WTA Indian Wells: Trevisan lotta ma cede sul più bello. Agli ottavi va Muchova

evidenza

WTA Indian Wells: Trevisan lotta ma cede sul più bello. Agli ottavi va Muchova

Martina Trevisan esce sconfitta al terzo set contro Karolina Muchova. Era l’ultima giocatrice italiana rimasta in gara al BNP Paribas Open

Pubblicato

il

Martina Trevisan - Indian Wells 2023 (foto Ubitennis)
 

(da Indian Wells, il nostro inviato)

K. Muchova b. [23] M. Trevisan 6-4 3-6 6-4

 

Ha lottato per quasi due ore e tre quarti, Martina Trevisan, ma alla fine è stata tradita dal suo diritto, che le è costato il break decisivo nel primo e nel terzo set e le ha impedito di raggiungere un ottavo di finale che era decisamene alla suas portata.

Un vero perccato, perchè Martina aveva dimostrato per lunghi tratti di poter giocare alla pari con la sua avversaria, anche se faticando non poco in fase di risposta: tra la fine del primo e l’inizio del secondo set ha subito un parziale di 16-3 sul servizio di Muchova, e ancora negli ultimi tre turni di servizio della ceca ha vinto solo 2 punti.

PRIMO SET – Inizio piuttosto titubante da parte di Trevisan, che tentennando con il diritto ha lasciato scappare l’avversaria subito sul 2-0. Muchova non ha però saputo approfittare della falsa partenza di Martina, e non solo ha subito il controbreak immediatamente al terzo gioco, a non né nemmeno riuscita a sfruttare un 15-40 nel game successivo per andare sul 3-1.

Trevisan provava a tenere i palleggi su traiettorie abbastanza centrali per poi provare ad aprirsi il campo con le curve mancine di diritto, ma entrambe le protagoniste faticavano a trovare il ritmo da fondocampo, inframezzando il gioco con tanti errori gratuiti.

Sul 4-3 in suo favore Muchova otteneva un “medical time-out” per un apparente fastidio alla coscia sinistra, che veniva trattata con un massaggio prolungato e poi veniva fasciata per il prosieguo del match. Immediatamente dopo la pausa Trevisan si trovava subito sotto 0-40 sulla sua battuta a causa di tre errori gratuiti. Fortunatamente per lei la fiorentina trovava il coraggio per cercare il vincente, e dopo 14 punti e ben 6 palle break annullate riusciva a portarsi sul 4-4.

Due giochi più tardi, però, dopo un turno di servizio tenuto a zero con buona autorità da Muchova, Martina incappava in quattro errori gratuiti che regalavano il set alla ceca per 6-4 dopo 53 minuti di gioco.

SECONDO SET – Trevisan usciva dal campo per schiarirsi le idee, e al ritorno ritrovava una Karolina che continuava a spingere, sempre molto continua al servizio. Dal break subìto nel quarto game, solo 4 punti persi dalla ceca alla battuta fino al 3 pari del secondo set. Ma proprio nel settimo game, Muchova incappava in un paio di errori di troppo, e concedeva un altro break a Martina. L’azzurra era bravissima ad approfittare dell’occasione, e complice un’avversaria che in questa fase sembra meno brillante, soprattutto dal lato del rovescio, allungava sul 5-3. In pochi minuti, al terzo set-point, è 6-3 Trevisan.

TERZO SET – Martina iniziava al servizio e teneva, poi nei tre game successivi lei e Karolina arrivavano sempre a palla break senza concretizzare, in particolare è stata bravissima la ceca ad annullare servendo benissimo un pericoloso 15-40 sul 2-1 per l’azzurra, peccato.

Il game-chiave del parziale arrivava sul 4-4, quando Trevisan iniziava con due doppi falli, riusciva a procurarsi la palla game con un ottimo rovescio in recupero sulla palla corta, ma poi commetteva tre brutti errori di diritto per mandare Muchova a servire per il match. Muchova tremava un po’ nel turno di battuta finale, ma sul primo match point Trevisan metteva in corridoio un passante di diritto non impossibile e dopo 2 ore e 42 minuti era la ceca a conquistare il lasciapassare per gli ottavi di finale.

Continua a leggere
Commenti

evidenza

Roland Garros, Sonego: “Come tennis il livello c’è, devo crescere sotto l’aspetto fisico”

Pubblicato

il

Lorenzo Sonego - Roland Garros 2023 (foto Roberto Dell'Olivo)

da Parigi, il nostro inviato

D. Alla fine hai finto la benzina? Hai ceduto per un motivo fisico?

“Non ne avevo più tanto alla fine, purtroppo non son riuscito a fare il break nel secondo set e nel terzo ho sprecato tante occasioni. I primi tre set sono stati duri, molto duri, alla fine ho avuto solo un affaticamento all’adduttore, ma niente di che, solo fatica”

 

D. Hai qualche rimpianto per il tiebreak, forse per il diritto sbagliato sul 4-0?

“No, ho dato tutto, ovviamente le occasioni le ho avute come anche lui, non ho niente da recriminare”.

D. Antonio Garofalo ( Ubitennis). Hai battuto Rublev e hai giocato per oltre tre ore alla parei con Khachanov che ha fatto semifinale negli ultimi due slam e ora qui è ai quarti. Hai dimostrato di essere ad altissimi livelli, cosa pensi che ti manchi per poter anche tu essere competitivo fino in fondo negli slam?

“Credo l’aspetto fisico, negli slam conta tantissimo. Devo migliorare e avere tanta forza fisica. Non basta giocare un gran tennis, a questo livello conta molto l’aspetto fisico”.

D. Hai giocato un grande primo set, forse a livelli mai visti, hai dominato.

“ Ho giocato molto bene, lui non serviva benissimo e mi dava possibilità di imporre il gioco, poi dopo gli scambi si sono allungati ed è stato più faticoso tenere il servizio”

D. E’ comunque un ottimo torneo dopo un inizio di stagione difficoltoso

“Si, ho grande fiducia, ho giocato partite molto dure, mi porto a casa ottime prestazioni, un gran match contro Rublev e anche oggi ho lottato alla pari con un giocatore che arriva in fondo agli slam. Per me è un grande passo avanti e devo avere continuità e confermarmi a questi livelli. Solo con il cuore e la grinta non si va avanti, ci vuole anche il tennis, sto arrivando al livello di questi giocatori qui. Oggi più che a livello tecnico, la differenza è stata a livello fisico, devo mettere su benzina per le prossime partite”

D: Cosa significa mettere su benzina ancora?

“ Che a livello fisico ho grandi margini di miglioramento. Già adesso riesco a giocare 5 set con Rublev e non avere cali. Devo riuscire a fare più partite così fino alla semifinale o alla finale”.

Continua a leggere

evidenza

Roland Garros: la “Regina” delle rimonte Pavlyuchenkova riacciuffa anche Mertens, quando ormai le speranze sembravano perdute

Anastasia Pavlyuchenkova non vinceva 4 partite consecutive proprio dalla sua cavalcata a Parigi del 202. Per Elise Mertens rimpianti a non finire dopo aver sprecato un vantaggio di 6-3 3-1, 0-40 e altre quattro palle break nello stesso game

Pubblicato

il

Anastasia Pavlyuchenkova - Roma 2023 (foto Francesca Michieli, Ubitennis)

(R.P.) A. Pavlyuchenkova b. [28] E. Mertens 3-6 7-6(3) 6-3

Altro turno, altra rimonta. Per l’esattezza è la terza Remuntada con protagonista Anastasia Pavlyunchenkova – che fra 29 giorni compirà 32 anni – in questa edizione del Roland Garros, e per giunta tutte materializzatesi ai danni di teste di serie del tabellone femminile parigino.

Dopo l’esordio, l’unico match finora disputato dalla russa in cui ha controllato tranquillamente le operazioni, dove ha rifilato un duplice 6-2 alla stellina – e promettentissima – ceca Linda Fruhvirtova, ha proseguito il suo percorso nel torneo ribaltando due partite in fila contro connazionali: prima la tds n. 15 Liudmila Samsonova, cresciuta tennisticamente in Italia, per 4-6 7-5 7-5 e poi 4-6 6-3 6-0 la tds n. 24 Anastasia Potapova.

 

Nel Day 8 dell’Open di Francia 2023, in apertura di giornata sul Phillippe Chatrier, è giunta l’ultima vittima della 31enne di Samara: la 28esima forza de draw Elise Mertens, reduce dall’illustre vittoria sulla n. 3 WTA Jessica Pegula, ha ceduto con lo score di 3-6 7-6(3) 6-3 in 3h06′ di partita.

Con questo successo l’attuale n. 333 della classifica, in gara grazie al Ranking Protetto relativo alla stagione 2021, conferma la propria eccellente tradizione negli ottavi di finale delle prove Slam: il suo bilancio recita un complessivo 8-2, con le due sconfitte datate US Open 2010 e sempre a Flushing Meadows nel 2021. A Parigi, si tratta del terzo quarto di finale raggiunto in carriera per colei che due anni fa si arrese soltanto in finale a Barbora Krejcikova, in quella che allora fu un ultimo atto tra esordienti a certe latitudine dei Majors.

Si ferma, dunque, la corsa della semifinalista in Australia nel 2018: avrà di che rimpiangere, perché sì la sfida è girata tutta lì, a metà secondo set. La tennista belga, che con le giocatrici russe e bielorusse ha un rapporto speciale – dato che nella specialità del doppio, di cui è stata n. 1 al mondo nel maggio 2021, ha trionfato al fianco di Aryna Sabalenka a New York nel 2019, a Melbourne nel 2021 per poi compiere il Sunshine Double: una delle sole 4 coppie del tennis femminile a riuscirci nell’Era Open. Successivamente in coppia con Veronika Kudermetova ha vinto le WTA Finals nel 2022 -, ha mostrato una palese assenza di killer instinct nel proprio arsenale di agonista gettando al vento un vantaggio nella seconda frazione di 3-1, 0-40 ed altre tre palle break per un totale di 7 non concretizzate nel game che l’avrebbero portata sul 4-1 e servizio: a due soli games dal successo.

L’ex n. 12, da par suo e a differenza della rivale, continua a non avere un buon rapporto con gli ottavi Slam, ne ha vinti 3 e persi 10, una striscia di 0-6 dal 2021 in poi: in Francia è stata sconfitta, senza vincere alcun set, nel 2018 per mano di Halep e lo scorso anno dalla futura finalista Gauff.

Un’affermazione, realizzatasi quando oramai sembrava spacciata, che non può che rappresentare un’incredibile iniezione di fiducia per Pavlyunchenkova, dopo l’intero 2022 passato ai box per via dell’infortunio al ginocchio sinistro e addirittura i 5 mesi in cui non si è potuta neanche allenare. Tant’è che già con la vittoria al 3°T, era ritornata a vincere 3 match di fila dallo US Open 2021, mentre 4 successi consecutivi le mancavano proprio dalla sua cavalcata al Roland Garros 2021: che non possa essere per lei di buon auspicio.

Ai quarti Anastasia troverà la vincente di Muchova/Avanesyan, augurandosi che le raffiche di vento siano meno intense: nel match si sono contati 24 doppi falli, 16 per la belga e 8 per la russa, entrambe avrebbero dovuto affidarsi di più all’effetto in kick.

Primo Set: Mertens mette a nudo i limiti della transizione difenisiva russa

Il piano tattico con cui le due giocatrici approcciano alla gara è fin troppo palese, e dalla prospettiva di Mertens ricalca quasi in maniera speculare la strategia messa a punto per compiere lo scalpo della n. 3 del ranking Jessica Pegula.

La tennista belga, infatti, deve necessariamente – come già fatto in modo strabiliante con la 29enne di Buffalo – variare e differenziare molto il suo tennis alternando continuamente angoli, altezza di palla e traiettorie delle proprie esecuzioni; senza tuttavia rinunciare ad essere aggressiva e comandare lo scambio per evitare che Anastasia possa far valere la sua superiore potenza nelle accelerazioni e nel palleggio a frequenza ritmata. Ciononostante Elise, se vuole tenere saldamente il controllo del match nelle sue mani, deve far sì che la propria attitudine propositiva venga gestita con parsimonia per non andare su di giri con i fondamentali da fondo. In questa ottica, come contro l’americana, il rendimento della seconda palla di servizio sarà un elemento chiave nella lettura delle dinamiche tecniche della sfida: dovrà forzarla anche a costo di incorrere in diversi doppi falli, l’importante è non farsi condizionare da eventuali inciampi e perseverare sul proprio canovaccio, perché altrimenti su una seconda di servizio molle Pavlyuchenkova può entrare facilmente maramaldeggiando con la sua possente ribattuta. Dunque, proprio per questo, sarà cruciale l’inizio della partita con la 27enne di Lovanio che avrà bisogno di partire forte per fare il carico di fiducia, ossia ossigeno vitale per non abbandonare la propria identità tattica a fronte di qualche momentaneo incidente di percorso.

Per quanto riguarda invece la 31enne di Samara, poiché la sua mobilità è ancora decisamente lontana da una versione anche solo un minimo sufficiente è obbligata ad esprimere un gioco, ove possibile, ulteriormente aggressivo – più del solito – da mazzolatrice infuocata.

Al 2-0 apripista di Mertens segue un successivo scambio di break che ripristina il vantaggio di Elise, la quale questa volta non fa sconti e conferma l’allungo: 4-1.

Anastasia cerca di accelerare brutalmente appena può, e difatti ciò che questa prima parte di partita ci sta dicendo reiteratamente è la seguente verità: nonostante nelle ultime settimane si siano ammirati indiscutibili segnali di ripresa – a riprova i quarti raggiunti a Strasburgo la settimana scorsa, mentre nei primi tre mesi di stagione da Adelaide a Roma aveva raccolto soltanto risultati modesti -dopo la lunga assenza dalle competizioni della passata stagione, il processo del ritorno continuativo ad alti livelli di Pavlyunchenkova necessita ancora qualche fermata di passaggio prima dell’approdo al tanto agognato obiettivo.

Il dritto russo, non a caso, dà e toglie all’ex n. 11 WTA dividendosi tra eccezionali siluri vincenti e gratuiti piuttosto grossolani, specie di misura, che dimostrano come le gambe della finalista del 2021 chiamino a gran voce match e partite ufficiali con una certa costanza. Altro colpo ballerino, finora, per la tre volte campionessa Slam a livello junior si sta rivelando lo smash: ne ha mandati in rete alcuni veramente da infarto per il suo coach, che testimoniano l’assenza di reattività dei piedi della 31enne russa, e altri che invece hanno propiziato miracolosi recuperi in lob vincenti della belga e che addirittura in taluni casi hanno anche beffato Anastasia depositandosi sulla riga.

Ebbene sì: non soltanto l’oro olimpico di Tokyo nel doppio misto deve fare i conti con le sue difficoltà aerobiche in sé per sé, ma esse vengono perfino accentuate dalla straordinaria capacità di esaltarsi nella difesa ad oltranza di Elise, per poi contro-attaccare al momento buono, che sottrarre ancora più convinzione di potercela fare alla classe ’91 della Russia.

Inoltre, vanno anche considerate le impervie condizioni atmosferiche che stamane stanno interessando Porte d’Auteuil: folate di vento come se non ci fosse un domani, raffiche che persino stanno “pettinando” lo Chatrier creando un bel di polvere rossa.

Nel sesto game, Anastasia rischia di cappottarsi definitivamente ma ai vantaggi riesce a salvarsi e a rimanere quantomeno in scia (4-2). A questo punto si arriva al momento della verità, sul 5-3 con Mertens in battuta per chiudere il parziale: qui Pavlyunchenkova tira fuori l’orgoglio, e crescendo in particolare nell’incisività della propria risposta anche grazie a qualche doppio errore di troppo della rivale (4 in tutto il set), cancella un set point e si procura una chance del contro-break.

Di fronte alla possibilità di sprecare il cospicuo vantaggio accumulato fin lì, l’ex n. 12 del mondo si risveglia dal temporaneo torpore nel quale si era immobilizzata – ritrovando anche il suo colpo migliore, il rovescio bimane, smarrito per qualche istante – e al secondo set ball manda agli archivi la frazione, dopo 10 punti totali in quello che è stato il secondo gioco del set deciso oltre il 40-40: 6-3 in 46 minuti.

Un statistica, poi, dà pienamente coscienza delle complessità affrontate sinora dalla russa: negli scambi che si decidono sotto i 5 palleggi, quindi in teoria lo scenario a lei più favorevole, ha un bottino di 6 su 20. Troppo poco anche solo per fare match pari.

Secondo Set: Elise comincia ad essere troppo passiva smarrendo la profondità, Pavlyuchenkova sale in cattedra con il drop-shot dal lato sinistro

Si riparte pure nella seconda frazione con il materializzarsi di un break a favore di Mertens, ma in questo caso il vantaggio iniziale viene immediatamente ricucito da Anastasia: 1-1. La russa, tuttavia, continua a mostrarsi troppo discontinua e così l’ex n. 1 di specialità si riprende il break per condurre le operazioni e stavolta lo consolida (3-1). Dopodiché nel quinto game va in scena il vero turning point dell’intera sfida, la tds n. 28 – sponsorizzata dalla Lotto – si procura uno 0-40 soprattutto grazie alla decisiva complicità della russa che pare essersi definitivamente arresa sul quarto break subito nel match: la sua prestazione non smette di infarcirsi di doppi falli a profusione mandati fuori bersaglio.

Qui però, la belga rivela una pesante mancanza di killer instinct: d’improvviso quando poteva irrimediabilmente – per la rivale – mettere la testa sott’acqua alla 31enne di Samara, è vittima di un dannoso braccino. Comincia a giocare molto più corto, perde di lucidità intestardendosi nel voler ricercare sovente il contropiede con un’avversaria che proprio a causa della scarsa mobilità non aspetta altro che una palla da colpire usufruendo di appoggi ben stabili.

Così dopo 16 punti, e 7 palle break complessive non concretizzate nel game da Mertens ed anche un esemplificativo errore di valutazione di Pavlyunchenkova – che si è pienamente disinteressata del colpo avversario, a testimoniare come la russa non credesse minimamente nella rimonta – sull’ennesimo mortifero pallonetto della belga, la n. 333 ha accorciato sul 2-3 prima di dare vita ad un filotto di tre games in fila sino ad inerpicarsi sul 4-3 in suo favore. In questa situazione di punteggio, dove è lampante come la consueta emotività degli incontri femminili abbia modificato il file-rouge dello scontro a livello psicologico e di conseguenza tatticamente e tecnicamente, la finalista del torneo di due anni fa alza decisamente i giri del motore del suo bimane con il quale inizia ad estrarre traccianti formidabili senza farsi neppure mancare una splendida palla corta di rovescio: in verità questa soluzione la sta mettendo in mostra in modo proficuo e continuativo sin dagli albori della sfida, sorprendendo a più riprese l’avversaria.

Elise trova forze insperate per tamponare l’emorragia e successivamente la regola del servizio, pur condizionato dal vento che ora soffia trasversalmente, incredibilmente per quello che è stato l’incontro fino a questo punto si mantiene intatta sino al dodicesimo game. Quindi sarà tie-break, c’è da dire che nonostante Mertens abbia retto l’onda d’urto di Anastasia, ritrovatasi bruscamente dopo il gentile cadeaux della 27enne di Lovanio che ha voluto rimetterla in partita, ha dato sempre la sensazione di essere in sofferenza e che il break russo potesse materializzarsi da un momento all’altro. Tuttavia non è stato così, ma ciò che più si evince rispetto al primo set e a prima che la belga si letteralmente “mangiasse” quello 0-40 sul 3-1 del secondo è la perdita progressiva del controllo degli scambi esasperando l’utilizzo del back e del chop e quindi spianando la strada alle indomabili mattonate di Pavlyunchenkova. E anche il jeu décisif non fa che confermare questa pericolosa tendenza per Elise: l’ex n. 11 domina in lungo e largo il tredicesimo gioco, improvvisandosi pure una volleatrice di primo ordine dopo invece i tanti errori commessi nei pressi della rete nel set precedente, suggellandolo per 7 punti a 3 al termine di 1h16‘ di durata.

La russa nel rush conclusivo della frazione si è fatta sentire sonoramente a livello vocale, così come aveva fatto Mertens nei frangenti cruciali per la conquista del set inaugurale. Un elemento, poi, fra gli altri che hanno smesso di funzionare da metà seconda ripresa per la semifinalista all’Australian Open 2018 è stata la seconda di servizio, lo avevamo ricordato in sede di presentazione: anche se incorre in doppi errori, non deve farsi piegare emotivamente da essi ma il problema è che i 5 in cui è inciampata nel secondo parziale sono arrivati senza neppure forzarla più di tanto.

Terzo Set: i doppi falli di Mertens non smettono di palesarsi, Anastasia fa quello che la belga non aveva fatto nel secondo set e chiude la partita

E purtroppo per la belga, il leitmotiv nonostante la pausa fisiologica rimane il medesimo. Parte con il 10° e l’11° doppio fallo della sua partita che permettono ad Anastasia di involarsi a freddo sull’1-0 e servizio, Elise avrebbe subito l’occasione per rimettersi in carreggiata, con Pavlyunchenova che concede qualcosa in battuta, ma spreca malamente la sua 10 palla break sulle 14 avute a disposizione dando così spazio al 2-0 Russia.

Poi va in scena un terzo game da 16 punti, con la 27enne di Lovanio che fa e disfa con il servizio ma che alla fine deve soccombere al doppio break di svantaggio, al quarto break point palesatosi nel gioco, e dopo anche tre palle game non sfruttate dalla belga. Prima che però la russa possa servire per salire 4-0, la tds n. 28 chiama il MTO per due diversi fastidi, alla coscia sinistra e alla schiena; mentre nel frattempo sull’altra panchina la tre volte quartofinalista a Melbourne si refrigera mediante due buste di ghiaccio posizionate sulle orecchie.

L’interruzione per permettere l’ingresso del fisioterapista, forse più tattica che dovuta effettivamente a reali problemi fisici, raffredda il braccio della 31enne di Samara che cade trappola del più classico dei passaggi a vuoto e vede il suo vantaggio ridimensionarsi: 3-1, giunto alla terza possibilità per Mertens dopo che Pavlyunchenkova aveva recuperato il 15-40.

Tuttavia è soltanto un effimero fuoco di paglia per Elise, che non porta a compimento il 40-15, si fa rimontare per riconsegnare così il doppio break alla russa: ironia della sorte, Anastasia fa quello che non era stata in grado di fare la giocatrice della Lotto; salire 4-1 e servizio anche perché i doppi falli belgi continuano imperterriti (siamo già a 14). Il match ormai è in cassaforte per la russa, fatale il mancato doppio-break di Mertens nel secondo, i doppi errori lato Elise giungono a 15 e Pavlyunchenkova si issa per ben tre volte a match point sul 5-1, il che avrebbe significato quarto break nel set contro Mertens – il settimo nel match – soprattutto grazie al sesto bimane winner nel parziale della n. 333; ma la tre volte vincitrice Majors in doppio non ci sta e alla fine con il terzo ace della sua partita prolunga l’attesa: 5-2.

Reazione tardiva di Elise? Sì, e se poi c’è l’aiutino dell’altra non può che esserci un unico risultato: ancora emotività a farla da padrone e Mertens accorcia le distanze. (5-3). Infine, come è consuetudine nel tennis femminile, ennesimo ribaltone di questa partita: la belga si rifarà definitivamente sotto? Macché, subito 0-40 e al quinto match point complessivo Pavlyunchenkova si qualifica per i quarti di finale al termine di oltre 3 ore di gran battaglia.

Continua a leggere

evidenza

Roland Garros: Sonego lotta ma non basta, Khachanov lo elimina in quattro set [VIDEO]

Lorenzo Sonego si arrende alla distanza a Karen Khachanov dopo aver vinto il primo set. Il torinese ha avuto un set point nel tiebreak del terzo nel quale è stato avanti 4-0

Pubblicato

il

Karen Khachanov - Roland Garros 2023 (foto Roberto Dell'Olivo)

da Parigi, il nostro inviato

[11] K. Khachanov b. L. Sonego 1-6 6-4 7-6(7) 6-1

Niente da fare per Lorenzo Sonego. L’azzurro domina per un set, poi subisce il ritorno del numero 11 del mondo Khachanov e si arrende in quattro set. Rimpianti soprattutto per il tiebreak del terzo set quando Lorenzo era avanti 4-0 ed ha avuto anche un set point sul 7-6. Il russo avanza per la prima volta ai quarti del Roland Garros e aspetta il vincente del match tra Djokovic (con cui ha vinto la finale di Bercy nel 2018 e poi ha perso gli altri 8 precedenti) e Varillas.

 

Sonego è parso calare sul piano fisico con l’andare avanti del match, probabilmente le scorie dell’impresa con Rublev si sono fatte sentire. Resta in ogni caso positivo il torneo dell’azzurro che, se saprà confermarsi sui livelli espressi a Parigi, potrà ambire ad entrare trai primi venti giocatori del mondo.


LA PARTITA

Lorenzo Sonego torna sul Suzanne Lenglen che lo ha visto realizzare la grande impresa contro Andrey Rublev, prima vittoria contro un top-10 in uno slam e prima rimonta recuperando due set di svantaggio. Ad attenderlo c’è un altro russo (anche se non si può dire, come noto accanto al nome del giocatore c’è un pallino bianco al posto della bandiera) quale ostacolo per raggiungere per la prima volta in carriera i quarti di finale in un major.
Karen Khachanov, dopo un lungo periodo difficile (con ventitré sconfitte consecutive contro i top10 interrotta a Miami battendo Tsitsipas) ha ritrovato un’ottima continuità testimoniata dalle semifinali raggiunte negli ultimi due slam (Us Open e Australian Open).
I precedenti sono tre, Karen ha vinto in primo sul cemento di New York nel 2018, mentre l’anno successivo i due si sono incontrati sulla terra di Montecarlo, con vittoria di Sonego, e di Roma, dove ha prevalso il ventisettenne moscovita.
Il primo game con Khachanov al servizio è una dichiarazione di intenti: Sonego spinge a più non posso e si procura ben sei palle break in un game che dura sedici punti e dieci minuti: spinge con il diritto e chiude con lo smash portandosi subito avanti. Il servizio  successivo tenuto a zero certifica la partenza alla grande del torinese.
Lollo riesce a mettere insieme una spinta efficace e la solita fase difensiva-monstre che manda ai matti il russo che infatti alla terza-quarta rimessa del “polpo” affonda negli errori concedendo a Lorenzo il doppio break di vantaggio (3-0).
Il primo set è un monologo azzurro, Lorenzo mette in difficoltà il russo anche sulla diagonale di rovescio che teoricamente dovrebbe sfavorirlo, è impeccabile al servizio e con un altro break offerto dalla casa russa (tre gratuiti nell’ultimo game), arriva il 6-1 in trentasei minuti.

Gipo Arbino su Sonego dopo la sconfitta con Khachanov: “Si è deciso tutto in pochi punti, come sempre a questo livello”


Il primo momento critico della partita di Sonego arriva nel terzo game del secondo set. Khachanov gioca un primo solido game di risposta, approfittando del fatto che Lorenzo insista a servigli sul diritto (gli rifila tre risposte vincenti). È un altro game lunghissimo che dura venti punti, con le prime tre palle break per il russo: le prime sue Lorenzo le salva con il diritto, la terza con il servizio. Alla quarta palla del game spinge alla grande e si porta avanti 2-1.
Al cambio di campo Sonego ha quattro c’ha che per prendere il largo ma qui è bravo Khachanov a tenere l’iniziativa e a costringere l’azzurro ad una strenua difesa. Anche questo game dura ben quattordici punti ma alla fine il russo, che sta decisamente salendo di livello, lo porta a casa.Lorenzo ha un po’ il fiato corto e si nota chiaramente da come cerca di respirare tra un punto e l’altro. Parte un “Daje Lollo” dalle tribune ma Sonego scivola 0-40 sotto la ritrovata spinta del russo. Il diritto largo del torinese sulla seconda palla break certifica che l’inerzia  del match è cambiata con il russo che mette per la prima volta la testa davanti (3-2).
Sonego prova a rimanere in scia aggrappandosi al servizio ma Khachanov adesso gioca da numero 11 del mondo e non concede all’azzurro nessuna occasione di rientrare nel set. Dopo un’ora e trentacinque è un break a decidere il set (6-4) e siamo in partità.

Lorenzo si caccia subito nei guai nel terzo game del terzo set. Scivola 0-40 (lancia un urlo di disapprovazione sul diritto sballato “Mamma miaaaa”) ma si salva con gran classe annullando tre pericolosissime palle break, due con la prima è una con un mirabile cross di diritto che infila il russo a rete (2-1).

La reazione di cuore e tennis di Sonego è importante perché fa capire al suo avversario, che come dicevamo è decisamente di un altro livello rispetto al primo set, che Lollo è duro a morire. Il Lenglen apprezza e risponde ai richiami dell’azzurro che vuole la corrida con prolongati “Lorenzó! Lorenzó!”.

Sonego però si condanna da solo con un game di servizio scellerato sul 4-4. Una volèe di rovescio comoda affossata a rete e un doppio fallo concedono l’occasione a Khachanov che la sfrutta con un’esplosiva risposta incrociata di diritto (ma perché Lorenzo gli serve sempre sul diritto?) che lo manda a servire per andare aventi due set a uno. Ma oramai consociamo il nostro Lorenzo, quando è spalle al muro dá il meglio di se. Una mano gli arriva anche dal russo che pasticcia su un paio di punti ma Lorenzo è bravissimo a spingere a tutta e ad andarsi a prendere il controbreak con il diritto (5-5).

Tiene con grinta  e servizio il suo turno di battuta e manda Khachanov a servire per rifugiarsi nel tiebreak. Il russo non trema e così è.
Il tiebreak è per cuori forti e lascia tanti rimpianti all’azzurro. Sonego scappa sul 4-0 con due prime e due dropshot che destabilizzano il moscovita. Un diritto lungo di Lorenzo rimette in gioco il suo avversario che risale fino al 4-3. Un diritto stavolta lungo di Khachanov manda Sonego a due punti dal set ma una riga sul rovescio incrociato russo gli consente di recuperare il doppio minibreak di svantaggio e poi impattare sul 5-5 con il decimo ace della partita. Il primo set point è per il russo ma Lorenzo si salva con due prime. Sul 7-6 è l’azzurro ad avere la chance ma sono due prime del russo a portarlo al secondo set point: il doppio fallo di Sonego chiude amaramente il set (9-7). Adesso serve davvero un’impresa.

Inevitabilmente, purtroppo, Lorenzo accusa il colpo. Quando affossa un diritto e poi un rovescio nella parte bassa della rete concedendo subito il servizio al suo avversario (2-0), la sensazione è che sia davvero finita.

Sul 3-0 Sonego chiama il medical time out, che più che servire per massaggiare la coscia destra sembra avere lo scopo di interrompere l’inerzia. Non sarà così, Khachanov continua a spingere, mentre l’azzurro ha finito le energie. Il russo avanza per la prima volta ai quarti del Roland Garros. Farlo in serie dopo le semifinali agli Us Open e Australian Open certifica la grande continuità raggiunta. Salvo miracoli peruviani, sfiderà  Djokovic per un posto in semifinale. A Parigi, versione indoor lo ha già battuto cinque anni fa. Certo, ha perso le altre otto volte, ma questo Karen è di un altro livello.  Sonego si consola con il ranking che lo riporta a ridosso dei primi quaranta del mondo  con il boato del Lenglen che lo accompagna all’uscita dal campo.

Continua a leggere
Advertisement
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement
Advertisement