[5] A. Sabalenka b. D. Vekic 6-3 6-2
Aryna Sabalenka supera in due set l’ostacolo Vekic, impresa non banale considerando che ci aveva perso in precedenza in cinque occasioni con un solo successo dalla sua, e accede per la prima volta nella sua carriera alle semifinali dell’Australian Open. Entrambe sono giunte ancora imbattute nella stagione, avendo la bielorussa vinto a Adelaide 1 e la croata avendo vinto i suoi tre incontri di United Cup. In particolare, Vekic, che proprio qui due anni fa subito dopo la sconfitta negli ottavi contro Jennifer Brady si fermò per un intervento al ginocchio destro che la fece dubitare in merito al proprio ritorno alle gare, manifestava ottimismo per l’ipotesi di una vittoria Slam, anche per sin qui positivo apporto di Pam Shriver, con cui Donna lavora da circa tre mesi.
Alla prova dei fatti però l’importanza del traguardo ha giocato uno scherzo tremendo alla ventiseienne tennista di Osijek, che ha ceduto alla tensione e non è mai, se non a tratti e più per l’esasperazione che per altro, riuscita a giocare il suo miglior tennis. Vekic ha avuto talmente tanta paura da farci sembrare… coraggiosa un’altra tremebonda quale spesso si è rivelata Sabalenka. La quale, pur sbagliando molto, ha servito meglio ed ha messo a segno, comunque, un buon numero di vincenti da fondocampo.
Per lei ora l’impegno in semifinale con Magda Linette, opportunità da non lasciarsi sfuggire per conquistare il diritto a giocare la finale.
Le giocatrici impiegano 40 minuti per dividersi equamente i primi sei giochi; con un totale di 29 errori gratuiti, la protagonista è la paura. Vekic arriva a commettere 7 doppi falli (saranno 9 alla fine della frazione e tredici totali). La bielorussa, come da copione, prova a imporre i suoi colpi robusti, ma è anch’essa priva di continuità. Il secondo e il terzo gioco richiedono entrambi quattordici punti; la croata tiene il turno pur servendo tre double fault, la rivale ne commette solo due, con anche anche un ace, e chiude il game annullando tre palle break.
Le occasioni sul servizio dell’avversaria saranno, soprattutto nel primo parziale, un cruccio per la numero 64 del mondo: ne trasformerà una su dieci, troppo poche, pensando anche alla qualità odierna del suo servizio. Nel settimo gioco se ne procura tre: sale 15-40 con una splendida palla corta di rovescio, poi ne ha un’altra ai vantaggi, ma La numero 5 del seeding le cancella con l’aiuto di due punti diretti col servizio. Il pericolo scampato le dà la carica giusta per togliere la battuta a Vekic, che comunque non manca di aiutarla con l’ottavo e il nono doppio errore. Sabalenka ringrazia e chiude 6-3 (anche lei con un regalo direttamente con la battuta, condito però da due assi).
Il secondo set vede diminuire gli errori e assistiamo anche ad alcuni vincenti pregevoli, e la croata trova la forza per dirigere alcuni colpi vincenti. Ma subisce due break, complici tre dei suoi errori…preferiti alla battuta, e manda la rivale sul 3-0 “pesante”.
L’atleta di Minsk si distrae, forse anche incredula della resa così mediocre della rivale nel colpo di inizio gioco, e cede a zero il game. Ristabilisce le distanze subito dopo, mentre la sua avversaria continua a litigare con il suo colpo peggiore (toccherà spesso il net con la prima). I colpi vincenti di Vekic sono estemporanei e dettati dalla frustrazione di chi libera i colpi non sapendo come porre rimedio ai difetti del proprio gioco; nell’ottavo game si procura tre palle break, grazie ad altrettanti doppi errori allegramente serviti dalla rivale, ma non riesce a tramutarne nemmeno una, e si chiude un match che va a confortare i detrattori del tennis femminile.
Speriamo in meglio nelle semifinali.
(Danilo Gori)