Un inizio di stagione complicato quello di Matteo Berrettini. Il tennista romano, dopo le buone prestazioni in ATP Cup con le vittorie su Ruud e Hurkacz e le sconfitte lottate contro Tsitsipas e Fritz, è entrato in un periodo di carenza di risultati e prestazioni. Emblema di un inizio di stagione complicato la sconfitta al primo turno di Indian Wells contro il giapponese Daniel, condita da 50 gratuiti. Prestazione che alimenta le voci di chi vede il tennista romano più focalizzato sull’attività fuori dal campo che sulla vita da tennista. Accuse seccamente smentite da Berrettini in un’intervista concessa a Paolo Rossi per La Repubblica.
Matteo sembra avere le idee chiare: una maggiore esposizione mediatica porta con sé degli effetti negativi che non si possono sottovalutare. “Più diventi esposto – neanche famoso- e diventi bersaglio di attacchi, soprattutto se le cose non vanno come vorresti, o come la gente vorrebbe. Personalmente non ho alcun dubbio rispetto a quello che sto facendo. Non sento di aver preso una strada diversa dal tennis. Sono lo stesso ragazzo di sempre.”
Berrettini che è diventato al centro di critiche di haters e non solo, per le sconfitte in campo ma anche per la sua nuova relazione con Melissa Satta: “Sto avendo una relazione sentimentale come tutti gli altri ragazzi della mia età. Normale, e anche qui mi spiace che una cosa talmente positiva, che è un sentimento poi, venga girata come una distrazione professionale. Al di là degli haters mi spiace per quelli che di tennis ne sanno: non sono critiche costruttive e non ne capisco le ragioni”. Un possibile riferimento alle parole di Pietrangeli che ha accusato il tennista romano di pensare troppo alle pubblicità.
Il tennis italiano è cresciuto molto negli ultimi anni portando con sé attenzioni maggiori per i nostri top player. L’anno scorso era stato Sinner vittima di critiche, quest’anno per motivi diversi sono Musetti e lo stesso Matteo: “Ma non succede in tutti gli sport? Non è che si sale sempre in termini di prestazioni. Siamo umani: ci sono le emozioni, la stanchezza, gli incidenti. Manca un pochino di equilibrio. Capisco che ci siamo abituati al Federer-Djokovic-Nadal che hanno dominato il tennis facendo sembrare normale essere n.1 per 10 anni, invece non lo è”.
Nonostante l’inizio di stagione complicato il numero 23 ATP è fiducioso: “Io parlo col mio team e non vedo preoccupazione, ma un momento in cui bisogna lavorare e stare sul pezzo. Dico, e sfido chiunque, ad aere i miei incidenti e poi portare a casa risultati. So di avere la stoffa giusta per andare avanti”.
Critiche che fanno ancora più rumore visto quanto raggiunto da Berrettini. Una finale di Wimbledon ma anche tanti problemi fisici: “Mi chiedo se sto sbagliando qualcosa, ma la verità è che mi spingo sempre al limite, e il tennis è sport molto stressante per il fisico e la mente. Ora cerco di vivere con uno stato di angoscia minore, meno teso e meno rigido in campo e più rilassato nel quotidiano”. Sconfitta con Daniel che ha portato Berrettini a chiedere una wild card per il Challenger 175 di Phoenix dove esordirà contro Ivashka prima di recarsi a Miami. Occasione che potrebbe essere il primo passo di un futuro migliore: “Ho tanta fiducia. Ho voglia di far parlare di me solo in maniera sportiva, fare emozionare le persone. Che è quello che mi interessa di più”.
Il messaggio finale di Berrettini è chiaro. Considerare l’uomo prima del tennista: “Mi piace lasciare questo messaggio di normalità. Mi sveglio la mattina con le stesse paure, l’ansia e gli stessi pensieri di qualsiasi altri ventisettenne, italiano e del mondo. Quindi dico: cerchiamo di giudicarci meno, io ci provo in primis”.