ATP
United Cup, Italia-Brasile 1-1: Musetti raddrizza il timone della nave italica dopo la brutta sconfitta rimediata da Trevisan
Tutto secondo copione nella prima giornata del tie tra Italia e Brasile, venerdì toccherà a Berrettini e Bronzetti provare a centrare il successo

B. Haddad Maia b. M. Trevisan 6-2 6-0

Beatriz Haddad Maia aveva concluso la scorsa stagione con due vittorie nei play-off di Billie Jean King Cup, Martina Trevisan con due sconfitte seppur contro altrettante finaliste Slam come Gauff – a Guadalajara – e Fernandez. Forse basterebbe questo dato agli antipodi per fotografare la partita andata in scena questa notte sulla Patrick Rafter – il due volte campione Slam a cui è intitolato il campo ha festeggiato proprio ieri il cinquantesimo compleanno – Arena di Brisbane nel match inaugurale del tie tra Italia e Brasile, che ha aperto il Gruppo E della prima edizione della United Cup, perché ritrovandoci – anche se solo per qualche giorno, in questo bizzarro inizio di annata tennistica 2023 con la venuta del nuovo anno solare da festeggiare tra poco più di 48 ore – ancora nel 2022 è come assistere ad una continuazione del binomio di momenti diversi che le giocatrici stavano attraversando all’incirca un mesetto fa. Ciononostante, non ci accontentiamo e andiamo oltre presentando altre statistiche che diano una cartolina tornasole della sfida, in primis evidenziando il differente rapporto con l’Australia: la brasiliana ad inizio anno conquistò in doppio due finali in sequenza, vincendo a Sydney e soprattutto perdendo l’ultimo atto dell’Australian Open; l’azzurra al contrario non aveva mai preso parte ad un evento professionistico Down Under sino al 2019 e ha raggiunto il suo miglior risultato nella Terra dei canguri solamente quest’anno con il 2°T nel tabellone principale dell’Open d’Australia dopo aver iniziato la propria campagna in quel di Melbourne annullando un match point nel primo incontro delle qualificazioni.
Inoltre, l’intera seconda parte di stagione della 29enne toscana è stata avara di soddisfazioni. Dopo il grande risultato ottenuto a Parigi ha raccolto sette KO al primo turno nei restanti undici tornei dell’anno. Tuttavia nella partita odierna ha – quantomeno inizialmente – tenuto il campo brillantemente, mostrando un atteggiamento propositivo. Poi però, successivamente, ha smarrito la sua verve agonistica bloccandosi d’improvviso e lasciando strada spianata alla n. 15 WTA – premiata negli Awards per la categoria giocatrice più migliorata -, che grazie a questo successo si intasca 40 punti WTA avendo battuto una tennista compresa nella fascia tra la ventunesima e la trentesima posizione. Gli H2H recitavano un bilancio in parità negli scontri passati: vittoria italica nel 2016 in occasione della finale sarda dell’ITF di Santa Margherita di Pula, replica sudamericana pochi mesi fa nel primo turno del WTA 1000 di Toronto – torneo nel quale la brasiliana avrebbe poi raggiunto il miglior risultato della carriera con la partita conclusiva della settimana persa da Simona Halep.
IL MATCH – Sfida che presenta un confronto tecnico a specchio tra le protagoniste in campo. Due giocatrici mancine, che dovranno necessariamente far valere il peso specifico del loro dritto per poter indirizzare lo scambio. Chiaramente, Haddad Maia contando su una struttura fisica decisamente più imponente rispetto a quella di Trevisan ha il vantaggio di imprimere maggior peso sulla palla al momento dell’impatto. La tennista toscana è chiamata a controbilanciare questo handicap attraverso la capacità di allungare il palleggio e far sì che prevalga la sua migliore abilità nella copertura del campo. L’inizio della contesa vede entrambe approcciare con un atteggiamento molto propositivo nei games di risposta, aiutate anche dalla carenza di prime che fanno capolino nel match. La tattica che ne viene fuori è fin troppo chiara, mettere i piedi dentro il campo e ricercare immediatamente una soluzione estremamente offensiva: il piano funziona alla perfezione, e conseguentemente si perde il conto delle ribattute profonde che ricadono negli ultimi centimetri di campo. Il risultato che ne scaturisce è abbastanza semplice da intuire, il netto dominio del fondamentale della risposta su quello della battuta provoca una sequenza di tre break in avvio di gara. Le condizioni indoor della Patrick Rafter Arena di Brisbane si rivelano fin dalle prime battute estremamente veloci. Vengono perciò confermate quelle che erano le sensazioni espresse dai giocatori alla vigilia dell’evento. Si fa veramente tanta fatica a controllare i colpi anche per via delle palle Dunlop, molto leggere “quasi come se volassero”- secondo Hurkacz -. Un mix tra rettangolo di gioco e palline, che comporta svariati punti in cui si assiste a colpi totalmente fuori giri. Non a caso, nella prima parte del match Martina si lamenta, in panchina, con Santopadre affermando di arrivare costantemente in ritardo sulla palla. In una situazione del genere dove è veramente complicato superare i tre colpi nel singolo quindici e che quindi depotenzia palesemente la resistenza aerobica – cavallo di battaglia della fiorentina, e uno dei pochi terreni di caccia dove è superiore alla sua avversaria -, è normale che chi può affidarsi ad un servizio più incisivo finisca per prevalere. La 26enne di San Paolo, difatti, essendo partita in risposta al primo cambio campo è avanti 2-1, i due break subiti dalla tennista azzurra ha visto i games in questione chiudersi rispettivamente con uno e due doppi falli consecutivi. Nel gioco che segue la n. 1 brasiliana riesce ad interrompere la striscia di break, è il primo turno di servizio tenuto nel match dalle due giocatrici. Qui, fondamentalmente si spengono le reali speranze per la n. 27 WTA di vincere il set inaugurale, con la mancina di Firenze che rischia anche di subire il doppio break nel quinto gioco. In verità la parte centrale del parziale porta in dote un’ottima versione della semifinalista all’ultimo Roland Garros, nel quale si manifesta una sequela di uno-due da parte della tennista azzurra con il marchio di fabbrica fiorentino in grandissimo spolvero. La grande chance per rientrare, Trevisan se la costruisce sul 3-2 dove si arrampica sino ai vantaggi ma manca l’aggancio. Nel rush finale della frazione, poi, Martina lentamente si assopisce emotivamente perdendo di efficacia anche in quello che fino ad allora aveva fatto perfettamente. E sappiamo bene, che se la nostra numero uno smarrisce le proprie energie mentali, in grado di consegnarle fiducia e positività, vede il proprio valore certamente diminuire. È una tennista che ha sempre bisogno di avere piena consapevolezza dei suoi mezzi, in particolar modo considerando che attualmente è reduce da un finale di 2022 negativo, come d’altronde Berrettini. Ecco a tal proposito, il body language è molto significativo: quando non vediamo i soliti pugnetti di Matteo siamo consci che ce dà preoccuparsi così come, quando i “forza” dell’azzurra vengono sostituiti dal silenzio assordante si è consapevoli che le cose non stiano andando per il verso giusto. La vocalità di Trevisan è il termometro per comprendere la giornata in cui si trova la toscana, ebbene il cambio di rotta da questo punto di vista è radicale nell’incontro odierno.
Non a caso anche Capitan Vincenzo prova a scuotere la classe ’93 chiedendole di ritrovare energia e carica agonistica, non disdegnando però consigli di natura tattica come ad esempio l’utilizzo del back per provare a confondere le carte in tavola. Il momento è di quelli che contano, e lo si comprende pienamente anche dal fatto che il Berretto nazionale si accomodi al fianco della sua compagna di squadra per cercare di infonderle maggiore spirito: in poche parole, o l’italiana raddrizza il match adesso oppure Haddad Maia potrà navigare in scioltezza verso il successo. Non succede più nulla nel primo set, e la brasiliana chiude 6-2 in 44 minuti.
La nostra previsione si rivela, purtroppo, ipotesi più che fondata: il secondo set è una cruda realtà senza appello. Dopo un primo parziale in cui a dimostrazione della prova comunque positiva di Martina, l’azzurra aveva chiuso addirittura con più vincenti dell’avversaria – il 6-2 è decisamente ingeneroso per quanto visto sia dal punto di vista tattico che di atteggiamento, almeno fino al crollo della nativa di Firenze -, la seconda partita è un assolo di Beatriz. Alza drasticamente il proprio livello la sudamericana, i colpi arrotati della toscana non fanno neanche più il solletico all’avversaria. Al contrario le sbracciate piatte della giocatrice verdeoro dominano in lungo e largo il match, ora il palleggio sulle diagonali lascia spazio alle mattonate lungolinea della tennista vestita in giallo. Il famelico cambio bimane in parallelo, certamente il miglior colpo del suo bagaglio, si prende di forza la scena: nel primo parziale con questa soluzione, Haddad Maia aveva messo a segno un solo winner. Un assolo a cui non è possibile replicare, 6-0 in 35 minuti: la prima di servizio brasiliana è implacabile nel secondo parziale mettendo in mostra un altro gioiello del tennis della n. 15 al mondo: la perfida battuta in slice ad uscire. Parziale di nove games in fila. Italia 0, Brasile 1.
PROSEGUE A PAGINA 2 con il match di Lorenzo Musetti
ATP
ATP Zhuhai: Khachanov vince in rimonta su McDonald. Ok Korda
Terza semifinale in stagione per il tennista russo. Rullo compressore Korda che lascia solo tre game ad Etcheverry

Lo sfalsamento del calendario dei tornei cinesi che vedranno disputare le loro finali nella giornata di martedì hanno trasformato la giornata di domenica in quella dedicata ai quarti di finale.
La sessione mattutina dell’Huafa Properties Zhuhai Championships, torneo ATP in corso di svolgimento nella città cinese di Zhuhai ha delineato i primi due semifinalisti: la testa di serie numero 1 Karen Khachanov e la numero 4 Sebastian Korda.
[1] K. Khachanov b. [6] M. McDonald 4-6 6-4 6-4
Aveva saltato l’intera stagione su erba e tutta la preparazione per lo US Open per una frattura da stress alla schiena. Si era presentato negli Stati Uniti non al massimo, venendo spazzato via in tre set dal tennista di casa Mmoh. La trasferta cinese ci permette di ritrovare in campo una versione in forma di Karen Khachanov. Il russo dopo il doppio 6-4 rifilato a Bolt all’esordio, trova un altro successo, stavolta soffrendo e lottando in tre set sullo statunitense MacKenzie McDonald.
La testa di serie numero 1 del torneo cinese ha impiegato 2 ore e trentotto minuti per avere la meglio del numero 6 del seeding McDonald, conquistando la terza semifinale stagionale, dopo l’Australian Open e Miami, la diciannovesima a livello ATP in carriera.
Condizioni non semplici in Cina con caldo e umidità. Khachanov riesce a recuperare da una partenza ad handicap dopo aver perso il primo set a causa di scarse percentuali al servizio e ai pochi vinti in risposta, solo 6, quattro dei quali nel settimo gioco (break ottenuto a zero).
Il secondo set si rivela una battaglia durata oltre un’ora. Break e controbreak tra secondo e terzo game. Poi si alternano game veloci a game maratona. Nel nono gioco arriva lo strappo decisivo, Khachanov riesce ad ottenere il break a zero ed è poi una formalità chiudere per 6-4. Anche il terzo set si rivela una battaglia con Khachanov che fa la differenza grazie all’alta percentuale di punti con la prima di servizio, nonostante i tre doppi falli.
“È stato un match molto duro“, ha detto Khachanov. “Una sfida sia a livello mentale che fisico. Io mi sono trovato ad inseguire, quindi dovevo cercare di spingere e portare tutta l’energia per cambiare l’inerzia e l’andamento della partita. Penso che nel secondo set dal 4-4 sono riuscito spingere per vincere il secondo set. Mi ha dato più fiducia e nel terzo set sono riuscito ad assumere una posizione di comando verso la fine della partita che mi ha permesso di vincere.”
[4] S. Korda b. [5] T. M. Etcheverry 6-1 6-2
Si rivela una formalità il quarto di finale di Sebastian Korda. Dopo l’eliminazione all’esordio allo US Open per mani di Marton Fucsovics, Korda ritrova il giusto passo in Cina collezionando la vittoria numero 18 di una stagione, che ad inizio anno lo ha visto spingere sino ad un punto dalla vittoria del titolo in quel di Adelaide.
Korda ha dominato il match mettendo a segno ventidue vincenti a fronte di solo 6 errori forzati e non condendo nessuna palla break al suo avversario. Al contrario sono stati quattro i break piazzati dallo statunitense, che ha inoltre a messo a referto 9 ace. Ottima anche la prestazione a rete con 7 punti vinti su 9 contro un avversario che incassa la seconda sconfitta in altrettante sfide con Korda.
Per il numero 33 ATP è la sesta vittoria contro tennisti argentini nel circuito ATP e l’undicesima vittoria contro un Top 50 in stagione. Per Korda si tratterà della nona semifinale a livello ATP, la terza stagionale dopo Adelaide, Queen’s e Winston Salem.
Etcheverry, d’altro canto, conferma le difficoltà contro i top-50 sul duro collezionando la settima sconfitta in 8 match nel circuito ATP. Unico successo arrivato contro l’allora numero 39 Karatsev, al primo turno di Tel Aviv.
ATP
ATP Chengdu: Zverev rimonta un ottimo Kecmanovic. Anche Dimitrov in semifinale
Alexander Zverev esce vincitore da una maratona di quasi tre ore contro Miomir Kecmanovic. In semifinale trova Grigor Dimitrov, vincitore sull’australiano O’Connel

[1] A. Zverev b. [7] M. Kecmanovic 5-7 7-5 6-2
Al Chengdu Open Alexander Zverev trova la settima semifinale stagionale venendo a capo di un match tutt’altro che semplice contro la settima testa di serie Miomir Kecmanovic . Il serbo è stato a due punti dalla vittoria nel secondo set, ma si è visto respingere dalla grande carica agonistica di Zverev che con un paio di punti da grande campione è riuscito a strappare di slancio la vittoria nel secondo parziale per poi involarsi nel set decisivo.
IL MATCH- Sin da subito aggressivi in risposta ambo i giocatori, con un forcing costante e tanti scambi lunghi e pesanti. D’altronde entrambi amano trovare un buon ritmo per cercare poi l’accelerazione vincente, specie Kecmanovic, tra i due il meno provvisto di qualche jolly nel suo gioco. Annulla due palle break nel game d’apertura, se ne fa annullare una nel successivo, subendo uno Zverev offensivo. Il primo a strappare il servizio, nel quarto gioco, è però il serbo, nettamente superiore sulla diagonale destra, dove riesce sempre a trovare un colpo pesante che gli apra il campo o forzi l’errore di Sascha. Il tedesco rimane però una macchina da fondo, e quando la tds n.7 non riesce a muoverlo o mandarlo fuori tempo è lui a comandare lo scambio, soprattutto da centro con il rovescio, e così, approfittando anche di qualche errore, subito Zverev recupera il break. Proseguendo il match si trova stabilità nei servizi, tra i due è il tedesco a tenere in mano le redini del gioco. Ma, quando il tie-break sembra ormai imminente, e dopo aver sprecato una fondamentale palla break nell’undicesimo gioco, nel dodicesimo Zverev vacilla e crolla. Un paio di errori di manovra, con un ritmo un po’ scialbo nello scambio, conducono Kecmanovic a set point. Applausi poi per il serbo che aggancia con una risposta di dritto in allungo quello che era ormai un ace, e manda la pallina all’angolo del rettangolo del servizio, mettendo a segno il colpo della partita, che gli vale il primo set per 7-5.
Il n.1 del seeding è però bravo a non scomporsi, e inizia il secondo parziale a testa alta, partendo a dettare il ritmo sin da subito, impedendo a Kecmanovic di far suo il palleggio. La palla break arriva nel terzo game, subito capitalizzata al termine di uno scambio lunghissimo, giocato da entrambi in contenimento, con il serbo che è il primo a cercare di uscirne, incappando nell’errore. Il quarto game è un manifesto della differenza tra i due giocatori: il n.47 al mondo ha due chance di contro-break, ottenute trovando coraggio nello scambio. Ma Sascha su entrambe serve forte, quasi al limite, intessendo poi lo scambio più lungo dell’incontro sulla seconda, attendendo l’errore, per rimanere avanti. Tre palle break consecutive nel gioco successivo sembrano una definitiva condanna per il serbo, ma improvvisamente ritrova il meglio del suo gioco e, con una mano anche dal servizio, rimane attaccato. E, su questa scia, offrendo un tennis più contenitivo, e attingendo anche dal menu delle variazioni, opera il contro-break portandosi sul 4-4, mettendosi stavolta lui ad attendere l’errore che lo premi. Arriva poi anche a due punti dal match Miomir, sul 5-4, ma l’agonismo di Zverev, e la classe, tornano. Come si vede nell’undicesimo gioco, in cui, con un passante di rovescio in corsa quasi in tribuna va a strappare il servizio all’avversario, dopo una serie di punti giocati con massima spinta e precisione. Infine, con una prima vincente, di rabbia e foga, e dopo aver anche annullato una pericolosa palla break, Zverev chiude un secondo set in cui ha sofferto, ma ha alzato non di poco il proprio livello.
L’inerzia è chiaramente cambiata, tornando verso il tedesco, che apre con un break il terzo parziale, tramite un fantastico passante di dritto in corsa a cui, ad onor del vero, Kecmanovic si concede con un attacco un po’ casuale e con poco da offrire. Zverev appare avanti, e gioca a braccio sciolto, cercando di caricare la tensione sul serbo, che reagisce bene, annullando con coraggio una palla del doppio break e tenendo un buon palleggio da fondo, abbinato ad inusuali drop shot che contribuisce a tenere alto e godibile il livello dell’incontro. Si percepisce come però la stanchezza abbia ormai attanagliato la tds n.7, che non può resistere al ritmo imposto dal primo favorito del seeding, che con un settimo game ruggente in risposta, in cui il dritto e il rovescio cantano melodie troppo acute per Miomir, va a prendersi il doppio break. Chiude, Zverev, annullando anche un’ennesima palla break ottenuta da Kecmanovic, per 6-2, in 3 ore precise di gioco. Bravo a rimontare e mantenere la calma per esprimere il meglio del suo gioco e lasciare poco spazio al serbo, che nel terzo set mai praticamente è stato in campo e capace di reggere il tedesco.
[3] G. Dimitrov b. C. O’Connell 6-4 6-1 (Andrea Binotto)
Match agevole per Grigor Dimitrov, fresco del suo raggiungimento a quota 400 vittorie nel circuito ATP. Gli è servita un’ora e venticinque minuti al tennista bulgaro per regolare l’australiano Christopher O’Connell con cui aveva due soli precedenti (entrambi vinti, quest’anno a Ginevra in tre lottati set e nel 2017 all’Australian Open, vittoria in tre set sempre per Dimitrov). Ora il n.20 ATP sfiderà la prima testa del seeding Alexander Zverev per un posto in finale, la possibile seconda dell’anno, e magari sperare in un titolo che manca da quasi sei anni.
IL MATCH: Nel primo parziale una palla break annullata per parte sembrava traghettare entrambi i giocatori verso un inevitabile tie-break, ma Dimitrov nel decimo gioco ha fatto valere la sua esperienza brekkando al momento giusto, e quindi portandosi a casa il primo set in quarantanove minuti. Della seconda frazione c’è poco da dire: il tennista bulgaro ha da subito preso il largo lasciando le briciole all’avversario, per poi chiudere il match in un’ora e venticinque minuti. Poche prime per la terza testa di serie, ma comunque grandi percentuali di realizzazione con il servizio in aggiunta a 20 vincenti, 2 soli gratuiti e risposte decisive sulla seconda avversaria, hanno permesso a Dimitrov di surclassare l’australiano, che esce dal campo sconfitto con 14 onestissimi vincenti e appena 3 errori.
ATP
Laver Cup: Team World avanti 10-2 ad un passo dal titolo
Basterà un successo nella giornata conclusiva al Team World per bissare il trionfo dello scorso anno. Ruud unico a vincere per la squadra europea

Continua il momento no del Team Europe alla Laver Cup. Dopo la debacle della prima giornata con quattro sconfitte nei quattro match disputati, anche la seconda giornata di gioco alla Rogers Arena di Vancouver è a favore del Team World che conquista tre sfide su quattro e si porta sul 10-2 ad una sola vittoria dal titolo.
Come noto il regolamento della competizione a squadre tra l’Europa e il Resto del Mondo assegna un punteggio diverso in base alla giornata di gioco. Nel Day 1 ogni match vinto vale un punto, nel Day 2 vale due punti, nella giornata finale 3 punti.
Sul punteggio di 4-0 a favore del Team World che ha segnato la prima giornata, l’unico a regalare un sussulto alla squadra del vecchio continente è Casper Ruud, mentre Rublev e Hurkacz non possono nulla contro gli statunitensi Fritz e Tiafoe. Anche il doppio si rivela a senso unico, con Auger-Aliassime e Shelton che chiudono la pratica in due set.
T. Fritz (Team World) b. A. Rublev (Team Europe) 6-2 7-6 (3)
“In qualsiasi situazione in cui si gioca come una squadra, sento che il mio gioco diventa qualitativamente migliore“, ha dichiarato Taylor Fritz dopo il successo contro Andrey Rublev. Come dargli torto se si pensa al dominio dello statunitense nel primo set. Solo due punti ceduto al servizio, uno dei quali con un doppio fallo e il 100% di punti con la prima.
La mano del russo trema sin dal primo game, con Fritz abile a strappare il servizio, capitalizzando subito la palla break, portando Rublev a sbagliare di rovescio. Il russo ha ceduto nuovamente il servizio nel quinto gioco trovandosi sotto 4-1 pesante. Per Fritz è stata una formalità chiudere il primo set.
Nel secondo le cose si sono fatte più complicate per lo statunitense, a causa di percentuali al servizio più basse e ad una maggiore aggressività del russo. Rublev scappa via sul 4-1, annullando anche una palla del contro break. Da lì riparte la rimonta del numero 8 ATP che prima rimette il set in equilibrio e poi è abile ad annullare anche un set point al russo. Il tie-break è a senso unico dal 3-2 Fritz piazza tre punti consecutivi, chiudendo al secondo match point.
“Sento che le mie statistiche nei tornei a squadre sono davvero solide perché ho una squadra che fa il tifo per me. Mi sento su di giri. Sono entusiasta di giocare per loro. Aggiunge solo più pressione ma penso di giocare meglio in questo tipo di situazioni”. ha dichiarato Fritz a fine match,
Pressione che non ha spaventato lo statunitense che ha portato il Team World sul 6-0.
C. Ruud (Team Europe) b. T. Paul (Team World) 7-6 (6) 6-2
Non è una stagione da ricordare al momento per Casper Ruud che, eccezion fatta per il Roland Garros, ha vissuto molti momenti negativi. Chiamato a tenere in vita un Team Europe ad una passo dal tracollo il tennista norvegese ha confermato la sua efficacia quando di fronte ha lo statunitense Tommy Paul, sempre sconfitto in campo. L’unica vittoria dello statunitense arrivò per ritiro di Ruud nel terzo set a Washington nel 2017.
“Ho davvero pensato che fosse giunto il momento di giocare forse la migliore partita dell’anno e non ci sono andato così lontano“, ha dichiarato Ruud.
Il norvegese è stato il primo a cogliere l’ occasione per un break, punendo una discesa a rete di Paul con un passante di dritto, portandosi in vantaggio per 3-1. Il ventiseienne statunitense, alla sua prima partita in singolare in Laver Cup, si è subito costruito due chance del controbreak, negate dall’ottimo servizio di Ruud. Servizio che però ha tradito il norvegese nel settimo gioco (perso a zero).
Si giunge ad un tie-break equilibrato, che Ruud porta a casa – annullando un set point- al termine di uno scambio da venti colpi, chiuso con un dritto inside out.
Il momento è a favore del norvegese che piazza il break in apertura di secondo set e non concede più nulla al servizio per il 6-2 finale.
5 ace, l’ultimo dei quali sul match point, 11 vincenti di dritto e la capacità di convertire tutte le palle break ha fatto la differenza a favore di Ruud che ha riaperto per un momento la sfida.
F. Tiafoe (Team World) b. H. Hurkacz (Team Europe) 7-5 6-3
La sessione serale si apre sul punteggio di 6-2 a favore del Team World. E il vantaggio diventa ancora più ampio quando la furia di Frances Tiafoe si abbatte sul polacco Hubert Hurkacz.
Il servizio è un fattore per entrambi, con la sfida che viaggia sui binari dell’equilibrio, sebbene il polacco mostri percentuali allarmanti sulla seconda.
Il polacco, numero 16 ATP, avrebbe anche l’opportunità di far girare la partita dalla sua parte. Ma sulla palla break che sarebbe anche set point Tiafoe si salva con il servizio. Break che arriva nel gioco successivo con Hurkacz che spara un dritto out sulla palla break. Per lo statunitense è una formalità chiudere il set.
Sulla scia di quanto fatto nel primo set Tiafoe piazza il break in apertura e non concede più chance a Hurkacz, che capitola dopo un’ora e quindici di gioco.
“Ho giocato davvero bene stasera“, ha dichiarato sorridendo il numero 11 ATP. “Il fatto di far parte di una squadra è qualcosa di così atipico per noi tennisti, trattandosi di uno sport individuale, ma volevo giocare per loro e farlo bene per la squadra”. Ha concluso Tiafoe.
F. Auger-Aliassime/B. Shelton (Team World) b. H. Hurkacz/G. Monflis (Team Europe) 7-5 6-4
Sconfitto in singolare Hurkacz torna in campo in doppio a fianco di Gael Monflis. Per il duo europeo non c’è stato nulla da fare contro la coppia composta dal rinato Auger-Aliassime (assente per il suo Canada a Bologna in Davis) e Ben Shelton. Successo in due set che vale il 10-2 Team World che si trova a un solo successo dal titolo. Basterà una vittoria domenica per chiudere la contesa e bissare quanto fatto lo scorso anno a Londra.
“È incredibile, quando giochi a fianco di un ragazzo che serve e risponde come Felix. È un tennista atletico e quando torna indietro per recuperare i pallonetti, è un momento divertente“, ha dichiarato Shelton a fine match. “Lo chiamiamo Laver Cup Felix perché questa settimana si trasforma in un giocatore speciale. Sono felice di aver potuto condividere il campo con lui almeno una volta.”
“Do il meglio di me quando gioco non solo per me stesso ma anche per i compagni di squadra”, ha dichiarato Auger-Aliassime. “Ben è stato al mio fianco fino alla fine di quella partita. È stata dura per me portarla a casa”, ha aggiunto il canadese, riferendosi al quattro match point sciupati sul 5-3.