I dolori degli ultimi Fab: Nadal non sa più vincere, Djokovic ha paura (Giammò). Intervista a Santopadre: «Berrettini è più forte di prima» (Azzolini). Tsitsipas vola, Fritz la sorpresa (Nizegorodcew)

Flash

I dolori degli ultimi Fab: Nadal non sa più vincere, Djokovic ha paura (Giammò). Intervista a Santopadre: «Berrettini è più forte di prima» (Azzolini). Tsitsipas vola, Fritz la sorpresa (Nizegorodcew)

La rassegna stampa di giovedì 12 gennaio

Pubblicato

il

I dolori degli ultimi Fab: logorio e dubbi, papà Nadal non sa più vincere, tre fitte in sette giorni, Djokovic adesso ha paura (Ronald Giammò, Corriere dello Sport)

Arrivato a Melbourne per difendere il titolo vinto lo scorso anno agli Australian Open, Rafa Nadal si è accorto che un anno, due Slam, un figlio e i diversi acciacchi patiti e smaltiti la scorsa stagione non sono bastati per cancellare, oggi come dodici mesi fa, quel velo di scetticismo che avvolge la sua vigilia. L’anno scorso, pur interrompendo anzitempo la sua stagione per i noti problemi al piede, Rafa si era ripresentato in Australia inaugurando una striscia di 20 vittorie consecutive che da 11 proseguì poi fino ad Acapulco, per concludersi a Indian Wells […] Salutata Torino lo scorso novembre e con lei l’ambizione di catturare uno dei pochi titoli che ancora gli mancano (le ATP Finals), Rafa quest’anno aveva invece pianificato il suo sbarco australe meticolosamente – rinunciando perfino alla Coppa Davis – nel tentativo di recuperare una condizione logorata da fatiche e cicatrici. L’esito però, a giudicare dai risultati ottenuti sin qui, non è certo stato in linea con i suoi progetti: eccezion fatta per il match giocato a Torino contro Casper Ruud (peraltro già qualificatosi alle semifinali), il maiorchino ha perso sei delle ultime sette partite giocate […] Numeri inusuali per lui, che né lo status di testa di serie n.1 del tabellone del primo Slam stagionale stagionale (oggi il sorteggio), né il nuovo ranking di n.2 del mondo appaiono in grado di bilanciare. Ben poco peso stavolta sembrano avere l’abitudine, la sua inossidabile volontà cui più volte si è aggrappato per ribaltare pronostici sfavorevoli. Il 2022 è stato l’anno dei grandi addii […] «Basta chiedermi del mio ritiro – ha risposto Nadal la scorsa settimana a Sydney a chi gli chiedeva conto dell’ennesima sconfitta – Quando arriverà il momento ve lo fartò sapere. Ogni volta che vengo in conferenza stampa sembra sempre che sia sul punto di ritirarmi, ma sono qui per giocare a tennis». E allora giocala ancora, Rafa. Finché continuerai a farlo, l’orizzonte si sposterà un po’ più in là. E il tramonto non potrà far altro che adeguarsi.

Olistico nell’approccio, maniacale nella cura di sé e saldo nella testa, era da tempo che il dubbio non veniva a far visita a Novak Djokovic. Era stato un 2022 con meno tornei, il suo, eppure costellato di successi, come a far disperdere le sue tracce. L’occasione è invece arrivata al suo ritorno in Australia, Paese che lo aveva messo al bando lo scorso anno e da cui Noie intende oggi far ripartire la sua rincorsa verso quei traguardi e quei titoli che ne consacrerebbero lo status di più grande di ogni tempo. Tre fitte, tre squilli avvertiti in meno di una settimana, tutti al flessore della gamba sinistra. Al primo, durante la semifinale di Adelaide vinta in due set contro Daniil Medvedev, non aveva creduto neanche il russo […] «Ho lavorato con il mio fisioterapista tutta la notte per sistemare quel problema», disse poi il serbo dopo la finale vinta contra Sebastian Korda, match in cui, pur apparso più sciolto, continuò a circondare di attenzioni il suo arto. L’allarme vero e proprio è scattato ieri durante il match d’esibizione alla Rod Laver Arena, ancora contro Medvedev: «E’ il flessore che mi ha dato fastidio ad Adelaide in semifinale – ha poi ammesso – Ho sentito una piccola fitta e non ho voluto rischiare oltre. Mi sono scusato e lui ha capito». Chiudendo anzitempo il match e consegnandosi così a una vigilia su cui quest’anno non incombeva alcuna incertezza. A quattro giorni dal via degli Australian Open, Djokovic oggi scoprirà quale sarà l’avversario riservatogli dal sorteggio. Domani ha in programma un’altra esibizione contro Nick Kyrgios […] Il suo ultimo Slam al meglio dei cinque set risale allo scorso Wimbledon, ma il cemento australiano è superficie ben più severa dell’erba londinese: ci sarà da sudare, come Adelaide ha fatto intuire. Su posta in palio, sacrifici, precedenti e anagrafe starà a Nole riflettere. Capire. Gestire. Nel 2016 Andy Murray per inseguire il sogno di chiudere l’anno da n.1 del mondo giocò 90 partite, logorando un fisico (anche e caviglie, su tutto) a cui sei anni e diverse operazioni chirurgiche non sono bastati per tornare competitivo. Dei Fab 4, fu lui il primo ad alzare bandiera bianca. Sei anni dopo Djokovic è ancora qui, protagonista e testimone, reduce e pioniere. Non gioca più per prolungare un’era, ma per intestarsene una nuova.

 

Intervista a Vincenzo Santopadre «Berrettini è più forte di prima» (Daniele Azzolini, Tuttosport)

 Se il senso era sentirsi più “United” che mai, la rappresentazione plastica della prima coppa tennistica dell’anno è stata proprio l’Italia a fornirla. Uniti alla meta, gli azzurri per primi hanno indicato come l’impresa non sia stata quella di ottenere ricchi premi e cotillon utili alla classifica, quanto di aver creato un clima – in una squadra variamente assortita e per la prima volta insieme – che nel corso delle giornate ha dato forma a nuove amicizie. Merce rara e preziosa in un tennis dove ognuno fa per sé. Così, tra le vittorie di Berrettini sui top ten (due, Ruud e Hurkacz), il gran match di Martina Trevisan con Maria Sakkari, i successi ripetuti di Musetti con i numeri due avversari che gli sono valsi l’ingresso nei primi venti del ranking(e al nostro tennis la prima volta con tre giocatori in Top 20), la buona tenuta di Lucia Bronzetti finalmente in Top 50, al centro dei giochi è finito Vincenzo Santopadre, il capitano […] D’accordo Vincezo, l’inizio ci è piaciuto. E ora? «Si va con fiducia verso gli Australian Open. Test e allenamenti fanno sperare. E i match fin qui giocati hanno mostrato un Matteo più vispo che mai». Vispo, dici? In effetti.. Rapido nelle gambe e nei piedi, al punto da reggere bene gli scambi prolungati dalla parte del rovescio, e tornare a far punti bimani in lungo linea, così come recuperare in allungo, con il dritto, una pallata di Fritz e tramutarla in un passante che gli è valso il “cinque” della panchina statunitense. «Appunto, Matteo si è trovato per la prima volta in apertura di stagione a fronteggiare ben quattro giocatori oggi in Top Ten, e veniva da un lungo periodo senza tennis, oltre due mesi. Contro Monteiro, il brasiliano, è stato il primo singolare dalla finale di Napoli dello scorso ottobre. Poi sono venuti Ruud, Hurkacz, Tsitsipas e Fritz, e sono state a loro modo tutte prove convincenti». Quale la più importante? «Ah, noi non si butta niente…Ti dirò, anche quella con Monteiro è stata una vittoria utilissima. Era la prima, e ha risvegliato quella bella attitudine di Matteo nel farsi trovare pronto dopo i lunghi periodi di sosta, che è una delle sue doti più belle. Un match che gli ha trasmesso fiducia, ed era quella che serviva più di ogni altra cosa. Poi, con Ruud e Hurkacz, si sono rivisti i momenti del Berrettini dominante». Già, con Ruud in particolare. Deve essere stata liberatoria la vittoria sul norvegese. II periodo più complicato della scorsa stagione à cominciato con la finale di Gstaad, contro Ruud ed è proseguito con la sconfitta senza colpo ferire nei quarti agli US Open, sempre contra Ruud. «Liberatoria. sì. Matteo ha ritrovato la spina dorsale del proprio tennis, e ha spinto il suo gioco a velocità pazzesche. Ruud ha potuto fare pochissimo, e certo Casper non è tipo da arrendersi così facilmente». Un Matteo ritrovato «Sì, anche. Ma non credo sia giusto dire che si fosse perso, anzi. La verità è che l’anno scorso è stato davvero straziante per la serie continua d’infortuni […] Dunque, ritrovato, sì, ma anche migliorato in alcuni aspetti del gioco. Capace di prendere la rete quasi sempre nei momenti giusti e di creare alternative al suo gioco, che nel servizio e nel dritto resta solidissimo. Con Tsitsipas ha avuto il match in mano e con Fritz se la sono giocata alla pari». E poi c’era Musetti, ben più che un’alternativa. «Altro che…i progressi che ha compiuto Lorenzo, nel modo di stare in campo soprattutto, dato che i colpi li ha sempre avuti, sono a dir poco lampanti. L’ho trovato consapevole, più maturo… Ha incontrato giocatori battibili? È vero, ma li ha battuti senza tentennamenti. Ed è entrato nei primi venti. Direi che è pronto per salire ancora, Lorenzo darà grandi soddisfazioni al nostro tennis» […] Essere capitano al maschile e al femminile: occorrono metri diversi per misurarsi con un compito del genere? «Occorrono metri diversi per misurarsi con chiunque. […] Delle ragazze, però, mi hanno colpito alcuni aspetti. Tendo a generalizzare, e me ne scuso…Le ho trovale molto esigenti con se stesse, ben più degli uomini. E hanno bisogno di un ordine maggiore. Obiettivi, orari, scelte, allenamenti, tutto deve funzionare al meglio. È stata una bella esperienza da capitano, grazie anche a loro» […] Australian Open. Si ritorna a Djokovic? «È probabile. Il favorito è lui, a Melbourne ha giocato sempre bene. Avversari, i soliti, da Nadal a Medvedev, dai giovani in crescita agli stessi italiani. perché Berrettini, Sinner e Musetti ormai vanno sempre presi in considerazione. Uno che mi ha impressionato? Bè, facile a dirsi dal mio punto di vista: Taylor Fritz Non mi fanno impazzire alcuni suoi atteggiamenti in campo, ma è molto migliorato, gioca benissimo i primi colpi, e sa fare davvero tante cose».

Le gerarchie del primo Slam della stagione: Tsitsipas vola, Fritz la sorpresa (Alessandro Nizegorodcew, Corriere dello Sport)

Nadal fuori condizione, Djokovic acciaccato, Alcaraz infortunato (e assente). Gli Australian Open 2023 prenderanno il via con più di un punto interrogativo. Il primo Slam dell’anno è stato spesso, soprattutto nell’epoca pre-Fab4, ricco di sorprese. A Melbourne hanno vinto il loro unico Major tennisti come Thomas Johansson, Petr Korda, Roscoe Tanner e raggiunto la finale Arnaud Clement, Rainer Schuettler e Todd Martin. Dal 2004 al 2022, invece, solamente due giocatori hanno interrotto l’oligarchia di Federer (6 titoli), Nadal (2 titoli) e Djokovic (4 titoli): Marat Safin, che nel 2005 conquistò il torneo in finale su Hewitt, e Stanislas Wawrinka, vincente su un acciaccato Nadal nel 2014. Quest’anno i pretendenti al trono `down under’ saranno particolarmente agguerriti. Alla ricerca della grande sorpresa. Seguendo la classifica i due tennisti automaticamente inseriti nel novero dei favoriti sono Casper Ruud e Stefanos Tsitsipas. Il greco ha raggiunto la semifinale a Melbourne in tre delle ultime quattro stagioni e si trova particolarmente bene con le condizioni di gioco australiane: campi rapidi e grande caldo […] Ruud non ha mai giocato in maniera straordinaria a Melbourne, ma non si può sottovalutare la testa di serie n.2. Chi ha impressionato è certamente lo statunitense Taylor Fritz. Numero 9 al mondo, lo scorso anno ha vinto a Indian Wells, Eastbourne e Tokyo ma è il livello mantenuto negli ultimi mesi a lanciarlo di diritto tra i favoriti […] Daniil Medvedev e Andrey Rublev non arrivano in forma smagliante al primo Slam dell’anno. Medvedev, che lo scorso anno andò a un passo dal titolo contro Nadal (era avanti 2 set a 0), fatica a ritrovare la giusta fiducia, mentre Rublev non ha mai superato i quarti in un Major. Chi può tentare l’exploit è invece il canadese Felix Auger-Aliassime, che nel 2022 ha palesato una crescita mentale e tecnica importante. Da citare i cavalli pazzi Nick Kyrgios, che nella sua Australia mette in campo motivazioni extra, e Holger Rune. Il diciannovenne danese è un mix esplosivo di potenza, follia e presunzione, caratteristiche che ben si sposano con il cosiddetto sport del diavolo. Matteo Berrettini è rientrato in ottime condizioni psicofisiche e vi è grande attesa per un torneo da protagonista. Le condizioni di gioco si adattano al meglio al tennis del romano […] Stessa cosa dicasi per Jannik Sinner che, dovesse recuperare al meglio dal fastidio all’anca di Adelaide, rappresenterebbe un ostacolo complesso per chiunque […]

Continua a leggere
Commenti

Flash

WTA 125 di San Louis Potosí: finale azzurra tra Sara Errani ed Elisabetta Cocciaretto

Il duello generazionale vede la tennista marchigiana avanti 3-0 nei precedenti

Pubblicato

il

Elisabetta Cocciaretto (sinistra) e Sara Errani (destra) al WTA Palermo 2020 (foto Twitter @LadiesOpenPA)

Finale tutta azzurra in Messico, alla prima edizione del San Louis Potosí Open, torneo WTA 125 sulla terra che si conclude domenica 2 aprile. A contendersi il titolo le nostre Elisabetta Cocciaretto e la sempreverde Sara Errani che, a quasi 36 anni (li compirà il prossimo 29 aprile) disputa la sua ventitreesima finale in singolare (la quarta in un WTA 125). L’ultimo trofeo conquistato dalla bolognese è quello del WTA 125 di Contrexeville, in Francia, lo scorso luglio.

Un risultato notevole per Sarita, attuale n. 99 in classifica (vanta il best ranking alla posizione n. 5), che ha sempre saputo rialzarsi dopo i momenti difficili e ritrovare le giuste motivazioni per continuare ad essere competitiva nel circuito. Per Elisabetta, 22 anni e n. 49 WTA, si tratta invece della quinta finale tout court (la quarta in un evento WTA 125).

Elisabetta giunge in finale dopo aver superato all’esordio la messicana Zacarias, l’argentina Nadia Podoroska, ai quarti la slovena Zidansek e in semifinale Elina Avanesyan, l’unica a strapparle un set. Sara invece approda al round decisivo dopo essersi imposta sull’elvetica In-Albon, sulla spagnola Bolsova, ai quarti sulla semifinalista di Wimbledon 2022 Tatiana Maria e, in semifinale, sulla slovena Kaja Juvan. Come per Cocciaretto, anche Sara domina i primi turni in due set, concedendo poi una sola frazione al penultimo step, contro la Juvan.

 

I precedenti tra le due azzurre vedono la tennista marchigiana in vantaggio 3-0; Elisabetta ha sconfitto Sara due volte nel 2022, a Bari e a Palermo, in entrambe le occasioni in due set. Invece, nel 2019, nel loro primo incontro all’ITF di Asuncion, l’ha superata in tre manches.

Continua a leggere

ATP

Juan Pablo Varillas su Musetti è sicuro: “Può battere chiunque, tornerà presto al top” [ESCLUSIVA]

Il peruviano, in finale al Challenger di Sanremo, si racconta ad Ubitennis: “Voglio essere un esempio come atleta e persona, cerco di spingere i bambini ad avvicinarsi al tennis”

Pubblicato

il

Juan Pablo Varillas - ATP Challenger Sanremo 2023 (foto Tullio Bigordi)

Mentre tutta l’Italia attende trepidamente l’arrivo delle ore 19, con Jannik Sinner pronto a sfidare Daniil Medvedev per il titolo di Miami, alle ore 15 andrà in scena la finale del Challenger 125 di Sanremo. A contendersi il trofeo saranno Luca Van Assche e Juan Pablo Varillas. Il primo, giovane promessa del tennis francese, è già certo dell’ingresso in top100 e ha dichiarato di voler sfidare e battere prima o poi i tre young big3 del momento, ovvero Carlos Alcaraz, Jannik Sinner e Holger Rune. Il secondo, 27enne nativo di Lima, capitale del Perù, vive il momento migliore di una carriera passata per lo più lontano dai riflettori. Al momento n°88 ATP – ma ad inizio marzo è stato anche n°76, suo best ranking – il sudamericano cerca un successo che lo porterebbe a ridosso dei primi 80.

Proprio in Sudamerica Varillas ha giocato molto a febbraio, affermando però di trovarsi meglio sulla terra europea: “Qui a Sanremo è stata una grande settimana, ho giocato molto bene. Credo che i campi siano un po’ più veloci rispetto al Sudamerica, dove ho giocato spesso nell’ultimo periodo. Qui c’è molto tifo, gli appassionati non mancano mai. È bello ed emozionante giocare in Italia, questo genere di tornei mi piace molto.

L’amore per l’Italia di Juanpi, come lo chiamano le persone attorno a lui, è dunque certificato. “Amo il fatto che in ogni torneo, indipendentemente dal livello, ci sia sempre molta gente a fare il tifo. Non importa se è per me o per il mio avversario, ti trasmettono tanta motivazione”.

 

A Buenos Aires il 27enne di Lima ha disputato un grande torneo, dov’è partito dalle qualificazioni e ha battuto giocatori del calibro di Delbonis, Thiem e anche Lorenzo Musetti, fermandosi contro Cameron Norrie in una semifinale molto tirata. Proprio da quel torneo sono iniziati i problemi del carrarino, che non ha più vinto un match a livello ATP. L’azzurro cerca ora riscatto a Marrakech, dove guida il seeding come prima testa di serie. Varillas, però, non ha alcun dubbio su Lorenzo: “Ha avuto un inizio di stagione con qualche scivolone inatteso, ma ha dimostrato di avere i mezzi per battere praticamente chiunque nel circuito. Sono sicuro che tornerà presto, non appena avrà ritrovato il suo tennis e la fiducia necessaria”.

Non dev’essere semplice per un tennista emergere da un paese come il Perù. Ad eccezione del grande Alex Olmedo (che ha vinto Australian Open e Wimbledon nel 1959, oltre che la Coppa Davis con gli USA nel 1958) non è che ci sia una grande tradizione. Attualmente sono soltanto due i giocatori presenti tra i primi 450 del ranking ATP, con Varillas che è praticamente l’unico giocatore di alto livello a rappresentare il suo paese. È bello e motivante, anche se alcune volte è stato difficile. Non ci sono riferimenti per quel che riguarda il tennis: in Sudamerica gira praticamente tutto intorno al calcio, a parte forse in Argentina. Tutti gli altri sport sono accantonati in un angolino ed è come se non esistessero, però devo convivere con questa situazione e cercare di fare del mio meglio. Voglio essere un esempio tanto come atleta quanto come persona, cerco di motivare i bambini ad avvicinarsi al tennis. È bello avere qualcuno a cui guardare: è una grande responsabilità, ma è anche un piacere.

Il peruviano è andato vicino a far registrare due vittorie storiche per il suo paese, portando al quinto set campioni come Félix Auger-Aliassime e Alexander Zverev, rispettivamente nei primi turni del Roland Garros 2022 e dell’Australian Open 2023. “Sono state due grandi partite, per me era come vivere un sogno. Ho giocato due main draw Slam finora e i due match che ho disputato sono stati uno sul Philippe Chatrier e uno sulla Margaret Court Arena. Non ho mai giocato sui campi secondari! (sorride, ndr). Contro quei giocatori è chiaro che vuoi provare a vincere, specialmente quando arrivi a vincere due set. Comunque vada, tuttavia, resta la grande esperienza vissuta. Ti porti dietro alcuni aspetti che potrebbero sempre servirti in futuro”.

Nonostante la doppia impresa sfiorata, che potrebbe far vivere a lungo i ricordi nella testa di un giocatore, quelle due partite per Varillas appartengono ormai al passato. “Non penso spesso a quegli incontri, non mi piace farlo, però ogni tanto ti passano per la testa. Credo comunque che chi ha vinto ci è riuscito perché ha meritato di più. Contro Zverev sono andato più vicino a vincerla rispetto ad Auger-Aliassime, ma fa parte del tennis. In due o tre punti può cambiare una partita”.

Continua a leggere

Flash

WTA Charleston, il tabellone: ci sono Pegula e Jabeur, nessuna azzurra sulla terra verde

Il draw del WTA 500 è di buon livello. Attenzione al ritorno di Elina Svitolina

Pubblicato

il

Jessica Pegula - Dubai 2023 (foto Roberto Dell'Olivo)

Effettuato il sorteggio del tabellone del Credit One Open di Charleston, WTA 500 (terra verde, 780.637 dollari di montepremi) che rappresenta un tradizionale trait-d-union, per quanto riguarda il circuito femminile, tra i tornei sul cemento americano e quelli sulla terra rossa europea. Si gioca sulla terra verde o har-tru, superficie leggermente più veloce del mattone tritato.

La prima testa di serie è l’americana Jessica Pegula, reduce dalla semifinale nel torneo di Miami. Potrebbe giocare un terzo turno prestigioso contro Sofia Kenin. Il tabellone è di buon livello: nella parte alta ci sono diversi pericoli, come Badosa, Fernandez e Kudermetova, e soprattutto Bencic. La parte bassa del tabellone è predominata da Ons Jabeur, che affronterà Lesia Tsurenko al primo turno e potenzialmente Victoria Azarenka ai quarti. Non ci sono italiane al via, nemmeno nelle qualificazioni. Una delle storie principali del torneo sarà anche il ritorno di Elina Svitolina dopo la gravidanza.

QUI IL LINK AL TABELLONE DEL WTA 500 DI CHARLESTON

 

Continua a leggere
Advertisement
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement
Advertisement