È un successo dai mille significati quello di Novak Djokovic, che regola in tre set lo statunitense Tommy Paul e si regala la finale con Stefanos Tsitsipas. Una finale che avrà molto da dire con Djokovic a caccia del decimo titolo all’Australian Open e lo slam numero 22 in carriera, senza dimenticare che il vincitore di questa edizione dell’Happy Slam balzerà in vetta al ranking ATP.
Attenzioni sono solo sulla semifinale vinta e sulla battaglia con Tsitsipas, il campione serbo nella classica conferenza stampa post-partita ha dovuto anche affrontare il tema relativo alla polemica legata al padre ripreso con dei sostenitori di Putin.
IL MODERATORE: Poiché questa servirà anche come conferenza stampa prefinale, inizieremo chiedendo a Novak di pensare a domenica, decima finale dell’Australian Open, ma anche molto altro in gioco. Il vincitore sarà anche il numero 1 del ranking. Parla di tutte queste cose e del match con Stefanos.
NOVAK DJOKOVIC: “Sono, ovviamente, molto soddisfatto e contento di giocare un’altra finale di un torneo del Grande Slam. Questo è esattamente quello che ho immaginato e che ho sperato accadesse quando sono arrivato in Australia. Sono venuto qui con l’obiettivo di essere in grado di lottare per il titolo. Penso che il fatto di avere accumulato esperienza in merito al trovarsi in questa particolare situazione aiuti. Penso anche che il fatto di non aver mai perso una finale dell’Australian Open sia sicuramente un grande stimolo e dia molta fiducia in vista di domenica. Ma ovviamente dovrà parlare il campo. Giocherò contro Tsitsipas, che è in ottima forma e ha giocato il suo miglior tennis. Sono sicuro che sarà molto motivato a vincere il suo primo titolo del Grande Slam. Conosco abbastanza bene il suo gioco e lui conosce bene il mio. Abbiamo giocato contro più volte e su diverse superfici. Abbiamo giocato una finale del Grande Slam, ma eravamo sulla terra battuta, al Roland Garros qualche anno fa. So cosa mi aspetta e sono eccitato. Fortunatamente per me in questa fase della mia carriera, grazie a tutti i risultati raggiunti in passato, in ogni partita o ogni torneo c’è sempre qualcosa in gioco, in particolare quando si giocano i Grandi Slam. Ho il privilegio di essere in questa posizione e mi auguro il meglio.”
D. La situazione che ha riguardato tuo padre negli ultimi due giorni, la sua assenza stasera, ha influenzato la tua prestazione e il tuo umore all’inizio di questa partita? Tornerà domenica per la finale?
NOVAK DJOKOVIC: “Ho visto, come hanno visto tutti gli altri, quello che è successo ieri. È stato un peccato che ci sia stata una interpretazione errata di ciò che è accaduto ieri e che sia arrivata ad un livello così alto. Ci sono state molte conversazioni con il direttore del torneo, con i media e tutti gli altri. Non ne ero a conoscenza fino a ieri sera, quindi non mi ha fatto piacere vederlo. Io, mio padre e tutta la mia famiglia abbiamo attraversato diverse guerre negli anni ’90. Come ha dichiarato mio padre, siamo contro la guerra, non sosterremo mai alcuna violenza o guerra. Sappiamo quanto sia devastante per la famiglia, per le persone in qualsiasi paese che sta attraversando la guerra. Questa è la prima cosa che voglio dire. La seconda cosa che voglio dire, mio padre, come ha detto nella dichiarazione, è andato dopo ogni singola partita per incontrare i miei fan nella piazza principale qui all’Australian Open, per ringraziarli per il supporto, per essere con loro, rispettali e scattare foto. La foto che ha fatto era di passaggio. Ho sentito cosa ha detto nel video, ha detto, saluti. Sfortunatamente alcuni media lo hanno interpretato in un modo davvero sbagliato, ma spero che la gente capisca che non c’era assolutamente alcuna intenzione di sostenere alcun tipo di iniziativa bellica o qualcosa del genere. Mio padre, come ho detto, era di passaggio. C’erano molte bandiere serbe in giro. Questo è quello che pensava. Pensava di fare una foto con qualcuno dalla Serbia. Questo è tutto. È andato avanti. Non è piacevole per me affrontare tutto questo considerando tutte ciò che ho dovuto affrontare l’anno scorso e quest’anno in Australia. Non è qualcosa che voglio o di cui ho bisogno. Spero che possiamo concentrarci sul tennis. Non è stato piacevole non averlo nel box. È una decisione che abbiamo preso insieme. Solo non so come andranno a finire le cose. Spero che sarà presente perché mi piacerebbe averlo nel box per la finale”
Q. Finora hai vinto comodamente i tuoi match, perdendo solo un set. Tuttavia, mi è sembrato che per te siano state due settimane piuttosto stressanti. Non so se sia così, se ritieni che sia stato più stressante di alcuni degli altri Grand Slam più recenti e, in tal caso, quali potrebbero essere alcune delle ragioni.
NOVAK DJOKOVIC: Non credo sia particolarmente diverso in termini di stress o di quello che sto passando in campo rispetto alla maggior parte degli altri Slam che ho giocato nella mia vita. Le fasi finali di uno slam in questa fase della mia carriera, so che sono è un’opportunità d’oro per me per provare a ottenere un altro trofeo. Non so quante altre avrò, opportunità e sento pressione. Mi sento stressato come qualsiasi altro giocatore: sento il nervosismo ma anche l’eccitazione, un mix di emozioni molto diverse che attraversano il mio corpo. Oggi nel primo set, ero in vantaggio 5-1, stavo servendo per il set e ho avuto anche un set point, poi le cose sono cambiate rapidamente e mi sono irrigidito. Lui ha recuperato sino al 5 pari, è stata una lotta sia fisicamente che emotivamente. In questo tipo di partite, nelle fasi finali di uno slam, puoi aspettarti di avere delle crisi, una o due o tre passaggi a vuoto. Sono davvero contento di aver superato quella crisi verso la fine del primo set, poi è stato un match abbastanza tranquillo dall’inizio del secondo sino alla fine. All’inizio del secondo, all’inizio del terzo sono riuscito subito a piazzare il break, prendere del margine e concludere la partita in grande stile.”
D. Ogni volta che sei in campo o giochi un torneo, hai accennato al fatto che vuoi vincere il trofeo. Hai mai pensato a quale sia per te l’obiettivo finale? Quando verrà il momento e non sto cercando di mandarti in, cosa saresti soddisfatto di aver raggiunto?
NOVAK DJOKOVIC: “Non credo che ci sia una risposta semplice a questa domanda, ad essere onesti. Dicevo prima che gioco a tennis a livello professionistico per diversi motivi. Qualche motivo personale è che sento che sul campo da tennis ho sempre l’opportunità di imparare qualcosa di nuovo su me stesso, immagino di combattere con i miei stessi demoni che immagino tutti noi abbiamo. Quando siamo sul campo da tennis nel bel mezzo di una battaglia, alcune cose affiorano e devo affrontarle. Quindi è una grande scuola di vita per me. Poi allo stesso tempo, ovviamente, ho obiettivi e ambizioni professionali. Quelli sono i Grandi Slam e l’essere il numero 1 al mondo. Quindi voglio scrivere delle pagine della storia di questo sport. Fisicamente, dal punto di vista del gioco, posso ancora sostenere e mantenere il livello più alto. Quindi, finché è così, perché non andare avanti? Non so quando avverrà la fine della mia carriera professionale. In questo momento ho la motivazione, ho il supporto delle persone vicine, che è anche qualcosa che è probabilmente sottovalutato e forse non se ne parla molto, ma è una chiave, e lo dico come padre. Intendo, essere lontano dai bambini non è qualcosa che mi rende molto felice. Penso che sia un giusto equilibrio tra me e mia moglie e le persone vicine nella mia vita. Quindi il suo essere lì per i nostri figli e tutto il resto, mi permette di poter fare ciò che amo e fare ancora dei passi, passi significativi, in questo sport.”
D. L’espulsione dell’anno scorso, ti è venuta in mente nelle ultime due settimane? Ora che sei in finale, sarà un sollievo vincere dopo tutto quello che è successo qui l’anno scorso?
NOVAK DJOKOVIC: “Onestamente, l’ho superato. Naturalmente, le sensazioni di tornare in Australia quest’anno sono state diverse rispetto a qualsiasi altro anno a causa degli eventi dell’anno scorso. Ho detto molte volte che non porto rancore, che amo giocare in Australia, amo stare qui. Quel tipo di emozione che provo mi ha aiutato a sentirmi a mio agio e a giocare bene. Ho vinto Adelaide, ora sono in finale all’Australian Open. Non ho perso una partita nelle ultime cinque settimane in Australia. Sono davvero contento di essere qui e di giocare così bene.
D: Speravo che potessi darci un’idea di come gestisci il fatto di essere quasi sempre sotto osservazione. Nelle ultime due settimane c’è stato il problema del ginocchio, i toilet break, le bevande che assumi, ora ovviamente tuo padre. Come lo gestisci e continui ad avere successo?
NOVAK DJOKOVIC: “Suona come un cliché, ma devi davvero accettarlo. È molto più facile a dirsi che a farsi. Nel mio caso, sento che le cose si stanno semplicemente accumulando, aggiungendosi in qualche modo per un motivo o per l’altro. Non è una situazione ideale quando devi affrontare tutti questi altri fattori esterni che non sono realmente necessari durante un evento così importante. Ma è stato parte della mia vita. Purtroppo, negli ultimi anni sempre in misura maggiore. Cerco di diventare più resiliente, più forte. Penso che con l’esperienza che ho, mi sento abbastanza forte da sapere cosa devo fare, quando devo fare certe cose. Riesco a staccare. Ho, ovviamente, un team di persone intorno a me, i miei familiari che stanno con me nello stesso alloggio o trascorrere un’intera giornata con me. Loro mi danno questo tipo di protezione. Non voglio sentire cose su ciò che è stato scritto o quella notizia. Voglio mantenere la mia mente il più sana o serena possibile per conservare l’energia vitale di cui ho bisogno per quanto scendo in campo. Ma in un modo o nell’altro oggi le informazioni ti arrivano. Quando avviene ciò, quindi devi trovare un modo solo per accettarlo, andare oltre, semplicemente non permettergli di consumare la tua giornata o trasformare il tuo stato d’animo in qualcosa che non vuoi, specialmente prima di semifinali o finali di un Grande Slam. Questi sono i momenti in cui si tratta di chiudersi, si tratta di creare il proprio spazio con la propria gente, sentirsi a proprio agio e solo provare concentrarsi su ciò che conta.”