Paolini quasi alla pari del fenomeno Caroline (Bertellino). Apollo, l'Alieno e il Djoker, i "trivali" che sconvolsero il tennis (Condò)

Rassegna stampa

Paolini quasi alla pari del fenomeno Caroline (Bertellino). Apollo, l’Alieno e il Djoker, i “trivali” che sconvolsero il tennis (Condò)

La rassegna stampa del 4 febbraio 2023

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Paolini quasi alla pari del fenomeno Caroline (Bertellino, Tuttosport)

Una Jasmine Paolini di ottimo livello ha affrontato senza timori reverenziali la numero 5 del mondo e prima testa di serie nel Wta di Lione, Caroline Garcia, nei quarti. La toscana è rimasta incollata alla tennista di casa alzando il proprio livello e cedendo con un doppio 7-5 che fotografa perfettamente la sfida. La Garcia, campionessa delle ultime Wta Finals, ha centrato il passaggio allo step successivo del torneo strappando in entrambi i set il servizio all’azzurra nel dodicesimo gioco. La prima frazione si è chiusa con un preziosismo di Caroline, demi-volèe vincente su un passante non banale di Jasmine. Nel secondo set l’azzurra ha colto un break si portata a condurre sul 4-3 e servizio ma lo ha immediatamente restituito complice l’aggressività della rivale e un suo calo di rendimento. Non ha però mollato sotto il profilo nervoso l’azzurra e ha cercato di issarsi al tie-break, che avrebbe meritato per l’atteggiamento e la capacità di reggere l’urto con una delle giocatrici più talentuose del circuito. Garcia ancora sugli scudi nel fatidico game numero 12 e ostacolo superato. I sorrisi di fine gara di Jasmine hanno però fatto intendere quanto questa partita possa darle in termini di fiducia e convinzione, confermando la bontà del lavoro tecnico e mentale fatto in fase di preparazione della stagione appena avviata. […] Hanno preso il via ieri gli incontri della fase di qualificazione del World Group della Coppa Davis 2023 (Diretta tv Sky Sport Tennis), oggetto negli ultimi mesi di tante incertezze scaturite dalla rottura tra l’ITF e la società Kosmos. Subito a segno gli americani impegnati in casa dell’Uzbekistan. Il 2-0 dopo la prima giornata è stato fissato dalle vittorie di Tommy Paul, fresco di semifinale agli Australian Open, e del connazionale McDonald, rispettivamente contro Sultanov e Fornin. Sono invece in perfetta parità (1-1) Ungheria e Francia. I magiari, padroni di casa, sono andati a bersaglio con Fucsovics contro Humbert mentre il pareggio transalpino è arrivato dalla racchetta di Bonzi. Alcuni match prenderanno il via oggi, come quello tra la Croazia, che dovrà rinunciare per un problema alla spalla allo specialista del doppio Mate Pavic, e Austria. I croati sono privi anche di Marin Cilic. Parità dopo la giomata inaugurale tra Thailandia e Romania. Anche tra Germania e Svizzera. Sascha Zverev ha fermato Wawrinka in due set pareggiando i conti.

Apollo, l’Alieno e il Djoker, i “trivali” che sconvolsero il tennis (Paolo Condò, La Repubblica)

L’uscita di un libro di Sandro Modeo è sempre un piccolo evento nella bolla di ammiratori che, malgrado i suoi sforzi di sottrazione e sparizione siano degni di Salinger, continua a crescere orgogliosa. […]. Fin dal breve prologo di “I tre”, il saggio dedicato a Roger Federer, Rafa Nadal e Novak Djokovic appena uscito per l’editore 66thAND2nd, si viaggia a velocità vertiginosa nei saliscendi di una mente spiazzante. Non è semplice restare a bordo, aggrappati alle proprie conoscenze – necessariamente variegate – per non venire sbalzati dalle accelerazioni logiche e dai salti di argomento. Ma quando arrivi al primo traguardo, la soddisfazione si respira a pieni polmoni. Reggo, dunque sono. E ne vuoi ancora, di quel cibo per la mente. […]Il postulato alla base del saggio è che i tre grandi tennisti siano raccontabili non soltanto come eccezionali individualità, ma anche come un’entità unica, una “trivalità” perfetta come il numero da cui deriva – da Pitagora a Tolkien, il gran ballo delle citazioni registra il tutto esaurito – e che ha irrobustito oltre misura le singole qualità. . La descrizione iniziale dei tre campioni, quella che ci accompagna per tutto il libro, è esemplare. Federer è l’Apollo Pitico, la statua che prende vita esprimendo il bello della classicità; Nadal è Venom, l’alieno che colonizza il corpo umano aumentandone a dismisura i poteri; Djokovic è il Djoker, il terzo incomodo che turba la rivalità perfetta tra lo Yin e lo Yang del tennis, “avvolgendo la contesa sotto il cielo dark di Gotham City”. Modeo risale alle sorgenti dei tre fiumi esplorando i rispettivi segreti e trovando la chiave di alcune stanze straordinariamente recondite: una per tutte, l’Ouverture 1812 di Cajkovskij, la musica che il Djoker mentalmente ascolta nei momenti di estrema difficoltà dei match, quando la sconfitta è a pochi quindici. La sua antica mentore, Jeca Gengic, l’aveva messa sul piatto al termine di una dura giornata di allenamento, quando Nole aveva sette anni, ottenendone una reazione potente, “Jeca, ho la pelle d’oca”. Al che lei lo aveva istruito a usare quel brano forte, a piena orchestra e con i cori da chiesa, come catalizzatore istantaneo di adrenalina. Il saggio è una sequenza di “Easter Eggs”, sorprese collegate fra loro attraverso un gioco di rimandi che chiama in causa le arti e i ricordi. David Foster Wallace col suo leggendario saggio su Federer è una presenza riverita e adiacente – non se ne può fare a meno – ma è trattato da stimolo, non solo da referenza: Modeo prende la definizione di “Mozart fuso con i Metallica” per esplorare i successivi scivolamenti dalla musica classica all’hard rock intervenuti nel tennis dello svizzero. Roger che non viene mai male nelle foto in movimento, come rileva Feliciano Lopez; Rafa in cui coincidono pazienza e resistenza, nel senso che se ha la pazienza di resistere all’impazienza ogni palleggio finisce con un suo punto; Nole che perpetra l’assassinio del secolo – Wimbledon 2019, i due match-point annullati a Federer – si guadagna l’odio assoluto come se avesse ucciso Bambi, e infine crolla davanti alla prima manifestazione di affetto popolare, riservatagli a New York nel momento in cui sfuma il Grande Slam. Il volume finisce con il sogno di un congedo al teatro di Epidauro, che per diversi motivi suonerebbe gradito a tutti e tre. Lì, conclude Modeo, “potremmo finalmente pensare ai Tre con la necessaria ambivalenza tra il senso di una nostalgia acuta e quello di una liberazione lungamente attesa”. Perché l’ultimo tributo è il desiderio di vederne altri tre

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