Australian Open, la grande notte di Sabalenka: "Questo trofeo è per il mio team" [VIDEO]

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Australian Open, la grande notte di Sabalenka: “Questo trofeo è per il mio team” [VIDEO]

Tutte le dichiarazioni della nuova campionessa di Melbourne dopo la vittoria del suo primo titolo Slam

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Aryna Sabalenka - Australian Open 2023 (Twitter @AustralianOpen)
Aryna Sabalenka - Australian Open 2023 (Twitter @AustralianOpen)
 

Il resto del video, che qui potete vedere in anteprima, è disponibile sul sito di Intesa Sanpaolo, partner di Ubitennis.

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Aryna Sabalenka, all’età di 24 anni, vince il suo primo trofeo dello Slam. Battuta in rimonta Elena Rybakina nella finale dell’Australian Open 2023 al termine di una contesa durata due ore e ventinove minuti (qui la cronaca). La bielorussa si è lasciata andare così dopo il match point:

Indimenticabile il momento in cui Aryna ha ricevuto il trofeo dalle mani di Billie Jean King:

Così Aryna Sabalenka ha risposto, a caldo, alle domande di Barbara Schett nella one to one con Eurosport.

Schett: “Congratulazioni, a cosa stai pensando?”

Sabalenka: “Avrò bisogno di qualche giorno per realizzare. Sono felice e orgogliosa, tante cose mi passano per la testa, ora non sono con i piedi per terra”.

Schett: “Cosa provi, gioia, sollievo…?”

Sabalenka: “Un po’ di tutto. Sono tra le prime 10 da un po’ di tempo ma ancora non avevo tra le mie mani uno trofeo Slam. Era sempre più complicato, ogni Slam mi creava grosse emozioni. Quindi sì, gioia e sollievo”.

Schett: “Cosa hai detto al tuo team quando li hai abbracciati?”

Sabalenka: “Qualche parolaccia… Loro sono stati presenti, ad incoraggiarmi nei momenti complicati. Mi sentivo quasi responsabile per loro. Si meritavano questo trofeo e per questo sono scese le lacrime”.

Schett: “Parliamo del match. Hai perso il primo, poi tatticamente sei andata più sul suo dritto…”

Sabalenka: “Nel primo set ero tesa, lei giocava benissimo e tatticamente non ho fatto tutto nel modo giusto. Nel secondo set ho modificato qualche cosa, ho cercato di farla giocare più di dritto, di spostarla, di metterla più sotto pressione sul suo servizio”:

Schett: “Cosa farai stasera?”

Sabalenka: “Non lo so, forse mangerò un po’ di cose che di solito non posso mangiare…”

Schett: “E la Coppa dove la metti?”

Sabalenka: “Staranno lottando mia mamma e mia nonna su cui può averla per prima”.

Successicamente a queste interviste, si è recata in sala stampa per la conferenza post partita.

D: “Puoi provare a spiegarci come ti stavi sentendo in quel game finale, e in particolare quando hai commesso doppio fallo sul championship point?

Sabalenka: “Per me è stato un buon inizio. Ero tipo ‘bene, sarà divertente dopo il doppio fallo’ (ridendo). Ero un po’ nervosa nell’ultimo game. Continuavo a ripetere a me stessa ‘nessuno dice che sarà facile, devi lavorare per questo, fino all’ultimo punto’. Come game è stato molto difficile, sono contenta di essere riuscita a gestire le emozioni e vincerlo

D: “Date le circostanze, il momento più importante della tua carriera finora, è questa la miglior partita che tu abbia mai giocato?

Sabalenka: “Sì penso che sia realmente la migliore, direi che lo è stata. Lei ha giocato un tennis incredibile, ho combattuto molto duramente per vincere. Penso che il tennis fosse di alto livello. Sono molto felice che non sia stata una partita facile, mi è piaciuta davvero molto questa battaglia

D: “Cosa hai imparato da quella sconfitta a New York, la tua ultima in uno Slam? Cosa hai usato a tuo favore in finale?

Sabalenka: “Cos’ho imparato? Ho imparato che devo essere un po’ più calma sul campo e non devo fare le cose di fretta. Devo solo giocare la mia partita, essere calma, e credere in me stessa, ciò che attualmente posso fare. Credo che durante queste due settimane sia stata davvero super calma sul campo e abbia creduto molto in me stessa, e che il mio gioco mi avrebbe dato molte opportunità in ogni partita per vincere questo titolo

D: “Ad Adelaide hai parlato di diventare più calma sul campo, di imparare a controllare le tue emozioni. Portaci attraverso quello che hai fatto. Alla fine qual è stato il fattore che ha risolto tutto?

Sabalenka: “Ho sempre avuto questo strano sentimento che quando le persone venivano da me e chiedevano un autografo, avrei voluto dirgli ‘perché lo stai chiedendo? Io non sono nessuno. Sono una giocatrice, non ho neanche vinto uno Slam’. Ho solo cambiato il modo in cui mi sento. Ad esempio, iniziando a rispettare di più me stessa. Comincio a capire che in realtà sono qui perché lavoro molto duramente e sono una buona giocatrice. Avendo capito ciò, posso gestire molte emozioni. Ogni volta che ho avuto un momento difficile in campo, ho semplicemente ricordato a me stessa che sono abbastanza brava da gestire tutto questo

D: “Oggi hai colpito 51 vincenti, commesso 28 non forzati. Un buon rendimento. Dopo aver perso il primo set, sembravi più determinata a fare più vincenti. Attualmente il numero di vincenti sta diventando più alto. Qual era la tua mentalità, la tua tattica, dopo aver perso il primo set?

Sabalenka: “Sono ottime statistiche, più vincenti che non forzati. Dopo il primo set ero nervosa. Ho solo detto a me stessa che dovevo andare avanti, continuare a lottare, a provarci, e avrei avuto la mia possibilità di rientrare nella partita

D: “Sono passati 10 anni da quando Vika ha vinto qui. Ora sono tre gli Australian Open delle donne bielorusse. Quale influenza ha avuto su di te? Cosa c’è tra le giocatrici bielorusse e l’Australian Open?

Sabalenka: “Non so. Penso che amiamo l’Australia, e spero che l’Australia ami noi. C’è qualcosa di buono per noi riguardo l’Australia. 10 anni sono molti, e ad essere onesta non guardavo così tanto il tennis quando lei ha vinto l’Australian Open. Ma, naturalmente, avere una grande giocatrice dal mio Paese mi ha aiutato ad avere quella sorta di fiducia nel poter fare bene. Ho pensato che se ha potuto lei, probabilmente posso anche io

D: “Ovviamente vuoi goderti questo momento. Il n.1 del ranking è tra i tuoi obiettivi quest’anno? È qualcosa che ti piacerebbe raggiungere?

Sabalenka: “Più o meno abbiamo tutte lo stesso tipo di obiettivi. E vincere uno Slam non è l’ultimo sulla mia lista

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