WTA Indian Wells: Kvitova ha l’occhio della tigre e salva 4 match point a Pegula, Garcia fa la cicala

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WTA Indian Wells: Kvitova ha l’occhio della tigre e salva 4 match point a Pegula, Garcia fa la cicala

Petra super contro l’americana, Caroline Garcia sbaglia troppo e torna a casa contro Sorana Cirstea. Tutto facile per Rybakina, Muchova fa suo il derby con Vondrousova

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[15] P. Kvitova [3] b.  J. Pegula 6-2 3-6 7-6(11)

Grandi emozioni al BNP Paribas open di Indian Wells: una Petra Kvitova monumentale per l’incrollabile fiducia nel proprio forcing si aggiudica l’ottavo di finale contro Jessica Pegula, splendida nelle doti di contenimento ma che si deve arrendere al tie-break decisivo dopo aver sprecato quattro palle del match, di cui tre nello shootout finale. Era il loro quinto scontro diretto, e la ceca ora conduce per quattro a uno; raggiunge inoltre per la trentacinquesima volta i quarti di finale in un WTA 1000, quarta in questa classifica dopo Radwanska, Halep e Wozniacki, ferma quest’ultima a trentasei. L’avversaria del quarto in questione sarà Maria Sakkari.

Primo set

Dopo aver incamerato il primo game sul proprio servizio, la terza favorita del torneo si accorge di aver a che fare con una Kvitova ben diversa dalla scialba tennista dell’inizio partita precedente travolta 6-0 da Jelena Ostapenko: la due volte campionessa di Wimbledon, infatti, aggredisce da subito con un palleggio profondo e violento, con costante ricerca di angoli volti a spostare l’avversaria.

 

Il tutto corredato da una insistita ricerca della migliore posizione per i colpi in spinta. La ceca in questo modo si aggiudica cinque giochi consecutivi. La giocatrice di Buffalo per contro non trova la via per reagire e rivela un atteggiamento piuttosto rinunciatario, non riuscendo a schiodare la rivale dalla posizione di comando dello scambio.

Kvitova non brilla tanto con la prima palla (40% in campo, ma con sette punti su otto), quanto con i colpi di rimbalzo. I soli sei vincenti a fine set non tengono conto dei diversi errori di Pegula in difficili tentativi di recupero sui fendenti dell’ispirata ragazza di Bilovec. All’inizio del quinto gioco sul 3-1 in proprio favore la ceca si allunga sulla sinistra e piazza avec sa main un passante incrociato di dritto in chop, morbido e beffardo a superare una Pegula nei pressi della rete. Dopo ventotto minuti è 6-2, meritatissimo.

Secondo set

Il secondo set parte apparentemente con la medesima sceneggiatura del primo, con la numero tre del mondo costretta a risalire da 0-30 nel primo game. La rimonta riesce, così come due giochi più avanti, nonostante un parziale di 15-30. La resilienza dell’americana viene premiata: nel quarto gioco Kvitova perde per la prima volta il punto di ingresso gioco sulla propria battuta, e, complici due rovesci larghi di poco, subisce il primo break.

La reazione è prontissima e dopo dieci minuti siamo 3-3, con Kvitova che trova immediatamente il contro-break, ma la vicenda sta cambiando aspetto, con Pegula più propositiva e attenta. Sul 4-3 in proprio favore approfitta di due doppi falli della rivale e centra il break, che nel game successivo consolida chiudendo la frazione alla battuta. Per lei cinque vincenti nel set, mentre ben undici errori gratuiti per la ceca, che nei due break subiti ha pagato la latitanza della prima palla nei momenti più scomodi.

Terzo set

L’americana plana sul parziale decisivo come meglio non potrebbe e trova subito il break con l’avversaria che sbaglia in lunghezza o larghezza ben quattro diritti consecutivi. Kvitova accusa una certa frustrazione di fronte all’incredibile capacità della dirimpettaia di recuperarne gli affondo e di costringerla a ricostruire più volte l’azione di attacco.

La ceca cerca allora un diversivo e prova a rompere la schermaglia con qualche discesa a rete. Risale da 0-2 a 2-2 ma di nuovo il servizio la tradisce, e nel quinto gioco due doppi falli consecutivi consegnano un altro break a Pegula. L’americana capitalizza gli errori della rivale che procede a strappi ma che non rinuncia a cercare la leadership negli scambi con il drittone; nell’ottavo gioco giunge a palla-break ma la sagacia difensiva di Pegula ha la meglio.

Le emozioni salgono di livello nel decimo gioco, con Pegula che serve per il match e arriva alla palla-incontro, che Kvitova cancella con un dritto terrificante; la ceca ottiene il break aiutata anche da un doppio fallo della sfidante. Nel game seguente la numero quindici del mondo sale 30-0, poi cede tre punti consecutivi e annulla una palla-break con un altro dritto lungolinea di cemento. Ma qui L’americana da il meglio di sé e recupera ogni sciabolata della morava, che sbaglia due smash consecutivi e rende di nuovo la battuta.

Match finito? No davvero, e nel game successivo di nuovo Pegula fallisce mentre serve per vincere, con la ceca che non smette di crederci.

Il tie-break ripropone il tema principale dell’incontro con Kvitova che costruisce, fa e disfa, e Pegula che copre egregiamente il campo. Il braccio di ferro si interrompe al ventiquattresimo punto e alla quarta palla-incontro per Kvitova, che chiude con un servizio a uscire seguito dalla volée incrociata di rovescio. Grandi tutte e due, e l’abbraccio finale è il suggello di due ore e sedici minuti di spettacolo.

S. Cirstea b. [5] C. Garcia 6-4 4-6 7-5

Cade a sorpresa la testa di serie numero cinque Caroline Garcia che, in un match con diversi capovolgimenti di fronte, cede il passo all’esperta numero 83 del ranking Sorana Cirstea, che la batte per la prima volta in tre incontri diretti e torna così a superare una top five dall’ottobre 2017, quando sconfisse Karolina Pliskova a Pechino.

Per la campionessa dell’ultima edizione delle WTA Finals quarta sconfitta in carriera negli ottavi del torneo in dieci partecipazioni, e seconda caduta nella stagione contro un’avversaria classificata intorno alla posizione numero ottanta del ranking, dopo la finale di Lione con Alycia Parks.

Il match

Il primo parziale evidenzia come la francese non sia in giornata di grazia. Troppi errori (saranno trentasei al termine) e difficoltà nell’approccio alla seconda di servizio della rumena; inoltre una preoccupante fragilità sulla propria seconda palla (solo tre su dieci per lei). Viceversa, Cirstea serve con buona continuità. Cede un solo turno di servizio sull’unica occasione concessa, ma ottiene due break e chiude al decimo gioco.

Il secondo set è in altalena, con Garcia sempre discontinua e Cirstea che commette errori importanti quando sembra poter chiudere la questione. La tennista di Bucarest toglie la battuta alla francese al quinto gioco ma la rende nell’ottavo, e soprattutto per colpe sue non sfrutta tre altre palle-break sul 4-4. Garcia sente così la possibilità di riacciuffare la partita e alla terza occasione ottiene il break al nono gioco e pochi minuti dopo è 6-4 per lei.

Il parziale decisivo è inizialmente un incubo per la favorita, che perde due volte la battuta e si trova sotto per tre a zero. Ora però è Cirstea che trema e sperpera il forte vantaggio: sul 4-3 30-30 commette doppio fallo, e successivamente affonda in rete uno smash. Sul 4-4 Garcia serve l’ottavo e ultimo ace della sua partita, si aggiudica il gioco e sembra far valere la sua classe superiore.

È invece il suo ultimo momento positivo. Cede il servizio sul 5-5 perdendo la misura del dritto e ridando così fiducia alla rivale, che vince al dodicesimo gioco e al secondo matchpoint, con Garcia che spedisce in corridoio un drive di risposta. Per Cirstea ora nei quarti c’è Swiatek che ha battuto Raducanu.

K. Muchova b. M. Vondrousova 6-4 6-7(2) 6-4

Dopo due ore e trentasette minuti Karolina Muchova si impone alla connazionale Marketa Vondrousova, non senza qualche momento di apprensione nel secondo set, perso nonostante due matchpoint a favore.

E’ stato il tie-break del set di mezzo l’unico vero passaggio a vuoto della ventiseienne di Olomuc, che nel turno precedente aveva superato Martina Trevisan. Nel primo set è lei che impone infatti le proprie trame, salvo subire un game a zero sul proprio servizio nel settimo game. La reazione è immediata e comprende quattro giochi consecutivi, che la portano 6-3 1-0 nella seconda frazione. Un nuovo break a favore nel quarto gioco lascia immaginare una conclusione vicina, ma la ex numero 14 del ranking non si arrende, annulla una palla del match nel nono e una nel dodicesimo game, per poi fare suo nettamente lo jeu decisif.

La ventitreenne di Sokolov ha però nella terza frazione un tracollo nell’efficacia della prima palla (31%) che la portano a cedere per tre volte la battuta. Nonostante due break strappati, Vondrousova cede il parziale e il match al decimo gioco e al primo matchpoint, il terzo complessivo.

L’avversario nei quarti per Muchova sarà Elena Rybakina.

[10] E. Rybakina b. V. Gracheva 6-3 6-0

Senza storia l’ottavo di finale che vede la campionessa in carica di Wimbledon superare agevolmente la ventiduenne russa numero 66 del ranking. Nel primo set le contendenti mettono a referto ben sei break su nove giochi. Gracheva si aggiudica il gioco di apertura, lasciando solo un quindici alla rivale. Sarà la sua unica gioia al servizio in un’ora e ventuno minuti, e in questo hanno avuto la loro parte ben sei doppi falli, di cui cinque solo nella prima frazione.

La qualità del gioco non sale nei sei game che compongono il secondo set, durante i quali la kazaka numero dieci del tabellone concede e annulla sei palle-break, dato insolito in un bagel. Per Rybakina ora c’è Karolina Muchova.

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WTA Miami: Andreescu si conferma contro Kenin. Pliskova irricononoscibile nel derby con Vondrousova. Out Muchova

Dopo la vittoria su Sakkari, Bianca Andreescu disputa un buon match anche con l’americana Sofia Kenin. Agli ottavi anche Gracheva e Cirstea battendo Frech e Muchova

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Bianca Andreescu - Toronto 2022 (foto Twitter @NBOtoronto)

A Miami si completano gli incontri di terzo turno del tabellone femminile e la prima sorpresa di giornata viene dal derby ceco tra Karolina Pliskova e Marketa Vondrousova. L’ex numero uno del mondo aveva vinto tutti i tre precedenti con la connazionale senza mai perdere nemmeno un set, mentre oggi si è arresa in soli 53 minuti subendo un pesantissimo 6-1 6-2. La prestazione di Karolina è stata a tratti sconcertante: è riuscita a tenere il servizio solo nel suo ultimo turno di battuta del match e ha conquistato solo il 31% dei punti iniziati con la prima, incredibilmente poco incisiva. Non sono comunque da trascurare i meriti di Vondrousova che sta disputando un ottimo avvio di stagione e che ha ben figurato anche nella prima tappa del Sunshine Double. A Indian Wells, Marketa si è fermata agli ottavi contro un’altra connazionale come Muchova ma in questo torneo, agli ottavi, non avrà chance di rivincita. Karolina Muchova infatti è stata sconfitta 7-5 6-1 da Sorana Cirstea.

La romena Cirstea, attuale numero 74 del mondo, ha ribaltato i pronostico contro una Muchova vittima della pressione. La ceca infatti, nel primo set due volte si è portata avanti di un break, andando a servire per chiudere il parziale sul 5-4 ma ha addirittura subito un break a ‘0’ e, con quattro game consecutivi, Cirstea ha ribaltato l’inerzia chiudendo lei 7-5. Il secondo set è stata solo una formalita per Cirstea che con un 6-1 raggiunge per la seconda volta in carriera gli ottavi di finale al 1000 di Miami, a dieci anni di distanza dalla prima, quando in quell’occasione battè Angelique Kerber; adesso invece come detto trova Marketa Vondrousova.

Andreescu solida contro una buona Kenin

Un’altra partita interessante che proponeva il programma odierno era quella tra due campionesse Slam, decadute ma in fase di risalita (chi più, chi meno), come Bianca Andreescu e Sofia Kenin. L’ha spuntata quella più vicina al livello di gioco raggiunto in occasione del trionfo major, ovvero la canadese che ha chiuso con un doppio 6-4. Bianca, finalista nell’edizione del 2021 e sempre almeno agli ottavi in questo torneo, ha fatto valere la maggiore pesantezza del suo dritto vincendo praticamente tutti i braccio di ferro che si sono giocati sulla diagonale destra ed è stata anche aiutata da ottime percentuali al servizio (da segnalare soprattutto il 65% di realizzazione con la seconda). Anche la risposta, in particolare quella di rovescio, ha contribuito a scavare il solco tra lei e l’avversaria. Con questa affermazione, Andreescu consolida la sua posizione virtuale nel ranking dove rientrerà tra le prime 30 giocatrici del mondo per la prima volta da novembre 2021. Per lei al prossimo turno ci sarà Bencic o Alexandrova.

 

Tra le giocatrici più in crescita in questo primo scorcio di 2023 c’è indubbiamente Varvara Gracheva che, dopo aver superato le qualificazioni ed essersi spinta fino agli ottavi in California, sta replicando lo stesso percorso anche al Miami Open by Itaù. La 22enne russa ha infatti dato seguito alla netta vittoria su Jabeur dominando anche l’incontro con la polacca Frech a cui ha lasciato solo tre game (6-1 6-2) in un’ora e dieci minuti di gioco. Ora Varvara attende la vincitrice del match tra Kvitova e Vekic e nel frattempo può già festeggiare un nuovo best ranking: lei che aveva iniziato l’anno da numero 100 del mondo sarà infatti nella peggiore delle ipotesi alla 46esima casella alla fine del 1000 di Miami.

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Juan Martin Del Potro, ritorno romantico al prossimo US Open? “Voglio lasciare una finestra aperta”

Sembra impossibile, ma il ritorno in campo di Del Potro potrebbe avvenire allo US Open 2023. Utopia? Non per Juan Martin: “Proverò ad allenarmi e vedrò come risponderà la gamba”

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Juan Martin del Potro - Queen's 2019 (foto Alberto Pezzali/Ubitennis)

Il mito e la leggenda di Juan Martin Del Potro sono aspetti difficilmente dimenticabili per gli appassionati della racchetta, racchetta che lo stesso gigante di Tandil sembra ormai aver appeso al chiodo in modo definitivo. Già, sembra, perché il classe 1988 non ha mai voluto chiudere completamente la porta al suo amato tennis, come aveva del resto già fatto intendere nel giorno della sua ultima partita.

Più di recente, lo scorso dicembre, come ogni argentino che si rispetti Del Potro ha voluto fare una sorta di fioretto, una promessa da provare a mantenere in caso di vittoria del Mondiale da parte della sua Nazionale. A Juan Martin è giunta una richiesta su twitter, in cui gli si chiedeva di tornare in campo al prossimo US Open in caso di successo dell’albiceleste. Farò il possibile aveva laconicamente risposto il sudamericano, lasciando viva nel cuore dei suoi fans una piccola speranza.

A dare seguito a queste parole è stato lo stesso Delpo, che a Fox Sports Argentina ha chiarito il suo punto di vista. “Ho fatto una promessa per il Mondiale, come tutti gli argentini. So che il tennis in sé, se sto bene, non sarà mai un problema per me: se prendo in mano una racchetta so ancora come si fa ha detto l’argentino.

 

Il problema di fondo, tuttavia, è ovviamente legato al suo fragile fisico, che lo ha costretto a porre fine anticipatamente ad una carriera già ampiamente segnata dagli infortuni. “Lavoro ogni giorno sul mio ginocchio, ma voglio lasciare aperta una finestra almeno fino al prossimo US Open. È il torneo più importante per la mia carriera, tutti sanno ciò che significa per me. Ho un po’ di tempo prima che inizi, proverò ad allenarmi e vedrò come risponderà la gamba“.

Le reali opportunità di vedere Del Potro in campo a Flushing Meadows sembrano ridotte al minimo. Se così dovesse essere, in ogni caso, il nativo di Tandil non ne farà un dramma: “Più avanti capirò se ci sarà qualche chance di giocare o meno, ma se non sarà possibile continuerò sulla mia strada attuale, bevendo tequila e godendomi la vita! (sorride, ndr)”.

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ATP Miami: Hurkacz salva 5 match point prima di abbattere Kokkinakis. Suda anche Auger-Aliassime contro Monteiro, sul velluto l’esordio di Medvedev

Memorabile sfida tra Thanasi e Hubert, 3h34′ che ne fanno la partita più lunga nel 2023 al meglio dei tre. Il canadese costretto ad un doppio tie-break, ora trova il semifinalista del 2022 Cerundolo. Il russo, a caccia del 4° titolo stagionale, amministra Carballes Baena

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Hubert Hurkacz - Dubai 2023 (foto Roberto Dell'Olivo)

Giornata in quel di Miami dedicata per quanto concerne il seeding maschile alla disputa dei secondi turni mancanti, ovvero l’esordio nel torneo delle teste di serie della parte bassa del tabellone e allineare così il draw ai sedicesimi di finale. Dopo le sconfitte italiche targate Berrettini e Musetti, a far da contro altare al successo di Sonego, facciamo una rapida scorsa dei match più intriganti del programma odierno.

[8] H. Hurkacz b. [LL] T. Kokkinakis 6-7(10) 7-6(7) 7-6(6)

In quella che senza dubbio alcuno passerà agli archivi della storia tennistica relativa alla stagione 2023 come una delle migliori partite dell’anno, per le emozioni e il pathos trasmessi, il campione dell’edizione 2021 del Miami Open Presented By Itaù Hubert Hurkacz ha salvato un totale di 5 match point prima di ottenere una memorabile vittoria ai danni di Thanasi Kokkinakis al termine di un epic thriller che ha visto andare in scena ben tre tie-break: il polacco ha infatti rimontato con lo score di 6-7(10) 7-6(7) 7-6(6).

 

La testa di serie numero 8 ha cancellato la prima triade di match ball nel gioco decisivo del secondo parziale mentre gli ultimi due nel tie-break finale riuscendo così alla fine a centrare il passaggio ai sedicesimi di finale, dove troverà il francese Adrian Mannarino che ha estromesso la tds n. 32 Ben Shelton per 6-4 3-6 6-1, dopo 3h34‘ minuti di scontro che lo rendono – finora – l’incontro maschile al meglio dei tre set più lungo del 2023.

È difficile da spiegare quello che è successo. Ero conscio del fatto che lui stesse esprimendo un buon tennis, e quello che ho fatto è stato semplicemente cercare di rimanere in partita anche dopo aver perso il primo set sapendo di avere ancora possibilità per competere per la vittoria della partita. In ogni caso, anche se avessi perso non mi sarei potuto rimproverare nulla avendo affrontato la sfida col giusto atteggiamento e mettendo sul campo un ottimo livello di gioco“, ha così commentato a caldo la sofferta affermazione sul ripescato australiano, il semifinalista di Wimbledon 2021.

Hubi ha frantumato le prime tre palle match, rispettivamente le prime due consecutive sul 4-6 e sul 5-6 con l’ausilio del servizio: soprattutto però sul primo di questi si concentrano maggiormente i rimpianti del n. 94 ATP, dato che Kokki ha sbagliato una comoda volée di dritto sopra la rete. Successivamente sia il secondo che il terzo, quest’ultimo maturato sul 6-7 e con il 26enne di Adelaide stavolta ad avere anche l’aggravante della battuta a disposizione, sono volati via mancando un paio di dritti.

Tuttavia nella cinquina dei match point sfumati, quelli più sbalorditivi nella modalità con la quale non sono stati trasformati – o se volete annullati – sono sicuramente stati i due in rapida successione nel decidig game della terza frazione: sul 6-4, Kokkinakis al servizio per ben due volte non è stato in grado di chiudere la pratica. In questo caso anche per meriti del polacco, che in particolare sul primo ha estratto fuori dal cilindro dopo un’insidiosa prima slice al corpo del giocatore aussie un’eccezionale risposta vincente sulla riga togliendosi di fatto la palla di pancia: un’esecuzione dal coefficiente di difficoltà estremamente elevato a tal punto che l’incredulità era talmente chiara sul volto del povero Thanasi, che non appena ha visto atterrare il colpo avversario sulla parte biancastra del campo è rimasto pietrificato da ciò a cui aveva assistito.

Al contrario del suo dirimpettaio di campo, il n. 9 al mondo si è dimostrato super cinico concretizzando il primo ed unico punto partita avuto a disposizione, sul 7-6, grazie ad una strabiliante e arcigna difesa che ha finito per forzare l’errore del tennista di origini greche. Ha stravincere comunque su tutto è sta l’atmosfera che si è creata sul Grandstand, a partire dal primo tie-break in cui l’australiano ha provato ha trascinare il pubblico dalla sua cancellando la bellezza di 6 set point all’avversario, tra cui i primi tre consecutivi dal 6-3 al 6-6, prima di intascarsi la frazione al secondo tentativo.

In tutta la partita si sono materializzati soltanto due break, uno a testa, con bottini al servizio da 21 ace per Hurkacz e 23 per Kokkinakis. Come detto, questa sfida segna un nuovo primato per il 2023 andando a superare di otto minuti i due match che sino a prima del torneo detenevano a pari merito lo status di scontro maschile al meglio dei tre più lungo della stagione, curiosamente due sfide fratricide: 3h26′ infatti erano servite a Tommy Paul per avere la meglio nel derby a stelle e strisce contro Taylor Fritz nella semifinale dell’ATP 500 di Acapulco con il punteggio di 6-4 6-7(2) 7-6(2); identica durata anche per il primo turno del ‘250’ di Cordoba vinto dall’ottavofinalista dell’ultimo Roland Garros Bernabé Zapata Miralles su un altro iberico, Roberto Carballes Baena, in rimonta per 6-7(3) 6-3 7-5.

[5] F. Auger-Aliassime b. T. Monteiro 7-6(5) 7-6(8)

Ritornato ad assaporare il suo best ranking di n. 6 ATP nell’ultima classifica stilata, Felix Auger-Aliassime ha dovuto far fronte ad ogni grammo della sua esperienza a certe latitudini del circuito per superare una versione coriacea e vivace anche su un terreno molto rapido come quello della Florida, del terraiolo brasiliano Thiago Monteiro.

Il canadese alla fine si è imposto – anche lui – con un doppio tie-break, 7-6(5) 7-6(8), sul mancino sudamericano. Il buon Felix, infatti, è stato costretto a dover vedere i sorci verdi prima di poter incamerare la partita, mancando ben quattro match point all’interno di uno psichedelico dodicesimo game del secondo parziale. Per fortuna del vincitore dell’ATP 250 di Firenze, sulla quinta chance è corso in soccorso il n. 81 del mondo che mettendo larga una volée ha permesso al 22enne di Montreal di chiudere la pratica dopo aver sudato le proverbiali sette camicie in poco più di 2ore e 40minuti.

Dopo aver vinto il primo set, mi sono sentito decisamente meglio, più sollevato. Questo perché mi ero finalmente dato delle concrete possibilità di raggiungere la vittoria. Lui stava giocando veramente molto bene, servendo alla grande e impattando straordinariamente da fondocampo. Quindi il mio obiettivo era semplicemente quello di dover continuare a condurre, continuare a provarci anche quando sbagliavo e andare avanti rimanendo positivo. Penso che questa sia stata la vera chiave oggi per rimanere forte e centrato mentalmente“. Questa l’analisi a bordo campo della sua prestazione da parte di FAA.

Dunque il passaggio ai sedicesimi di finale, seppur molto faticosamente, è stato agguantato dal tennista originario del Togo che ora cercherà di dare continuità ai piazzamenti ottenuti negli ultimi sei eventi Masters 1000, in cui ha sempre raggiunto i quarti. Tuttavia ancora non riesce a compiere quell’ultimo e definitivo salto di livello per poter realmente competere per la conquista del titolo, e sicuramente molto in tal senso dipenderà dalla sua capacità di alzare la qualità del suo tennis nei momenti chiave. Da questo punto di vista, almeno sul piano mentale, il coraggio mostrato per uscire indenne dalla trappola costruita ad hoc da un infuocato Monteiro rappresenta un deciso passo in avanti.

Nel primo set, il brasiliano è stato abile nel cancellare due set point servendo indietro 4-5 ma successivamente nulla ha potuto per bloccare l’ira di Felix nel tie-break. Il vantaggio cruciale nel sempre dirimente dodicesimo gioco, Auger se l’è procurato grazie al mini-break ottenuto sul 4-3 mediante un rovescio vincente a dir poco frizzantino.

Nonostante la perdita del parziale al fotofinish, il giocatore inferiore non si è sdraiato dinanzi al tennista più quotato lasciandogli strada spianata alla ripresa delle ostilità come spesso accade quando va in scena un primo set molto equilibrato in cui lo sfavorito ha over performato. Il 28enne di Fortaleza ha così salvato con grande autorità tutti e tre i break point offerti nel secondo atto per forzare un altro jeu décisif, che si è rivelato il vero frangente clou di una sfida comunque molto accattivante nel suo complesso. Nel momento della verità, a decretare quella minima differenza nel punteggio è stata la maggiore potenza di cui dispone il servizio di Aliassime che ha risolto per il classe 2000 un enigma assai difficile.

La quinta testa di serie del tabellone maschile del Miami Open ha trasformato l’86% (37/43) dei punti iniziati con la prima scagliando anche 12 ace, numeri che lo hanno aiutato a portarsi sul 3-0 nel bilancio degli scontri diretti con Thiago. Al prossimo turno per lui, un altro sudamericano: il semifinalista del 2022 Francisco Cerundolo, l’argentino ha eliminato il lucky loser di casa Aleksandar Kovacevic con un duplice 6-4.

La sfida con il maggiore dei fratelli bonarensi sarà il remake del terzo round consumatosi esattamente 12 giorni fa ad Indian Wells , dove a spuntarla in due partite fu il canadese.

[4] D. Medvedev b. R. Carballes Baena 6-1 6-2

Esordio invece sul velluto per Daniil Medvedev, che ha impiegato appena un’ora e tre minuti per liquidare il malcapitato iberico Roberto Carballes Baena smarrendo per strada soli tre game: un 6-1 6-2 che non si presta a chissà quali dinamiche laboriose di interpretazione. Una partenza nel torneo, quella del russo, decisamente scattante in perfetta sintonia con la rapidità del campo offerta dall’Hard Rock Stadium e che si confà a puntino con i colpi bassi, piatti e filanti dell’orso di Mosca, che difatti è stato immortalato sorridente durante il warm-up pre gara andato in scena nel pomeriggio locale. Uno stato d’animo diametralmente opposto a quello vissuto in California, dove invece i campi del Tennis Paradise si erano rivelati troppo abrasivi per i suoi standard.

Il campione dello US Open 2021 ha messo a segno ben 18 winners a fronte dei cinque dell’avversario. Una sfida fin da subito amministrata serenamente da Daniil, che gli ha permesso di poter sperimentare facendo uso costante del drop-shot: un’arma dannosa nei suoi confronti durante la finale del BNP Paribas Open, visto che è stata utilizzata a più non posso da Alcaraz sfruttando la lontananza dalla linea di fondo del rivale.

Dopo il mio match con Carlos ho pensato che dovevo usare di più questa soluzione in partita”, ha commentato ironicamente Medvedev sul costante ricorso alla smorzata per poi chiosare: “Mi sono sempre piaciuti i drop shot, ma non è un’arma che fa parte del mio gioco. Perciò non mi vedrete mai utilizzarla cinquanta volta in una partita. Devi avere tanta fiducia nell’esecuzione e oggi debbo dire che ha funzionato abbastanza bene“.

Ora per il n. 5 ATP il cammino proseguirà contro lo slovacco Alex Molcan (n. 56 ATP), che ha fatto fuori il nipponico Yoshihito Nishioka per 7-6(5) 1-6 6-2. Ricordiamo che Medvedev va a ciaccia del quarto titolo del suo 2023, dopo i tre conquistati in altrettante settimane tra Rotterdam, Doha e Dubai, e nel frattempo proverà a mettere in piedi un’altra striscia vincente dopo quella interrottasi a IW di 19 vittorie in fila.

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