvero fantastica. Non solo ho ottenuto la possibilità di giocare le ATP Finals, ma sono anche stato in grado di superare il girone ottenendo due buonissime vittorie. Avevo già dichiarato, dopo la vittoria su Rafa [Nadal, ndr], che il mio anno in realtà si sarebbe dovuto concludere con la sconfitta al secondo turno di Parigi Bercy. Dunque avere avuto l’opportunità di entrare nel magnifico club dei migliori otto della stagione, non può che essere per me un motivo di grande orgoglio e soddisfazione indipendentemente dal cammino fatto a Torino. Per cui grazie a questo risultato, certamente, avvertirò molta più fiducia in me stesso e un feeling maggiore con il mio tennis.  E questi sono aspetti fondamentali e imprescindibili per il gioco di ogni tennista, perciò la stagione al di là della prestazione odierna è stata fantastica. In questo preciso istante, tuttavia, l’eliminazione fa ancora troppo male da non permettermi d’individuare tutti i lati positivi di questo mio percorso alle Finals”.

D: Quando parli di aspetti della partita che non hai potuto controllare ti riferisci a ciò che ti ha disturbato in occasione del tuo rovescio, poi finito in rete, sul 5-4 30-30 con il servizio a tua disposizione?

Taylor Fritz: “Sì, uno spettatore che intenzionalmente ha cercato di distrarmi”.

D: Quando ti guardi indietro e ripensi all’intera stagione, ci sono sempre partite che ci decidono sul filo del rasoio e che possono andare da una parte o dall’altra. Ritieni di essere già molto competitivo quando ti ritrovi ad affrontare in un match momenti così concitati e dettati dalla pressione, o pensi di poter migliorare ancora tanto nella gestione anche mentale di questi frangenti di gara?

Taylor Fritz: “In generale credo di essere un giocatore che ben si adatta ai momenti decisivi di una partita, quelli più delicati dove la palla pesa molto di più e che sostanzialmente in quasi tutti gli incontri che si giocano su questa superficie e in queste condizioni; rappresentano quei pochi punti determinanti per il risultato finale. Credo inoltre di avere un ottimo record in carriera, per quanto riguarda i match al terzo set. Oggi ho giocato entrambi i tie-break piuttosto bene. In quello del primo set, mi ha strappato per due volte il servizio giocando veramente bene in quei due punti. Nel tie-break del secondo set, invece, credo di aver giocato ancora meglio rispetto a quello del primo alzando ulteriormente il livello. Quindi alla fine, posso recriminare veramente poco, mentre ad esempio nel tie-break che ho perso contro Casper [Ruud, ndr] è stato tutto molto diverso. Non ho giocato altrettanto bene, come oggi contro Nole [Djokovic, ndr]. Ma questo è il tie-break, a tracciare la differenza è un margine irrisorio tra i due giocatori in campo. È sempre così. Se vogliamo parlare di miglioramenti, sicuramente posso ancora crescere e colmare quel piccolo margine per compiere un ulteriore salto di qualità”.

D: Mi dispiace per quella situazione che ti ha influenzato in un momento decisivo della partita. Questo tipo d’interferenze vengono assolutamente mal digerite e disapprovate dai giocatori, anche perché vanno contro lo spirito del gioco. Cosa consiglieresti agli organi di competenza per poter risolvere queste incresciose situazioni che di tanto in tanto si manifestano sul campo?

Taylor Fritz: “Io credo che in queste situazioni, basta semplicemente rispettare la regola che è prevista per questi casi specifici; quando un giocatore in campo viene disturbato o distratto nell’esecuzione di un colpo durante un qualsiasi scambio, il punto andrebbe fatto rigiocare. Non lo dico solamente perché, questa volta, sono stato io a subire il disturbo, sarebbe valsa esattamente la stessa cosa se ciò fosse avvenuto in maniera opposta con io a poter sfruttare a mio favore questa situazione. Ma non so che cosa si potrebbe effettivamente fare per ovviare a queste situazioni per far sì che il punto si rigiochi. E neanche posso aspettarmi che qualcuno faccia qualcosa di diverso. Non so cosa dire. Penso che sia proprio questo a rendere la vicenda ancora più frustrante. Ho subito un torto, ma non c’è niente che possa fare per rimediare. Il fatto è che vieni abituato a giocare in assoluto silenzio per tutta la carriera. E’ normale, poi, che la folla magari faccia un po’ di rumore quando c’è un punto pazzesco; te lo aspetti, è assolutamente normale. Sei pronto per questo. Ma non sei preparato a qualcuno che ti urla di proposito, che cerca di buttarti giù. Quando succede, è uno shock assoluto ed è disgustoso da dover vivere e affrontare in campo”.

D: Per te adesso la stagione non è ancora terminata, giovedì prossimo dovrai scendere in campo contro l’Italia in Coppa Davis. Capisco che ora, in questo momento, è difficile per te pensare alla Davis ma ti chiedo un piccolo sforzo. Non si sa ancora chi verrà schierato dall’Italia, che ha diversi giocatori con problemi fisici. Cosa vi aspettate, tu e il resto della squadra? E poi quanto è importante per gli Stati Uniti la Coppa Davis? Quando Sampras la vinse, disse che nel Paese non si dava molta importanza alla competizione. Molte cose sono cambiate da allora, qual è la tua opinione in merito?

Taylor Fritz: “Credo che tu abbia ragione. Non è così importante negli Stati Uniti. Se dovessimo riuscire a vincerla, speriamo che a quel punto le persone possano considerarla in maniera diversa. Ho parlato con tutti i ragazzi del Team, e ognuno di noi ha l’intenzione di dirigersi a Malaga con l’obbiettivo di provare a vincere la competizione. Quindi abbiamo grande voglia di vincerla, ma ovviamente in questo momento non ho la testa su questo obbiettivo. Però dammi un paio di giorni e sarò lì. E sono certo che saremo pronti per fare un lungo cammino”.

D: Ora sei un giocatore stabilizzatosi in Top 10. Quale direzione pensi dovresti intraprendere per la prossima stagione? Come riuscirai a bilanciare la fiducia in te stesso, che è la conseguenza del fatto di essere oramai pienamente nell’élite del tennis mondiale, con la pressione che questo nuovo livello da te raggiunto farà scaturire sia dall’esterno sia dall’interno, direttamente da te stesso visto l’enorme fiducia acquisita nei tuoi mezzi?

Taylor Fritz: “Sì, non è assolutamente facile. Essere tra i primi 10, vuol dire aver accumulato tutti punti durante la stagione. C’è, quindi, sicuramente l’aggiunta di stress perché sei chiamato a produrre risultati coerenti con la tua attuale classifica se vuoi continuare a rimanerci dentro. Mi sento assolutamente a mio agio a questo livello, credo di meritare di appartenerci. Penso di aver dimostrato ampiamente di meritare la Top Ten. Ho solo bisogno di mantenere questo livello, continuando a lavorare sodo. Fortunatamente, inoltre, penso che ci siano diversi aspetti positivi da poter assorbire dal mio rendimento in questa stagione, e soprattutto dal modo in cui ho terminato l’anno considerando che ho praticamente dovuto saltare quasi tutta la stagione sulla terra battuta, che a ruota mi ha impedito di poter svolgere tutta una serie di allenamenti propedeutici a preparare al meglio la stagione sul cemento americano. Ho dovuto fronteggiare alcuni infortuni e nonostante ciò, sono stato in grado di produrre un’annata molto positiva. Sono perciò, unicamente entusiasta di poter tornare a lavorare per continuare a migliorarmi. L’anno prossimo cercherò di cementare ancora la mia posizione tra i primi dieci”.

D: Hai fatto il tuo esordio alle Finals quest’anno. Quali sono le principali esperienze, di quelle vissute in questa settimana, da cui puoi apprendere o trarre giovamento per il prossimo anno?

Taylor Fritz: “Onestamente non lo so. Penso che l’evento sia molto sorprendente, quando lo vivi per la prima volta. Mi piace e mi affascina, l’idea che tu possa perdere una partita e avere ancora l’opportunità di tornare in campo migliorandoti rispetto alla prestazione precedente in cui ha subito la sconfitta. È una situazione completamente diversa da quelle che viviamo durante tutto l’anno. Non ho mai perso una partita, per poi ritrovarmi immediatamente in campo. Ho affrontato questa nuova esperienza, dalla mia routine post partita fino alla preparazione di quella successiva, come se avessi vinto perché dovevo prepararmi a giocare nuovamente. Penso che questa sia un’ottima lezione da fare propria, semplicemente non modificando quello che normalmente si fa in un torneo tra un match vinto e quello successivo rimanendo estremamente concentrati. Dunque per poter fare bene alle Finals, è necessario essere costanti come d’altra parte viene richiesto ai migliori giocatori ogni settimana”.

D. Ovviamente eri così giù dopo la tua eliminazione allo US Open. Cosa hai fatto per risollevarti ed essere in grado di produrre risultati così importanti in autunno sul cemento indoor?

Taylor Fritz: “L’unica cosa che potevo fare dopo New York era solo tornare a lavoro e cercare di fare meglio. Ovviamente mi sono preso un paio di giorni per staccare completamente dal tennis, e metabolizzare così la delusione e l’amarezza. Però poi sono tornato ad allenarmi più forte di prima, perché se avessi fatto prevalere il sentimento negativo lasciandomi andare alla tristezza, avrei ottenuto come unico risultato quello di rovinare l’ultima parte di stagione. E questa mia voglia di rientrare per cercare di cancellare quel momento, mi ha motivato ancora di più permettendomi di ottenere grandi risultati. Dopo lo US Open, per me è stato semplicemente fantastico. I trionfi in Laver Cup e nel ‘500’ di Tokyo. Ho lavorato davvero duramente, da ogni punto di vista. Ero molto più motivato dopo quella grande delusione”.

D. Non pensi che quest’anno sia stata un’annata molo strana, dove alcuni giocatori non hanno potuto prendere parte a delle prove dello Slam o a quattro Masters 1000 come Nole [Djokovic, ndr]? Medvedev invece, dopo l’Australian Open ha perso otto volte contro i primi 10. Qui ha giocato tre tie-break al terzo set e li ha persi tutti e tre. Djokovic è considerato da tutti il favorito di ogni torneo, ovunque giochi e su qualsiasi superficie si disputi il torneo. Qual è il tuo pensiero sulla stagione 2022?

Taylor Fritz: “È stato un anno pazzesco. Penso che quando Novak abbia giocato, sia stato il miglior giocatore. Su questo non ci sono dubbi. Quando non lo ha fatto, che quest’anno è stata una fetta veramente importante di stagione, abbiamo visto un sacco di risultati diversi perché quando lo togli dalla circolazione, tutti gli altri che giocano sono estremamente vicini dal punto di vista del livello che esprimono e dipenderà da chi starà meglio in quel momento. Quando Novak non è in tabellone, credo che ci siano dai 15 ai 20 giocatori che possono battersi a vicenda, di volta in volta in base alle circostanze specifiche della singola sfida. Questo è il motivo dei diversi risultati di quest’anno, e del perché abbiano vinto tanti tennisti differenti. È quello che accade, chi gioca meglio quella settimana adattandosi meglio alle condizioni del campo, riesce a spuntarla”.

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