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WTA Adelaide 2: Collins al 7° match point supera Teichmann. Avanti anche Kvitova, Bencic e Kasatkina
Al WTA 500 australiano avanzano al terzultimo atto del torneo anche Paula Badosa, Beatriz Haddad Maia e Veronika Kudermetova

Ci sono voluti sette match point, ma alla fine Danielle Collins ha raggiunto il suo secondo quarto di finale nel circuito WTA dallo scorso marzo. La testa di serie numero dieci del WTA 500 di Adelaide 2 – che ha presentato ai nastri di partenza un clamoroso tabellone nonostante qualche forfait dell’ultimo minuto – ha sconfitto la qualificata svizzera Jil Teichmann, nella notte italiana, per sigillare il proprio posto nei quarti di finale del torneo.
Come detto, l’accesso alle migliori otto della settimana mancava da diverso tempo alla finalista in carica dell’Australian Open, l’ultimo quarto lo aveva ottenuto lo scorso ottobre al San Diego Open. Una stagione, quella 2022, che dopo il grande risultato Down Under per la 29enne statunitense si è dispiegata su alti e bassi anche a causa di qualche ricorrente problema fisico. In carriera, prima di quello raggiunto nella giornata odierna e nonostante si sia spinta fino alla finale di uno Slam, ha ottenuto il pass per i quarti di finali solamente in tre occasioni.
Il primo in assoluto dunque si era materializzato proprio nell’Happy Slam 2022, dopodiché si è ripetuta un paio di mesi dopo al WTA 1000 di Miami dove a sbarrarle la strada fu la futura finalista dell’evento Naomi Osaka – la sportiva più pagata del 2022 non giocherà l’Australian Open. Collins non hai mai perso il servizio durante l’intero primo set contro la tennista elvetica, pur dovendo comunque salvare due palle break nell’ottavo game. Nel secondo set, invece, si è ritrova immediatamente a rincorrere 3-1 salvo poi mettere in fila una serie di quattro giochi consecutivi e avvicinarsi così notevolmente al successo finale. Ma sul più bello, al servizio per chiudere i conti, la partita ha visto gonfiare la propria vena drammatica con Teichmann che in seguito ha dimostrato sangue freddissimo nel frantumare cinque match point, di cui tre addirittura consecutivi sullo 0-40, sulla propria battuta prima di incamerare il game dopo ben sei parità e inchiodare il punteggio sul 5-5.
Danielle però non si è scomposta, e mostrando grande determinazione si è intascata sei dei primi sette punti del tie-break per vidimare la vittoria e il conseguente passaggio del turno.
IL TABELLONE DEL WTA 500 DI ADELAIDE 2 2023
Anche le teste di serie numero 8, Belinda Bencic, e 11, Beatriz Haddad Maia, hanno vinto i loro rispettivi match in due parziali per raggiungere Danielle Collins ai quarti di finale dell’Adelaide International 2. La n. 1 rossocrociata, attuale n. 13 del ranking WTA, ha riscattato la connazionale Teichmann superando con un duplice 6-3 la qualificata Anna Kalinskaya. Mentre ha dovuto impiegarci qualche energia in più, la mancina brasiliana per avere la meglio su Amanda Anisimova (n. 29 WTA) per 6-4 7-5.
Per Bencic un’affermazione che ha il sapore di normale routine, visto il secco e netto 3-0 negli H2H con Kalinskaya, contrariamente Beatriz ha invece rotto un incantesimo a cui era stata sottoposta nei due scontri diretti – ambedue persi – al cospetto della 21enne del New Jersey.
Avanza ai quarti anche Petra Kvitova, la tennista ceca ha potuto mantenere immutato e immacolato il proprio record in questo primissimo scorcio di stagione – terza vittoria nel 2023 in altrettanti match disputati – grazie al ritiro di Qinwen Zheng (n. 30 WTA), costretta a soccombere ad un infortunio. Dopo essersi involata sul 5-3, per poi subire il ritorno della 20enne cinese e spuntarla soltanto al tie-break successivo non prima però di aver sventato tre set point a favore delle giovane tennista asiatica, la due volte campionessa di Wimbledon – 2011 e 2014 – ha fatto suo il gioco decisivo per poi osservare l’avversaria alzare bandiera bianca a causa di un problema alla coscia sinistra. Kvitova al prossimo turno affronterà la tds n. 5 Daria Kasatkina, vittoriosa 6-2 7-5 su Barbora Krejcikova.
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WTA Miami: Kvitova, prima finale al Sunshine Double
Petra Kvitova vince in rimonta il primo set poi chiude di slancio il secondo sconfiggendo Sorana Cirstea. Per lei l’ostacolo Rybakina per tentare il ritorno in Top 10

(da Miami il nostro inviato)
[15] P. Kvitova b. S. Cirstea 7-5 6-4
Nella sua novantanovesima apparizione in un torneo WTA 1000 Petra Kvitova è riuscita a raggiungere la sua prima finale al Miami Open sconfiggendo in due set una delle giocatrici più calde di questo periodo di stagione, la rumena Sorana Cirstea.
Un irresistibile strappo tra la fine del primo set e l’inizio del secondo che le ha permesso di vincere sette giochi consecutivi ha deciso la partita in favore della ceca, che dopo aver iniziato il match sbagliando un po’ troppo alla ricerca di angoli molto accentuati, ha poi messo a fuoco il mirino ed è stata assolutamente irresistibile facendo letteralmente a brandelli la seconda dell’avversaria (2 punti su 13 per un 15% nel primo set, per poi chiudere con un globale 26% a fine match).
PRIMO SET – Inizio di partita molto equilibrato tra due giocatrici che si conoscono molto bene, essendosi incontrate già 10 volte in oltre un decennio a tutte le latitudini e su tutte le superfici. Kvitova provava a sfruttare le sue traiettorie mancine tagliando il campo con angoli molto acuti. La ceca arrivava per prima alla palla break, ma Cristea rispondeva alla situazione molto bene. Sul 3-2 era Cirstea che con tre splendide risposte vincenti (o quasi) si conquistava tre palle break, tutte però annullate da colpi lungolinea di Cirstea che mancavano il bersaglio. Sulla quarta però il suo rovescio incrociato finiva in corridoio concedendo il primo allungo alla rumena.
Kvitova continuava imperterrita a cercare gli angoli, ma la precisione le faceva difetto, e Cirstea, dopo che i suoi fan erano stati redarguiti dall’agente di Kvitova per aver fatto rumore tra la prima e la seconda di servizio, rimontava da 0-30 issandosi 5-2.
Nel game in quale Cirstea serviva per il set sul 5-3, Kvitova trovava tre splendidi colpi risalendo da 40-15 a palla break, ma mancava poi la risposta sul punto decisivo. Due punti più tardi le andava meglio, affondando il rovescio dell’avversaria con un lungolinea e recuperando il break di svantaggio per il 5-4.
Con un parziale di 13 punti a 1, Kvitova rivoltava il set come un calzino recuperando il break di svantaggio e mettendosi nella posizione di servire per il set sul 6-5. Anche per la ex campionessa di Wimbledon servire per il set non era una cosa banale: un doppio fallo e un gratuito da fondo la portavano 0-30, ma quattro punti consecutivi le consentivano di chiudere il parziale 7-5 dopo 58 minuti di gioco, 16 minuti più tardi rispetto ai set point avuti da Cirstea.
SECONDO SET – La furia di Kvitova non si arrestava anche nel secondo parziale: portava a sette i giochi consecutivi vinti sprintando subito sul 2-0. Petra sembrava incapace di sbagliare, tutti i suoi colpi finivano sulla riga, tanto da indispettire un po’ Cirstea che chiamava “il falco” per controllare il punto di rimbalzo della palla. Sullo 0-2 15-40, con due chance del secondo break, la rumena aveva un’impennata d’orgoglio e metteva a segno quattro vincenti per rimanere in scia dell’avversaria.
Da lì in poi però Kvitova diventava sempre meno trattabile sui suoi servizi, arrivava a servire per il match sul 5-4 quando sciupava il primo match point con un doppio fallo, ma sul secondo una micidiale curva mancina le consegnava la sua prima finale a Miami per tentare di conquistare il suo nono titolo WTA 1000.
Con questo risultato Kvitova è sicura di risalire almeno al n.11 del ranking WTA lunedì prossimo, e potrà rientrare nelle Top 10 in caso di vittoria del torneo. Nel match decisivo di sabato (ore 15 locali, le 21 in Italia), Kvitova affronterà Elena Rybakina, contro la quale ha disputato due incontri, peraltro piuttosto recentemente (a Ostrava a fine stagione nel 2022 e lo scorso gennaio ad Adelaide), portando a casa una vittoria nell’ultima occasione.
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Inizia la “Wild Card Challenge”: in palio posti in tabellone al Roland Garros per i tennisti americani
Continua la collaborazione fra USTA e FFT: verranno scelti un tennista e una tennista statunitensi in base ai punti ottenuti nelle prossime cinque settimane

Inizia lunedì 3 aprile la “Wild Card Challenge”: quattro settimane di tennis ATP e cinque di tennis WTA sulla terra battuta europea durante le quali sarà costituita una sorta di Race to Paris riservata ai soli tennisti americani, da cui sono esclusi coloro ammessi in tabellone direttamente o con il ranking protetto o sono in top 50 all’inizio della sfida. Colui e colei che avranno ottenuti più punti in classifica verranno premiati con una wild card per il secondo grande slam della stagione; In caso di arrivo a pari punti, otterrà la wild card il giocatore col miglior ranking la settimana immediatamente successiva alla scadenza delle quattro/cinque settimane.
Continua così la stretta collaborazione fra la federazione americana, la USTA, e quella francese, la FFT, che si ripeterà a parti invertite in occasione dello US Open. Tempo fino al 24 aprile (o al primo maggio), dunque, per ottenere in un massimo di tre eventi ATP o WTA il maggior numero di punti possibili. L’iniziativa va avanti dal 2012, e ha visto guadagnare un pass per il torneo a nomi ben noti: Shelby Rogers (2013), Frances Tiafoe (2015), ma anche Tommy Paul (nel 2019).
2022: Michael Mmoh (1R); Katie Volynets (2R)
2019: Tommy Paul (1R); Lauren Davis (2R)
2018: Noah Rubin (1R); Taylor Townsend (2R)
2017: Tennys Sandgren (1R); Amanda Anisimova (1R)
2016: Bjorn Fratangelo (2R); Taylor Townsend (2R)
2015: Frances Tiafoe (1R); Louisa Chirico (1R)
2014: Robby Ginepri (1R); Taylor Townsend (3R)
2013: Alex Kuznetsov (1R); Shelby Rogers (2R)
2012: Brian Baker (2R); Melanie Oudin (2R)
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Gael Monfils: “Spero di poter scendere in campo a Montecarlo”
Il francese ha dato aggiornamenti sulle sue condizioni dopo l’infortunio al polso

Gael Monfils sta lentamente facendo il suo ritorno sul circuito. A causa di un infortunio al piede, l’ormai trentaseienne francese era rimasto fermo per ben sette mesi, dagli ottavi di finale della Rogers Cup 2022 al recente Indian Wells.
Il rientro non è stato dei migliori: nel torneo che un anno fa l’aveva visto battere l’appena proclamato numero uno del mondo Daniil Medvedev, il francese ha racimolato soltanto quattro giochi contro l’australiano Jordan Thompson, giocatore esperto ma certamente alla portata di un Monfils anche solo in forma discreta. Gael si è allora spostato a Phoenix, quel prestigioso Challenger che ha visto la partecipazione, fra gli altri, di Matteo Berrettini. Come il romano, anche il francese ha trovato sulla sua strada il finalista Alexander Shevchenko, che in una settimana si è tolto una doppia prestigiosa soddisfazione nel battere entrambi.
Il momento più preoccupante del fallimentare sunshine double è stato tuttavia quello conclusivo: sceso in campo a Miami contro il connazionale Humbert (anche lui in una crisi, la sua quasi perenne) è stato costretto a ritirarsi dopo appena sei giochi, a causa di un nuovo infortunio, questa volta al polso. Molti allora, fra la stampa e gli addetti ai lavori, hanno cominciato ad interrogarsi sul prosieguo della carriera del francese.
Ma a spazzar via l’aria di ritiro che aleggiava da giorni ci ha pensato lo stesso Gael, con un articolo pubblicato sul suo blog personale. “Sì, è deludente” ha esordito il francese, “ma non è nemmeno una catastrofe”, e qui il riferimento al mondo giornalistico è esplicito: “Puoi dire che ho giocato male, che ho perso al mio ritorno, non preoccuparti. Ma non definirmi demoralizzato, finito o pronto a rinunciare solo per ottenere più clic2. Una reazione piccata, dunque, quella di Monfils, che ci ha tenuto a far sapere che è invece “entusiasta di essere tornato”.
Il francese ha inoltre aggiornato sulla situazione del nuovo infortunio: “Non è una lesione grave: è un’infiammazione, legata a un problema neuro-muscolare. Infiltrazioni, ultrasuoni e terapia TECAR dovrebbero rimediare.” Infine, le prospettive sul rientro in campo: “Con un po’ di fortuna, sarò in campo tra due settimane, a Montecarlo”.
Dunque Monfils non si sbilancia, ma risponde alle critiche e rilancia. Se la sua speranza di tornare sulla terra di Montecarlo si tramuterà in realtà tangibile lo scopriremo nelle prossime settimane.