Federer: "Quando il ginocchio starà bene vorrei fare esibizioni in luoghi dove non sono mai stato"

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Federer: “Quando il ginocchio starà bene vorrei fare esibizioni in luoghi dove non sono mai stato”

I piani post-tennis del maestro svizzero, dopo la partecipazione all’evento di Uniqlo a Tokyo, sono ancora condizionati dai problemi fisici

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Roger Federer - Laver Cup 2022, Londra (twitter @LaverCup)
 

Se non si sono ancora asciugate e forse mai si asciugheranno del tutto le lacrime per il ritiro di Roger Federer, certo non si possono spegnere nel giro di pochi giorni gli echi di qualsiasi parola proferita in pubblico dal Maestro di Basilea. Parole che rimbalzano nella rete, vengono afferrate, sfuggono e poi ritornano.

Identiche al momento in cui sono state articolate, come ibernate nella grafite, o chissà sotto quale mutevole forma, sono tornate quelle dell’evento di Tokyo organizzato da Uniqlo a cui Federer ha partecipato lo scorso 19 novembre. Così, se durante il tour di esibizioni in America Latina, precisamente a Bogotà, Rafa Nadal aveva fatto venire giù lo stadio ventilando la possibilità di un nuovo Fedal nella capitale colombiana, era stato proprio Roger ad aprire quella porta all’amico ed ex rivale mancino durante la gita in Giappone. “Voglio andare a giocare in luoghi dove non sono mai stato e ringraziare i fan che mi hanno sostenuto” ha detto Roger secondo quanto riporta La Gazzetta dello Sport. E vorrebbe anche organizzare delle esibizioni, sempre stando al giornale rosa. I due membri del Big 3 sembrerebbero proprio sulla stessa lunghezza d’onda. Tutto deciso, quindi? Nì, da intendersi anche come pronuncia di knee, il ginocchio che continua a mettersi in mezzo.

Avevo smesso di sciare, di giocare a squash, a calcio, tranne che con i miei figli, per non correre il rischio di infortunarmi e adesso voglio riprendere. Però sono un po’ spaventato perché dopo il ritiro il ginocchio è stato un po’ così così, quindi queste cose dovranno aspettare” ha spiegato Federer a proposito dell’articolazione che ha finito con il privarci della sua presenza nel Tour. “Con il passare del tempo sarò in grado di viaggiare sempre più. Programmiamo sempre le vacanze e voglio che siano divertenti e creative. Mi piacerebbe portare i miei figli in Africa. Prima le vacanze dovevano essere qualcosa di rilassante perché la vita nel Tour era piena di impegni, ma ora possono essere avventurose”.

Insomma, colui che ci ha condotto in luoghi fantastici che da soli mai avremmo trovato si dedicherà nel prossimo futuro a rocamboleschi viaggi familiari in posti inconsueti. Poi, quando il ginocchio gli avrà fatto capire che non c’è ragione per la sua paura, Roger potrà tornare a impugnare racchette di ogni forgia, inforcare sci, calciare palloni e raggiungere Rafa per una nuova sfida.

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