United Cup, Italia-Brasile 1-1: Musetti raddrizza il timone della nave italica dopo la brutta sconfitta rimediata da Trevisan

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United Cup, Italia-Brasile 1-1: Musetti raddrizza il timone della nave italica dopo la brutta sconfitta rimediata da Trevisan

Tutto secondo copione nella prima giornata del tie tra Italia e Brasile, venerdì toccherà a Berrettini e Bronzetti provare a centrare il successo

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Lorenzo Musetti – Davis Cup 2022 by Rakuten Bologna (Photo by Ion Alcoba / Quality Sport Images / Kosmos Tennis)
 

B. Haddad Maia b. M. Trevisan 6-2 6-0

Beatriz Haddad Maia aveva concluso la scorsa stagione con due vittorie nei play-off di Billie Jean King Cup, Martina Trevisan con due sconfitte seppur contro altrettante finaliste Slam come Gauff – a Guadalajara – e Fernandez. Forse basterebbe questo dato agli antipodi per fotografare la partita andata in scena questa notte sulla Patrick Rafter – il due volte campione Slam a cui è intitolato il campo ha festeggiato proprio ieri il cinquantesimo compleanno – Arena di Brisbane nel match inaugurale del tie tra Italia e Brasile, che ha aperto il Gruppo E della prima edizione della United Cup, perché ritrovandoci – anche se solo per qualche giorno, in questo bizzarro inizio di annata tennistica 2023 con la venuta del nuovo anno solare da festeggiare tra poco più di 48 ore – ancora nel 2022 è come assistere ad una continuazione del binomio di momenti diversi che le giocatrici stavano attraversando all’incirca un mesetto fa. Ciononostante, non ci accontentiamo e andiamo oltre presentando altre statistiche che diano una cartolina tornasole della sfida, in primis evidenziando il differente rapporto con l’Australia: la brasiliana ad inizio anno conquistò in doppio due finali in sequenza, vincendo a Sydney e soprattutto perdendo l’ultimo atto dell’Australian Open; l’azzurra al contrario non aveva mai preso parte ad un evento professionistico Down Under sino al 2019 e ha raggiunto il suo miglior risultato nella Terra dei canguri solamente quest’anno con il 2°T nel tabellone principale dell’Open d’Australia dopo aver iniziato la propria campagna in quel di Melbourne annullando un match point nel primo incontro delle qualificazioni.

Inoltre, l’intera seconda parte di stagione della 29enne toscana è stata avara di soddisfazioni. Dopo il grande risultato ottenuto a Parigi ha raccolto sette KO al primo turno nei restanti undici tornei dell’anno. Tuttavia nella partita odierna ha – quantomeno inizialmente – tenuto il campo brillantemente, mostrando un atteggiamento propositivo. Poi però, successivamente, ha smarrito la sua verve agonistica bloccandosi d’improvviso e lasciando strada spianata alla n. 15 WTA – premiata negli Awards per la categoria giocatrice più migliorata -, che grazie a questo successo si intasca 40 punti WTA avendo battuto una tennista compresa nella fascia tra la ventunesima e la trentesima posizione. Gli H2H recitavano un bilancio in parità negli scontri passati: vittoria italica nel 2016 in occasione della finale sarda dell’ITF di Santa Margherita di Pula, replica sudamericana pochi mesi fa nel primo turno del WTA 1000 di Toronto – torneo nel quale la brasiliana avrebbe poi raggiunto il miglior risultato della carriera con la partita conclusiva della settimana persa da Simona Halep.

IL MATCH – Sfida che presenta un confronto tecnico a specchio tra le protagoniste in campo. Due giocatrici mancine, che dovranno necessariamente far valere il peso specifico del loro dritto per poter indirizzare lo scambio. Chiaramente, Haddad Maia contando su una struttura fisica decisamente più imponente rispetto a quella di Trevisan ha il vantaggio di imprimere maggior peso sulla palla al momento dell’impatto. La tennista toscana è chiamata a controbilanciare questo handicap attraverso la capacità di allungare il palleggio e far sì che prevalga la sua migliore abilità nella copertura del campo. L’inizio della contesa vede entrambe approcciare con un atteggiamento molto propositivo nei games di risposta, aiutate anche dalla carenza di prime che fanno capolino nel match. La tattica che ne viene fuori è fin troppo chiara, mettere i piedi dentro il campo e ricercare immediatamente una soluzione estremamente offensiva: il piano funziona alla perfezione, e conseguentemente si perde il conto delle ribattute profonde che ricadono negli ultimi centimetri di campo. Il risultato che ne scaturisce è abbastanza semplice da intuire, il netto dominio del fondamentale della risposta su quello della battuta provoca una sequenza di tre break in avvio di gara. Le condizioni indoor della Patrick Rafter Arena di Brisbane si rivelano fin dalle prime battute estremamente veloci. Vengono perciò confermate quelle che erano le sensazioni espresse dai giocatori alla vigilia dell’evento. Si fa veramente tanta fatica a controllare i colpi anche per via delle palle Dunlop, molto leggere “quasi come se volassero”- secondo Hurkacz -. Un mix tra rettangolo di gioco e palline, che comporta svariati punti in cui si assiste a colpi totalmente fuori giri. Non a caso, nella prima parte del match Martina si lamenta, in panchina, con Santopadre affermando di arrivare costantemente in ritardo sulla palla. In una situazione del genere dove è veramente complicato superare i tre colpi nel singolo quindici e che quindi depotenzia palesemente la resistenza aerobica – cavallo di battaglia della fiorentina, e uno dei pochi terreni di caccia dove è superiore alla sua avversaria -, è normale che chi può affidarsi ad un servizio più incisivo finisca per prevalere. La 26enne di San Paolo, difatti, essendo partita in risposta al primo cambio campo è avanti 2-1, i due break subiti dalla tennista azzurra ha visto i games in questione chiudersi rispettivamente con uno e due doppi falli consecutivi. Nel gioco che segue la n. 1 brasiliana riesce ad interrompere la striscia di break, è il primo turno di servizio tenuto nel match dalle due giocatrici. Qui, fondamentalmente si spengono le reali speranze per la n. 27 WTA di vincere il set inaugurale, con la mancina di Firenze che rischia anche di subire il doppio break nel quinto gioco. In verità la parte centrale del parziale porta in dote un’ottima versione della semifinalista all’ultimo Roland Garros, nel quale si manifesta una sequela di uno-due da parte della tennista azzurra con il marchio di fabbrica fiorentino in grandissimo spolvero. La grande chance per rientrare, Trevisan se la costruisce sul 3-2 dove si arrampica sino ai vantaggi ma manca l’aggancio. Nel rush finale della frazione, poi, Martina lentamente si assopisce emotivamente perdendo di efficacia anche in quello che fino ad allora aveva fatto perfettamente. E sappiamo bene, che se la nostra numero uno smarrisce le proprie energie mentali, in grado di consegnarle fiducia e positività, vede il proprio valore certamente diminuire. È una tennista che ha sempre bisogno di avere piena consapevolezza dei suoi mezzi, in particolar modo considerando che attualmente è reduce da un finale di 2022 negativo, come d’altronde Berrettini. Ecco a tal proposito, il body language è molto significativo: quando non vediamo i soliti pugnetti di Matteo siamo consci che ce dà preoccuparsi così come, quando i “forza” dell’azzurra vengono sostituiti dal silenzio assordante si è consapevoli che le cose non stiano andando per il verso giusto. La vocalità di Trevisan è il termometro per comprendere la giornata in cui si trova la toscana, ebbene il cambio di rotta da questo punto di vista è radicale nell’incontro odierno.

Non a caso anche Capitan Vincenzo prova a scuotere la classe ’93 chiedendole di ritrovare energia e carica agonistica, non disdegnando però consigli di natura tattica come ad esempio l’utilizzo del back per provare a confondere le carte in tavola. Il momento è di quelli che contano, e lo si comprende pienamente anche dal fatto che il Berretto nazionale si accomodi al fianco della sua compagna di squadra per cercare di infonderle maggiore spirito: in poche parole, o l’italiana raddrizza il match adesso oppure Haddad Maia potrà navigare in scioltezza verso il successo. Non succede più nulla nel primo set, e la brasiliana chiude 6-2 in 44 minuti.

La nostra previsione si rivela, purtroppo, ipotesi più che fondata: il secondo set è una cruda realtà senza appello. Dopo un primo parziale in cui a dimostrazione della prova comunque positiva di Martina, l’azzurra aveva chiuso addirittura con più vincenti dell’avversaria – il 6-2 è decisamente ingeneroso per quanto visto sia dal punto di vista tattico che di atteggiamento, almeno fino al crollo della nativa di Firenze -, la seconda partita è un assolo di Beatriz. Alza drasticamente il proprio livello la sudamericana, i colpi arrotati della toscana non fanno neanche più il solletico all’avversaria. Al contrario le sbracciate piatte della giocatrice verdeoro dominano in lungo e largo il match, ora il palleggio sulle diagonali lascia spazio alle mattonate lungolinea della tennista vestita in giallo. Il famelico cambio bimane in parallelo, certamente il miglior colpo del suo bagaglio, si prende di forza la scena: nel primo parziale con questa soluzione, Haddad Maia aveva messo a segno un solo winner. Un assolo a cui non è possibile replicare, 6-0 in 35 minuti: la prima di servizio brasiliana è implacabile nel secondo parziale mettendo in mostra un altro gioiello del tennis della n. 15 al mondo: la perfida battuta in slice ad uscire. Parziale di nove games in fila. Italia 0, Brasile 1.

PROSEGUE A PAGINA 2 con il match di Lorenzo Musetti

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