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Federer, l’intervista integrale a The Daily Show: da quella telefonata con Nadal alla vita dopo il tennis
“Tenere Rafa per mano è stato meraviglioso, ma qualcuno avrebbe potuto pensare male quindi è durato poco!” Così Roger Federer ospite al The Daily Show di Trevor Noah. “Mi ha garantito che sarebbe stato con me ad ogni costo”

Ospite al The Daily Show di Trevor Noah, ha fatto il giro del mondo il racconto di Roger Federer respinto a Wimbledon. L’addetta alla sicurezza infatti, non avendo riconosciuto il 20 volte campione Slam, lo ha respinto all’ingresso in quanto non munito di membership card. Nello show televisivo, però, l’ex n°1 del mondo ha toccato anche diversi altri temi. Da una Next Gen sempre più in crescita alle diverse peculiarità del suo ritiro, fino al non troppo prolungato mano nella mano con Rafa Nadal.
“Fino a qualche anno fa nessun membro della Next Gen poteva dire, ad esempio, ‘Voglio vincere lo US Open’. Veniva sempre ripetuto loro che Rafa, Nole ed io saremmo stati lì e che quindi solo noi avremmo potuto esporci così, non loro. Alla fine però la cosa più bella è stata condividere tutti questi anni con tennisti così importanti” ha spiegato lo svizzero.
“Dopo tutti i match brutali in cui siamo stati protagonisti, grandi vittorie e dure sconfitte, alla fine forse non tutti sanno che noi tennisti siamo sempre insieme nello stesso spogliatoio, negli stessi ristoranti, negli stessi hotel. Ci vedevamo sempre e ci allenavamo insieme, anche se verso la fine ho un po’ smesso di allenarmi con Nadal e Djokovic per non svelare troppi segreti!”.
Alla Laver Cup, per la prima volta, i Fab4 si sono riuniti nel Team Europe. Una “situazione molto inusuale”, come ha dichiarato Federer, che in qualche modo ha “cambiato la dinamica dell’addio”. Un’ultima volta del tutto particolare, caratterizzata dal doppio con l’eterno amico-rivale Rafa Nadal, uno dei primi ad essere informato della decisione del campione svizzero.
“La mia speranza era di poter giocare un ultimo doppio con Rafa, quindi l’ho chiamato dopo lo US Open. È stata una chiamata molto emozionante, perché era una delle prime volte che dicevo a qualcuno al di fuori della mia famiglia e del mio team che era giunta la fine. L’ho chiamato dicendogli che mi avrebbe fatto un piacere enorme se lui fosse riuscito a giocare un ultimo doppio con me alla Laver Cup.
Gli ho spiegato che il mio ginocchio non avrebbe più retto e lui mi ha garantito che sarebbe stato lì con me ad ogni costo. Ora è anche papà, sono felicissimo per lui: non eravamo sicuri se ce l’avrebbe fatta anche per via di suo figlio. Però quanto è arrivato – e insieme a lui lì c’erano anche Novak e Andy – è stato un momento incredibile. Sapevo che il mio addio sarebbe stato molto emozionante: ho sempre pianto molto, tanto nelle vittorie quanto nelle sconfitte. Sono stato felicissimo di essere riuscito a dire addio vestito da tennis e non in giacca e cravatta, perché quello era il mio disegno originale”.
Federer si è poi voluto soffermare sull’emozionante stretta di mano con Nadal, durata pochi secondi. “Il momento in cui io e Rafa ci siamo tenuti per mano è stato meraviglioso, anche se è durato poco, altrimenti le persone avrebbero poi già iniziato a pensar male!”.
La leggenda svizzera ha infine concluso raccontando come ancora sia molto impegnato, ma la sua volontà sarebbe comunque quella di restare nel mondo del tennis. Anche se, per il momento, non ha specificato con quale ruolo: “Al momento devo ammettere che ho accolto questa nuova fase della mia vita molto bene, anche se devo ancora comprendere al 100% di essermi davvero ritirato. La cosa divertente è che diverse persone mi hanno contattato durante gli anni, ma io ero troppo impegnato con il tennis. Ho detto loro di riscrivermi una volta che mi fossi ritirato, ma ancora adesso la mia agenda continua ad essere strapiena e ho pur sempre 4 figli, che insieme a mia moglie devono essere la mia assoluta priorità.
Ho dovuto ancora dire diversi ‘no’ a moltissime persone e mi dispiace davvero molto, però credo ci voglia ancora un po’ di tempo per compiere il passo definitivo. Non vedo l’ora di scoprire che cosa mi riserverà il futuro. Ora come ora ho ancora molti eventi organizzati dai miei partner e sponsor, stanno andando molto bene”. E l’idea principale sembra essere proprio quella di continuare con le esibizioni. “Voglio provare a vedere come posso riuscire a rimanere coinvolto nel tennis in qualche modo, non so come e in quali forme. (Sicuramente non un’accademia, come ha confermato lui stesso) Forse nel nostro sport ci sono meno strade da percorrere, ad esempio, rispetto al calcio o al golf: o fai l’allenatore o il commentatore“.
Di seguito il video integrale dell’ospitata di Federer a The Daily Show.
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ATP Miami, Sinner: “Ho sfruttato le mie chance e ho sbagliato poco da fondocampo”[ESCLUSIVA]
L’azzurro al termine del match con Rublev: “Quando servo così bene mi sento più tranquillo in risposta”

Jannik Sinner continua a volare nel Miami Open presented by Itaù: il tennista altoatesino ha superato in scioltezza 6-2 6-4 Andrey Rublev, conquistando per la terza volta consecutiva i quarti di finale nel torneo della Florida. Una prestazione convincente e soddisfacente quella dell’attuale numero 11 del mondo che ha analizzato così la sua prova ai nostri microfoni e in conferenza stampa.
Vanni Gibertini, Ubitennis: Congratulazioni, bellissima vittoria. Ho notato che negli ultimi match hai limitato molto il numero degli errori, adesso pensi di più al colpo che devi giocare. È una cosa che ti aiuta a sbagliare di meno?
Jannik Sinner: “Stiamo lavorando molto su ogni colpo da giocare in partita, ma devo sempre avere la palla giusta per giocarlo. Come avevo detto quando ho vinto con Dimitrov, stiamo lavorando per essere più imprevedibili, gli avversari altrimenti ti conoscono bene. Sicuramente oggi ho sbagliato poco da fondocampo, ho giocato le palle giuste. Ho servito bene e quindi mi sento più tranquillo in risposta, potendo rischiare di più”.
Vanni Gibertini, Ubitennis: Servizio e risposta sono stati importanti in questo match: hai servito molto bene e l’hai messo sotto pressione con la risposta. Hai fatto qualcosa di particolare che ha funzionato bene?
Jannik Sinner: “Sicuramente di stare aggressivo sulla seconda, quando serve la prima è difficile rispondere, serve forte e preciso. Oggi ha servito il 70% di prime, quindi dovevo sfruttare ogni chance che avevo. Nel primo set ho sbagliato la volée sulla prima palla break e nel secondo set un dritto. Oggi sono riuscito a sfruttare le mie chance, ma arriveranno anche le giornate in cui farò più fatica a sfruttarle”.
Vanni Gibertini, Ubitennis: In questi tornei in cui a volte c’è un giorno di pausa e a volte no, per alcuni giocatori è più difficile gestire la routine. Per te com’è questo ritmo?
Jannik Sinner: “Alla fine ti devi adattare. Nei giorni di riposo ti alleni in base a quanto hai giocato il giorno prima, se stai servendo peggio fai un po’ più di servizio. Ieri ho fatto un po’ meno perché mi sono sentito meglio. Oggi mi riposerò perché so di rigiocare domani, quindi devo gestirmi”.
Vanni Gibertini, Ubitennis: Parlaci del tuo prossimo avversario.
Jannik Sinner: “Con Emil sarebbe una partita dura, ci conosciamo abbastanza bene, ci siamo allenati nella preparazione insieme. È un giocatore solido, sta iniziando a servire bene. Van de Zandschulp forse serve un po’ meglio, si muove bene da fondocampo e tira forte. Sarebbe una partita nuova, non ci siamo mai allenati insieme”.
Interessanti anche le dichiarazioni ai giornalisti in inglese, soprattutto riferite al suo atteggiamento in campo: “Sono un giocatore migliore adesso. Cerco di trovare sempre a strada migliore per interpretare il match, ho un piano chiaro in testa e cerco di portarlo avanti. Cerco di fare sempre il possibile e di dare il meglio, con il migliore atteggiamento possibile che posso tenere”.
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WTA Miami, Trevisan: “Ho tolto certezze a Ostapenko sin dall’inizio, le ho fatto giocare sempre una palla in più” [ESCLUSIVA]
Intervista esclusiva di Ubitennis alla toscana dopo il successo contro Jelena Ostapenko: “Ho cercato sempre di farla difendere”

Una grande Martina Trevisan ha conquistato per la prima volta in carriera un quarto di finale a livello WTA 1000 nel Miami Open presented by Itaù, superando con un netto 6-3 6-3 Jelena Ostapenko, ex campionessa del Roland Garros. Con questa vittoria, la tennista fiorentina si è issata virtualmente addirittura al numero 20 del ranking mondiale. La numero 1 d’Italia ha rilasciato delle parole al nostro inviato in Florida, Vanni Gibertini.
Vanni Gibertini, Ubitennis: Congratulazioni Martina. Un’ottima partita, sicuramente lei (Ostapenko, ndr) ti ha dato una mano, ma tu hai approfittato di tutte le occasioni che ti ha concesso.
Martina Trevisan: “Lei ha iniziato molto bene perché nel primo game ha fatto subito tre, quattro vincenti. Da parte mia sono stata brava a toglierle le certezze che aveva inizialmente, l’ho portata a un punto in cui ha perso un po’ di pazienza e mi ha concesso qualcosa in più, ma credo che sono stata brava a toglierle certezze in quel momento”.
Vanni Gibertini, Ubitennis: All’inizio del secondo set si sentiva forte una voce parlare, non so se anche in campo si è sentito come dagli spalti.
Martina Trevisan: “Fortunatamente non ho sentito questa voce, ma c’era un sacco di movimento, c’era uno che si alzava costantemente con la maglietta arancione”.
Vanni Gibertini, Ubitennis: Ultimamente si è parlato molto del lasciare più libertà agli spettatori, ne hanno parlato sia Jessica Pegula che Frances Tiafoe. Che cosa ne pensi tu?
Martina Trevisan: “Penso che sia uno sport in cui abbiamo bisogno di silenzio e di calma rispetto ad altri sport. Loro sono più abituati alla confusione con il basket e il football, ma a mio parere è meglio così”.
Vanni Gibertini, Ubitennis: Tornando alla partita di oggi, come si fa a gestire una giocatrice che non ti dà ritmo, spara tutto ed è capace di fare i punti in un modo e nell’altro.
Martina Trevisan: “La cosa che mi ero prefissata di fare era di contrattaccare quando avrei avuto la possibilità perché a lei non piace difendere. Sono entrata in campo con molta decisione e ho cercato di farle giocare sempre una palla in più”.
Vanni Gibertini, Ubitennis: Tu giocherai domani contro un’avversaria sicuramente forte, una tra Rybakina e Mertens. Parlaci di entrambe.
Martina Trevisan: “Con Rybakina non ci ho mai giocato, ma sappiamo come gioca. Con Mertens ci ho giocato ad Abu Dhabi un mese fa, ma siamo a Miami e sarebbe sicuramente una partita diversa, so come prepararla”.
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Varvara Gracheva diventerà presto francese? La fredda reazione di Tarpischev
Cresciuta tennisticamente in Francia dove risiede da sette anni, la moscovita classe 2000 avrebbe completato la procedura di naturalizzazione

Nata a Mosca il 2 agosto 2000, Varvara Gracheva si sta facendo notare in questo inizio di stagione. Dopo il balzo del 2019 dalla posizione n. 479 alla 108 del ranking, è rimasta per buona parte degli ultimi tre anni all’interno della top 100, arrivando tra le prime 60 per un breve periodo durante la scorsa estate per poi perdere una quarantina di posizioni. In queste settimane, dopo il terzo turno all’Australian Open battendo anche Daria Kasatkina, ha messo a segno diverse vittorie che tra l’altro l’hanno portata in finale a Austin e agli ottavi a Indian Wells. In California, partendo dalle qualificazioni, si è arresa solo alla futura campionessa Elena Rybakina, risultato che l’ha premiata con un nuovo best ranking al n. 54 che è tuttavia già “scaduto”, dal momento che è ancora in gara a Miami e virtualmente 44a nella classifica live, in attesa del match di ottavi contro Kvitova nella tarda serata italiana di lunedì.
Varvara fa ora parlare di sé anche per un motivo non direttamente legato alle sue prestazioni sul campo da tennis. Secondo quanto riporta l’Équipe citando beIN Sports, la tennista al momento senza bandiera sarebbe sul punto di ottenere la cittadinanza francese. Sulla procedura è stato mantenuto uno stretto riserbo e, sempre stando al quotidiano parigino, sia la federtennis francese sia la Direction Technique Nationale (preposta alla formazione dei campioni e allo promozione dello sport) erano state istruite a non divulgare la notizia, che alla fine è evidentemente trapelata.
Varvara vive in Francia e si allena all’Élite Tennis Center da quando aveva sedici anni e il processo di naturalizzazione non sarebbe in alcun modo legato all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. A quanto pare, la procedura è stata completata lo scorso 5 marzo ed è ora al vaglio del ministro degli Interni, restando dunque solo da attendere la pubblicazione ufficiale del decreto.
Sulla vicenda si registra anche un commento non esattamente conciliante di Shamil Tarpischev, il capo della federtennis russa. “Sono in un training camp in Turchia, non ho informazioni su Gracheva, quindi non posso commentare. Ma non vedo grandi perdite per noi. Abbiamo tante ragazze talentuose e stiamo lavorando sulla prossima generazione”, ha detto, come riportato da ubitennis.net.
Da parte francese, la speranza è che possa gareggiare sotto il drapeau tricolore già dal Roland Garros e partecipare alla Billie Jean King Cup, anche se difficilmente già alle qualificazioni di metà aprile, con les bleues attese a Coventry dalla Gran Bretagna. Oltre a considerare i vantaggi di un passaporto comunitario per chi viaggia continuamente come i professionisti del tennis, Varvara sta per diventare la seconda tennista di Francia, dietro alla numero 4 Caroline Garcia e davanti ad Alizè Cornet, 66a.